“La Liguria nella Prima e Media Età del Ferro”, convegno ad Albenga

Ad Albenga una conferenza della dottoressa Piera Melli su “La Liguria nella Prima e Media Età del Ferro”. L’evento è organizzato dalla Sezione Ingauna dell’Istituto internazionale di Studi Liguri e si terrà sabato 25 febbraio alle 16.30 nella sala riunioni al III piano di Palazzo Oddo.

La dottoressa Melli, già funzionario della Soprintendenza Archeologia della Liguria, è stata a lungo docente presso la Scuola di specializzazione archeologica dell’Università di Genova e soprattutto ha diretto numerose campagne di scavo, in particolare nella città di Genova. Ai suoi studi e ricerche genovesi è dedicato il suo più recente poderoso volume, “Genova fino all’anno Mille”, edito nel 2104 dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria.

La scoperta, nel 1959, e il successivo scavo della necropoli di Chiavari da parte di Nino Lamboglia aprirono una nuova stagione di studi sulla Liguria dell’età del Ferro, fino ad allora completamente sconosciuta. Le numerose altre scoperte che si sono succedute nel tempo, anche recentemente, permettono ora di delineare un quadro più realistico del popolamento e dei contatti culturali e commerciali che le tribù liguri, sia della costa, sia dell’entroterra montano, intrecciarono con le popolazioni vicine, Celti ed Etruschi.

La straordinaria bellezza del Piatto Blu di Albenga

Datato con sicurezza – grazie alle informazioni fornite dallo scavo – al periodo fra la fine del I secolo d.C. e gli inizi del II secolo, il grande piatto è stato realizzato in vetro blu cobalto mediante colatura a stampo. Molato e levigato al tornio su entrambe le facce , il piatto è decorato sulla superficie inferiore con intagli alla ruota e al tornio, completati da incisioni eseguite con una punta, a mano libera.
La decorazione può essere pienamente apprezzata per trasparenza solo quando il piatto è sollevato. Intorno all’orlo corre un fregio formato da una corona di perle e da una fascia di ovoli; al centro, nel disco incorniciato dall’anello del piede, è una scena figurata formata da una coppia di putti bacchici danzanti; quello a sinistra, alato , tiene una siringa a sei canne con una mano, mentre con l’altra impugna un bastone ricurvo da pastore (pedum). L’ altro putto , privo di ali , stringe con la sinistra un otre di pelle ferina caricato sulle spalle , mentre la destra regge il tirso, sul quale è annodata una benda.
Mostra Magiche Trasparenze
dal martedì alla domenica
9:30-13 e 15-18:30
@italianticket

Quel Piatto Blu che racconta la storia dell’antica Albingaunum

E’ considerato un pezzo unico (pur essendo stato trovato in frammenti) per via della sua fattura: sarebbe il prodromo dei vetri a intaglio con scene figurate, attestati nel III secolo ad Alessandria d’Egitto, ma non nel II secolo, periodo a cui invece risale il piatto. Una lavorazione di questo tipo è attestata anche per i vetri del palazzo reale di Begram, in Afghanistan, ma la scarsa scientificità degli scavi fa dubitare che risalgano effettivamente al II secolo.

E’ il Piatto Blu custodito a Palazzo Oddo, un oggetto di inestimabile valore storico per la città di Albenga. Fu rinvenuto nella Necropoli Settentrionale della città di Albenga, l’antica Albingaunum, sita sulla riviera di ponente della Liguria.

Oggi la necropoli è bene protetto dal FAI ed è visitabile solo durante le speciali giornate FAI. Oggi è esposto nella mostra permanente “Magiche trasparenze”, dedicata ai vetri di epoca romana dell’antica Albingaunum.

La Mostra “Magiche Trasparenze” è dedicata ai vetri romani di Albenga, pone l’accento sullo straordinario, quasi alchemico e quindi “magico” procedimento di trasformazione grazie al quale da un materiale opaco e pesante, quale è la silice, si ottiene un prodotto puro e traslucido, quasi incorporeo, come è il vetro.
La mostra permanente si compone di un cospicuo numero di vetri antichi dal I al III secolo d.C. provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria nell’area della necropoli dell’antica Albingaunum.

Tra le opere più significative si segnala appunto il Piatto blu, pezzo unico al mondo risalente al secondo secolo d.C, su cui sono stati intagliati due putti che danzano in onore di Bacco.

E proprio del dio del vino e del delirio mistico, oltre che dei personaggi licenziosi del suo corteo, hanno gli attributi e i caratteri questi due discoli. Il putto alato regge uno strumento musicale a sei canne, chiamato siringa, e un bastone ricurvo da pastore; l’altro invece stringe il tirso e reca sulle spalle uno strano fardello, un otre di pelle ferina che rimanda chiaramente al nettare degli dei e all’ebbrezza.

Il mastro vetraio dopo la colatura a stampo, ha molato e levigato il vetro su entrambe le facce e poi lo ha decorato con intagli alla ruota e al tornio, e infine ha completato l’opera a mano libera con incisioni della precisione di cui neanche un orafo sarebbe capace.
Un vero artista che se non è di Alessandria d’Egitto, senza dubbio ai maestri alessandrini ha rubato il mestiere.

L’effetto chiaroscurale del modellato è assolutamente originale, tanto che i putti sembrano avere la profondità di un altorilievo, la plasticità delle forme scultoree, la precisione delle figure cesellate o sbalzate nell’argento alle quali aggiungono la trasparenza e le movenze che solo il vetro sa conferire.

A Palazzo Oddo di Albenga le magie artistiche di Lele Luzzati in mostra fino ad aprile

Grazie alla sinergia tra il Comune e la Lele Luzzati Foundation dal 4 dicembre al 17 aprile all’interno della mostra “Magiche Trasparenze” a Palazzo Oddo, in via Roma 58, è visitabile l’esposizione “Emanuele Luzzati Cantastorie”, dedicata al famoso scenografo, animatore e illustratore di origini genovesi e maestro in ogni campo dell’arte applicata. Le numerose opere dell’artista trasportano i visitatori in un percorso per immagini, ingrandimenti, serigrafie, sagome delle scenografie teatrali e testi con approfondimenti sulla biografia del maestro.

Fra i titoli “Fiabe scelte dei Fratelli Grimm”, “Il flauto magico”, le fiabe scritte e illustrate “Alì Babà e i quaranta ladroni”, cinque storie di maghi e burloni per la Emme edizioni, il “Pinocchio” di Carlo Collodi con maquette e incisioni. La mostra propone inoltre la visione dei film di animazione di Giulio Gianini e dello stesso Luzzati “Trilogia rossiniana” e “Il flauto magico”.

“Albenga non vedeva la mostra di un artista di tale valore e calibro da molto tempo – dichiara il sindaco Riccardo Tomatis – Emanuele Luzzati è stato interprete di una cultura figurativa capace di realizzare opere originali con uno stile personalissimo e in grado di far calare i visitatori in un mondo fantastico. Siamo orgogliosi di potergli rendere omaggio con un allestimento così ricco e importante”.

“È la prima volta che nel Ponente ligure viene allestita una mostra di Lele Luzzati di tale portata e importanza – affermano il vicesindaco Alberto Passino e l’assessora comunale agli Eventi Marta Gaia – Siamo orgogliosi di poter rendere omaggio al maestro in occasione del centenario dalla sua nascita attraverso le proiezioni architetturali e la mostra che rappresenta un’occasione unica e imperdibile”.

La collezione è fruibile dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18:30. Il biglietto costa intero 6 €, ridotto 4 €, gruppi 3 €. L’inaugurazione è in programma sabato 4 dicembre alle ore 15:30.