Le scuse di Mark Zuckerberg per il grande lockdown di Facebook e Instagram

«Ci scusiamo per l’interruzione: so quanto vi affidate ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tenete». Con queste parole il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, in un post sul social network, ha espresso le proprie scuse per il down di circa 6 ore che ha coinvolto anche Instagram e Whatsapp.

Il blackout mondiale che ha colpito Facebook, Instagram e WhatsApp è stato provocato da modifiche alla configurazione dei router che coordinano il traffico di rete tra i suoi centri dati. «Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri centri dati, bloccando i nostri servizi», ha dichiarato in un post il vicepresidente delle infrastrutture di Facebook Santosh Janardhan.

Il riavvio, attorno a mezzanotte, è stato inizialmente confermato dai messaggi di utenti di alcuni paesi – Germania, Azerbaigian, Pakistan – arriva dopo 5 ore di blackout generale, legato a problemi di rete. Secondo gli esperti di diverse aziende specializzate, il down sarebbe legati a problemi connessi ad un DNS, che traduce il nome dei siti web in un indirizzo Ip.

In Italia, l’allarme è scattato attorno alle 17.30. Il sito downdetector ha segnalato un’impennata di segnalazioni di disservizi e problemi da parte degli utenti. I problemi sono stati riscontrati a livello internazionale, come hanno evidenziato centinaia di migliaia di messaggi postati su Twitter.

Foto hard tramite WhatsApp a minori, è violenza sessuale

È violenza sessuale inviare foto hard tramite WhatsApp a un minore. Lo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 25266/2020.

I supremi giudici hanno respinto il ricorso presentato da un giovane indagato “per aver scritto messaggi WhatsApp allusivi e sessualmente espliciti ad una ragazza minorenne” costringendola, inoltre, sotto minaccia di pubblicare la chat su altri social e a ricevere foto hard dello stesso.

Per gli Ermellini, in accordo col tribunale del riesame, la violenza sessuale risulta “pienamente integrata”, anche in assenza di contatto fisico con la vittima, quando “gli atti sessuali coinvolgono la corporeità sessuale della persona offesa e sono finalizzati e idonei a compromettere il bene primario della libertà individuale nella prospettiva di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale”.

Nello specifico – sottolineano ancora i giudici confermando la custodia cautelare in carcere per l’indagato – si ravvisano gravi indizi di colpevolezza del reato contestato “nell’induzione allo scambio di foto erotiche, nella conversazione sulle pregresse esperienze sessuali, i gusti erotici, nella crescente minaccia a divulgare in pubblico le chat”.

Fonte: Violenza sessuale inviare foto hard a minore su WhatsApp
(www.StudioCataldi.it)

Il successo di Zoom, la app per videoconferenze e per farci sentire meno lontani

In tempi di lockdown forzato potersi vedere è diventata un’esigenza particolarmente stringente.  Zoom, è una delle app di videoconferenze salita agli onori delle cronache per le sue incredibili potenzialità, scaricata da milioni di persone e ormai diffusissima anche in Italia.

Il servizio di videoconferenza è del tutto simile a Skype o  WhatsApp. A fare la differenza sono le possibilità di connessione praticamente infinite. Se in tante altre app il numero di partecipanti a una videochiamata è di solito limitato con Zoom in versione base si può arrivare fino a 100 partecipanti, che diventano addirittura 1000 per la sua versione business dedicata alle aziende.

Occhi aperti però. Si attendono da Zoom diverse risposte su come gestiscano effettivamente la privacy degli utenti (a chi danno i dati e per cosa) e le richieste di accesso ai dati da parte delle autorità, informazioni che altri giganti nel mondo della tecnologia  forniscono per trasparenza.

 

Perchè su Whatsapp appare la scritta: “from FACEBOOK”

Da alcuni giorni quando apriamo Whatsapp, appare la scritta “from FACEBOOK” cosa c’è dietro? Nessun tipo di implementazione ma soltanto una scelta da parte di Mark Zuckenberg – proprietario oltre che di Facebook anche di Instagram dal 2012 e di Whatsapp dal 2014-di chiamare le sue applicazioni con l’aggiunta di “from Facebook”, quindi, Instagram si chiamerà Instagram from Facebook e Whatsapp from Facebook.

Scelta commerciale con lo scopo di far conoscere a tutti la proprietà dei Social Network più utilizzati al mondo, il colore del nome identifica l’applicazione utilizzata.

Si va verso l’unifìcazione dei tre Network, durante l’ultimo F8, l’evento organizzato da Facebook dedicato agli sviluppatori, l’azienda ha dato il via ai primi test per la fusione tra Whasapp, Facebook Messenger e Instagram Direct, l’idea è quella di creare un’area unica dedicata alla messaggistica.

WhatsApp: smetterà di funzionare nel 2020 su milioni di smartphone

Cattive notizie per gli utenti dell’applicazione di messaggistica istantanea più famosa al mondo, infatti, WhatsApp dal 1 febbraio 2020 cesserà di funzionare su moltissimi dispositivi Windows Phone.

Ma non è l’unica brutta notizia: WhatsApp colpirà anche i possessori dei dispositivi datati con versioni Android e iOS, non rilasciando più aggiornamenti e le nuove funzionalità.
Una comunicazione non del tutto inaspettata, da un paio di mesi è possibile trovare nella FAQ le motivazioni, dove viene specificato che non avrebbero più rilasciato aggiornamenti di sicurezza per molte versioni dei sistemi operativi mobili che risultano obsolete.

Questa procedura è abbastanza usuale per applicazioni e dispositivi tecnologici, che con il passare degli anni diventano troppo vecchi per funzionare correttamente. La decisione di WhatsApp è quella di non sprecare più risorse su sistemi operativi che usano in pochi.

I telefoni che saranno coinvolti in questa operazione sono: iPhone con sistema operativo iOS 8 o inferiore e i dispositivi Android che montano un sistema operativo con una versione più vecchia del 2.3.3.

Facebook spegne 15 candeline, il social progettato per gli studenti di Hardvard

Fu lanciato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes. Sembrava uno scherzo e invece, 15 anni, dopo oltre 2 miliardi di persone lo usano. Facebook è il social più usato al mondo.

Originariamente era stato progettato solo per gli studenti di Harvard, fu presto aperto alle altre scuole della zona per poi avere la diffusione mondiale che conosciamo. Il sito, aperto con soli mille dollari d’investimento, ha visto crescere negli anni il suo valore in maniera esponenziale. Ma si lavora anche un progetto ancora più importante ovvero alla piattaforma alle sue tre app, Messenger, WhatsApp e Instagram, che ora crescono e godono del favore dei ragazzi, più di quanto non succeda alla casa madre.

Nel frattempo, l’ultimo bilancio trimestrale, ha confermato la solidità di fondo del business con un utile record e un balzo degli utili. Il 2019 si è aperto con la notizia dell’utile ottenuto da Facebook nell’ultimo trimestre del 2018, con conseguente impennata delle azioni a Wall Street e l’entrata di Mark Zuckerberg nella top 5 delle persone più ricche al mondo. Un bel modo di festeggiare il quindicesimo compleanno del social più conosciuto del pianeta.

Su Whatsapp scriveremo in grassetto e in corsivo

Roma. Più veloci di un sms, più immediate di una email, le app di messaggistica permettono di contattare all’istante un altro utente. Per chi desidera però scrivere in modo più preciso ed efficace e personalizzare lo stile c’è una novità targata WhatsApp: per ora solo nella versione beta della app, la possibilità di scrivere in corsivo e grassetto.

I siti specializzati spiegano che la versione 2.12.535 per Android consente infatti di formattare il testo, come ad esempio Google+. Le parole da scrivere in grassetto devono essere precedute e seguite da un asterisco, mentre quelle in corsivo da un underscore.

Con Whatsapp si possono scambiare documenti Pdf

Roma. Con Whatsapp ora c’è anche la possibilità di scambiare tra utenti documenti in formato PDF. La nuova estensione di WhatsApp per il momento non è disponibile su tutti i dispositivi ma è utilizzabile sia su Android e sia su iOS, più o meno allo stesso modo. Appare nella finestra delle foto, video, etc. (raggiungibile dall’icona “Allegati”) .

Per il momento gli utenti potranno selezionare i documenti da servizi di cloud storage, tra cui Google Drive, Dropbox, iCloud Drive e altri ma la funzione resta limitata ai file PDF, almeno per il momento. Condicio sine qua non, per poter utilizzare questa nuova funzione, è certamente l’aggiornamento dell’App all’ultima release.

In generale, tuttavia, si consiglia di aggiornare le App sui dispostivi perché gli sviluppatori potrebbero ricorrere a nuove versioni, non solo per motivi estetici, ma anche per sicurezza o risoluzione di bug.

Nonostante la limitazione del formato del documento da condividere, è facile intuire che questa nuova funzione potrebbe strizzare l’occhio al WhatsApp Marketing e alla vendita di “prodotti virtuali”. Tradotto in parole semplici: volantini dei supermercati o degli store oppure biglietti elettronici, voucher, etc. potrebbero trovare nuovi canali di distribuzione.

Whatsapp e Fb, così Marco vince la dislessia grazie ad altri ragazzi

Imperia. Camposanto (Modena) chiama e Imperia risponde. Marco, 17 anni, è un ragazzo dislessico, disgrafico, ma è anche affetto da discalculia, il disturbo relativo all’apprendimento del sistema dei numeri e dei calcoli. Ha saputo dell’esistenza di programmi che si possono scaricare sul pc per poter imparare a scrivere, ma non bastava. Voleva comunicare con altri ragazzi della sua età. Leggi tutto “Whatsapp e Fb, così Marco vince la dislessia grazie ad altri ragazzi”

I messaggi su Whatsapp e la bufala del sangue da donare

Roma. Whatsapp e la bufala del sangue da donare: non ci sono virus nascosti, ma il consiglio è quello di non dare credito all’ennesima Catena di Sant’Antonio.
Ancora una volta Whatsapp viene sfruttata per una catena di Sant’Antonio da cui è meglio stare alla larga.
Leggi tutto “I messaggi su Whatsapp e la bufala del sangue da donare”