Moda ecostenibile? Nel Principato di Monaco si può

La Chambre Monégasque de la Mode (CMM) ha firmato il Patto Nazionale per la Transizione Energetica, proposto dal governo monegasco, rappresentato da Annabelle Jaeger-Seydoux, direttrice della Missione per la Transizione Energetica. Lo riporta l’agenzia Ansa

Il principe Alberto II di Monaco è il primo firmatario del programma che mira a ridurre le emissioni di gas serra del Principato del 55% entro il 2030, per una riduzione di oltre 1.200 tonnellate di CO2 all’anno.

Federica Nardoni Spinetta, presidente e fondatrice della CMM, accompagnata da diversi brand monegaschi, ha confermato il suo impegno a contribuire, alla transizione energetica del Principato, modificando profondamente i modelli di consumo energetico per il futuro del nostro pianeta. Già pioniera nella promozione della moda ecosostenibile, che è una delle sue priorità, la Chambre Monégasque de la Mode s’ impegna a effettuare una valutazione completa del bilancio carbone della propria attività e stimare le proprie emissioni di gas serra; a ridurre l’impatto dei materiali trovando alternative eco-responsabili; a migliorare la gestione dei rifiuti nei propri uffici e magazzino; a promuovere il riciclo e up-cycling; a convertire i propri locali all’illuminazione a Led e gestire al meglio i propri consumi energetici; a eliminare i bicchieri di plastica monouso e le bottiglie d’acqua in plastica; a promuovere la produzione locale; a eliminare i documenti cartacei a favore del digitale. In questa occasione, la CMM ha lanciato la terza edizione del concorso Monte-Carlo Fashion Week Sustainable Contest. Tutti i designer Green sono invitati a partecipare inviando un breve video che rappresenti la loro visione etica e innovativa. I finalisti saranno scelti da una commissione di esperti, che verrà comunicata a breve e che analizzerà le collezioni presentate nei video, oltre al messaggio che contengono. Le candidature potranno essere inviate fino al 15 aprile. Il vincitore del Concorso riceverà il premio Sustainable Fashion Award durante la Cerimonia dei Fashion Awards, che si terrà all’Opera di Monte-Carlo il 24 maggio ed avrà l’opportunità di presentare la sua collezione nella Monte-Carlo Fashion Week.

 

Le Alpi marittime candidate ad entrare nel patrimonio dell’Unesco

Le Alpi marittime sono candidate a entrare nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. La candidatura promossa dal Ministero dell’Ambiente è stata confermata oggi dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. L’Italia è capofila di questa candidatura che vede insieme anche Francia e Principato di Monaco. La valutazione definitiva è attesa entro giugno. La Commissione nazionale ha anche preso atto favorevolmente della richiesta del Ministero dell’Ambiente di avviare un procedimento per estendere il sito Unesco delle faggete vetuste a ulteriori foreste, tra le quali quelle delle le foreste del Cansiglio e dei parchi nazionali del Pollino, dell’Aspromonte e del Gargano. Per quanto riguarda la candidatura degli “Ecosistemi forestali della Sila” per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale come sito naturale, il Consiglio direttivo ha deciso di soprassedere alla sua presentazione in quanto la candidatura ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), organo di valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale competente per l i siti naturali. Nella sua valutazione l’UICN ha messo in risalto che l’area inclusa nella candidatura ha già ottenuto nel 2014 il riconoscimento di Riserva della Biosfera Unesco. “L’Italia è orgogliosa di avere un patrimonio naturale e una ricchezza di biodiversità che il mondo ci invidia. Stiamo ulteriormente arricchendo il quadro dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, riconoscimenti che aiutano a promuovere il territorio, la microeconomia locale e l’ecoturismo” ha detto Sergio Costa, ministro dell’Ambiente. “Nessuno si senta amareggiato se la candidatura della Sila non ha trovato accoglimento, gode già del prestigioso riconoscimento MAB Unesco, ed è un nostro preciso impegno organizzare nei prossimi mesi presso l’Unesco una serie di iniziative per valorizzare quel territorio”.

Scandalo corruzione all’ombra del castello del Principato di Monaco

Monaco. Una rete segreta di faccendieri e mediatori operanti nelle nazioni produttrici di petrolio sarebbe attiva all’ombra del Principato di Monaco tanto che il governo ha deciso di aprire un’inchiesta che appunto coinvolgerebbe “numerose aziende straniere attive nel settore petrolifero” in un “vasto scandalo di corruzione”.

Secondo quanto si legge in un comunicato di Monaco, diversi manager della compagnia Unaoil con base nel principato sono stati interrogati nei giorni scorsi e le loro case perquisite.

Su tutta la vicenda vige il riserbo più assoluto tanto che il governo del principato ha preferito non rispondere alle richieste di chiarimenti. Quello che si è dato sapere è che la Unaoil è al centro di un’inchiesta dell’Huffington post e del gruppo australiano Fairfax Media che l’accusa di aver “sistematicamente corrotto l’industria petrolifera globale” con mazzette per milioni di dollari. Una portavoce di Unaoil ha detto che la compagnia “per il momento non ha commenti da fare”.

Ma Fairfax Media e The Huffington Post sostengono che sia tutto vero tanto da essere riusciti a rivelare come miliardi di dollari in contratti governativi siano stati conferiti in seguito al pagamento di tangenti elargite per conto di alcune società a livello mondiale.

Il Santuario dei Cetacei, il tesoro del Mediterraneo da conservare

Il Santuario è una zona marina di 87.500 km² che nasce da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano.

L’originalità del Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo è insita nel fatto che esso costituisce un’area gestita da tre Paesi in un territorio costiero e di alta mare. E un “ecosistema di grandi dimensioni” che presenta un notevole interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. In termini molto generali, l’insieme del Santuario può essere considerato come una subunità biogeografica distinta del Grande Ecosistema Marino (LME – Large Marine Ecosystem) del Mediterraneo.

Questa subunità è caratterizzata da una maggiore produttività causata da una varietà di meccanismi di fertilizzazione che aumentano il livello di produzione primaria: le acque costiere, l’effetto differito del mescolamento invernale, zona frontale, fenomeni di upwelling e strutture complesse che comportano divergenze e convergenze.

Una stima approssimativa elenca più di 8.500 specie di animali microscopici che rappresentano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali. Questa biodiversità è notevole, in particolare per quanto riguarda il numero dei predatori al vertice della catena trofica, come i mammiferi marini, perché il Mediterraneo rappresenta solo 0,82% della superficie e il 0,32% del volume degli oceani del mondo.

Tuttavia, la biodiversità all’interno di questa sub-unità dell’Ecosistema Marino di Grande Dimensione del Mediterraneo subisce la pressione combinata delle fluttuazioni naturali dell’ambiente e gli impatti delle attività umane.