Fate The Winx Saga dal cartone alla Serie TV

L’inverno scorso, con la mia famiglia abbiamo iniziato a vedere questa serie, Fate The Winx Saga, sono sincero ero molto scettico in quanto, sapendo che era tratto da un cartone per bambini, ho pensato che poteva essere la classica serie tv, per famiglie e invece, mi sono dovuto ricredere.

Intanto, la serie, la potete trovare su Netflix e vanta ben due stagioni, una da 6 episodi e una da 7 episodi sui 50 min l’una, quindi possiamo dire molto veloce e fruibile, ve ne voglio parlare adesso, perché il 16 settembre è uscita la seconda stagione ed è una serie secondo me che vale la pena di discutere e soprattutto perché questo mese è stata cancellata, quindi non si terrà una terza stagione almeno per il momento a meno che non venga venduta ad un’altra emittente (speriamo) e  per quanto mi riguarda non è giusto che Netflix l’abbia cancellata, in quanto è una delle serie insieme a Stranger Things, più vista sul loro servizio in abbonamento.

Come già detto, la serie, è basata sul cartone Winx Club e parla di Sei fate e dei loro rispettivi elementi da cui prendono energia, di nome Bloom (fuoco), Stella (Luce), Aisha (Acqua), Terra (Terra), Musa (Mente) e Flora (che raggiunge il gruppo nella seconda stagione, Natura), che dovranno salvare l’Oltremondo (il mondo delle fate), dai nemici che lo attaccheranno, mentre nel frattempo, studiano a scuola, creano amicizie e nuovi amori.

Possiamo dire, che per molti versi, è un Teen Drama/Fantasy, basato sul cartone ma che non narra la stessa storia, però è molto simile alla saga di Harry Potter, perché in quest’ultima avevamo Harry, Hermione, Ron e i loro amici, che mentre andavano a scuola, combattevano il ritorno di Lord Voldemort, qua invece abbiamo queste fate, che hanno poteri magici, che mentre vanno a scuola, combattono il male che attacca l’Oltremondo, composto da Streghe del Sangue, Bruciati, Beatrix (che è un personaggio molto ambiguo, buona, cattiva, neutrale, doppio giochista e chi più ne ha più ne metta) e con la cattiva della prima serie, Rosalind Hale.

Nella storia scopriamo che le fate vengono mandate ad Alfea, una scuola, che gli farà apprendere la loro magia, ci sono vari tipi di magia, fuoco, acqua, mente, terra, luce, natura (e alcune a noi non conosciute, come la magia del sangue) e infine ci saranno gli specialisti, che sono delle fate senza poteri, ma che sono portate per i combattimenti e insieme alle fate magiche, combattono sempre in prima linea, per difendere l’Oltremondo.

Bloom, è una ragazza che vive nel mondo degli umani, che scopre solo da teenagers di essere una fata e viene invitata dalla preside di Alfea, ad andare a studiare in questa scuola, dove dovrà fare i conti con le sue paure, i suoi sentimenti, il suo passato e le sue emozioni sia positive che negative per capire chi è lei e come poter usare al meglio il suo poter di fuoco.

Naturalmente essendo che la scuola è anche un campus Bloom, vivrà a stretto contatto con altre sue coetanee, Aisha la sua compagna di stanza, utilizza come elemento l’acqua, è la mente del gruppo, su di lei ci si può sempre affidare per piani o ragionamenti importanti, sarà quella che ci spiegherà un po’ cosa sta succedendo nei momenti delicati, per fare un po’ il punto della situazione e trovare la maniera migliore per uscirne.

Terra, è l’amante della natura, dei minerali, di tutto ciò che la circonda infatti camera sua è piena di piante, ed è un po’ il cuore del gruppo, colei che se non ci fosse, il gruppo apparirebbe piatto, infatti lei tiene il gruppo sempre unito, in camera con lei c’è Musa, una fata della mente, che fin da subito scopriamo, forse, essere il potere più difficile da gestire e da avere, in quanto perennemente lei sente sia i pensieri che le emozioni degli altri e alcune volte fa pure casino e cerca di manipolarli, lei possiamo dire che è quella sempre presente, che quando c’è bisogno di lei, non scappa mai e ti aiuta.

Alla fine troviamo Stella, la principessa dell’Oltremondo, che ha il potere della luce, molto interessante e a parer mio, molto romantico, la cosa positiva è che può diventare anche invisibile, grazie ai cambiamenti che riesce ad apportare alla luce e possiamo dire che è un po’ la nostra spia del gruppo, grazie a lei, sappiamo ciò che succede nei momenti più importanti e nonostante all’inizio sia una vera e proprio palla al piede, riuscirà a ritagliarsi un posto importante nel gruppo, diventandone insieme a Terra il cuore pulsante e infine dalla seconda stagione vediamo arrivare anche la cugina di Terra, Flora che ha il potere della natura, a parer mio è una ragazza molto misteriosa, sa molte cose, ma non spiega il perché le sa o altro (la maggior parte delle volte), e un po’ l’incognita del gruppo, che può aiutarle a risolvere la situazione, oppure a complicare ulteriormente i casini che nasceranno.

Tra gli Specialisti invece, troviamo di importanti Sky, che è l’ex ragazzo di Stella, ed è conteso nella prima stagione da Stella e Bloom, che è un ragazzo molto forte, purtroppo per lui gli succedono spesso cose sgradevoli ed ha perso in passato il padre per colpa di Rosalind, ma di questo non ve ne parlo più di quel tanto, altrimenti spoilero troppo e tra prima e seconda stagione avrete un quadro più generale su di lui e sulla sua vita e poi troviamo Riven, un ragazzo a parer mio un po’ enigmatico, sembra il classico spaccone del gruppo, molto lascivo, che pensa solo a divertirsi e non è mai concentrato (si ha il sentore che Terra e Riven abbiano dei trascorsi, infatti, non vanno molto d’accordo almeno da parte di quest’ultima, che lo tratta sempre un po male), però man mano che le due stagioni andranno avanti, lo rivaluterete e sappiate che insieme ad un altro ragazzo, è il tipo di Beatrix (ebbene si nella serie c’è un ménage à trois).

Sono molto carismatici, anche gli insegnanti, tra cui il capo degli specialisti Silva, colui che ha cresciuto Sky e migliore amico del padre, che vedremo sviluppare un rapporto molto interessante con Sky, il professor Harvey il papà di Terra e di Sam, (flirt di Musa), che cerca a tutti i costi di proteggere la famiglia e infine Farah la preside che a parer mio, uno dei personaggi riusciti meglio sia per complessità, sia per caratterizzazione.

Secondo me, ribadisco, Netflix ha totalmente sbagliato a cancellare la serie, ma purtroppo non è la prima volta che succede, in serie interessanti di Netflix, speriamo veramente possa trovare un’altra casa e continuare, perché secondo me c’era ancora tanto da raccontare.

Ragazzi se dopo di quello che vi ho raccontato a grandi linee, non avete voglia di vedere questa serie tv, non so cos’altro dirvi, ah si una cosa c’è lo, che aspettate attaccate il televisore e guardate Fate The Winx Saga.

Come al solito ecco i link:

https://www.netflix.com/it/title/80220679

e poi vi lascio il mio link dove potete scrivermi se volete commentare o altre gli articoli:

https://linktr.ee/vanhellsingtv

Paper Girls di Amazon affronta Stranger Things di Netflix a testa alta

Nel weekend appena trascorso, mi sono detto è arrivato il momento, dobbiamo iniziare Paper Girls su Amazon Prime Video, una nuova serie tv che hanno accostato molto a Stranger Things di Netflix, quindi, ammetto di avere avuto un po’ di aspettativa a causa dei titoloni che si vedevano in giro, Paper Girls il nuovo Stranger Things, Amazon vs Netflix con il nuovo Paper Girls, ecc., ma devo essere sincero l’aspettativa questa volta ha ripagato.

Fin da subito, ho notato che la serie, era formata da 8 episodi e che mediamente gli episodi risultavano lunghi, dai 40 ai 50 min all’incirca, quindi già diverso da Stranger Things che invece si parlava di un’ora se non di più, spesso, la serie è uscita il 29 luglio 2022 quindi qualche settimana fa, ma a quanto pare ha già riscosso molto successo, si parla di una serie fantascienza, con sfumature thriller, ma andiamo a parlarne nello specifico.

Avendo naturalmente l’hype a mille, mi sono piazzato sul divano, attaccato Amazon Prime Video e mi sono fiondato in questo nuovo mondo; la storia inizia, il 1 novembre 1988, giusto a ridosso di Halloween, dove quattro ragazze sui dodici anni di età, devono uscire di casa presto per consegnare i giornali nel loro paesino.

Iniziamo così a conoscere Erin, una ragazza asiatica che vive con la madre e sua sorella in una casa in periferia, la madre vediamo da subito non parla l’inglese, o per meglio dire lo capisce ma non lo parla e chiede alla figlia se è sicura, di voler iniziare questo lavoro di consegna dei giornali, più che altro fa questa domanda, per il pregiudizio che l’America aveva in quegli anni per gli asiatici.

Subito dopo conosciamo Mac, la dura del gruppo, vive in una casa abbastanza trasandata, con la madre e il fratello maggiore, in quanto suo padre se ne è andato perché era un tipo violento, a primo acchito vediamo subito che anche suo fratello, non sembra tanto da meno, ma lei è la tipica ragazza forte, che spaccherebbe il sedere a chiunque.

KJ, invece, è una ragazza ebrea, che vive nell’agio con la sua famiglia, ma che sembra molto scocciata dalla cosa, perché viene subito etichettata come la ragazza ricca, con la puzza sotto al naso, cosa che non è assolutamente e anche discriminata perché ebrea e infine abbiamo Tiff la ragazza di colore del gruppo, che fin da subito diventerà l‘amica di tutti e grazie ai suoi walkie talkie, riuscirà a far si che le quattro ragazze possano rimanere in comunicazione mentre consegnano i giornali.

Come abbiamo detto prima, le ragazze si ritrovano a consegnare i giornali, proprio la notte dove è appena finito Halloween, quindi i ragazzi grandi, che di sera si sono divertiti a lanciare uova sulle porte delle case e carta igienica e hanno fatto casino per strada sono ancora in giro, infatti, le ragazze vengono aggredite in due occasioni, la prima cercando di salvare KJ, da un gruppo di ragazzi che la voleva bullizzare, la seconda invece un ragazzo aggredisce Erin e gli portano via il Walkie Talkie di Tiff.

Le ragazze, stufe per quello che sta succedendo, decidono di affrontare i bulli, andandoli a cercare in una casa in ristrutturazione, ma quello che troveranno li, non saranno i bulli ma altre persone, impaurite da quello che vedono, escono dalla casa e scoprono che il cielo si è fatto fucsia, non capendo che sta succedendo corrono a casa di Mac.

Erin, Mac, Kj e Tiff, inizieranno ad avere paura, visto che in giro non c’è anima viva, ad un certo punto Mac prenderà la pistola del fratello, perché è frustrata e in preda ad un’attacco di panico e sparerà a Erin per sbaglio e da quel momento la serie inizierà a farsi interessante, le ragazze cercheranno di portare Erin in ospedale, ma verranno fermate da due ragazzi, che le faranno entrare in una navicella e le porteranno nel 2019.

Se vi state domando ma tutto questo succede così istantaneo senza un ma ne un perché, ebbene si, succede tutto velocemente, noi lo vediamo dal punto di vista di Erin, che è in fin di vita, ma poi piano piano nella storia vengono spiegati sia i ma sia i perché tranquilli.

Arrivati nel 2019, le ragazze non capiscono cosa sia successo, nel frattempo Erin è guarita miracolosamente, (e qua il significato, se mai te lo spiegheranno, farà molto Lost, secondo me), quindi decidono di andare a casa di quest’ultima, pensando sia ancora il 1988 e scoprono che c’è Erin a casa, ma in versione adulta e da li partirà un’insieme di circostanze che le porterà a viaggiare nel tempo, per sventare una cospirazione portata avanti da due fazioni di viaggiatori del tempo, che cercano una di preservare il flusso del tempo, nonostante gli errori che ci possano essere, mentre l’altra, cerca di rimediare agli errori fatti, dall’uomo nelle varie epoche, per poter vivere al meglio sia nel passato che nel futuro, ed è proprio quest’ultima che cercherà di aiutare le ragazze, per tornare alla loro epoca.

La cosa bella di questa serie, è che va contro i principi che abbiamo visto finora dei viaggi nel tempo, se ben ricordate nelle serie e nei film, viene spesso detto che non bisogna parlare vedere o venire a contatto con il proprio io, del futuro o del passato, in quanto potrebbe accadere un paradosso e quindi il mondo disintegrarsi su se stesso o implodere, invece qua viene resettato tutto in quanto, i nostri stessi personaggi, verranno a contatto con i loro stessi più grandi, nelle varie epoche senza che succeda niente.

La serie è stata paragonata secondo me a Stranger Things, sono ambientate più o meno negli stessi anni e sono entrambe serie con dei ragazzi/e, come protagonisti che devono affrontare qualcosa di inusuale, che sia il Sottosopra con Vecna e il Demogorgone o due fazioni in lotta nel tempo, sono paragonabili a livello di situazioni, ma poi secondo me il paragone si ferma li, infatti, il viaggio nel tempo in Stranger Things non c’è, a meno che non vogliate collegare la cosa del Sottosopra che è fermo al 1983 anche se mi sembra una forzatura, ok, ogni tanto c’è qualche strizzata di occhio a Stranger Things, vedi i Walkie Talkie ecc, però si ferma li secondo me, le musiche sono carine, ma non pagaronabili secondo me a Stranger Things poco ma sicuro, in più in Paper Girls ci sono anche i robots e delle specie di Gundam (forse più stile Pacific Rim), ma comunque avete capito.

Al momento la serie non è ancora stata confermata per una seconda stagione, da Amazon Prime Video, ma se ne parlava già da tempo, quindi sicuramente la vedremo il prossimo anno, secondo me e vi dirò ho un certo hype su questa serie, per vedere come può continuare.

Voglio ricordare che la serie nasce come fumetto e poi in un secondo momento è stata trasposta sui nostri schermi, infatti i fumetti sono di Brian K. e sono 6.

Qua trovate il primo delle 6 grafic novel:

https://www.amazon.it/Paper-girls-Brian-K-Vaughan/dp/8865437227/ref=sr_1_2?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=HU8QNHTJ5GNR&keywords=paper+girls&qid=1660658733&sprefix=paper+girls%2Caps%2C93&sr=8-2

e qua trovate la serie su Amazon Prime Video:

https://www.primevideo.com/detail/Paper-Girls/0SXAIJ5V3UWT5NQ8O0DV44N2F4

Non vado oltre a raccontarvi, perché altrimenti vi spoilererei troppo, spero di avervi un po’ incuriosito così che possiate iniziare questa serie, quindi ora la palla passa a voi, fatemi sapere se la vedrete, se siete curiosi e se vi aspettate tanto da questa serie, come al solito ecco i miei link:

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Resident Evil la serie di Netflix sotto le polemiche ma sarà giusto?

Nella settimana appena trascorsa, ho visto interamente Resident Evil: La serie, che è uscita su Netflix, il 14 luglio 2022, per un totale di 8 episodi, della durata media di 50 min e devo dire che non mi è dispiaciuta, anzi secondo me, potrebbe avere degli ottimi spunti per un’eventuale seconda stagione e come me molte altre persone con cui ho avuto modo di interagire, che come me conoscono e amano la serie, mi hanno dato dei pareri positivi.

Non fraintendetemi, non è una serie da 10 (difficile trovare una serie così), però non è neanche una serie da 3, come ho letto in molte testate giornalistiche, addirittura mi è capitato di leggere delle cose che per alcuni potevano essere fastidiose o addirittura per chi ha scritto l’articolo, come ad esempio il fanservice o i collegamenti “classici” alla saga, (che poi io vorrei dire, se non fai collegamenti alla saga, in una serie che parla di eventi dopo la saga, come fai a chiamarlo Resident Evil) ma che io non condivido per niente e se andrete avanti con la lettura capirete perché.

Fin da ragazzo seguo la saga Resident Evil di Capcom, dai videogiochi passando per i libri, fino ad arrivare ai film sia con persone reali che in Cgi, ed ero curioso di vedere questa serie, in quanto già dall’annuncio c’erano state delle polemiche, per uno degli attori che non era dell’etnia “giusta” rispetto al videogioco, il personaggio in questione è Albert Wesker (cattivo storico di Resident Evil), nella saga di Shinji Mikami era di etnia caucasica e con i capelli biondi, nella serie invece, interpretato da Lance Reddick (già visto nei film di John Wick e in serie come Intelligence, American Horror Story, …) un’attore di colore, secondo me, alquanto bravo nell’interpretare i ruoli che gli affidano e Wesker non fa eccezione.

Ora io mi domando, “Se un attore è di etnia diversa, cosa cambia?” Sinceramente a me non cambia niente, per quanto mi riguarda la cosa importante èm che riesca a cogliere l’essenza del personaggio; ora è vero che Lance Reddick non ha mai giocato neanche uno dei videogiochi, (be non possiamo mica aspettarci che siano tutti come Henry Cavill che è un giocatore accanito di videogiochi), però sicuramente chi ha scritto la sceneggiatura o comunque lo stesso regista che ha deciso di girare la serie, conoscerà il franchise di Resident Evil e sicuramente avrà dato dei consigli a Lance Reddick riguardo al personaggio Albert Wesker.

Però io devo spezzare una lancia in favore dell’attore, perchè sapendo quello che succede nella serie, naturalmente senza farvi spoiler, è giusto che il suo comportamento sia come meglio creda, in quanto è vero che è Albert Wesker ma è anche vero che non lo è, chiedo scusa il gioco di parole ma lo capirete meglio guardando la serie.

Ieri stavo giusto leggendo delle recensioni e ho notato una cosa, ultimamente per qualsiasi serie, videogioco, libro, film o altro di mediatico, la gente non è mai contenta, trova spesso anche il pelo nell’uovo, “Ma bisogna per forza andarlo a cercare?”, anche io mi aspetto delle cose dai sopra citati media, però secondo me a nessuno piacerà mai una cosa veramente, chiunque troverà sempre qualcosa da ridire, ultimamente che le persone cercano la perfezione, ma lasciatevelo dire non esiste.

Ma torniamo alla serie, che si accavalla in due periodi temporali ben distinti, prima dell’epidemia, ma dopo ciò che è successo a Raccoon City e dopo l’epidemia, per l’esattezza quando le protagoniste Jade e Billie, figlie di Wesker, (avute in provetta con donazioni dell’ovulo di due donne di etnie diverse, così non storcete subito il naso e non iniziate a farvi mille domande su quando le ha concepite), arrivano a Nuova Raccoon City, a causa del lavoro del padre, che viene trasferito nella struttura della  Umbrella, per lavorare su un nuovo farmaco, che dovrebbe aiutare le persone con depressione, istinti suicidi, psicosi, stress ecc, questo farmaco è chiamato Joy, ma indovinate un po’ ha una percentuale di Virus T, il virus mutogeno che trasforma umani e animali, in zombie.

In tutto questo, scopriamo che a capo dell’Umbrella c’è Evelyn Marcus, la nipote del Dottor James Marcus, (ricordiamo, fondatore insieme a Ozwell E. Spencer dell’Umbrella Corporation, che conosciamo in Resident Evil 0 e in un secondo momento in Resident Evil 5, tramite dei documenti) una donna sadica, molto odiosa, che pensa di tenere alla sua famiglia, ma invece la manipola e che vuole aumentare il fatturato dell’Umbrella, anche a discapito delle persone, tanto per cambiare.

Qua vediamo Wesker, sotto un’altra ottica, infatti, non è come lo vediamo di solito, che fa macchinazioni dietro le spalle di tutti, che cerca di distruggere il mondo e tenersi il suo tornaconto, anzi qua cerca di persuadere Evelyn Marcus, ad aspettare a far uscire Joy, a stabilizzarlo così che non ci siano problemi, come è già successo a Tijuana, dove in un laboratorio gli esperimenti sono andati fuori controllo.

In tutto questo vediamo un po’ stile teen drama, la vita di Jade e Billie che cercano di integrarsi nella nuova scuola, con nuovi amori, con gelosie e un problema grosso che si paleserà nelle prime puntate, che intaccherà una delle ragazze.

Però questo è il passato e come già accennato, la parte del presente invece vede Jade grande non più ragazzina, che cerca di capire come poter battere la razza predominante sul pianeta gli Zero, cioè gli zombie, così da poter tornare insieme alla sua famiglia (un uomo di nome Arj e sua figlia) a vivere finalmente, ma in tutto questo a contrastarla c’è l’Umbrella, che dopo l’epidemia sembra stia cercando di controllare tutto e tutti e sembra che vogliano a tutti i costi Jade, ma in tutto questo la domanda predominante è “Billie dove è?”, be fin dalle prime puntate, si sospetta le sia successo qualcosa e che sia collegata all’Umbrella, di Wesker e degli altri protagonisti della parte invece del passato con Billie e Jade ragazzine non vediamo nessuno nel presente “Quale fine avranno fatto?”.

Allora ammetto di aver pensato più o meno fino alla quinta puntata, se non ci fosse stato scritto Residenti Evil, sarebbe stata una serie con un maggiore indice di gradimento, però dopo la quinta puntata mi sono dovuto ricredere e tutte le citazioni e alcune delle risposte che ti danno, a delle domande: “Come mai Wesker è ancora vivo?” “Come ha fatto ad essere vivo nel primo Resident Evil, se il Tyrant l’ha ucciso?” “Cosa è successo veramente?” “E soprattutto chi è Wesker? Un soldato, un doppio giochista o un ricercatore (come veniamo a scoprire nel primo videogioco di Resident Evil).

In Resident Evil: La Serie, il fanservice è un’ottimo espediente, per fartela vedere, ma troviamo anche delle nostre vecchie conoscenze a livello di mostri come ad esempio: Cerberus (il cane zombie), i Licker, i Web Spinner (i ragni), l’Alligatore, Il Verme che vediamo subito nel primo episodio (tratto da re3 e Code Veronica), vari tipi di zombie e anche le persone con il cappuccio con la motosega (di Resident Evil 4).

Ad un certo punto, quando Jade e Richard Baxter dell’Umbrella vengono presi e portati in una struttura con degli zombie che fanno dei lavori per gli umani, (non vi dico come ovvio altrimenti sarebbe spoiler) sono sincero, ho trovato che il capo di questa comunità assomigliasse un po’ ad Heisenberg personaggio di Resident Evil Village, ma l’ho sentito come un’Easter Egg tutto mio, non so se altri l’hanno notato, più che altro per come era vestito e come si comportava tra l’altro ad un certo punto si è parlato di un personaggio che si chiamava Barry che aveva aiutato Jade in passato, io e molte persone, abbiamo pensato subito a Barry Burton, storico membro della S.T.A.R.S. Special Tactics and Rescue Service, che abbiamo visto in alcuni giochi di Resident Evil e visto che era passato un po’ da gli eventi di Raccoon City, poteva essere lui, però ho escluso quasi subito la cosa, probabilmente voleva solo essere un altro Easter Egg, così da indurci a pensare che potesse essere lui, dico così perché la persona in questione non aveva la massa muscolare e i tipici tratti contraddistinti del buon Barry Burton.

Tutto questo per dirvi, che la serie secondo me può avere potenziale, bisogna smussare degli angoli, ma nel complesso, la storia mi ha intrigato parecchio, ribadisco se non si fosse chiamata Resident Evil la serie, sicuramente avrebbe preso un punteggio più alto, al momento la serie si prende un 7, tranquillamente, ma con possibilità di crescita, tra l’altro dobbiamo contare che i collegamenti ci sono alla saga di Resident Evil, ma sono più riscontrabili, verso la fine della serie; secondo me,  hanno voluto fare così, perché questa serie deve prima iniziare a stare sulle sue gambe e in un secondo momento darti spunti e i collegamenti con la saga, spero tantissimo in una seconda serie, specialmente per ciò che succede alla fine della prima stagione, ora naturalmente come al solito sta a voi dirmi la vostra sui miei canali social:

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The Adam Project: Netflix e i viaggi nel tempo

Negli ultimi tempi, mi è capitato di vedere spesso dei film o telefilm fantascienza su Amazon Prime Video, Disney+ e Netflix e oggi vi voglio consigliare giusto un film da poco uscito proprio su quest’ultima piattaforma.

Emmett Brown: Se i miei calcoli sono esatti, quanto questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie ne vedremo delle belle, Marty.

L’altra sera ero con la mia famiglia e abbiamo deciso di vedere questo film, perchè dalle premesse e dal trailer era un film molto interessante, io amo tantissimo tra l’altro come attore il buon Ryan Reynolds, per chi non lo conoscesse (male ragazzi molto male), vi cito giusto un paio di film suoi, DeadPool 1-2, Free Guy Eroe per gioco, Red Notice, Lanterna Verde, e tanti altri; inoltre nel cast ci sono nomi come Zoe Saldana Guardiani della galassia 1 e 2, Star Trek e Star Trek Beyond, e tanti altri; Mark Ruffalo Hulk degli Avangers per capirci, Jennifer Garner che ricorderete per Alias, Elektra, Daredevil, e tanti altri (che ultimamente sta facendo sempre parti da mamma vedi anche il film Yes Day), abbiamo il tredicenne Walter Scobell che per quanto mi riguarda ho trovato molto interessante come recitava al fianco di Ryan Reynolds e per finire come antagonista principale abbiamo Catherine Keener che ricorderete per Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, Scusa mi piace tuo padre, Friends with Money e tanti altri.

The Adam Project del regista Shawn Levy, del 2022, è un film fantascienza, che parla di viaggi del tempo, del classico effetto a farfalla, dove la comicità e l’azione la fanno da padrona in una storia ben strutturata, ma non solo di questo parla anche di famiglia, di mancanza, di perdita e della difficoltà che un bambino adolescente può avere quando perde un genitore e cerca di interfacciarsi con quello che gli è rimasto.

La trama parla di un’uomo che arriva dall’anno 2050 Adam Reeds (Ryan Reynolds), che scappa dal futuro con il suo jet e si rifugia nel passato, in quanto una donna a capo di una corporazione Maya Sorian (Catherine Keener) lo vuole uccidere, perchè inizia a fare troppe domande e a essere sospettoso sulla scomparsa della moglie Laura Shane (Zoe Saldana) ottima pilota e donna molto scaltra avvenuto durante un viaggio nel tempo organizzato dalla corporazione. Adam a causa di una pallottola che l’ha colpito da parte a parte, e dal momento concitato della fuga, sbaglia l’anno di arrivo e finisce nell’anno 2022, dove naturalmente si rifugia, nella sua vecchia casa, ma attenzione conosciamo anche il giovane Adam (Walter Scobell), un peperino di ragazzo, che è preso di mira dai bulli a scuola, visto che non riesce a tenere a bada la sua lingua e cerca di tirare sempre battute e far sempre il simpatico, per celare la perdita del padre (Mark Ruffalo) avvenuta qualche hanno prima e vive con la madre (Jennifer Garner) con la quale ha un rapporto un po’ particolare; l’Adam del presente 2050 e passato 2022 si incontrano e da qui inizierete a divertirvi sul serio, perchè i due Adam insieme hanno una forza prorompente che la videocamera riesce a trasmettervi tantissimo, inoltre quando il piccolo Adam scoprirà di essere sposato da grande con Laura Shane (Zoe Saldana), saranno divertentissime lo scambio di battute, ma attenzione la loro moglie è veramente scomparsa in missione o forse c’è qualcosa di più? Vi lascio con questo dubbio proprio perchè sono sicuro che quando lo vedrete rimarrete a bocca aperta.

Spock: Se elimini l’impossibile, quello che rimane “per quanto improbabile” deve essere la verità

Per concludere io già solo da questo incipit con viaggi nel tempo, navicelle spaziali, e la storia che si stava articolando bene, sentivo già delle buone vibrazioni (essendo amante di Ritorno al futuro e Star Trek è il minimo) su questo film e mi ritrovo ora a consigliarvelo proprio perchè secondo me è un film che vale la pena vedere, sia da soli che in compagnia, in quanto vi trasporterà in varie epoche e vi farà strapperà più di una risata, cosa che al giorno d’oggi secondo me è molto importante.

Come al solito vi lascio i miei social per approfondire:

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U2, su Netflix una serie per raccontare la storia del celebre gruppo musicale

U2: Netflix e J.J. Abrams raccontano le origini della band di Bono & co. La storia di come sono nati gli U2 diventerà una serie tv realizzata da Netflix e prodotta in collaborazione con la Bad Robot di J.J. Abrams.

A scrivere la sceneggiatura è stato chiamato Anthony McCarten, ormai esperto di biopic musicali dopo la nomination agli Oscar per la sceneggiatura di Bohemian Rhapsody, incentrato sul frontman dei Queen Freddie Mercury. Al momento, non ci sono dettagli relativi né alla trama della serie, né al coinvolgimento o meno dei membri del gruppo. Tuttavia, fonti interne alla produzione dichiarano che Netflix si aspetta la loro partecipazione al progetto.

Gli U2 sono nati nel 1976 a Dublino. Nella loro carriera hanno composto 14 album – tra cui pietre miliari come The Joshua Tree, Rattle and Hum e Achtung Baby – e hanno conquistato 22 Grammy Awards. La band è entrata a far parte della Rock and Roll Hall of Fame nel 2005.

Netflix annuncia la terza e la quarta stagione di Bridgerton

Netflix annuncia la terza e la quarta stagione di Bridgerton, la prima serie targata Shondaland (casa di produzione fondata da Shonda Rhimes), creata dal suo collaboratore di lunga data, Chris Van Dusen (Scandal, Grey’s Anatomy, Private Practice) e da Betsy Beers.

Intanto, la seconda stagione è ora in produzione e, in linea con i romanzi, racconterà una nuova storia d’amore, quella della ricerca dell’amore di Lord Anthony Bridgerton.

“Bridgerton ci ha fatto innamorare. Il team creativo, guidato da Shonda, conosceva il materiale e ha prodotto un bellissimo drama, emozionante e romantico. Hanno dei piani entusiasmanti per il futuro e pensiamo che il pubblico continuerà ad apprezzare questo show. Stiamo pianificando di lavorare su Bridgerton per molto altro tempo ancora a venire”, dice Bela Bajaria, Head of Global TV di Netflix.

“Dalla prima volta che ho letto la deliziosa storia di Bridgerton di Julia Quinn, sapevo avrebbe affascinato il pubblico. Tuttavia, l’evoluzione di questo adattamento non sarebbe stato un successo senza i numerosi e significativi contributi dell’intero team di Shondaland. Il rinnovo della seconda stagione è un forte voto di fiducia nel nostro lavoro e mi sento incredibilmente grato di avere partner collaborativi e creativi come Netflix. Betsy e io siamo entusiasti di avere l’opportunità di continuare a portare il mondo di Bridgerton a un pubblico mondiale” , afferma Shonda Rhimes.

Basato sulla serie di best seller della scrittrice Julia Quinn, Bridgerton è una serie romantica, scandalosa e arguta, ambientata nel mondo sontuoso e competitivo dell’alta società della Regency London. Dalle scintillanti sale da ballo di Mayfair ai palazzi aristocratici di Park Lane e oltre, la serie rivela un mondo seducente, pieno di regole intricate e drammatiche lotte di potere. Al centro della storia c’è la famiglia Bridgerton, composta da otto fratelli affiatati, un gruppo divertente, spiritoso, audace e intelligente che deve navigare nel mercato matrimoniale alla ricerca di romanticismo, avventura e amore.

Netflix rilascia il trailer e le nuove immagini di Jupiter’s Legacy

Netflix rilascia il trailer e le nuove immagini di Jupiter’s Legacy



, la nuova serie originale Netflix basata sui fumetti di Mark Millar e Frank Quitely, disponibile con otto episodi da venerdì 7 maggio in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Jupiter’s Legacy è un superhero drama che attraversa decenni e percorre le complesse dinamiche della famiglia, del potere e della lealtà. Dopo aver trascorso quasi un secolo a proteggere l’umanità, la prima generazione di supereroi del mondo deve guardare ai propri figli per continuare l’eredità. Ma le tensioni aumentano quando i giovani supereroi, affamati di dimostrare il loro valore, lottano per dimostrarsi all’altezza della leggendaria reputazione pubblica dei loro genitori e degli standard personali esigenti.

La serie è interpretata da Josh Duhamel, Leslie Bibb, Ben Daniels, Elena Kampouris, Andrew Horton, Mike Wade, Matt Lanter e Ian Quinlan.

I produttori esecutivi sono Mark Millar, Frank Quitely, Lorenzo Di Bonaventura, Dan McDermott, Steven S. DeKnight, James Middleton e Sang Kyu Kim.

Petizione on line per salvare la serie “Chiamatemi Anna”

Ad oggi più di mezzo milione di firme sono state raccolte, ma è ancora non noto se Netflix prenderà mai in considerazione la proposta. I fan della serie Chiamatemi Anna (Anne with an E) non riescono a rassegnarsi alla fine della serie tv.

Dopo aver chiesto a Netflix un cambio di rotta (l’emittente sembra irremovibile) c’è un gruppo che ha creato una petizione online sul sito change.org.

Certo è che la serie basata sui romanzi di inizio novecento della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery ha lasciato un solco nel cuore di molti amanti dei classici, nonostante lo show non ricalchi perfettamente la saga letteraria né il periodo storico di ambientazione. Moira Walley Beckett, creatrice della serie aveva da poco confermato la delusione generale per questa fine non voluta in un post su Instagram dove scriveva: “Il mio cuore è affranto, ma sono fiera dello show, del mio talentuosissimo cast, della troupe, dei registi e di tutti coloro che hanno lavorato alla serie con passione”.

Netflix batte tutti, in quarantena 15 milioni di abbonati in più

Continuano a crescere gli abbonati di Netflix grazie alle  misure restrittive imposte da vari governi che impongono alle  persone di rimanere a casa. Il colosso dello streaming ha  annunciato nella tarda serata di ieri che gli abbonati sono  aumentati di 15,77 milioni di unità a 182,86.

Si tratta di  un balzo del 22,8% dai 148,86 milioni di abbonati di un anno  fa e oltre il doppio di quanto aveva stimato in precedenza.

L’azienda ha attribuito l’accelerazione ‘temporanea’ nella  crescita degli abbonati alle varie forme di quarantena.  Netflix stima di aggiungere altri 7,5 milioni di abbonati il  prossimo trimestre ma avverte che l’incertezza è elevata e  che il numero potrebbe ‘essere nettamente al di sotto o al di  sopra’ della stima.

Per i tre mesi conclusi il 31 marzo del  2020, Netflix ha visto gli utili salire a 709 milioni di  dollari, o 1,57 dollari ad azione, dai 344 milioni di  dollari, o i 76 centesimi ad azione, dello stesso periodo  dell’anno precedente. Il fatturato è aumentato a 5,77  miliardi di dollari dai 4,52 miliardi di dollari del primo  trimestre del 2019. Le attese erano per un utile ad azione  pari a 1,65 dollari su vendite trimestrale pari a 5,76  miliardi di dollari. Nell’afterhours il titolo guadagnava  l’11%.

“Love wedding repeat”, il film più visto su Netflix

Love Wedding Repeat prodotto da Notorious Pictures con Tempo Production, a pochi giorni dal suo debutto lo scorso 10 aprile, è il film più visto al mondo sulla piattaforma Netflix. Un esordio da record che lo vede al primo posto sui territori internazionali più importanti tra cui UK e US. Il film uscirà in Italia nelle sale cinematografiche appena sarà possibile.

Ha dichiarato Guglielmo Marchetti, CEO & Chairman di Notorious Pictures: “Siamo veramente orgogliosi di questo grande risultato. Love Wedding Repeat dimostra ancora una volta al mondo intero, attraverso la piattaforma Netflix, le straordinarie capacità dell’industria culturale italiana.
In un momento così difficile e complesso è bello sapere che una produzione italiana è il vertice della classifica dei film più visti a livello globale. L’unico paese al mondo dove Love Wedding Repeat non è andato sulla piattaforma Netflix e l’Italia. Abbiamo fortemente voluto che il film in Italia approdasse prima nelle sale cinematografiche e siamo certi che alla riapertura avrà lo stesso successo che sta avendo a livello mondiale.

Ringrazio tutti i talenti che hanno partecipato a questa produzione, uno straordinario gruppo di professionisti che in ogni comparto della produzione hanno contribuito in maniera significativa all’eccellente risultato finale.

Uno speciale ringraziamento alle istituzioni italiane in particolare il Ministro Franceschini e il Presidente Zingaretti che danno forza all’industria culturale italiana, senza il supporto del Mibact e della regione Lazio questo film non sarebbe esistito”

Love Wedding Repeat, una co-produzione internazionale di Notorious Pictures, girato interamente a Roma (Frascati) con cast internazionale, è una commedia romantica degli equivoci nel perfetto stile inglese di Dean Craig, sceneggiatore di “Funeral Party” e molti altri film di successo.

Entusiasta e compatta la reazione della stampa internazionale per il debutto alla regia di Dean Craig e per le performance esilaranti di tutto il cast composto da Sam Claflin, Olivia Munn, Eleanor Tomlinson, Joel Fry, Tim Key, Aisling Bea, Jack Farthing, Allan Mustafa, and Freida Pinto.

Ecco il cinema fatto in casa

Andare al cinema è un po’ la passione di tutti, soprattutto quando un nuovo film appare sugli schermi e il film in questione è quello che si stava aspettando da un po’. Il film potrebbe essere quello desiderato da tutti e in questo caso le code potrebbero essere lunghissime e i biglietti terminare in batter d’ali.

Non resta che aspettare, magari che esca il dvd o che venga pubblicato su piattaforme come Netflix, Prime Video, Sky Go e tante altre come queste.

In attesa, però, ci sono tantissimi altri film da guardare e questo si può fare anche senza andare al cinema, creando il proprio cinema in casa.

Creare un cinema in casa e gli oggetti che servono sono davvero pochissimi: un videoproiettore e un telo bianco per proiettare il film. Di videoproiettori ce ne sono tanti e alcuni, anche a poco prezzo, sono davvero validi.

Sul web si possono trovare diversi videoproiettori. Ne esistono tantissimi e si può scegliere quello che fa più al caso vostro.

Fin quando si vuole creare un cinema in casa con pochi euro bastano soltanto i due oggetti elencati prima, ma c’è chi crea un vero e proprio cinema, con poltrone annesse, nella propria casa e, in questo caso, la spesa sarà maggiore.

In Italia, forse, non c’è nemmeno l’esigenza di creare un cinema, vero e proprio in casa, ma c’è chi lo ha fatto e ha speso anche una cifra molto esigente per farlo. Poltrone reclinabili per una migliore visione, un televisore 4k ad alta definizione, un impianto audio di tutto rispetto, magari dolby surround ed il gioco è fatto. Andare al cinema sarà solo un ricordo lontano.

Oggi, infatti, molti dei film vengono pubblicati su piattaforme come quelle citate sopra (Netflix, Prime Video, Infinity e tante altre ancora). Proprio per questo, anche se i film non saranno gli ultimi usciti al cinema, si potrà passare una serata in compagnia, magari quando fuori piove, e vedere un film senza dover uscire di casa.

La tecnologia moderna ci ha messo tutto a disposizione e si possono fare cose che prima potevano essere realizzata sono fuori casa, in casa, senza dover spendere ogni volta 10 euro per il biglietto del cinema.

Contenuti via streaming aumentati del 20%, continua la guerra delle piattaforme tv

La piattaforma Disney+ – che ha debuttato lo scorso novembre negli Stati Uniti e a fine marzo in Europa – ha già raggiunto i 50 milioni di abbonamenti, una cifra che la principale rivale, Netflix (attualmente il gigante dello streaming con il maggior numero di sottoscrizioni: 167 milioni), ha raggiunto solo dopo sette anni di attività. In questa crescita esponenziale Disney+ è stata però aiutata dal fatto che in alcuni paesi ha stretto accordi con altre piattaforme: in India ad esempio ha acquisito 8 milioni di nuovi abbonati il giorno stesso del lancio perché è stata offerta in un unico pacchetto con il preesistente servizio streaming Hotstar.

Nel contesto della quarantena globale la «guerra delle piattaforme», scrive Il Manifesto in edicola, assume comunque una nuova rilevanza, dal momento in cui i giganti dello streaming sono fra i pochi business in crescita: si stima che nel mondo il consumo di contenuti via streaming sia aumentato di circa il 20%. Il mercato però va già ver- so la saturazione: pochi giorni fa ha fatto il suo debutto Quibi, la piattaforma dedicata a contenuti brevi («quick bites») creata da Jeffrey Katzenberg, che va ad aggiungersi alla lista sempre più lunga di servizi di questo ti- po (fra cui ci sono anche Amazon Prime e Apple tv).