Il dopo… Non sono previsioni fumose, tratte da qualche film di fantascienza, quello che ci spetterà dopo questa devastante pandemia, non illudiamoci, non sarà rose e fiori, non sarà più come prima! Tuttavia impariamo a vedere positivo anche in questo momento difficile: l’evento coronavirus prendiamolo come un avvertimento, un monito per tutti noi, all’umanità, a non proseguire su questa strada che ancora oggi infierisce sull’ambiente naturale in un modo tale da mettere a rischio la stessa sopravvivenza di noi umani.
Diamo finalmente vita a tutti quei progetti che menti illuminate hanno realizzato da anni per una sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica tra tutti i popoli della Terra. Non dobbiamo temere di affrontare al buio il dopo coronavirus, le soluzioni esistono ed anche esempi importanti, si tratta ora di coinvolgere tutti i cittadini del pianeta, non certo gli attuali padroni delle finanze, delle energie e delle politiche planetarie, ma gente come noi che aspira a lasciare un mondo vivibile ai propri figli e nipoti. Si pensi che solo il 5% di tutta l’umanità decide per noi, ma non lo fa per il nostro bene, lo fa solo per il proprio tornaconto, sia esso economico o di potere politico. Purtroppo noto che ancora i politici nel mondo si muovono e si comportano come se nulla fosse cambiato, nessun cambio di passo, nessuna nuova strategia, le visioni sono sempre legate al passato. Nord-Sud, Russia, Stati Uniti d’America e Cina con il solito scacchiere, gli imperi contro gli altri e guerra tra di loro.
Questi “signori” non hanno capito che bisogna cambiare rotta, siamo tutti nella stessa barca (pianeta) e dobbiamo constatare che le risorse stanno finendo, che la crescita non c’è più, che i cambiamenti climatici ci sono e gli effetti si sentono già chiaramente, ecc. ecc. In tutto questo è chiaro che la cosiddetta società consumistica ha clamorosamente fallito. Essa è servita solo ad arricchire i soliti “illuminati” e ad impoverire la maggior parte degli abitanti del pianeta; non solo, ma questa nostra società non è stata capace di scongiurare le infinite guerre “dei poveri” che continuano ad insanguinare il Sud del mondo. E allora? Cerchiamo di ripartire con nuove regole, quelle utili a ridonare equilibrio tra natura e uomo.
Rivediamo le nostre economie, abbandoniamo definitivamente l’economia lineare per quella circolare o comunque ecosostenibile. Rimoduliamo il concetto di distribuzione delle ricchezze sul nostro pianeta, evitiamo di assistere a sprechi di risorse terrestri solo perché c’è qualcuno che ha tanti soldi da sfruttarle. Questo è il sogno di ognuno di noi per una società equa, non oppressiva e in armonia con la natura, ovviamente questa è la visione più macroscopica, scendendo con i piedi per terra, nel nostro piccolo, ricordiamoci di aver promesso di “fare la nostra parte”, limitando al massimo di ferire con la nostra impronta ecologica negativa Madre Terra. Ridimensioniamo quindi i nostri atteggiamenti verso questa riconversione della società umana.
In parole povere cominciando dalle piccole cose come ad esempio: prendere mezzi di trasporto meno inquinanti, produrre il meno possibile rifiuti, riutilizzare oggetti che altrimenti sotto la spinta consumistica saremmo stati obbligati a buttar via, bandire dalle nostre tavole prodotti agricoli che fanno uso indiscriminato e incosciente di fitofarmaci, ridurre l’uso delle carni, ecc. ecc. Ma soprattutto quando andiamo a votare distinguiamo chi ha usato l’ambiente solo per avere qualche voto in più, da chi invece ne ha fatto una vera missione di salvaguardia ecologica. Dobbiamo, infine, non dimenticare che non è più tempo di rinviare il nostro impegno, grande o piccolo che sia, nei confronti dell’ambiente, è giunto invece il momento di agire, di fare. In caso contrario dobbiamo accettare, senza più lamentarci, altre situazioni come questa che stiamo vivendo in questi giorni e, dal punto climatico, accettare disastri sempre più gravi.
Franco Floris, presidente nazionale di Accademia Kronos