Alla scoperta della natura tornano le escursioni nel Parco del Beigua

Le escursioni del Parco del Beigua sono riprese a pieno ritmo a fine maggio e nel primo weekend di attività hanno subito registrato il tutto esaurito, complici la voglia di tornare alla natura e il bel tempo. Ma anche il prossimo fine settimana non sarà da meno, con proposte per tutti.

Sabato 6 giugno a Tiglieto torna l’AracniDay, la giornata di biowatching per tutti. Con l’esperto e Guida del Parco conosceremo meglio il mondo degli Aracnidi, che esercita da sempre un misto di fascino e timore. E in più una sorpresa davvero piacevole: eccezionalmente potremo visitare la zona umida della Piana di Tiglieto, un delicato ambiente protetto normalmente non accessibile al pubblico per preservarne l’integrità.

Ma la giornata non finisce qui! Alla sera appuntamento a Pratorotondo per un’escursione sotto la luna: i colori del tramonto ci accompagneranno lungo l’Alta Via dei Monti Liguri verso il Monte Rama, avvolti nel silenzio, con il cielo stellato sulla testa e la costa illuminata ai nostri piedi.

Domenica 7 giugno invece seguiremo la rotta delle aquile, con un birdwatching da Pratorotondo al Rifugio Argentea, alla ricerca del Codirossone, del Passero solitario, dell’Allodola e del Calandro che nidificano nelle praterie e sui pendii rocciosi, colorati dalle fioriture tardo primaverili. E chissà che con un po’ di fortuna, alzando gli occhi al cielo, non scorgiamo anche la sagoma dell’Aquila reale!

Tutte le escursioni sono svolte seguendo le nuove disposizioni di sicurezza adottate dal Parco, nel rispetto del distanziamento fisico e con dotazione di mascherine e gel igienizzante. Il costo a persona è di € 10,00 e fino alla fine del mese è attiva la promozione famiglie (bambini fino a 12 anni € 5,00).

I posti sono limitati e la prenotazione on-line è obbligatoria, entro il giorno prima. Per tutte le informazioni sulla difficoltà dei percorsi e la preparazione necessaria contattare le Guide (tel. 393.9896251 – Guide Coop. Dafne).

Foto Marco Bertolini

“Io Sofia e l’amore per la natura”, la ragazza “Alfiere della Repubblica”

C’è anche la giovane scout quasi diciottenne dell’Agesci Sofia Ferrarese tra i 25 giovani che hanno ricevuto gli Attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica” conferiti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’onorificenza viene assegnata a ragazze e ragazzi che si sono distinti come costruttori di comunità, attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali. Sono giovani che rappresentano modelli positivi di cittadinanza e che sono esempio dei tanti ragazzi meritevoli del nostro Paese.

La giovanissima Sofia, appartenente al gruppo Agesci Brugine 1, ha ricevuto l’Attestato per aver preso parte l’estate scorsa, insieme ad altri 600 ragazzi, al progetto di Club alpino italiano e Agesci “Sentieri per domani” per il recupero dei sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia. Gli scout hanno trascorso cinque settimane (20 luglio – 24 agosto 2019) in dieci località sulle montagne del Bellunese e del Vicentino, occupandosi di pulizia dei tratti sentieristici, sistemazione di muretti a secco, scalini, parapetti e riparazione della segnaletica verticale e orizzontale. In tutte le operazioni , svolte in sicurezza, i ragazzi sono stati accompagnati dai volontari del Cai che si occupano di manutenzione dei sentieri.

Come recita la motivazione, Sofia Ferrarese è stata premiata «per aver promosso la conoscenza della montagna e il rispetto della natura, per la passione e l’impegno con cui lavora al ripristino dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018. Sofia è una ragazza scout dell’Agesci, che si è distinta per la passione e per l’impegno nelle attività di ripristino e di ricostruzione dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia. In questa azione costante, ha dato prova di amore verso la natura, di grande senso di responsabilità, di disponibilità al servizio dell’intera collettività. L’attività svolta da Sofia è parte di un progetto più ampio – Sentieri per domani – che ha visto fianco a fianco l’Agesci e il Cai, da sempre impegnati nella realizzazione di iniziative che hanno lo scopo di far conoscere meglio le montagne e di sviluppare nella comunità il rispetto dell’ambiente».

«Man mano che muovevamo i nostri passi lungo quei percorsi devastati, la voglia di rendersi utili prendeva il posto della fatica e la soddisfazione, una volta visto il lavoro finito, ha ampiamente ripagato ogni sforzo», racconta Sofia. «Quest’esperienza mi ha fatto toccare con mano la responsabilità che ognuno di noi ha di prendersi cura di ciò che ci è stato donato e di custodirlo, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato».

Grande soddisfazione è stata espressa, oltre che dal papà Andrea e dalla mamma Annamaria, dai vertici del Club alpino italiano, a partire dal presidente generale Vincenzo Torti e dal vicepresidente Erminio Quartiani.

«Ritengo che il riconoscimento attribuito a Sofia Ferrarese confermi l’attenzione e la sensibilità del Presidente Mattarella, ampiamente emerse nelle occasioni di incontro, verso chi abbia a cuore l’ambiente e la sua frequentazione rispettosa», ha affermato il presidente Torti. «Plaudo alla lungimiranza del Cai Veneto che ha saputo trasformare il dramma di Vaia in una occasione di collaborazione con Agesci, dalla quale sono emersi esempi come quello di Sofia, il cui impegno e dedizione dicono di una gioventù cui poter consegnare con fiducia il testimone».
Il vicepresidente Quartiani con delega all’ambiente e alle relazioni istituzionali ha aggiunto: «Per la prima volta la più alta carica dello Stato, con l’attestato di Alfiere della Repubblica alla più giovane partecipante al progetto Sentieri per domani, ha riconosciuto l’alto valore sociale della lunga collaborazione tra Club alpino italiano e l’associazionismo scoutistico. Sofia Ferrarese rappresenta l’esempio coerente delle giovani generazioni per condividere e sviluppare la risposta agli effetti dei cambiamenti climatici nell’ambiente montano e per stabilire un nuovo equilibrio tra attività umane e montagna».
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Carrer, responsabile del gruppo di lavoro Cai-Scuola (che tiene i rapporti con il Miur) e past president del Cai Veneto: «Siamo molto felici e commossi: questo è un riconoscimento individuale e allo stesso tempo collettivo, che va a tutti i gruppi e alle oltre 30 squadre dell’Agesci che nell’estate scorsa hanno partecipato al progetto e a noi del Cai Veneto, che lo abbiamo sostenuto e reso possibile. Un progetto che ha avuto ricadute positive su tutta la regione e sulla montagna veneta, diventando una grande opportunità di formazione per i 600 giovani protagonisti».

 

“La montagna a casa”, alpinismo, natura e storie con il Cai

Appuntamento a domani sera alle ore 21.00 con la terza settimana (14-19 aprile) de “La Montagna a casa”, la rassegna online di cinema di montagna del Club alpino Italiano.
Da questa settimana l’iniziativa si arricchisce della collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che si aggiunge a quella di Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e Parco Nazionale dello Stelvio.

L’aritmetica del lupo è il primo titolo in programma, in prima visione, domani sera alle ore 21.00 sul canale Youtube del Cai. Un film dedicato al ritorno naturale del lupo nelle Alpi e realizzato nell’ambito del progetto Life Wolfalps. Tre professioniste femminili sono le protagoniste del documentario per tre diversi punti di vista: quello della ricercatrice e biologa Francesca Marucco, quello dell’antropologa Irene Borgna e della naturalista e fotografa Raffaella Zerbetto.

Il giorno seguente, 15 aprile, seguirà STEPS – Giovani alpinisti su antichi Sentieri, per la regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin. Un approccio eclettico tra letteratura, tecnologia e mondo outdoor alla scoperta delle montagne.
Giovedì 16 aprile sarà la volta di La Favolosa storia del GipetoUna pellicola francese dalle immagini mozzafiato per la regia di Anne e Erik Lapied.
Mentre Prima il dovere di Nicoletta Favaron sarà visibile, sempre in prima visione, venerdì 17 aprile. Una storia avvincente attraverso le interviste, tra gli altri, di personaggi come Luigino Airoldi, Dario Spreafico e Bruno Lombardini, per tracciare insieme il futuro dell’alpinismo moderno.

Sabato 18 sarà la volta di Still alive, documentario di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber. E’ la storia vera di due alpinisti austriaci ambientata negli anni ‘70, che vede come attori protagonisti Hansjörg Auer insieme a David Lama. Scomparsi il 16 aprile dello scorso anno, dopo essere stati travolti da una valanga insieme allo statunitense Jess Roskelley durante una cordata sullo Howse Peak in Canada.

Si proseguirà infine domenica 19 con Sulle tracce della salamadra di Pino Brambilla. Un documentario che narra la storia di minatori e delle loro famiglie impiegati nell’estrazione e nella filatura dell’amianto in Valmalenco, valle laterale della Valtellina, in Lombardia.

Tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film, e il giorno successivo in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione.

Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it ricorderemo il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.

Di seguito la programmazione in dettaglio:

Martedì 14 aprile ore 21.00: L’ARITMETICA DEL LUPO
Italia, 2018, 37 minuti
Regia di Alessandro Ingaria
Replica mercoledì 15 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ky8s9WmY9F0
“Nessuno conosce cos’è un lupo, puoi solo immaginarlo. È noi che vuole, la nostra coscienza. Non è una favola. Non ha morale. È l’aritmetica di un animale”. Un racconto al femminile della presenza del lupo nelle Alpi: la storia del suo ritorno naturale nelle montagne, il racconto dei motivi dell’atavica paura del lupo, l’emozionante incontro di chi lo segue con passione da anni.

Mercoledì 15 aprile ore 21.00: STEPS – Giovani alpinisti su antichi sentieri
Italia, 2019, 49 minuti
Regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin
Replica giovedì 16 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ub6JtiM-tGE
Steps è reale: non ci sono attori, non c’è un copione e le riprese sono realizzate dai protagonisti. L’inizio è da barzelletta: un alpinista-ingegnere, una scrittrice-esploratrice, un olandese guida di canyoning, una slovena appassionata di fiori e uno speleologo-sciatore partono per Yosemite. Vogliono rintracciare i passi di John Muir, padre dell’ambientalismo americano, e portare il suo messaggio di eco-compatibilità sulle Dolomiti, attraverso letteratura, arrampicata, canyoning, trekking, stampa 3D.
Non si tratta di spedizioni impossibili o sfide ai limiti dell’umano, ma di ‘sonterellare’, dal famoso sauntering di Muir: vivere la Natura con meraviglia e consapevolezza, competenza ed entusiasmo. Eppure, i protagonisti si accorgeranno che non è facile come sembra. Un cane apprendista scalatore, neve alta, inondazioni e, soprattutto, ritmi e modi diversi di vivere la montagna, mettono a dura prova non soltanto la buona riuscita dell’impresa, ma anche la loro amicizia. Più diversi non si può, ma a trasformare questa ricetta esplosiva nella più vincente delle combinazioni è proprio la volontà condivisa di ‘far felici le montagne ed essere felici con loro’.

Giovedì 16 aprile ore 21.00: LA FAVOLOSA STORIA DEL GIPETO
Francia, 2018, 52 minuti
Regia di Anne e Erik Lapied
Replica venerdì 17 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=1iWjA6y4NJk
Con il suo volto singolare, il suo sguardo diabolico e la sua imponenza, il gipeto sembra uscito da una leggenda. Le immagini mozzafiato e la meravigliosa colonna sonora di questo documentario dipingono un ritratto di questo rapace straordinario, che fu sterminato all’inizio del XX secolo ma che ora è tornato a sorvolare le Alpi.
Due biologi, uno francese e l’altra svizzera, ci raccontano la storia favolosa di questo insolito rapace, la cui preservazione è una sfida che coinvolge esperti a livello mondiale e dimostra che, quando vuole, l’uomo è in grado di cambiare le cose.

Venerdì 17 aprile ore 21.00: PRIMA IL DOVERE
Italia, 2016, 50 minuti
Regia di Nicoletta Favaron
Replica sabato 18 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=yIoJUKTw0ik
Lecco, luglio 1961. L’alpinismo e la montagna occupano le pagine principali dei quotidiani, con quello che è stato definito il “soccorso” più drammatico delle Alpi: sette scalatori, due cordate guidate da Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, sono travolte da una bufera sul Pilone centrale del Freney, nel massiccio del Monte Bianco. Per una settimana le squadre di soccorso tentano di raggiungerli, ma sopravvivono solo in tre: Bonatti, Mazeaud e Roberto Gallieni. Pochi sanno che a Lecco, un uomo conosceva la via di fuga che avevano pianificato Bonatti e compagni. Avvertito dal padre di Gallieni, partì con una squadra di Lecco verso Courmayeur, per raggiungerli, dare una mano ai soccorsi, ma non fu ascoltato. Arrivò al bivacco Gamba che Bonatti e Gallieni raggiunsero sfiniti nel cuore della notte, prima che ripartisse la squadra di soccorso locale. E fu lui a recuperare, purtroppo ormai privo di vita, il corpo di Andrea Oggioni.
Quell’uomo è Dino Piazza: alpinista, Ragno della Grignetta, precursore del soccorso alpino e imprenditore. Classe 1932, grande energia e spirito innovatore, come alpinista fu autore di vie nuove (come la Direttissima alla Torre Cecilia del 1959 aperta con Tizzoni e Colombo) e salite celebri come la nord-ovest del Civetta lungo la famosa via Solleder e la ripetizione della via Bonatti al Petit Dru sul massiccio del Monte Bianco. Piazza racconta, con un filo di costruttiva provocazione, la sua visione sul contrastato mondo dell’alpinismo lecchese, sempre preso fra polemiche e battibecchi, e riflette sulla direzione che sta prendendo l’alpinismo moderno.

Sabato 18 aprile ore 21.00: STILL ALIVE
Austria, 2017, 88 minuti
Regia di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber
Replica domenica 19 aprile ore 17.30
NB IN LINGUA ORIGINALE (TEDESCO) SOTTOTITOLATO IN ITALIANO
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=6P09r0Ro__8
Gert e Oswald sono compagni di studi all’Università di Innsbruck e decidono di partire per il Kenya in compagnia di Ruth, futura moglie di Oswald. Mentre Ruth si trova a Mombasa, i due amici si dedicano alla scalata del Monte Kenya. Ma al momento di tornare indietro vengono sorpresi da una perturbazione e Gert precipita rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie più avvincenti di salvataggio in alta quota, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.

Domenica 19 aprile ore 21.00: SULLE TRACCE DELLA SALAMANDRA
Italia, 2009, 54 minuti
Regia di Pino Brambilla
Replica lunedì 20 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=z1ZF_98p_IU
Il film racconta la storia dei minatori e delle donne che, fin da giovanissimi, erano impiegati nell’attività mineraria in Valmalenco, per quasi un secolo rivolta principalmente all’estrazione dell’amianto, minerale conosciuto nel Medioevo con il nome di “lana di Salamandra”. Un ex cavatore della Valle ripercorre gli antichi sentieri che portavano alle miniere, persino nel cuore della montagna, alla riscoperta dei giacimenti amiantiferi e dell’antica tecnica della filatura dell’amianto.

Sull’Aspromonte si rivede il capriolo italico

Il posto giusto dove rilassarsi? Nel Chianti vitigni, colline e case di campagna

Colline, borghi dove il tempo si è fermato, fortezze, pievi e case di campagna. Ogni stagione è buona per visitare il Chianti, il posto giusto dove rilassarsi e trovare temperature più miti.

Tradizioni,  storia e  cultura del vino e del buon cibo fanno di questo territorio uno tra i più belli della Toscana. Elemento caratteristico del paesaggio agrario chiantigiano sono, infatti, i filari di viti che si alternano agli oliveti. Gli oltre 7.200 ettari di vigneti iscritti all’Albo della D.O.C.G. per la produzione di Chianti Classico fanno di questa denominazione una delle più importanti d’Italia.

Il clima, quindi il terreno e le diverse altitudini fanno del territorio del Chianti una regione vocata alla produzione di vini di qualità. Castelli, borghi e piccoli paesi, case coloniche, ville rinascimentali, spesso seminascosti da boschi e valli, costruiti nella pietra emergevano come elementi naturali del paesaggio. Sono tutti gioielli che in parte si offrono ancora oggi agli occhi di un visitatore più attento.

 

Tre progetti delle Alpi Marittime celebrano il “World Wetland day”

Le aree umide, insieme alle barriere coralline, sono gli ambienti con la più elevata ricchezza di specie animali e vegetali al mondo e svolgono, inoltre, un ruolo essenziale nell’assorbire e immagazzinare carbonio, contribuendo a proteggerci dai cambiamenti climatici.

Sono ambienti così importanti che già nel 1971, a Ramsar (Iran) fu firmata l’adozione di una Convenzione internazionale e da alcuni anni, quel giorno, il 2 febbraio, è diventato World Wetland day, giornata per sensibilizzare la cittadinanza sul ruolo ecologico delle zone umide.

Nelle Aree Protette Alpi Marittime questo habitat è molto diffuso e quello di maggior estensione è nella Riserva naturale Crava Morozzo collocata al fondo di una profonda incisione delle pianura cuneese in prossimità del torrente Pesio e dei corsi d’acqua Brobbio e Pogliola. Si tratta di un territorio di 292 ettari di superficie al cui interno si intercalano diversi ambienti, zone umide, aree agricole, boschi misti della pianura alluvionale e anche due bacini idroelettrici che attraggono specie di uccelli acquatici di passo e ospitano diverse specie nidificanti.

In quest’area, in cui sono censiti ben otto habitat d’interesse comunitario, con le risorse del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2020 (op. 4.4.3) a fine 2019 è stato completato un progetto di perfezionamento e estensione delle aree umide presenti nella Riserva, cui si è affiancata una significativa attività di ricerca scientifica e di sperimentazione. Durante i tre anni del Psr con opere di ingegneria naturalistica sono state migliorate le condizioni di uno stagno esistente con la regolazione del regime idrico e quelle di un alneto (bosco di ontano nero) impaludato con la piantumazione di piantine di ontano nero e olmo ciliato.

Questo habitat, tutelato da una Direttiva europea, per la prima volta in Piemonte è stato riprodotto artificialmente e ha interessato una superficie incolta e abbandonata di quasi 9 mila metri quadri. Per la sua realizzazione è stato fatto un lavoro di disbosco e di pulizia dell’area, di raccolta sul posto di semi di olmo ciliato e di ontano nero e della loro selezione e coltivazione nel vivaio forestale regionale di Gambarello (Chiusa di Pesio). Parallelamente sono cominciate sperimentazioni di germinazione nel Centro regionale per la Biodiversità Vegetale “E. Burnat”, con sede nei locali del Parco naturale del Marguareis. La coltivazione “ex situ” (strategia per la conservazione di specie a rischio in ambiente artificiale cui ricorrere in caso di necessità per la reintroduzione in ambiente naturale) ha consentito di elaborare protocolli di conservazione delle due specie – olmo ciliato e ontano nero – e di conoscere le loro potenzialità di germinazione e di rigenerazione in natura.

La Corsica-Kalliste, per gli antichi greci é “la più bella”

Non ci sono limiti alle sensazioni che questa isola puó destare ed alle esigenze che può soddisfare, qui come in nessun altro luogo lo stimolo al viaggiare é forte, dietro ogni curva, dopo ogni rilievo si scoprono nuove emozioni nuove suggestioni che lasciano a bocca aperta liberando l’eterno bambino che é in noi. Benvenuti in Corsica, l’isola nel cuore del Mediterraneo.

Con circa un terzo del suo territorio protetto come parco naturale, e gran parte del litorale ancora non antropizzato, la Corsica, quasi spopolata (circa 35 abitanti/km²), basa buona parte della sua economia sul turismo, che raddoppia all’incirca la sua popolazione d’estate.
Alla ricettività, ben sviluppata e assortita per offerte e destinazioni (dall’alpinismo alla subacquea), si affianca la tradizionale economia agro-pastorale e vinicola, cui negli ultimi anni, pur tra difficoltà e contraddizioni, si aggiunge una timida apertura verso il terziario avanzato.

Il modo migliore per raggiungere l’isola é il traghetto. Da Vado Ligure partono quotidianamente le navi gialle di Corsica Ferries che proprio quest’anno compiono vent’anni di attività.

La Corsica, con i suoi 8.681 km² di superficie é poco più vasta dell’Umbria. É un vero e proprio paradiso. Infatti, più di 80 specie animali e vegetali uniche al mondo.

Oltre la metà della superficie dell’isola è coperta da una fitta boscaglia che gli isolani chiamano “macchia”, dal nome corso del cisto (mucchiu). Da nessun’altra parte il sottobosco sempreverde caratterizza così fortemente il paesaggio e in nessun altro luogo la vegetazione è tanto lussureggiante e impenetrabile quanto in Corsica.

La bella” era il nome che gli antichi greci avevano dato alla Corsica, ma il tempo sembra non essere passato e l’appellativo è tutt’ora più che valido. Non ci sono molti angoli del Mediterraneo nei quali trovare un’acqua così trasparente, sabbia soffice e bianca, vertiginose scogliere ed allo stesso tempo paesaggi suggestivi, valli, foreste e montagne ammantate di neve anche in piena estate.

Se la Corsica fosse un luogo mitologico, gli dei sicuramente l’avrebbero scelta come luogo dove trascorrere molto del loro tempo. Poi c’è l’indomito popolo corso che, per lingua e cultura, ci fa sentire a casa. Si vive in un’ atmosfera familiare grazie all’antica tradizione corsa dell’ospitalità. Un popolo gentile, semplice e fiero della propria terra, della propria cultura e della propria lingua. La Corsica è un mondo tutto da scoprire: mare, monti, vallate, fiumiciattoli, laghi e foreste, regalano emozioni uniche tra tradizioni, storia, cultura e sapori unici.

C’é una leggenda che i vecchi della Balagna raccontano ancora: “Si narra che Dio, un giorno, decidendo di creare un angolo idilliaco dove riposare in pace, prese una parte degli altopiani desertici della Spagna, i fiumi della Germania, le montagne dell’Italia, le foreste della Francia e li piazzò con un colpo deciso nel cuore del Mediterraneo, creando la Corsica”.