Principessa cercasi a Seborga, due le candidate: Laura e Nina

I seborghini voteranno il 10 novembre: per la prima volta alla guida dell’autoproclamato principato ci sarà una donna. Due le candidate al ruolo di principessa. Nina Dobler Menegatto, ha 40 anni, è nata a Kempten, in Germania. È amministratrice di una società edile. Da oltre 15 anni è molto attiva a Seborga dove ha ricoperto per due volte il ruolo di Consigliere della Corona, occupandosi della gestione degli Affari Esteri.

Laura Di Bisceglie, 45 anni, è nata a Sanremo e risiede a Seborga, dove gestisce un negozio. È figlia di Giorgio Carbone, che il 20 agosto del 1996 dichiarò l’indipendenza di Seborga, mai riconosciuta dall’Italia, e divenne primo principe di Seborga.

Laura Di Bisceglie

Entrambe rivendicano l’indipendenza del principato di Seborga. Nina è la consorte del principe dimissionario Marcello I e figlia del primo principe di Seborga, Giorgio I. “Vorrei riorganizzare gli statuti, modernizzarli”, ha detto Nina, che punta a una maggiore promozione di Seborga in Italia e all’estero anche organizzando eventi sportivi e attività legate al territorio. Tra le iniziative: “Riaprire la Zecca di Seborga, in modo che in paese si possa tornare a utilizzare il Luigino”, spiega  Nina.

Cultura e storia sono alla base di Laura Di Bisceglie, che vorrebbe creare un museo nella casa natale di Giorgio. “Seborga è uno stato sovrano dei Cistercensi – ha detto – E’ un principato riconosciuto, ma di diritto. Manca solo il riconoscimento politico che otterremo cercando i documenti spariti da qui”.

 

La storia del Luigino, la moneta del Principato di Seborga

Seborga emise per la prima volta una propria moneta nell’anno 1666. I monaci di Lerino, infatti, alla ricerca di fonti di reddito alternative alle rendite agricole, da alcuni anni piuttosto scarse, decisero di esercitare uno dei diritti che competevano al Principe sovrano e nel giorno della vigilia di Natale il Principe-Abate Cesare Barcillon appaltò così a Bernardino Bareste di Mougins la gestione per cinque anni di una nuova zecca seborghina, dietro a un corrispettivo di 740 lire all’anno; l’appalto al Bareste si prolungherà poi fino al 1679. Nella zecca, situata nel Palazzo dei Monaci a Seborga, cominciarono così ad essere coniati i cosiddetti luigini, il cui nome si ispirava alla moneta corrente in Francia in quel tempo, il louis.
Le monete recavano al dritto il busto di san Benedetto (ma taluni sostengono che si trattasse invece di Sant’Onorato) e al rovescio lo stemma ancora oggi utilizzato dall’Abbazia di Sant’Onorato di Lerins, sormontato da corona principesca. Sul contratto d’appalto sottoscritto nel 1666 era riportato che il fiduciario aveva l’obbligo di riportare sulle monete l’arma dell’Abbazia di Lerino e le iscrizioni relative al rango principesco del Principe-Abate, mentre gli veniva riconosciuta per il resto ampia facoltà di imprimervi “quant’altro di lecito gli fosse aggradato“.
I luigini furono da subito malvisti dal Re di Sardegna e dal Re di Francia, che probabilmente volevano impedire la circolazione sul loro territorio di monete che sfuggivano al loro controllo e alle loro tasse. Inizialmente ebbero invece grande successo in Oriente, dove furono molto richiesti e ricercati per le loro caratteristiche di praticità; questo spinse i monaci ad aumentarne la produzione, riducendo però al contempo il loro quantitativo d’argento; col tempo, perciò, anche in Oriente i luigini di Seborga finirono col decadere.
Nel 1679 al Bareste succedette Silvan Condaz e a quest’ultimo a sua volta, nel 1686, il coniatore Jean D’Abric. Quest’ultimo, tuttavia, venne accusato di fabbricare monete false e pertanto, dopo una protesta del Re di Francia, il conio delle monete fu sospeso e non riprese più. La Zecca del Principato di Seborga rimase perciò formalmente attiva dal dicembre 1666 all’ottobre 1687, anche se non sono noti luigini prodotti dopo il 1671. Il materiale atto alla coniazione delle monete fu poi ceduto nel 1719 dal Podestà di Seborga Giuseppe Antonio Biancheri alla Repubblica di Genova, a parziale rimborso di un precedente debito che i monaci avevano contratto proprio con quest’ultima nel 1584.
Ai giorni nostri sono pervenuti soltanto dodici luigini, che sono classificati come “rarissimi” e riscuotono un grandissimo interesse numismatico. Quattro esemplari fanno parte della raccolta numismatica del Re Vittorio Emanuele III (si tratta delle monete che l’Avvocato Lea spedì al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II nel 1729, quando, in relazione alla vendita del Principato ai Savoia, fece un sopralluogo a Seborga), uno si trova presso l’Archivio di Stato di Torino, due presso il Museo Imperiale di Vienna, uno all’Hôtel de Ville di Marsiglia, uno all’Hôtel de Ville di Lione e tre sono infine in possesso di privati.

Sceicchi e magnati interessati al Principato di Seborga

Seborga. Su Seborga vi sono forti interessi internazionali. Ci sono francesi che si autoproclamano sovrani del Principato, tra i più piccoli al mondo. Poi si sono fatti avanti gki arabi che alla fine del 2015 si sono comprati una collina intera, quella del Passo del Bandito, per farci un grande albergo di lusso. E infine ci sono gli indiani, in particolare un magnate Pal Singh Oberoi che in Nepal costruisce case per terremotati, riconosciuto a livello mondiale. Lui, invece, vorrebbe realizzare una casa di riposo per persone anziane indigenti. Abita a Dubai ed è specializzato per aprire fondazioni che poi su occupano della costruzione di grossi grattacieli negli Emirati. I ministri di Seborga sono stati a Nuova Delhi e ci sono buone probabilità che il magnate si faccia vivo al più presto. Ci sono in corso business economici di grande livello. Al posto dei fiori vi sono hotel a cinque stelle, case di riposo e funivie per collegare il mare alla collina.

Perché tutti qui a Seborga? Si parlava del Santo Graal, poi del grande segreto, ma su Seborga c’è stato un forte richiamo anche di tipo spirituale che ha catturato gli interessi di moltissime persone da ogni parte del globo – Carlo Biancheri, assessore all’Urbanistica, marito del ministro dell’Istruzione e della Gioventù Maria Carmela Serra – Ma quello che a noi interessa che il nome del paese venga diffuso ulteriormente. Un paese che può crescere non solo nel settore floricolo (mimosa e ginestra erano hanno arricchito più di un famiglia ndr), ma soprattutto in chiave turistico”.

Il principe Marcello I è convinto che un primo passo importante per i 320 abitanti potrebbe arrivare proprio dalla costruzione dell’albergo degli arabi. “Una struttura che darebbe lavoro ai giovani. Tutto questo per evitare che emigrino altrove, in Costa Azzurra soprattutto”.

Ma tutto intorno c’è anche il caso Nicolas Mutte, scrittore francese che sta tentando in tutti i modi di spodestare Menegatto dal suo “trono” con una serie di editti lanciati via Internet.

E il sindaco, Enrico Iliariuzzi quasi a scadenza del suo mandato, sorride: “Sono in scadenza dopo essere stato eletto il 16 maggio 2011. Andremo ad elezione a giugno. Mi ripresenterò. Quello che a me interessa è solo che a Seborga non accadano pasticci. La nostra è una comunità davvero piccola e abbiamo bisogno di sopravvivere tra tagli e strette economiche”. In effetti di personaggi strani ne sono girati parecchi. Emerge il caso di un uomo che voleva truffare gli anziani del paese facendosi prestare del denaro. Erano bastate un paio di telefonate ai servizi del Viminale e fare due ricerche su internet per scoprire il truffatore. “Ecco di queste persone non ne abbiamo proprio bisogno”, sottolineano Carlo Biancheri e il sindaco Iliariuzzi.

A Seborga è stata individuata una fonte battesimale dei Templari

Seborga. Importante scoperta in un terreno privato a Seborga. Qui è stata individuata una sorgente, con ogni probabilità risalente al 1200, che poteva essere stata usata dai Templari come fonte battesimale per l’investitura dei nuovi cavalieri. Leggi tutto “A Seborga è stata individuata una fonte battesimale dei Templari”

Il Principato di Seborga ora parla anche in Indiano

Seborga. Da ieri il Principato di Seborga parla anche indiano. Nel paese arroccato sulle alture di Bordighera si è svolta la cerimonia di nomina del nuovo rappresentante del Principato per l’India. E’ Surinder Pal Singh Oberoi nato nel 1956 a Nangal (India) e risiede dal 1993 a Dubai (Emirati Arabi Uniti), dove è attualmente Chairman del Dubai Grand Hotel e della divisione emiratina di Apex Group of Companies, da lui stesso fondata. Filantropo molto noto in India (dove ha fondato la “Sarbat Da Bhala Charitable Trust”) e nello stesso Emirato di Dubai, nel 2013 divenne noto per aver sottratto alla pena capitale 17 indiani accusati della morte di un uomo pakistano, pagando per loro un riscatto in denaro; per tale atto ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Leggi tutto “Il Principato di Seborga ora parla anche in Indiano”