In un ambiente termale elefanti e Neanderthaliani trovarono un’oasi per rifugiarsi nel momento in cui la morsa della penultima era glaciale cominciava a farsi sentire. E’ stata individuata ai piedi della modesta altura di Poggetti Vecchi, che emerge dalla pianura a nord di Grosseto fra i monti di Vetulonia da una parte e il colle di Roselle dall’altra. Una scoperta preistorica straordinaria descritta sul nuovo numero della rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore), diretta da Pietro Pruneti. Le autrici della ricostruzione scientifica sono Biancamaria Aranguren, ex funzionaria della Soprintendenza Archeologica per le province di Siena e Grosseto, Silvia Florindi e Anna Revedin, entrambe archeologhe dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze. Ritrovate ossa enormi e zanne lunghe fino a tre metri destano subito grande interesse, prima ancora di capire che lì c’era stato anche l’uomo. L’eccezionalità della scoperta risiede anche nel fatto che Poggetti Vecchi è uno dei pochi siti archeo-paleontologici in Europa che documentano il passaggio dal Pleistocene medio al Pleistocene recente. Lo studio dei resti di piante e animali ritrovati nel sito, a partire dalla scoperta casuale nel 2012 e dai successivi scavi, ha permesso di capire che, intorno a 170.000 anni fa, l’ambiente naturale era caratterizzato da ampie radure erbose interrotte da acquitrini di acqua dolce, che si estendevano fino alle pendici delle colline circostanti, coperte da boschi a prevalenza di querce e frassini.