Distretto dell’Unesco, il Piemonte investe 5 mln di euro

La Regione Piemonte ha aperto un nuovo bando per la valorizzazione del distretto Unesco (patrimonio materiale e immateriale, riserve della biosfera, geoparchi e città creative), che dispone di uno stanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale di circa 5 milioni di euro sul bilancio finanziario gestionale 2020-2022.

Il bando, riporta HotelMag, dispone le modalità di ammissione a finanziamento di interventi di valorizzazione dei beni culturali presenti nei comuni interessati con l’obiettivo di attrarre flussi turistici, consolidati e nuovi, e supportare il rilancio della competitività in tutto il territorio regionale, mentre gli enti locali/pubblici sono i potenziali e diretti beneficiari o soggetti proponenti degli interventi finanziabili dal fondo.

Interventi ammessi
Gli interventi ammessi consistono nel recupero, nel restauro, nella ristrutturazione e nella valorizzazione di beni culturali presenti, dei quali dovrà essere garantita la pubblica fruizione e la destinazione d’uso per un periodo di tempo di almeno cinque anni dall’ultimazione degli interventi e dovrà essere disponibile al momento della presentazione della domanda la progettazione definitiva. I costi ammissibili sono inerenti le opere per manutenzioni straordinarie e ristrutturazioni edilizie, impianti e reti tecnologiche, arredi, attrezzature e apparecchiature, purché inventariabili e strettamente funzionali agli interventi, parcheggi e viabilità ad esclusivo servizio del bene, direzione lavori e collaudo.

Fondo perduto
L’agevolazione viene concessa quale contributo a fondo perduto e sino al massimo dell’80% dei costi ammissibili. Si prevede pertanto un cofinanziamento da parte del beneficiario per un ammontare di almeno il 20%. Il contributo richiesto non potrà essere inferiore a 200mila euro; in ogni caso, l’importo del contributo concesso per singola domanda di finanziamento non potrà superare gli 800mila euro a fronte di un importo di almeno un milione.

Tempi
Le domande possono essere inviate sino al 15 ottobre 2020, telematicamente con il sistema Findom.

“Il bando è destinato al rilancio dei settori del turismo e della cultura, che con il loro patrimonio storico-architettonico possono concorrere al posizionamento competitivo del Piemonte – ha affermato Vittoria Poggio, assessore a Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte – e rappresentare un volano di sviluppo economico e occupazionale”.

Il 40^ Concerto di Ferragosto nelle Grotte di Bossea

Si avvicina l’estate e si torna a parlare di Concerto di Ferragosto che quest’anno raggiunge la 40° edizione. Tenuto conto delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria in corso e dei tempi limitati per l’organizzazione dell’evento, il presidente della Provincia Federico Borgna ha lanciato la sua proposta, anche per evitare che l’evento, nato nella Granda e cresciuto tanto da conquistarsi la diretta Rai all’ora di pranzo del 15 agosto, possa venire sostituito da altre iniziative.

Borgna: “Personalmente ritengo che le Grotte di Bossea possano rappresentare il luogo adatto, in quanto sito suggestivo e caratteristico del nostro territorio, adeguato ad ospitare l’edizione di quest’anno che, forzatamente, sarà priva di spettatori in loco e per la quale occorrerà definire con i responsabili della performance musicale eventuali ulteriori precauzioni operative, qualora ritenute opportune”.

La proposta è stata inviata alla Cabina di Regia così da procedere ad una scelta definitiva. Ne fanno parte l’orchestra “Bruni” di Cuneo dal cui direttore di allora Giovanni Mosca partì l’iniziativa, subito appoggiata dalla Provincia di Cuneo, la Regione Piemonte, la redazione Rai di Torino, le Fondazioni bancarie Crc e Crt, la Camera di commercio di Cuneo e l’Atl Cuneo.

Il concerto potrebbe svolgersi con un organico ridotto e con un distanziamento sociale, senza pubblico o con presenze limitate. Lo scopo è quello di mantenerlo comunque nella Granda per ribadire il significato artistico e culturale di una manifestazione molto amata.

Appuntamento fisso da quattro decenni, oltre a richiamare in montagna migliaia di appassionati di musica e natura, rappresenta un veicolo importante di promozione turistica per il territorio e le valli del Cuneese grazie alla diretta Rai. L’edizione del 2019 ha radunato nel Vallone di San Lorenzo, a Limonetto, ventimila spettatori, oltre due milioni di persone hanno seguito la diretta Rai e non si contano le visualizzazioni sui social.

Il Parco delle Alpi Marittime collabora con comuni e istituzioni nell’emergenza Covid

I guardia parco delle Aree Protette Alpi Marittime in vigilanza anche al di fuori dei confini dei due parchi e delle otto riserve naturali affidati in gestione all’Ente. L’attività è stata avviata su richiesta di comuni e istituzioni per contribuire a sensibilizzare i cittadini sulla necessità del rispetto delle norme del Governo e della Regione Piemonte per il contenimento della pandemia.

I primi servizi “esterni” sono cominciati lo scorso fine settimana al Parco fluviale Gesso e Stura, dove proseguiranno nelle festività pasquali. Dal 9 aprile le guardie delle Marittime avvieranno l’attività di vigilanza anche sulla bassa valle del Comune di Chiusa e in Valle Gesso insieme ai militari dell’Arma dei Carabinieri.

“Nell’emergenza sanitaria il nostro Ente, dietro richieste specifiche, – spiega il presidente Pier Mario Giordano – ha messo a disposizione il proprio personale per collaborare nell’attività di vigilanza su territori anche al di fuori delle Aree Protette delle Alpi Marittime perché sappiamo quanto sia importante il rispetto delle norme per il contrasto alla diffusione del coronavirus” e prosegue “l’attività svolta in accordo con le forze dell’ordine e gli agenti di polizia municipale è possibile grazie anche alla disponibilità dei guardia parco cui va la gratitudine mia e del Consiglio”.

Tre progetti delle Alpi Marittime celebrano il “World Wetland day”

Le aree umide, insieme alle barriere coralline, sono gli ambienti con la più elevata ricchezza di specie animali e vegetali al mondo e svolgono, inoltre, un ruolo essenziale nell’assorbire e immagazzinare carbonio, contribuendo a proteggerci dai cambiamenti climatici.

Sono ambienti così importanti che già nel 1971, a Ramsar (Iran) fu firmata l’adozione di una Convenzione internazionale e da alcuni anni, quel giorno, il 2 febbraio, è diventato World Wetland day, giornata per sensibilizzare la cittadinanza sul ruolo ecologico delle zone umide.

Nelle Aree Protette Alpi Marittime questo habitat è molto diffuso e quello di maggior estensione è nella Riserva naturale Crava Morozzo collocata al fondo di una profonda incisione delle pianura cuneese in prossimità del torrente Pesio e dei corsi d’acqua Brobbio e Pogliola. Si tratta di un territorio di 292 ettari di superficie al cui interno si intercalano diversi ambienti, zone umide, aree agricole, boschi misti della pianura alluvionale e anche due bacini idroelettrici che attraggono specie di uccelli acquatici di passo e ospitano diverse specie nidificanti.

In quest’area, in cui sono censiti ben otto habitat d’interesse comunitario, con le risorse del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2020 (op. 4.4.3) a fine 2019 è stato completato un progetto di perfezionamento e estensione delle aree umide presenti nella Riserva, cui si è affiancata una significativa attività di ricerca scientifica e di sperimentazione. Durante i tre anni del Psr con opere di ingegneria naturalistica sono state migliorate le condizioni di uno stagno esistente con la regolazione del regime idrico e quelle di un alneto (bosco di ontano nero) impaludato con la piantumazione di piantine di ontano nero e olmo ciliato.

Questo habitat, tutelato da una Direttiva europea, per la prima volta in Piemonte è stato riprodotto artificialmente e ha interessato una superficie incolta e abbandonata di quasi 9 mila metri quadri. Per la sua realizzazione è stato fatto un lavoro di disbosco e di pulizia dell’area, di raccolta sul posto di semi di olmo ciliato e di ontano nero e della loro selezione e coltivazione nel vivaio forestale regionale di Gambarello (Chiusa di Pesio). Parallelamente sono cominciate sperimentazioni di germinazione nel Centro regionale per la Biodiversità Vegetale “E. Burnat”, con sede nei locali del Parco naturale del Marguareis. La coltivazione “ex situ” (strategia per la conservazione di specie a rischio in ambiente artificiale cui ricorrere in caso di necessità per la reintroduzione in ambiente naturale) ha consentito di elaborare protocolli di conservazione delle due specie – olmo ciliato e ontano nero – e di conoscere le loro potenzialità di germinazione e di rigenerazione in natura.

Il 2019 è l’anno del Dolcetto, il vitigno storico piemontese con 3 DOCG e 9 DOC

Il 2019 è l’anno del Dolcetto, il vitigno storico piemontese con 3 DOCG e 9 DOC. Le diverse “declinazioni” del Dolcetto si caratterizzano per il vitigno storico e l’area di produzione che si estende tra le Langhe, il Monferrato e il Torinese: dalle terre collinari delle produzioni piemontesi nelle aree vocate del Cuneese e Astigiano, ai vitigni tra Ovada e Acqui Terme, fino al Pinerolese, in provincia di Torino, passando da vitigni convenzionali collinari a quelli definiti “eroici”, con le coltivazioni a terrazzamenti in aree più impervie.

Nel 2018 gli ettari coltivati a Dolcetto in Piemonte sono stati oltre 3.800 per la produzione delle 12 D.O: Dogliani DOCG, Dolcetto di Diano d’Alba o Diano D’Alba DOCG, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada DOCG, Dolcetto d’Alba DOC, Dolcetto d’Asti DOC, Dolcetto d’Acqui DOC, Colli Tortonesi Dolcetto DOC, Langhe Dolcetto DOC, Monferrato Dolcetto DOC, Pinerolese DOC Dolcetto, Dolcetto di Ovada DOC e il Piemonte Dolcetto DOC.

“La Regione Piemonte intende sensibilizzare produttori e consumatori per valorizzare al meglio un’eccellenza vinicola che ha la stessa dignità dei vini piemontesi già affermati sui mercati esteri. Una produzione su cui puntare per la qualità e l’autenticità, perché in Italia e nel mondo siamo oggi i principali produttori – sottolinea Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte – Insieme ai Consorzi di tutela e agli operatori del settore occorre far conoscere a livello internazionale il Dolcetto come vino del Piemonte”.

“Il dolcetto è uno dei vitigni che meglio rappresenta il Piemonte vitivinicolo – dichiara Filippo Mobrici, Presidente di Piemonte Land of Perfection – simbolo perfetto della biodiversità che contraddistingue la nostra regione. Per questo riteniamo indispensabile come Piemonte Land contribuire a tutti gli eventi di valorizzazione del nostro patrimonio vitivinicolo, specialmente quando sono realizzati in dei mercati storicamente rilevanti, come è quello torinese. Un ringraziamento particolare va alla Regione Piemonte, da sempre impegnata nella promozione del vigneto Piemonte”.
A confermare la storicità del dolcetto in Piemonte e il legame con la tradizione è l’ampelografa Anna Schneider, ricercatrice del CNR, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante. Il dolcetto viene menzionato in parecchi documenti storici, i primi dei quali a cavallo tra XVI e XVII secolo e viene indicato come coltura tradizionale del Piemonte meridionale, oltre alla Liguria Occidentale. Al di fuori dal Piemonte e della Liguria storicamente sono citate alcune colture in Oltrepò Pavese e in Sardegna.

DMO Piemonte, società in house della Regione per la valorizzazione turistica e agroalimentare del territorio, coordinatore dell’evento di lancio, ha definito una serie di azioni promozionali per dare la più ampia visibilità al “2019 – Anno del Dolcetto”, in raccordo con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection, i Consorzi di Tutela dei vini del Piemonte, le Enoteche Regionali e le Botteghe del Vino. DMO Piemonte curerà la promozione dell’evento, attraverso i suoi canali di comunicazione web e social, con attività che comprendono la realizzazione di un video sulla storia del vitigno, la creazione di una pagina web dedicata sul sito visitpiemonte.com e la promozione del calendario eventi in programma

Per comunicare l’Anno del Dolcetto, la Regione Piemonte ha realizzato l’etichetta con l’immagine grafica Emoji Pattern (2018) ideata dall’artista Simone Monsi. L’etichetta è un omaggio alla cultura vitivinicola piemontese: in essa sono riportati 13 simboli stilizzati che evocano sapienza imprenditoriale e amore per i prodotti del territorio, ma anche divertimento, passione e gioia di condividere le proprie eccellenze con il resto del mondo. Un’immagine coordinata, che Consorzi e produttori potranno utilizzare in occasione di saloni internazionali, fiere, eventi per identificare il Dolcetto, vino prodotto in Piemonte.

Un bando da 12 milioni per valorizzare la rete escursionistica in Piemonte

Torino. In Italia da tempo si chiede l’inserimento nella Costituzione della tutela dei sentieri con una legge che li tuteli come bene comune e come patrimonio delle comunità territoriali. E ciò anche per ritrovare motivazioni e sostegni economici nel loro recupero, tecnico e culturale. Intanto però qualcosa si muove. Per valorizzare la rete escursionistica, la Regione Piemonte ha attivato un bando di 12 milioni di euro. Serviranno per realizzare nelle aree rurali montane e collinari itinerari cicloturistici ed escursionistici, infrastrutture per l’arrampicata, rifugi, ostelli, bivacchi e punti informativi. Leggi tutto “Un bando da 12 milioni per valorizzare la rete escursionistica in Piemonte”

Liguria e Piemonte insieme per rinnovare una fratellanza antica

Sanremo. Si inaugura un nuovo gemellaggio tra prodotti e grandi eventi musicali della Regione Liguria e della Regione Piemonte per rinnovare quella fratellanza antica tra le due regioni che risale alla tradizione della via del sale e degli scambi di quei prodotti che rendevano i due territori complementari. Leggi tutto “Liguria e Piemonte insieme per rinnovare una fratellanza antica”