Costa Crociere sostiene la mostra “Hugo Pratt, da Genova ai Mari del Sud”

Costa Crociere è lieta di sostenere, in qualità di sponsor, la mostra “Hugo Pratt, da Genova ai Mari del Sud”, che si terrà a Genova, a Palazzo Ducale, dal 14 ottobre 2021 al 20 marzo 2022.

La partecipazione di Costa alla manifestazione nasce dalla volontà di ribadire il legame che unisce la compagnia a Genova da oltre 70 anni, e di sostenere le iniziative volte alla promozione della città e della sua offerta culturale e turistica, come già avvenuto recentemente in occasione dell’evento “Genova Jeans”.

Genova è anche il filo conduttore che accomuna Costa Crociere a Hugo Pratt. Il personaggio più famoso di Hugo Pratt, Corto Maltese, è nato proprio in questa città alla fine degli anni ’60, quando la “Linea C”, antesignana di Costa Crociere, era ormai divenuta sinonimo di vacanza in mare, con navi all’avanguardia, come la mitica “Eugenio C”, e formule innovative, come il “volo + crociera” ai Caraibi.

Ma Genova non rappresenta l’unico punto di contatto tra Costa Crociere e questa mostra. Le storie di Hugo Pratt, a cominciare da quelle del marinaio giramondo Corto Maltese e dei suoi incredibili compagni, parlano di mare, avventura, figure affascinanti, isole lontane ed esotiche. Leggendo le strisce di Hugo Pratt siamo trascinati in un viaggio fantastico, alla scoperta di nuove meraviglie.

Lo stesso concetto di viaggio per mare e di scoperta che caratterizza le crociere Costa. La compagnia ha rinnovato la sua offerta puntando sull’esplorazione delle destinazioni tramite esperienze uniche, a bordo come a terra. Per costruire queste esperienze, Costa ha lavorato su tre elementi principali – gastronomia, escursioni, sostenibilità – comunicati attraverso una nuova visual identity e in linea con il “Manifesto per un turismo di valore, sostenibile e inclusivo”, il decalogo che riassume l’impegno di Costa Crociere per crescere insieme alle comunità locali e promuovere un viaggio attento e responsabile.

 “Siamo lieti di aver contribuito a questa prima bellissima mostra dedicata a Hugo Pratt, che segna anche il ritorno della nostra collaborazione con Palazzo Ducale. Come abbiamo già fatto di recente con Genova Jeans, la nostra partecipazione nasce dalla volontà di sostenere iniziative volte alla promozione della città, ancor più importanti in un momento di ripresa del turismo e della vita culturale dopo il difficile periodo della pandemia – afferma Rossella Carrara, Vice President Corporate Relations and Sustainability di Costa Crociere – Le storie dei personaggi di Hugo Pratt, a cominciare da Corto Maltese, sono un’icona del viaggio in mare e dell’esplorazione di nuove destinazioni, elementi che sono proprio al centro dell’esperienza di vacanza proposta da Costa”.

A Palazzo Reale la prima grande mostra monografica dedicata a Tullio Pericoli

Nelle sale dell’Appartamento dei Principi a Palazzo Reale dal 13 ottobre 2021 sino al 9
gennaio 2022 si terrà la mostra monografica dedicata all’opera di Tullio Pericoli, artista
marchigiano, milanese dal 1961.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Skira Editore e Design Terrae, l’esposizione è curata dal critico d’arte Michele Bonuomo, in collaborazione
con l’artista, e realizzata nell’allestimento da Pierluigi Cerri.

La mostra vuole essere un punto di riflessione e un omaggio alla grande carriera di Tullio
Pericoli, artista con una attività feconda e multiforme, le cui opere hanno trovato accoglienza in esposizioni, pagine di giornali, volumi, committenze. Un’attività che nell’ultimo ventennio si è concentrata sul paesaggio, ma non si possono non ricordare i suoi ritratti di personaggi della cultura, pubblicati in tutto il mondo e le sue incursioni nelteatro, con le messe in scena di opere per l’Opernhaus di Zurigo e il Teatro alla Scala di Milano.

“Tullio Pericoli è rigoroso pittore di se stesso – scrive il curatore Michele Bonuomo –
mai disponibile ad opportunismi e a compromessi di sorta. Nella sua lunga pratica
di pittura si è immedesimato nel paesaggio naturale o in quello di un volto umano, suoi
alter ego, muoven- dosi con disinvolta sprezzatura tra minuscolo e immenso nel tracciare e
annotare “vedute” autobiografiche”.

“Dipingo paesaggi – scrive Tullio Pericoli – per apprendere la loro lingua e leggere le loro
pagine. Una lettura che parte sempre dalla geologia. Li dipingo anche per ricordare che non
ci si può e non ci si deve liberare della memoria, per seguire una storia che strato sotto strato si snoda pertempi infiniti.

Ma questo forse non è del tutto vero. Non dipingo paesaggi per fare paesaggi. Li dipingo soprattutto per il piacere di dipingere, e di fare un quadro dopo l’altro”.

L’esposizione traduce un progetto particolarmente complesso per diversi aspetti, tra i quali il numero di opere – oltre 150, che vanno dal 1977 al 2021 – una raccolta imponente che contiene una grande parte dell’ultima produzione dell’artista, che si inscrive nella sua riflessione sempre attiva sul paesaggio.

Imperdibile la stanza dedicata ai ritratti: fisionomie fedeli e al tempo stesso trasfigurate; una sorta di assemblea delle figure più importanti della scena culturale internazionale, amici, colleghi, ispiratori. Una esposizione importante, unica, un doveroso omaggio della città di Milano a un artista che ormai da cinquant’anni ha deciso di appartenervi.

Il catalogo, con testi di Roberto Calasso, Giuseppe Montesano, Michele Bonuomo e Tullio
Pericoli, è pubblicato dalla casa editrice Skira. “Da quando lo conosco – sono molti anni, ormai – il segno di Pericoli – scrive Roberto Calasso nel testo che gli ha dedicato in occasione di questa mostra – mi ha dato l’impressione che ci intendiamo. Impressione rara, insieme psicologica e morfologica. Me ne accorsi subito con i ritratti. E poi non meno in certi paesaggi di cui sappiamo che non li incontreremo mai e siamo grati perché esistono”.

“Guardate bene una sua tela – scrive sul catalogo Giuseppe Montesano –, un paesaggio
o un ritratto o un frammento: guardatelo con lo sguardo imprevisto che si sorprende e con lo sguardo contemplatore che si lascia sommergere…Pericoliragiona per contatti e lega un albero a un cosmo, un fiore a un sasso, un occhio a un dito, una parola a un mare, uno sgraffio a un pensiero, un teorema a una passione, una linea a un buio, un bambino a un sogno…”.

Tullio Pericoli. Frammenti
Milano, Palazzo Reale, piazza Duomo 12
13 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
Orari
da martedì a domenica dalle ore 10:00 alle 19:30, giovedì fino alle 22:30.
Chiuso lunedì
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Biglietti
Intero 6,00 Ridotto 4,00
Informazioni online
palazzorealemilano.it
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Arte, premio Tarquinia a Silvia Celeste Calcagno

L’albisolese Silvia Celeste Calcagno ha vinto il prestigioso «Premio Tarquinia». Artista di Celle Ligure, ma attiva ad Albissola Marina ha vinto il prestigioso premio «Città di Tarquinia-Vasco Palombini» indirizzato ad eccellenti personalità artistiche nel campo della scultura ceramica.

L’artista è stata, infatti, protagonista della mostra «Italia: una generazione», a cura di Flaminio Gualdoni. Silvia Celeste Calcagno si è aggiudicata il premio con l’opera «Zero», un’installazione di grandi dimensioni ( 230 x 400) studiata appositamente per l’abside di San Pancrazio. Così descrive Flaminio Gualdoni la ricerca di Silvia Celeste Calcagno nel catalogo edito Archeoares: «Silvia Celeste Calcagno ragiona da sempre, e qui con un’operazione di decifrazione del luogo architettonico stesso, sul doppio registro della sostanza materiale e dell’immagine come apparenza, come pelle che, dai tempi della brocchetta cretese di Gurnià, si eccita nel tentare una misura diversa dal corpo».

La giuria che ha indicato nell’opera della Calcagno la migliore era composta da Claudia Casali, direttrice del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza; Mariastella Margozzi, soprintendente del Polo museale della Puglia e storica dell’arte già direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma; Massimiliano Tonelli, direttore della rivista «Artribune»; Ugo La Pietra, scultore ceramista di fama internazionale e Paola Palombini, rappresentante della famiglia erogatrice del premio.

Il riconoscimento (5 mila euro nella forma del premio-acquisto) è stato assegnato presso l’Auditorium San Pancrazio di Tarquinia dove è allestita la mostra delle opere partecipanti. Questa la motivazione del premio. «E’ stato particolarmente apprezzato il lavoro e l’impegno nella realizzazione di una installazione “site specific”, in diaologo con la spiritualità del luogo».

La mostra «Italia: una generazione» ha visto protagonisti, oltre a Silvia Celeste Calcagno, Andrea Salvatori, Sissi, POL Paolo Polloniato e Nero/Alessandro Neretti e rappresenta uno spaccato della produzione ceramica contemporanea voluto da Flaminio Gualdoni che ha saputo mettere insieme cinque artisti, di cui tre Premi Faenza (tra cui la stessa Calcagno), le cui produzioni si differenziano nettamente, anche perché frutto di personalità dissimili.

Grandi mostre d’estate nella bella Parma

L’arte che genera emozioni conquista il cuore il Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020 + 2021, con due mostre speciali ed immersive.

Fino al 19 luglio 2020, un Van Gogh inedito suscita meraviglia negli spazi di Palazzo Dalla Rosa Prati, dove grazie a scenografici supporti multimediali ad altissima qualità il visitatore può entrare nelle opere del pittore olandese, nei suoi straordinari vortici di colore, nel suo universo creativo. L’esposizione Vincent Van Gogh Multimedia & Friends, prodotta dalla Navigare s.r.l. svela da punti di vista innovativi, attraverso dense pennellate e fascinazioni digitali, i ritratti e gli autoritratti, le nature morte, i dipinti sui lavori artigiani e contadini, i paesaggi di Van Gogh, le campagne olandesi e francesi in cui si rifugiava, gli influssi onirici orientali, i colori del tramonto e della notte che ora prendono vita. Nella stanza segreta, inoltre, si riconoscono i capolavori di autori amici dell’artista, come Monet, Degas e Renoir giunti a Parma da prestigiose collezioni private. La mostra è aperta dalle 9.30 alle 20.00 dal lunedì al venerdì e fino alle 21.00 il sabato e la domenica. Si consiglia di acquistare il biglietto direttamente online: www.vangoghmultimediaexperience.it (intero 12 euro, ridotto 10 euro, gruppi 8 euro, scuole 5 euro).

Fino al 19 dicembre 2020 una straordinaria cascata di fiori riempie di stupore e bellezza l’Oratorio di San Tiburzio di Parma per Florilegium, la prima personale italiana dell’artista britannica Rebecca Louise Law. Un’installazione, composta da 200mila fiori, dall’Achillea millefolium al Tortum, in costante e organico mutamento, espressione della ricerca dell’artista sull’evoluzione e sul deperimento dell’opera, spesso concepita come architettura floreale larger-than-life e scultura site-specific. Si potrà ammirare fino al 20 luglio e poi, dal 2 ottobre fino al 19 dicembre 2020. In collaborazione con Cosmoproject e Ad Personam, curata da OTTN Projects e inserita nel programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020, Florilegium è l’evento di punta di Pharmacopea – progetto di riscoperta dell’identità chimico-farmaceutica della Piccola Parigi, promosso dal Gruppo Chiesi e Davines. Gratuita e adatta ai bambini, Florilegium si può visitare da giovedì a sabato, dalle ore 10:00 alle ore 18:00 fino al 20 luglio. Per visitarla dal 2 ottobre fino al 19 dicembre 2020 verranno resi noti gli orari più avanti. www.pharmacopeaparma.it

Dal 29 agosto 2020 riparte l’attività espositiva a Palazzo Albergati di Bologna

Dal 29 agosto 2020 riparte l’attività espositiva a Palazzo Albergati di Bologna con i 57 capolavori di Monet e dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese quali Manet, Renoir, Degas e molti altri, provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, noto nel mondo per essere la “casa dei grandi Impressionisti”. Prevista dal 13 marzo al 12 luglio e bloccata dall’emergenza coronavirus, apre al pubblico la mostra ‘Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi’ che porta a Bologna un’anteprima assoluta: per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934, il Museo parigino cede in prestito un corpus di opere uniche, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo. “Era tutto pronto per l’inaugurazione prevista lo scorso 12 marzo, quando il dilagare della crisi sanitaria per il Coronavirus – commenta Iole Siena, Presidente del Gruppo Arthemisia – ha costretto i capolavori di Monet e dei più grandi Impressionisti a una brusca ritirata. Dopo cinque mesi il mondo non è più quello di prima e quello della cultura, particolarmente colpito dalla pandemia, sta vivendo una forte battuta d’arresto”.

“In questo contesto l’apertura di una mostra eccezionale come ‘Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi’ – dice ancora Iole Siena – va in controtendenza rispetto al panorama internazionale ed emoziona più del solito, perché aprirla significa gettare il cuore oltre l’ostacolo, superare paure e incertezze e prediligere l’interesse del pubblico rispetto al proprio”. La mostra resterà aperta fino al 14 febbraio 2021. Per garantire l’accesso alla mostra nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza, a partire da lunedì 6 luglio saranno aperte le prevendite sul sito www.ticket.it. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00) e potranno entrare 25 persone ogni 20 minuti, per un massimo di 75 visitatori all’ora, con obbligo di indossare la mascherina. Il percorso espositivo che vedrà primeggiare – accanto a capolavori dell’impressionismo francese come Ritratto di Madame Ducros (1858) di Degas, Ritratto di Julie Manet (1894) di Renoir e Ninfee (1916-1919 ca.) di Monet – opere inedite per il grande pubblico perché mai uscite dal Musée Marmottan Monet.

È il caso di Ritratto di Berthe Morisot distesa (1873) di Édouard Manet, Il ponte dell’Europa, Stazione Saint-Lazare (1877) di Claude Monet e Fanciulla seduta con cappello bianco (1884) di Pierre Auguste Renoir. La mostra Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi vuole anche rendere omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori – tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra – che, a partire dal 1932, hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista.

Riapre la mostra di Leonardo Da Vinci al Palazzo della Cancelleria

Venerdì 19 giugno finalmente la mostra “Leonardo da Vinci. Il Genio e le Invenzioni – Le Grandi Macchine interattive”, allestita a Roma presso il Palazzo della Cancelleria, e diretta da Augusto Biagi, riapre le porte.

Dopo le lunghe settimane di lockdown per l’emergenza sanitaria, la Mostra riapre al pubblico garantendo la massima sicurezza grazie all’attuazione di tutte le norme del protocollo previsto e i dispositivi di sicurezza.

La struttura, infatti, si è adeguata alle nuove disposizioni per garantire al pubblico di godersi in sicurezza la mostra sul grande genio e artista che ogni anno attira milioni di turisti da tutto il mondo.

Da lunedì al venerdì la mostra sarà visitabile dalle ore 09:30 alle 14:00 e dalle ore 16:00 alle 19:30, il sabato e la domenica, invece, ci sarà orario continuato dalle ore 09:30 alle 19:30.

INFO

Mostra “Leonardo da Vinci. Il Genio e le Invenzioni – Le Grandi Macchine interattive”,
Palazzo della Cancelleria
Piazza della Cancelleria, 1 – Roma
Tel. 06 69 88 76 16

www.mostradileonardo.com
ORARI
lunedì – venerdì | 09.30 – 14.00; 16.00 – 19.30
sabato – domenica | 09.30 – 19.30

A settembre a Piacenza la mostra “La Rivoluzione siamo noi”

Dopo l’emergenza Coronavirus che ne aveva interrotto il cammino, dal 26 settembre 2020 al 10 gennaio 2021, riapre la mostra “La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo”, ospitata da XNL Piacenza Contemporanea, il centro culturale interamente dedicato all’arte contemporanea della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
La rivoluzione siamo noi, curata da Alberto Fiz, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, col patrocinio del MiBACT – Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della Regione Emilia-Romagna, con un progetto di allestimento di Michele De Lucchi e Amdl Circle e la consulenza scientifica del Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, presenta oltre 150 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramovic, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità.
Il percorso si completa alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi – i cui locali sono attigui a quelli di XNL – dove una serie di lavori di artisti tra cui Ettore Spalletti, Wolfgang Laib, Fabio Mauri, Gregor Schneider, Pietro Roccasalva, dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento, raccolti dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi che costituisce un fondamentale modello di riferimento.

Da Donatello a Riccio, la nostra da non perdere a Padova

Riaperta al pubblico dopo il lockdown già dal 20 maggio scorso grazie al grande impegno di tutto lo staff del Museo diocesano di Padova, la mostra A NOSTRA IMMAGINE. Scultura in terracotta del Rinascimento. Da Donatello a Riccio nelle Gallerie di Palazzo Vescovile, viene ora prorogata sino al 27 settembre 2020.

Una lunga estate d’arte per permettere a tutti di venire a Padova a visitare in sicurezza una mostra già molto apprezzata dalla stampa e dalla critica.

Il protocollo di visita appositamente studiato sulla base delle Linee guida regionali sulla riapertura al pubblico di musei, archivi e biblioteche, prevede l’accesso contingentato, la sicurezza dei locali, la possibilità anche di visite guidate in piccoli gruppi garantendo il distanziamento sociale, la necessità di indossare mascherina e guanti e di sottoporsi al controllo della temperatura corporea.

Da giovedì 4 giugno la mostra osserverà un orario necessariamente ridotto ma reso possibile dalla grande disponibilità dello staff tutto del museo:

Giovedì e venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

La segreteria della mostra è operativa telefonicamente al numero 049 8226159 per dare tutte le informazioni al pubblico e raccogliere prenotazioni e all’indirizzo: info@museodiocesanopadova.it

A NOSTRA IMMAGINE Scultura in terracotta del Rinascimento Da Donatello a Riccio è il frutto di un progetto di restauro e di una campagna di ricerca che ha portato anche interessanti novità tra cui il ruolo centrale di un plasticatore di origine cremasca, Giovanni de Fondulis (a cui sono state attribuite definitivamente alcune terrecotte del territorio diocesano), e la vivacità della sua bottega padovana, rimasta attiva per oltre un ventennio nella seconda metà del Quattrocento. Ma la mostra ha portato anche nuove scoperte, tra cui la Madonna del monastero della Visitazione, che dopo la rimozione delle integrazioni ottocentesche e delle pesanti ridipinture, si è rivelata un capolavoro della tarda attività di Giovanni de Fondulis, e nuove attribuzioni, come la paternità a Pietro Lombardo, da parte dello studioso Francesco Caglioti, della Madonna proveniente dal Museo del Bargello, precedentemente attribuita a Antonio di Chellino.

Il ricco catalogo della mostra, edito da Scripta edizioni, documenta tutta l’esposizione e il progetto culturale che la motiva. Acquistarlo direttamente al Museo diocesano è un modo per sostenere sia il percorso di recupero di opere del territorio, sia la mostra, tanto penalizzata da questi due mesi di chiusura forzata. Per quanti sono interessati ad acquistarlo, ma impossibilitati a raggiungere la mostra fisicamente, il catalogo può essere richiesto alla segreteria che provvederà alla spedizione postale.

La mostra A nostra immagine. Sculture in terracotta del Rinascimento DA DONATELLO A RICCIO è promossa e organizzata dal Museo diocesano di Padova e dall’Ufficio diocesano Beni culturali, con la collaborazione dell’Università di Padova – CIBA Centro per i beni culturali, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso e ha il patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Padova, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.
La realizzazione è stata possibile grazie al contributo speciale di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e ai contributi di Camera di Commercio di Padova, Fondazione Alberto Peruzzo, Fondazione Antonveneta, Ravagnan, Sirman, Confartigianato, dell’8per mille della Chiesa cattolica e di numerosi altri sostenitori.

#Iorestoacasa con Leonardo Da Vinci: parte il nuovo blog per intrattenere i visitatori da casa

La Mostra di Leonardo Da Vinci – il Genio e le Invenzioni, situata al Palazzo della Cancelleria di Roma, è attualmente chiusa al pubblico a causa del Covid-19. Per poter intrattenere i suoi visitatori ha realizzato un blog con tante curiosità, approfondimenti, foto, video e contest a premi, sul Genio di Leonardo che sarà aggiornato settimanalmente.

In un momento di difficoltà che sta attraversando il nostro Paese e non solo, lo scopo della Mostra è quello di contribuire a diffondere la creatività di Leonardo dando la possibilità a tutti, attraverso il web, di vivere la magia del suo protagonista, delle sue invenzioni e del suo genio ingegneristico.

Il blog proporrà l’approfondimento di vari esempi della ricerca scientifica di Leonardo, mostrando al pubblico i segreti delle macchine da lui progettate che sono apprezzabili all’interno della Mostra. In questo modo si potrà ammirare la visione scenica e dinamica del mondo di Leonardo, e anche l’abilità e la sofisticata tecnologia con cui sono state realizzate le macchine, raggruppate nella mostra in 4 sezioni: AriaAcquaTerra e Fuoco, a cui va aggiunta una parte dedicata agli “elementi macchinali”. Nella sezione Acqua, per esempio, è possibile ammirare il guanto palmato, la sega idraulica o la vite di Archimede; in Aria il paracadute, l’ornitottero e l’anemometro; in Fuoco il carro armato, la bombarda, l’antica mitragliatrice e, infine, nella sezione Terra, la gru girevole, il laminatoio e la macchina a stampa. Tra i meccanismi sono stati ricostruiti, seguendo i disegni leonardeschi, il volano, il cuscinetto a sfera, la vite senza fine… e tante altre le macchine esposte in mostra.

Curiosità e ambizione. Sono queste le prime qualità di Leonardo, quelle che gli hanno consentito di osservare in profondità la vita e di vincere tutte le sfide che quest’ultima ha posto sulla sua strada. Leonardo da Vinci ha costruito il suo percorso artistico e scientifico su una costante fame di conoscenza, che l’ha mantenuto sempre vitale, creativo, interessato alla scoperta, indirizzato con la mente verso il progresso.

Il blog di Leonardo Da Vinci sarà online da oggi al seguente indirizzo https://www.mostradileonardo.com/blog/

“Tex. 70 anni di un mito”, a Siena una mostra da non perdere

Fino al 26 gennaio 2020, il complesso di Santa Maria della Scala di Siena ospita la mostra “Tex. 70 anni di un mito”.

Curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto italiano, in collaborazione con la redazione di Sergio Bonelli Editore e COMICON, l’esposizione racconta la storia della fortuna editoriale del personaggio Tex che, grazie al suo profondo senso di giustizia e alla sua generosità, è riuscito, dal 1948 a oggi, a entrare nelle abitudini di lettura degli italiani e a diventare un vero e proprio fenomeno di costume.

Era il 30 settembre 1948, infatti,quando nelle edicole italiane usciva il primo numero di Tex, personaggio creato da Gianluigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini, destinato a diventare il più amato eroe del fumetto italiano e uno dei più longevi del fumetto mondiale.

Nella mostra, i visitatori possono ammirare, tra i tanti documenti, la prima vignetta di Tex in più lingue, il ritratto di Gianluigi Bonelli e famiglia realizzato da Ferdinando Tacconi, le fotografie di Aurelio Galleppini e la macchina da scrivere di Gianluigi Bonelli: l’Universal 200 decorata dallo stesso Bonelli e conservata nella sala riunioni della Casa editrice, con la quale sono state create le prime storie di Tex.

Nel corso dei suoi settant’anni, Tex ha avuto quattro sceneggiatori principali, le cui narrazioni potranno essere ammirate al Santa Maria della Scala: Giovanni Luigi Bonelli (Milano, 22 dicembre 1908 – Alessandria, 12 gennaio 2001), creatore del mito di Tex, seguito, nel 1976, dal figlio Sergio Bonelli, che firma il fumetto con lo pseudonimo di Guido Nolitta; Claudio Nizzi, che subentra nel 1983, mescolando al western elementi tipici del genere poliziesco, e infine, dal 1994, Mauro Boselli, attuale curatore che riporta Tex alle origini.

In mostra sono esposte le prime pagine di alcuni quotidiani che consentiranno, inoltre, di ripercorrere settant’anni di storia italiana: una sorta di parallelo tra le avventure del coraggioso Ranger e le vicende del nostro Paese.

Uno spazio è interamente dedicato all’esposizione dei materiali a opera di due noti fumettisti senesi: Giovanni Ticci, che nel 1968 firmò la sua prima avventura texiana, e Alessandro Bocci, disegnatore per Sergio Bonelli Editore dal 2001.

In occasione dell’esposizione è stato pubblicato, a cura di Sergio Bonelli Editore, il catalogo Tex. 70 anni di un Mito con introduzione di Davide Bonelli, testi di Gianni Bono, Graziano Frediani, Luca Boschi e Luca Barbieri, ricco di materiali rari, disegni e testi legati alla storia di Tex Willer.

“Inge Morath. La vita. La fotografia”, a Roma una mostra della celebre fotoreporter da non perdere

Nella lunga e intensa carriera di Inge Morath, non poteva mancare Roma, la Città Eterna. Quando nel 1954 si reca per la prima volta nella Capitale, la fotografa americana ha da poco iniziato a lavorare per l’agenzia Magnum. Ora Roma ospita nel Museo di Roma in Trastevere la sua retrospettiva italiana: “Inge Morath. La vita. La fotografia”, aperta al pubblico dal 30 novembre al 19 gennaio 2020.Il percorso espositivo si sviluppa in 12 sezioni che ripercorrono tutte le principali esperienze professionali e umane di Morath, attraverso circa 140 fotografie e decine di documenti originali. Compaiono anche immagini, realizzate da grandi maestri come Henri Cartier-Bresson e Yul Brinner, che ritraggono Inge Morath in diversi momenti della sua carriera.Viaggiatrice instancabile, poliglotta, donna dai poliedrici interessi e di profonda cultura, Morath nasce a Graz, in Austria, nel 1923.

Cresciuta in un ambiente colto e intellettuale, studia lingue romanze all’università di Berlino e ama viaggiare. Non teme barriere culturali, linguistiche o geografiche. La meta del suo primo viaggio in Italia è Venezia. Proprio nella Laguna prende corpo la passione per la fotografia, quando Inge rivolge il suo obiettivo verso i luoghi meno frequentati e i quartieri popolari della città, cogliendo le persone nella loro quotidianità. Un soggiorno più lungo, nell’autunno 1955, è dedicato agli scatti per il volume illustrato “Venice Observed” della storica dell’arte Mary McCarthy.

A Roma, Inge ritorna invece nel 1960 per un lavoro su commissione: fotografare la bellissima attrice e modella Rosanna Schiaffino, che immortala all’interno della sua abitazione romana. Nei pochi anni che intercorrono tra i due momenti romani, Inge Morath si è ormai affermata. Il suo sviluppo è stato graduale. Dopo l’esordio come traduttrice e scrittrice in Austria, aveva iniziato a scattare nel 1952. L’anno successivo, grazie a Robert Capa, comincia a lavorare per Magnum Photos a Parigi.

Il suo primo importante reportage, datato 1953, è dedicato ai “Preti operai”. È di questi anni l’incontro con Henry Cartier-Bresson, con cui inizia un sodalizio decennale che ne segnerà l’esistenza. Proprio nel 1960, l’anno del ritratto di Rosanna Schiaffino, Inge accompagna infatti Cartier-Bresson a Reno, per lavorare sul set de “Gli Spostati”, pellicola con Marilyn Monroe e Clarke Gable diretta da John Huston. Qui scatta uno dei suoi più bei ritratti: una Marilyn quasi scomposta che sola, lontana dal set, prova dei passi di danza. Durante le riprese Inge conoscerà lo scrittore e drammaturgo Arthur Miller, sceneggiatore della pellicola, che diventerà suo marito nel 1962.Che si trattasse di celebrità o di gente comune, di singole persone o di comunità, le sue sono immagini che sanno cogliere le intimità più profonde dei soggetti. Riesce a fissare l’anima di grandi artisti – da Henri Moore, a Alberto Giacometti, Jean Arp, Pablo Picasso – e di scrittori come André Malraux, Doris Lessing, Philip Roth e celebrità come Igor Stravinskij, Yul Brynner, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Pierre Cardin, Fidel Castro. Immortala l’anima dei luoghi. Imperdibili le sue foto della casa di Boris Pasternak, della biblioteca di Puskin, della casa di Cechov, degli studi di artisti permeate dallo spirito delle persone che vi avevano vissuto.Inge Morath è stata, soprattutto, una viaggiatrice. Nel corso della sua carriera ha realizzato reportage fotografici in Spagna, Medio Oriente, Stati Uniti, Russia e Cina, tutti preparati con cura maniacale.

La sua conoscenza di diverse lingue straniere le ha permesso di analizzare in profondità ogni situazione e di entrare in contatto diretto e profondo con la gente. Preparazione, conoscenza, empatia. Così può giungere al momento magico, quello della “chiusura dell’otturatore. Un momento di gioia, paragonabile alla felicità del bambino che in equilibrio in punta di piedi, improvvisamente e con un piccolo grido di gioia, tende una mano verso un oggetto desiderato”.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Marco Minuz, Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl. Organizzazione: Suazes, in collaborazione con Fotohof e Magnum photos, e con il supporto di Zètema Progetto Cultura. Catalogo: Silvana editoriale. L’ingresso è gratuito per i possessori della MIC Card.

Un viaggio tra gli enigmi e i misteri di De Chirico

A Palazzo Reale di Milano é in corso la grande mostra su Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) che corona le celebrazioni internazionali dedicate a uno dei più geniali e controversi protagonisti dell’arte del ventesimo secolo.

L’esposizione, grazie ad opere provenienti dai principali musei internazionali tra cui il il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, The Menil Collection di Houston, collezioni private e Musei Italiani come la Pinacoteca di Brera, il Museo del Novecento di Milano, il MART di Rovereto, la GAM di Torino, la Peggy Guggenheim di Venezia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, narra l’eccezionale vicenda artistica del Pictor Optimus nei suoi aspetti più straordinari.

Un viaggio nella complessità dell’opera di de Chirico densa di enigmi e misteri pittorici e che si svela, nelle sale di Palazzo Reale, come un ricco racconto di grande attualità. Un percorso costruito sulle immagini e sulla sua pittura “vista da vicino”, dal mondo della mitologia greca carico di memorie famigliari al rapporto con la figura materna, “la centauressa” Gemma de Chirico, alla scoperta rivoluzionaria ed inaudita della pittura metafisica che influenzò tutti i pittori surrealisti e folgorò, tra gli altri, René Magritte, Max Ernst, Salvador Dalì.

Un progetto espositivo quindi per riuscire a vedere con uno sguardo inedito la complessità e le molteplicità di un inventore instancabile che ha segnato la pittura internazionale del Novecento.