L’amata Samp chiude il campionato con una sconfitta di Paul D. Genovese

Oggi è l’ultimo articolo che scriverò quest’anno, perché coincide con l’ultima giornata di campionato. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore la redazione di Areamediapress, Federico Doc che ha creduto in me.

Ma parliamo di Samp: ieri, a San Siro, la nostra amata ha perso per tre a zero, complice una forma straordinaria dell’Inter che, nonostante il risultato avverso di Sassuolo, ha trovato coraggio e “cazzimma” per imporsi comunque sul campo di casa.
Non che la Samp sia scesa in campo con il coltello tra i denti, anzi, è scesa in campo con il Sundek e le infradito. Replicare la perfomance di Genova contro la Fiorentina, non sarebbe stato possibile manco se nelle boracce ci fosse stato un mix di anfetamine e il siero del super soldato di Captain America.

Per carità noi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto però, c’è da dire, che se in campo hai solo riserve e il cast di “Cocoon”, non puoi pretendere di esprimere un calcio carioca, specialmente con la pretendentente allo scudetto.

Yoshida si è fatto fare un gol sotto le gambe che, se fossimo stati al campetto, gli sarebbe valso un tornado di coppini e calci.
Qui di seguito riporto un presunto dialogo tra Yoshida e Giampaolo:
“Maya, tu quando la palla scivola, devi sapientemente anticipare, con eleganza… Hai capito?”
“何もわからなかった”
“Apposto.”

Sul gol di Perisic si potrebbero diversi colpevoli, ma onestamente parlando, ha fatto un gran gol, su assist di Correa, che è sempre più determinante. Questo è il grande merito di Inzaghi: far esprimere il meglio da quello che si ha: Correa alla Samp si infortunò da solo tentando di fare una “Rabona” totalmente inutile, contro nessuno. Ieri sembrava Battistuta. Chapeu Inzaghi, se vuoi ti diamo in prestito Vieira: se riesci a fargli capire che entrare con i tacchetti sulla faccia degli avversari è fallo, ti pago una vacanza in un resort alle Maldive.

Ma adesso cosa ci aspetta? Ci aspetta un’estate rovente, come il fondoschiena dei “cugini”, fatta di speculazioni e articoli, più o meno fantasiosi, di Renzo Parodi (se scrivi ancora una volta che ci cedono, che hai saputo qualcosa, che tuo cugino ti ha detto che arriva X anzichè Y, mi presento sotto casa tua con una roncola come Don Peppone).

Sapete per chi sarà ancora più difficile questa estate? Per i nostri amici bicolorati dalla risposta pronta, che ormai hanno il sedere rosso come quello dei macachi e che non sanno più come reagire. Meschinetti, mi spiace tantissimo, perchè vedo che non sanno proprio come uscire da questo esaurimento che chiamano “orgoglio”. Povere stelle dopo la partita volevano festeggiare, ma si son ritrovati in 35 in Piazzale Kennedy… Chissà quante birre e panini sono avanzati.

Parlando in casa Samp, nessuno sa cosa ci riserverà il prossimo campionato: quello che so è che il futuro della Sampdoria è incerto ma sono convinto al 100% che “Le Leggende” non fossero al Ferraris per caso, e che sapranno valutare sapientemente qual è la soluzione migliore per la nostra squadra. Grazie mille a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questa avventura, e vi lascio con una frase di Paolo Mantovani: “Finché i tifosi della Sampdoria canteranno non ci saranno problemi per il futuro”.

Bene ma non Bereszynski di Paul D. Genovese

Nemmeno il tempo di smaltire la sbornia rimediata il weekend scorso, che questa giornata di Serie A ci lascia con l’amaro in bocca, per non dire altro: purtroppo abbiamo perso punti preziosi a Roma, dopo aver incassato due gol dalla formazione guidata da Marlboro-man Sarri.
Non che il risultato non fosse prevedibile. Questa settimana, ogni qual volta venisse nominata “Lazio – Sampdoria”, si sentiva un mugugno capace di generare uno tsunami dall’altra parte del globo terracqueo.
C’è anche da dire che noi tifosi blucerchiati siamo assolutamente dei fuoriclasse nel tirarci addosso la rogna da soli: la frase più gettonata questa settimana è stata: “si belin è stata una goduria, ma tanto ora andiamo a Roma e zucchiamo”. Quando parliamo di Doria, anche i gatti neri si toccano.
Prevedibile, certo, non è che vivo in cima ad un Baobab, ma ogni tanto un pizzico di ottimismo potrebbe non essere così deleterio, anzi, ci potrebbe aiutare a vivercela un filo meglio, anzichè avere attacchi di colite a raffica, aspettando il risultato di Salernitana – Cagliari.
Ma torniamo alla nostra partita. Secondo me il risultato è stato un filo bugiardo. Non ho visto uno strapotere della Lazio, se non nelle individualità, e la Samp ha giocato con un’ identità abbastanza chiara, palleggiando a due tocchi e in verticale, alla ricerca di un terminale offensivo, purtroppo, solo come la bolliccina dell’acqua Lete.
La fase difensiva mi è sembrata abbastanza organizzata (con Augello sempre più dentro gli schemi di Giampaolo) nonostante la manche improvvisata di “un, due, tre, STELLA!” in occasione del primo gol.
I problemi sono arrivati dalla trequarti in sù, dato che non abbiamo nè mezzali, e nè tantomeno trequartisti di ruolo: aspettarsi della fantasia da Thorsby e Rincon ha tanto senso quanto calarsi le braghe in mezzo alla strada aspettando che arrivi la donna dei propri sogni. L’unica cosa che puoi sperare che arrivi, è un TSO.
Nonostante panchina cortissima e con giocatori a “casaccio”, la formazione di Giampaolo si è fatta valere, prima di crollare definitivamente dopo la magia di Luis Alberto. Badate bene: non dico che la Samp fosse diventata magicamente il Barcellona di Xavi e Iniesta, ma quantomeno ha fatto intravedere qualcosa di buono, con una formazione degna della Pincopallino Joe del film Dodgeball.
Secondo me il dramma della U.C. Sampdoria è solo questo: questa stagione non abbiamo mai, e dico mai, giocato con la formazione migliore. Più che una società calcistica, in questi mesi, la Sampdoria è sembrata una via di mezzo tra il “Fate Bene Fratelli” e Sanpatrignano, tra giocatori ammalati, infortunati cronici, e con brutte dipendenze da merendine.
Ma non cerchiamo alibi, mancano due partite e bisogna stringere i denti sia noi (tifosi) che loro (calciatori). Malgrado gli orari imposti dalla Lega, che non perde mai occasione di romperci le balle con un slot stomachevoli, lunedì vediamoci tutti allo stadio, con lo stomaco pieno di “pane liquido” e la voglia di divertirci, cantando sempre per Lei.

Una splendida giornata di Paul D.Genovese

“Cosa importa se è finita
Che cosa importa se ho la gola bruciata o no?
Ciò che conta è che sia stata
Come una splendida giornata”

Questa citazione di Vasco, credo che riassuma a pieno il mio stato d’animo, in questo luminoso e gioioso lunedì mattina. Inutile dire come stia bene oggi… Mi sento a metà strada tra il Buddha e Mauro Repetto degli 883, mentre “teneva il tempo”.
Ma come mai? Beh, mi sembra ovvio, ma per quei pochi che ancora non lo sapessero (o facciano fatica a realizzarlo, ogni riferimento ai bicolorati è puramente casuale), la Sampdoria ha vinto il “Derby della Laterna”, battendo il Cricket Football Club allenato dal Klopp comprato su Wish, per 1 a 0, con un gol del mio pupillo: Abdelhamid “Zinedine” Sabiri.

Non è stata una vittoria semplice: personalmente, ho sofferto come un cane abbandonato in autostrada, dato che non sono potuto andare allo stadio. Ma come Paul? Fai tanto il tifoso e poi non vai al derby? Ebbene si: ero ad un matrimonio che non avrei perso per nulla al mondo, il giorno del Derby più importante da 15 anni a questa parte.
Come nella famosissima scena del colossal “Il secondo tragico Fantozzi”, mi sono schierato alla cerimonia (che iniziava alle 18 tra l’altro), con auricolare Bluetooth sintonizzato sulla radiocronaca, occhiali da sole, e poker face degna di uno che si sta facendo fare uno “sciguelo” mentre fa un colloquio di lavoro su Zoom.

Un patimento durato 100 minuti. Al 25esimo del primo tempo arriva il gol di Sabiri, su assist del “Bello Bello” Augello. Cross con il contagiri dal fronte sinistro e il fenomenale Abdelhamid che la insacca in scivolata, sotto la Nord gremita e incredula. Mi son rivisto la partita ieri, e il frame subito dopo il gol è bello come un Caravaggio esposto al Louvre.
Poche altre occasioni da entrambe le parti: come aveva previsto Mister Giampaolo è stata una partita “agraria”, con tanti mezzi falli, e foga agonistica, ma come è giusto che sia in un derby. Tasso tecnico, piuttosto basso, “garra” e ignoranza ai livelli massimi. Nota di merito al figliol prodigo Albin Ekdal, al ritorno da un lungo infortunio, protagonista di una prestazione maiuscola. Ha preso per mano il centrocampo e ha fatto ordine come Marie Kondo in casa di un accumulatore compulsivo.

Ma torniamo alla partita: l’ansia sale. Bevo e fumo nervosamente, come il buonanima di Funari in una giornata di scazzo cosmico. Arrivo in apnea al 95esimo. “Ci siamo quasi” mi dico, mentre un amico mi parla. Fingo platealmente di ascoltarlo quando tutte le mie sinapsi vanno in allarme: rigore per il Genoa. Non riesco più a fingere: scoppio in un “Rigore per il Genoa”, quasi mezzo gridato, nel bel mezzo del discorso e del rinfresco. Tutti mi guardano, non svengo per il rotto della cuffia. Si posiziona sul dischetto lo specialista dei calci di rigore Criscito. Mi goccio un Vodka Tonic, e ne chiedo un altro, per poter almeno provare ad accettare la situazione.

I nostri amici Grifondoro iniziano a sorridere, ed io inizio a chiedermi se sono in differita e quindi è arrivato il tanto agognato pareggio, o se, come prevedibile, sorridono convinti di sfangarla ancora una volta.
Rigore calciato e parato da un ritrovato Audero (che si dilungherà in festeggiamenti sotto una splendida Sud, al termine della partita).

Il giorno dopo sarebbero poi fioccati post di amici bicolorati, sponsorizzati dalla Pasta di Fissan, affermando che “la modalità di battuta del rigore non sarebbe regolare, e che andrebbe ribattuto”, un pò come da bambino perdevi al campetto e tra le lacrime rotte dai singhiozzi riuscivi solo ad esclamare “non è valido”.

La verità è che il Cenua Football Cricket Club ha zuccato e che sono ad un passo dal baratro chiamato Serie B. La verità è che la Sampdoria ha vinto ancora una volta la stracittadina e che sia il gol, sia il rigore parato, sono avvenuti sotto una Nord attonita. Nell’anno dell’arrivo degli Americani che promettono lo scudetto e titoli come se piovessero, dell’allenatore che ha fatto scuola a Klopp con il Gegenpress, e dei capitani che promettono amore e poi firmano contratti oltreoceano.

La verità è che siete stati battuti da una Sampdoria con l’ex Presidente ai domiciliari, in grossa crisi economica, con un mercato fatto con i bottoni e le perline e la rosa più vecchia di sempre. Manco così riuscite a vincere. “Moreover” (per dirla come la direbbero i 7bello) finalmente, abbiamo una rivincita sull’unico menaggio che vi era concesso, quello di Boselli. Vi era rimasto solo quello e da sabato possiamo dire che “Sabiri non lo sapeva”. Ciao ragazzi, ci vediamo tra un po’.

I punti a Venezia servono come l’aria quando si è in ascensore con Adinolfi dopo un all-you-can-eat Indiano

Paul D. Genovese

Domenica mattina, Piazza delle Vigne di Genova. Il vostro Paul entra nel bar della piazza per prendere un caffè e far decollare la giornata. Entro, consumo, pago. Esco, e il piede sinistro non solo decide di mettersi di traverso come Mastella durante la crisi di governo del 2008 ma, giusto per non farmi mai mancare nulla, il tutto viene condito come un sonoro “CRACK”.
Bene: nella mia testa la seconda cosa a cui ho pensato (la prima è stata qualche scambio di vedute con l’altissimo) è stata “Beh almeno speriamo che il Doria vinca”.
Questo è stato il mood della settimana: “Speriamo che il Doria vinca”. Perchè è stata una settimana lunga, lunghissima, dove tutti i blucerchiati del mondo continuavano a guardare il calendario e a ripetersi “E’ ancora Martedì”. Non ci son state coppe o serie TV che tengano: la nostra mente era già al match contro il Venezia, tesi come Sbirulino che affronta Connor McGregor in un incontro di MMA.

Dopo un’estenuante attesa arriva il weekend e la tensione sale: i cugini vincono contro un remissivo Torino (ora sembrano gli eroi del Camp Nou, ma è la seconda vittoria del campionato, così, per dare due statistiche obiettive), e la classifica si complica ulteriormente per i Marinai.

I punti a Venezia servono come l’aria quando si è in ascensore con Adinolfi dopo un all-you-can-eat Indiano, e la lotta per la salvezza si fa sempre più serrata.
Da genova partono in tanti, tantissimi, alla volta di Venezia, e colorano di tinte blucerchiate come in un film Felliniano i battelli che portano allo Stadio Pier Luigi Penzo. Un sentito grazie a tutti i tifosi in trasferta, a nome mio e di tutti penso, per aver regalato questa meraviglia a tutti noi.

Detto questo, la partita non è stato uno spettacolo, diciamocelo chiaro. E’ stata sicuramente una partita tosta e giocata su ogni pallone (c’è chi dice che il Venezia si sia “scansato”, ma secondo me è solo un effetto collaterale della pasta di Fissan), fisica e nervosa come la pacatissima reazione di Zanetti all’espulsione di Henry dove, dopo averlo preso per la maglietta con la bava alla bocca, penso che gli abbia detto qualcosa del tipo “Il pane LO PORTO IO”.

Giampaolo si presenta a Venezia con una formazione atipica, differente dal solito 4-3-1-2 che ha fatto mugugnare tutti i Sampdoriani del mondo, e si schiera con un 4-3-2-1 ad “albero di Natale”, distaccandosi dal dogma imprescindibile delle 2 punte, mettendo alle spalle di Caputo il buon Sensi e il trequartista più forte del mondo: Zinedine Sabiri. Si perchè, si scrive Sabiri, ma si legge Zidane.

Sabiri (o Zizou, qual dir si voglia) è attore protagonista della prestazione dei blucerchiati. In occasione del primo gol la squadra di Zanetti prova a costruire dal basso passando il pallone al terzo portiere della formazione Lagunare (Mäenpää) che, anzichè passarla, ha un attacco di labirintite piuttosto importante, sul quale il nostro Abdelhamid non si lascia intenerire. Pressing, palla rubata e Ciccio Caputo (reduce da un intervista bellissima su Cronache di Spogliatioio, che vi consiglio) la insacca esplodendo di gioia per questo benedetto gol che stentava ad arrivare.

I Lagunari non si danno per vinti e si scagliano nell’area avversaria con foga e anche con un filo confusione, senza mai riuscire ad impensierire l’ex della partita Audero (che fa rifiatare il portiere più forte del mondo, Wladimiro “Manuel Neuer” Falcone), complice un Bereszinsky in stato di grazia e una difesa che ha capito che quando l’avversario ha la palla bisogna provare a levargliela.

Al 38esimo del primo tempo il secondo squillo della Samp: sempre Zinedine Sabiri pesca Sensi in area che scarica verso Mäenpää un pallone velenoso (ma nemmeno tanto, tipo una puntura di Ape abbastanza brutta ma nulla di grave), che viene respinto in quanto il portiere non è mani-munito, e insaccato da Caputo.
Da li in poi la partita è riassumibile in una parola: “Stincate”.
Tanta corsa, tantissima, e molta foga, ma pochi altri episodi da li alla fine. Gli ultimi 5 minuti son durati circa 18 ore, ma finalmente la Samp porta a casa i 3 punti che tanto aspettava e mette un pò di “Fieno in Cascina” per allontarsi dalle sabbie mobili delle ultime posizioni. Non siamo sicuramente salvi ma siamo vivi e sani come in uno spot dell’olio Cuore, e non sia mai che Giampaolo abbia trovato la chiave di volta decisiva per questa formazione, orfana di punte fresche e capaci di dare profondità e intensità (abbiamo si Supryaga, ma meschinetto ha ben altro a cui pensare, dato che tutta la sua famiglia vive a Kiev… il mio abbraccio virtuale va a lui).

Ora testa a Roma, con lo stadio pieno (a capienza massima dopo 2 anni), il cuore in gola e lo stomaco pieno di luppolo. Non vedo già l’ora che sia il 3 aprile.

Colpo Gobbo

Alla vigilia del match Giampaolo ha dichiarato “da quando sono arrivato dico che le partite vanno giocate tutte senza guardare in faccia l’avversario. E quando mi incazzo è perchè voglio fortemente far passare questo concetto”.
Durante la partita di sabato contro la Juve sicuramente la Sampdoria ha fatto la prestazione ma, permettetemi il francese, sono incazzato lo stesso… Ma proprio come un puma con il belino di traverso, il lunedì mattina, in coda in autostrada.
La frase più comune che si sente in giro è “Ma cosa credevi… di far punti contro la Juve?”.
L’autostima del Sampdoriano medio dovrebbe essere studiata in tutte le facoltà di Psicologia.

Belin ma se mi chiedessero “Vuoi passare una notte con Diletta Leotta?” risponderei sempre “Sì”, anche se fosse solo per giocare a Mahjong.
Certo che voglio fare punti con la Juventus, così come li voglio fare con tutte le squadre d’Italia.

Ma poi soprattutto contro questa Juve. Non fraintendetemi conosco benissimo la squadra per cui tifo e lungi da me dire che siano dei fenomeni (tutt’altro ma ci torneremo più avanti), ma questa Juve in confronto a quella di Pogba e Pirlo, sembra una brutta copia comprata su Wish.  Ciononostante tre belle pere e tutti a casa.

Si ma cosa è successo?
E’ successo che secondo me ci ha maledetto una zingara dei baracconi perchè una rogna così è difficile da spiegare.
Faccio una premessa: sabato pomeriggio la Sampdoria ha giocato a calcio, e anche bene. Però, poi, qualcuno a turno si guarda la maglia che sta vestendo e si dice “Ah ma gioco nella Samp? Spetta che faccio una minchiata”.
E così è andata. Yoshida voleva il gol fortemente, peccato che abbia sbagliato porta.
Candreva si procura il rigore e poi lo tira come lo tirerebbe mia nipote di 5 anni vestita con il costume delle Bratz.

Dulcis in fundo, Omar Colley che passa da essere il “Koulibaly” della Samp, alla reincarnazione di Regini con più fisico, colpevole sul rigore assegnato alla Juve.
A corredo di questa prestazione il reparto geriatrico d’attacco che tra un semolino, una mela cotta e qualche cantiere, non trova la via della porta manco con la badante e il cane guida (circa 200 passaggi sulla trequarti avversaria, 16 tiri e 5 in porta).
Insomma una Samp costruisce e disfa, e una Juve che praticamente si è limitata a scendere in campo, perchè alla fine abbiamo fatto da soli. Nota positiva: il magico Sabiri. Ragazzi io sono ufficialmente un “Sabiromane” perchè questo ragazzo ha fisico, tecnica e qualità. Autore del gol con una sassata, completamente senza senso che, grazie ad un rimpallo, una folata di vento e un pò di sano fattore “C” si è insaccata regalando alla gradinata Sud una piccola gioia, nella speranza di viverne qualche d’una in più.

Sampdoria, la classifica piange ma il mister spinge: “Non dobbiamo avere paura”

La classifica della Samp purtroppo piange anche se il tecnico della Sampdoria Marco Giampaolo avverte tutti: “E’ vero, siamo in una posiziona precaria ma non ci deve essere paura quando giochi a calcio: siamo consapevoli delle difficoltà ma dobbiamo conviverci senza alcun tipo di paura. Le buone partite migliorano l’autostima e questo è importante. Io mi rammarico solo se la squadra rinuncia, perché rinunciare non porta da nessuna parte”.

“Penso che i risultati si costruiscono con le prestazioni serie e non disordinate – ha detto Giampaolo -. La Sampdoria oggi ha fatto la sua partita, non è stata timida e non ha mai rinunciato ad aggredire l’avversario. La prestazione è stata buona e seguendo questa strada alla lunga arrivano i risultati. Abbiamo subito due o tre situazioni, sono cose classiche della Juventus. Loro sono bravissimi nelle ripartenze. Ho detto ai ragazzi che se facevamo un gol potevamo aprirla di nuovo. Anche sul 2-1 avevamo avuto una qualche occasione. Poi il terzo gol ha chiuso tutto”. Ma “non è questa la partita in cui dobbiamo rimproverarci cose”.

E anche oggi, vinciamo domani

Di Paul D. Genovese

Buon anima di mio nonno diceva “poche idee e ben confuse”.

Direi che questo è il riassunto perfetto per la prestazione della Samp in quel di Udine. Il riassunto esce solo oggi perchè ho dovuto prendermi un paio di giorni per digerire il gol di Udogie, e i litri di amaro che ne sono conseguiti per dimenticare. Perchè va bene prendere gol da Cristiano Ronaldo, va bene prenderlo da Vlahovic ma, non me ne voglia, da UDOGIE fa male come una lettera dell’Agenzia delle Entrate la mattina di Natale.

Ma che è successo?
Giochiamo di fantasia: è il vostro compleanno e vi presentate alla vostra festa e ci sono tutti: fidanzata, amici, persino il vicino di casa che vi saluta e non sa come vi chiamate… Tutti.
Bene, dopo 13 minuti l’amico sbronzo di turno vi ha macchiato la camicia nuova di pacca e la fidanzata sta limonando con il vicino di casa. Questa è stato più o meno quello che è successo nel match contro l’Udinese.

Dopo 13 minuti la formazione friulana non solo era in vantaggio, ma era in vantaggio di ben due gol, con il Tucuman Pereyra e Deulofeu che sembravano rispettivamente Kevin De Bruyne e Messi.
Dopo un minuto la reazione della Samp, con il samurai Yoshida in veste di playmaker che pesca Caputo, un mezzo dribbling (nemmeno troppo emozionante), tiro e gol. Taci che la riapriamo.
Si… Credici.
Da li in poi una partita noiosa come una cirulla al dopolavoro ferroviario ma con lo stesso quantitativo di bestemmie.

Ahimè nulla ha funzionato: difesa lenta come la panissa (l’unica cosa giusta che ha fatto Murru è stato prendere un giallo e farsi squalificare), centro campo confuso e orfano del “Mastino di Oslo” Morten Thorsby, e attacco che ha avuto una mezza giornata di ferie, dato che i palloni giocabili sono stati meno dei punti dei cugini.

Anche questa giornata è assolutamente da dimenticare, e molti tifosi rispolverano dal cassetto le foto di San Ranieri da Leicester con slogan più o meno demodè come “quando c’era lui i punti arrivavano in orario”.
Ma non c’è molto da stupirsi: Giampaolo ha sempre alternato partite tatticamente molto buone, a blackout ancestrali degni di una serata in riviera dopo 13 Gin Tonic.

Insomma: bene ma non benissimo. Aspettiamo tempi (e risultati) migliori, e chissà che nell’uovo di pasqua non possiamo trovare qualche sorpresa che porti un po’ di entusiasmo, perché ora come ora tra tifosi e giocatori sembra di essere ad un concerto dei Tokyo Hotel.

 

A Bergamo nulla è andato per il verso giusto, Samp confusa come John Travolta

di Paul d. Genovese

Ci sono partite che si vincono, alcune che si pareggiano e altre che si perdono. E poi ci sono quelle partite che se il pullman fosse rimasto bloccato sull’A26 per tutta la notte, sarebbe stato meglio.
Ieri a Bergamo diciamo che nulla è andato per il verso giusto: Sensi sembrava una Labrador sordo che deambulava in mezzo al campo, Murru pensava che fosse una partita di Padel e che non ci fosse la necessità di correre, e Thorsby in modalità Bud Spencer (in un film qualsiasi, a voi la scelta) ha dispensato mazzate a tutti, anche ai compagni di squadra. A fine partita l’hanno dovuto sedare, dopo diversi tackle anche alla dirigenza Blucerchiata.

E pensare che la partita era iniziata nel migliore dei modi: un guizzo fulmineo della catena destra porta Caputo a scaricare il primo tiro in porta dopo soli 40 secondi dall’inizio. Da li in poi il panico: l’Atalanta, orfana di attaccanti di ruolo, inizia ad attaccare con tutti: Pasalic, Malinovskyi, Koopmeiners, il raccattapalle, il massaggiatore, mio zio Peppe, tutti. Ineluttabili.

La Samp, sugli scudi, confusa come John Travolta nel famoso meme, tiene botta anche grazie ai riflessi di Falcone… Fatemi dire una cosa su Falcone: è il più forte del mondo. Se davanti avesse avuto 4 difensori veri (Colley è salvo dalle mie critiche, praticamente ha preso Pessina e se l’è messo in tasca) magari un paio di gol sarebbero stati evitabili.
Ad ogni modo arriva il secondo Gol. Fine primo tempo. Giampaolo dopo ogni azione maldestra dei suoi annota sul taccuino in maniera compulsiva appunti, ma secondo me stava solo trascrivendo diverse ingiurie verso l’altissimo.
Nel secondo tempo entrano i titolari e la Samp sembra aver ritrovato fiducia, ma tempo quindici minuti arriva la terza pera direttamente dall’Olanda, con la firma di Koopmeiners, e da li in poi il baratro: il centrocampo gira in tondo inseguendo il pallone, Murru si mette a baccagliare con le tifose sugli spalti stabaccandosi un paio di Marlboro e in attacco non arriva più un pallone manco a comprarlo su Amazon Prime.
Chiude le marcature Aleksej Miranchuck, a prova che la Samp ha una qualità d’oro: se uno non segna manco con le mani in campionato, andate tranquilli che contro il Doria diventa Modric.

Degno di nota la mancata esultanza per rispetto della situazione Geopolitica mondiale.
Insomma, una partita da dimenticare anche abbastanza di corsa, visto che la partita di Udine si avvicina, e i punti iniziano ad essere preziosi come Bitcoin.

“Matto per la Samp” di Paul D. Genovese

Bella e solida vittoria della premiata ditta Giampaolo – Quagliarella. Il primo, al ritorno in Serie A dopo un anno sabbatico a perfezionare la sua ricetta per gli arrosticini, e il secondo rientrato in campo con lo spirito di un ragazzino, manco fosse stato un mese nella piscina di Cocoon.
Questa Samp vince e convince, dopo i primi dieci alla Muhammad Ali passati a studiare l’avversario, i blucerchiati passano all’attacco con un azione veloce e precisa, che porta Candreva a fare un assist al bacio a Quagliarella che, con la stessa freddezza di una sportellista all’agenzia delle entrate, gela l’Empoli con un tiro teso e angolato. La Sud esplode. Fabio fa il saluto militare alla gradinata, e carica la tifoseria che, dopo un paio di anni di assenza, è calda come non mai. Anche troppo, visto che in tribuna ci scappa anche l’infarto per un tifoso 69 enne: per carità infartare e salutare il mondo con un gol di Quagliarella contro l’Empoli è un signor modo per andarsene via, ma fortunatamente viene rianimato dai paramedici e sedato, perchè sul secondo gol, sempre di Quagliarella, gli sarebbe saltata la pipetta definitivamente.
Tornando alle gesta sportive ci sono altri tre protagonisti di questo successo, impreziosito da 3 punti mai così importanti, a coronare una bellissima giornata di sport: Wladimiro Falcone, Abdelhamid Sabiri e il Venezia Football Club.
Il primo si scrive Falcone, ma si legge Neuer. Protagonista assoluto di questa primavera blucerchiata mi sa che farà venire il culo piatto a Audero (che reputo un signor portiere, sia chiaro), perchè un portiere così non si vedeva da tempo immemore.
Personalità da telefilm macho anni 80’, uscite incredibilmente non scoordinate e a tempo, riflessi felini senza gol sotto le gambe (Vivio io ti amo, ma a volte ti avrei dato tante di quelle roncolate che manco Olindo e Rosa Bazzi). Ogni volta che si esibisce in un gesto tecnico, non c’è mai un sussulto nel cuore dei tifosi, ma solo commenti del tipo “Beeeelin ma che cosa ha fatto?” o “Che forte falcone” unito da qualche imprecazione più o meno associabile a animali.
Altra menzione d’onore a Sabiri: presentato tra lo scetticismo generale, non ha fatto rimpiangere Sensi (bloccato sul trono da una gastroenterite) e ha deliziato il pubblico del Ferraris con giocate illuminanti e dribbling, cose totalmente aliene per il pubblico blucerchiato che si lancia subito in paragoni più o meno fantasiosi con stelle del calcio. Non sappiamo assolutamente di cosa stiamo parlando, perchè da qualche anno a questa parte la parola Dribbling non venita usata manco a FIFA. Ottima gara per il neo acquisto, che in Serie A aveva giocato solo 10 minuti: gara di sostanza e qualità a pacchi, tanto che è già il mio idolo: Abdelhamid se mi stai leggendo sappi che o mi mandi una tua maglia o me la tatuo.
Ultimo ingrediente di questa ricetta perfetta è stato il pareggio a Venezia con i nostri amici fagiani. Risultato perfetto per noi, perchè allontana la lotta salvezza, e diciamo che suona il primo atto del requiem per la tifoseria bicolorata di Zena.
Però, come recitano spesso le loro fantasiose teorie che fanno sembrare Qanon il CERN di Ginevra, nulla li può abbattere perchè loro hanno il progetto e noi siamo destinati al fallimento a causa della situazione di Massimino di Testaccio. Tutto può essere ma, per adesso, citando il biondo Matty, “godo come un riccio”.

Paul D.Genovese

L’ex Samp Moreno Mannini vince la quinta edizione del Footgolf sulla spiaggia di Alassio

E’ la vecchia gloria della Sampdoria Moreno Mannini (nella foto di Marco Banfi) il vincitore della quinta edizione “Footgolf in spiaggia” – “12 buche X 12 befane” che si è svolta a ponente e a levante del molo Bestoso di Alassio. Al secondo posto si è piazzato Ivano Bordon, ex campione del mondo nel 1982 che era stato in ritiro proprio ad Alassio prima dei Mondiali di calcio in Spagna. Sul terzo gradino del podio si è classificato Angelo Bonfrisco, ex arbitro di calcio. Un premio speciale è stato assegnato a Paolo Monelli, mentre per il «Galup che rigore» ha vinto il Diablo Claudio Chiappucci che ha battuto Luigi Gualco, ex stella della Cremonese e Evaristo Beccalossi.

La manifestazione goliardico-sportiva è stata come sempre a scopo benefico a favore della Fondazione AIRC con la partecipazione di grandi campioni dello sport Italiano, di personaggi della Tv e del giornalismo, che si sono sfidati sull’arenile alassino giocando a golf con il solo utilizzo dei piedi e dovranno con un calcio dirigere verso la buca il pallone con meno tocchi possibili…da qui il “Footgolf in spiaggia”.

E’ stato allestito un percorso di 12 buche + 1 (la buca Jolly posizionata in mare per l’ultimo colpo shock) che erano presenziate da originali e variopinte befane. A contendersi il primo posto c’erano Evaristo Beccalossi, Nazzareno Canuti, Alessandro Scanziani, Paolo Monelli, Moreno Mannini, Luigi Gualco, Amedeo Di Latte, gli outsider, il ciclista Claudio Chiappucci vincitore dell’edizione 2018, il campione del mondo di kickboxing al “War Hyères Fight” (categoria 78kg) l’alassino Stefano Fanelli, il procuratore calcistico Roberto La Florio, il mitico “Baffo Roberto da Crema”, il cantautore Vittorio De Scalzi (la storia dei New Trolls), il “Mental Coach” Gian Luigi Sarzano, Luca Galtieri, Roberta Zucchinetti e Rinaldo Agostini, ex campioni di vela e tanti Campioni Italiani di FootGolf (Lega Nazionale FootGolf, FootGolf Motta Treviso, FootGolf Liguria, Associazione Italiana FootGolf). A presentare la manifestazione è stato Marco Dottore con l’animazione musicale di Enzo Dj.

Calcio d’inizio alle 11 prima buca Bagni Molo/Molo Bestoso. Lungo il campo gara (più di 300 mt.) sono state allestite postazioni A.I.R.C. con prodotti vari forniti dalle aziende e da varie strutture in qualità di fornitori ufficiali per la raccolta fondi per la ricerca. L’evento FootGolf è stato ripreso dalle telecamere di Tgevents Television che ha realizzato uno speciale tv, con diffusione a carattere nazionale mediante il proprio circuito televisivo con più di 80 emittenti regionali site in tutta Italia del digitale terrestre oltre ad alcuni canali Sky. Inoltre, il format Tgevents Television andrà in onda anche sulla rete nazionale di Canale Italia 84 con replica sul canale 154. La manifestazione è ideata ed organizzata dalla Eccoci Eventi di Alassio in collaborazione con il Comune di Alassio Assessorato allo Sport e le Associazioni di categoria (Associazione Bagni Marini, Associazione Albergatori, Consorzio Alassio un mare di Shopping, Associazione Nazionale Alpini sezione di Alassio).