Entro la fine dell’anno, Facebook lancerà una nuova sezione di informazione. Si chiamerà News Tab, e sarà un’area in cui le notizie più rilevanti saranno selezionate da un team di giornalisti esperti, ci tiene a far sapere l’azienda, «in carne e ossa». Al posto degli algoritmi, quindi, lavoreranno il pensiero e il libero arbitrio di professionisti – persino direttori – assunti dai principali quotidiani. Lo scrive Elisabetta Gatto per il blog Caffedeigiornalisti.
Gli algoritmi di Facebook, però, non andranno in pensione: continueranno a rilevare gli interessi degli utenti attraverso le preferenze espresse e le interazioni in rete, e a selezionare così contenuti di secondo piano e a metterli in rete. «Vogliamo fornire alle persone notizie personalizzate ma altamente rilevanti e vere», ha spiegato Campbell Brown, direttore del settore notizie di Facebook. Privilegiare l’informazione di qualità, piuttosto che contenuti costruiti apposta per essere virali, è un passo importante: con la supervisione umana e la garanzia delle testate partner non sarà più possibile spacciare per notizie articoli sensazionalistici, di propaganda o non attendibili.
L’obiettivo dichiarato dal social network, come ha chiarito Brown, è quello di «mettere in evidenza le storie giuste». Sarà la fine della distorsione della realtà, del dibattito corrotto, dello sfruttamento dell’algoritmo piegato all’interesse personale piuttosto che a servizio della comunità?
Di certo non mancheranno le polemiche: se è vero che l’obiettivo di questa iniziativa editoriale è quello di combattere la diffusione di fake news che gli algoritmi non sono in grado di smentire, lo è pure che in questo modo sarà più facile creare contenuti ad hoc e di parte per influenzare gli utenti.
Ricordiamo, per esempio, le accuse mosse a Facebook nel 2016 durante la corsa alla Casa Bianca, quando alcuni hacker russi manipolarono la piattaforma per diffondere notizie false e influenzare l’esito delle elezioni presidenziali americane. E in questa stessa estate Facebook ha rivelato la presenza della Cina dietro alle pagine e ai gruppi che stavano seminando disinformazione sulle proteste di Hong Kong. Il colosso della Silicon Valley sta lavorando per ricostruire la sua credibilità come spazio dove le persone possono trovare fonti di informazioni affidabili. Altri giganti del digitale si stanno muovendo nella stessa direzione, inserendo un elemento di cura umana nella pubblicazione di notizie online: Apple, ad esempio, ha assunto giornalisti tradizionali per gestire Apple News, la sua app di notizie in abbonamento, e anche LinkedIn ha assunto giornalisti per lavorare su prodotti editoriali interni.
Restano ancora molti gli interrogativi: quali testate saranno coinvolte nel progetto? E in quali Paesi sarà attivata la sezione News Tab? Facebook, intanto, ha comunicato che le posizioni per i candidati sono aperte.
Sinora, le (poche) iniziative della creazione di Zuckerberg nei confronti dell’editoria sono state di scarso successo: dopo essere stata accusata di rubare notizie e utenti ai giornali, Facebook lanciò l’iniziativa degli Instant Articles, una forma di cooperazione tra giornali e Facebook per facilitare la lettura di articoli provenienti dai giornali senza sottrarre utenza alle testate stesse. Il progetto non ebbe successo.