Artesina “innevata” e pronta ad accogliere le famiglie nel terzo week end di febbraio

Arriva la neve ad Artesina con 25 centimetri a imbiancare la Turra  tra lunedì e martedì. Una sorpresa speciale dopo varie giornate con cannoni in funzione per rendere perfette le piste a disposizione di tutti gli appassionati di sci e di tanti club nazionali e internazionali che le utilizzano per i loro allenamenti. Gli impianti sono aperti dalle 8:30 alle 16:30 e skipass acquistabile direttamente alle biglietterie oppure online su www.artesina.it se in possesso del supporto-key card.

Per la seconda metà di febbraio, sono così attese le famiglie con possibilità di godere di giornate di sport e relax. Artesina è, infatti, la “stazione a metri zero” con molteplici servizi a disposizione senza dover ricorrere all’automobile. La Piazza Pedonale resta il fulcro di numerose attività con possibilità di ristoro presso bar e ristoranti e di noleggiare l’attrezzatura per sciare presso numerosi esercizi commerciali. Una vera e propria montagna amica, oggetto di numerose attenzioni da parte dei gestori che ogni anno effettuano investimenti tesi a migliorare i servizi per gli utenti.

Aggiornamenti in tempo reale sulla pagina www.facebook.com/Artesina e sul sito www.artesina.it

Guarda Artesina in diretta qui http://www.artesina.it/page.asp?PG=webcam&W=153

Video sulla Turra https://www.facebook.com/Artesina/videos/1004646420393942

Artesina verso San Valentino con un week end di benessere e relax

La stagione invernale di Artesina prosegue nel migliore dei modi con l’opportunità per gli sciatori di usufruire di tutto il dislivello sciabile. Piste curate alla perfezione, collegamenti Mondoleski aperti così come l’accesso dal Rastello, in Valle Ellero.

E’ una stagione “avara” di precipitazioni nevose ma le operazioni di innevamento artificiale consentono di poter godere di una neve di 30-60 cm in forma compatta, per un manto ben consolidato. Impianti aperti dalle 8:30 alle 16:30 e skipass acquistabile direttamente alle biglietterie oppure online su www.artesina.it se in possesso del supporto-key card.

Artesina, alla vigilia di San Valentino, propone un week end all’insegna del relax di coppia in quota. Appuntamento con il benessere, in collaborazione con l’Hotel Marguareis, dove sarà anche possibile prenotare il pernottamento. Torna così in azione il Medical Beauty Service ed è possibile avere ulteriori informazioni o prenotare la propria seduta al numero 347.0335937

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Un patto tra montagna e città, la proposta di ASviS l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, di cui fa parte anche il Club alpino italiano, pubblica oggi un nuovo position paper intitolato “Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile”. Lo studio mette in evidenza scenari e proposte tramite cui si affermano i principi della sostenibilità nella programmazione economica e sociale delle aree interne e di montagna in Italia, analizzando le esperienze degli ultimi anni ed evidenziando la necessità di dotarsi di un’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna elaborata dal CIPESS, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il position paper auspica ci sia una programmazione adeguata, coordinata dalle istituzioni governative e attuata ai diversi livelli dalle amministrazioni locali e dalle agenzie pubbliche, che sappia declinarsi sui territori rispettandone le diversità, integrandosi con le specificità geografiche, economiche, sociali e culturali. Un approccio che sia coerente e dia profondità a quanto già realizzato, in primis dalla Strategia nazionale per le aree interne – Snai 2014-2020 per la quale purtroppo sono stati spesi solo il 5,1% dei 279 milioni di euro previsti, ipotizzando meccanismi per renderla maggiormente efficace.
L’auspicio passa dalla messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr e dal rafforzamento della Strategia nazionale delle Green community, finalizzata ad affrontare le disuguaglianze, nonché dall’approvazione dell’annunciata legge-quadro sulla montagna. Per coordinare queste diverse iniziative è necessaria l’Agenda proposta nel documento.

“Dobbiamo costruire un nuovo patto tra la montagna e le città, non solo per ridurre le disuguaglianze ma anche per preservare la biodiversità delle aree interne, condizione fondamentale per garantire l’esistenza dei servizi ecosistemici, alla base del nostro benessere” afferma Erminio Quartiani, rappresentate Club Alpino Italiano – Cai nell’ASviS e moderatore con Elena Torri del sottogruppo “Aree interne e montagna” del gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASviS “Città e comunità sostenibili” che ha curato l’elaborazione del position paper. Per Quartiani “Gli interventi da realizzare con le grandi risorse in arrivo devono essere attuati alla luce di un coordinamento centrale da parte del CIPESS ma devono allo stesso tempo perseguire modelli di sviluppo non centralistici, basati sull’autogoverno delle comunità locali”.
“Per intervenire adeguatamente dobbiamo tenere in considerazione la complessità dei parametri che definiscono le aree interne. Non solo la distanza dai servizi essenziali per i cittadini ma anche i fattori climatici, biografici e fisiografici – sostiene Elena Torri, stakeholder engagement per Fondazione Unipolis – Come emerge dalle proposte del position paper serve una maggiore connessione tra le diverse strategie adottate finora, dalla Snai alle Green Community, e l’attenzione a valutarne i passi avanti anche alla luce degli obiettivi e dei target dell’Agenda 2030, concretizzando i principi di sostenibilità, equità e giustizia sociale”.

Con questa pubblicazione il dibattito promosso dall’ASviS sull’attuazione dell’Agenda 2030 nei territori si arricchisce di nuove proposte che mettono l’accento sull’esigenza di “rendere le aree interne e le montagne più vivibili e attraenti, specialmente per i giovani. Territori da non abbandonare ma verso cui trasferirsi, snodi fondamentali di una transizione economica, sociale e soprattutto culturale imperniata sulla ricerca di nuovi modi di concepire il benessere” sostiene Walter Vitali che, con Silvia Brini, coordina il gruppo di lavoro sul Goal 11 per l’ASviS.

Finalmente si scia, Artesina apre gli impianti sabato 27 novembre

Una bella notizia per chi ama la montagna e per tutto il comprensorio di Artesina. Sabato prossimo 27 novembre apriranno gli impianti della Turra e del Castellino . Si torna a sciare nel Mondolé e lo si farà per tutti i giorni, anche in settimana, fino a venerdì 3 dicembre. Poi, in base alle precipitazioni nevose (previste nei prossimi giorni) si deciderà per l’apertura anche di altri impianti.

“Noi siamo pronti, sarà una stagione importante”, sottolinea Paolo Palmieri, ceo di Artesina Spa. “Sento entusiasmo da parte della gente che ha desiderio di poter tornare in montagna e a sciare. Saremo attenti come sempre a tutti i protocolli di sicurezza perché è importante che si possa tornare tutti insieme a vivere la montagna e lo sci nel modo più bello e sicuro possibile”.

Nei prossimi giorni sono previste precipitazioni nevose, anche a bassa quota, e anche le temperature si abbasseranno. Un inverno ricco di neve sarà quanto mai importante per la ripartenza dopo un durissimo anno di stop.

“L’anno scorso è stato molto complicato e duro”, conferma Palmieri. “Noi facciamo il nostro lavoro al meglio, con passione, e speriamo di poter vivere una stagione intera con tanta neve e tanta gioia per chi tornerà a sciare, senza ulteriori brutte sorprese”.

Artesina e il comprensorio del Mondoleski sono a soli 30 minuti dal casello autostradale di Mondoví. (Autostrada A6). Una offerta di 130 km di piste (a regime con i collegamenti aperti) adatte a tutte le esigenze. Ad Artesina si scia a 2000 metri di quota e la stazione è ideale per le famiglie con il nuovo campo scuola e gli eventi con Pinky e la musica in Piazza.

“Le piste della Turra sono uno dei posti più belli di tutto l’arco alpino”, conferma Pietro Blengini, direttore della stazione sciistica. “Piste facili e sempre al sole aspettano ogni tipo di sciatore. Grazie a questo balcone unico sulle Alpi riusciamo ad aprire in anticipo per la gioia di chi non vede l’ora di rimettere gli sci ai piedi”.

Le casse sulla piazza di Artesina saranno aperte già da venerdì prossimo. Lo skipass potrà essere acquistato anche sul sito artesina.it dove ci sono anche tutte le ulteriori informazioni utili per vivere il comprensorio.

“Questa riapertura regala fiducia a tutto il mondo della montagna, così fortemente penalizzato dalla pandemia”, aggiunge Blengini. “Artesina con la costruzione del lago sulla Turra, la scorsa estate, conferma di essere fortemente orientata nell’implementazione dell’impianto di innevamento artificiale. Investimenti importanti per rendere la nostra stazione sempre più appetibile. E non dimentichiamo che questa riapertura è importante per le 50 famiglie dei lavoratori che a regime saranno impegnati qui così come per tutto l’indotto che supera le 250 persone tra maestri di sci, negozi, locali etc”.

Artesina conferma la sua vocazione al servizio dello sci e dello sport. “L’anno scorso abbiamo garantito la possibilità di sciare ai gruppi agonistici”, ricorda Paolo Palmieri. “Sono venuti Maestri addirittura da San Marino, e poi tanti sci club. E’ tornata Marta Bassino che già era stata protagonista sulle nostre piste con Federica Brignone e Sofia Goggia due anni fa”.

Piste amate che tornano a essere protagoniste dopo tanta incertezza. “La gente ha voglia di poter vivere giornate all’aria aperta e in massima sicurezza”, conferma Palmieri. “Noi abbiamo fatto tutto il necessario per soddisfare tutte le richieste tecniche. Tutte le nostre seggiovie e gli skilift sono all’aperto. Ci sono le migliori condizioni per respirare aria buona e vivere giornate serene”.

La Keycard su cui caricare lo skipass giornaliero può essere ritirata presso le biglietterie ma anche negli esercizi commerciali di Artesina. Online saranno aggiornate in tempo reale tutte le informazioni utili: dal sito ufficiale www.artesina.it alla pagina www.facebook.com/Artesina/. Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 0174242000 o scrivere alla mail posta@artesina.it.

Da zero a cinque anni, in montagna con i più piccoli

«I bambini, lo sappiamo, sono curiosi. Sono come carta assorbente. E toccare con le mani e con lo sguardo i segni del cambiamento, le forme e i colori, il passaggio delle stagioni o gli animali che fino a un momento prima identificavano solo in certe illustrazioni, li accompagna in uno straordinario percorso di scoperta e apprendimento». Scrive così Luca Calzolari, direttore della rivista del Club alpino italiano Montagne360, nell’apertura del focus del numero di maggio. Un focus che ha come protagonisti i piccoli tra gli zero e i cinque anni e si rivolge ai loro genitori. «Spetta a noi, mamme e papà, vincendo anche piccole pigrizie e piccole fatiche organizzative, decidere se offrire ai nostri figli la scoperta della natura, con tutte le sue implicazioni», continua Calzolari.

Gli articoli vogliono far comprendere che vivere la natura con i propri figli significa vivere e offrire loro esperienze di condivisione e relazione, educarli alla vita, al gioco libero, allo spazio aperto, alla fantasia, al movimento e all’avventura responsabile.
Tutti concetti, questi, di cui è pienamente consapevole il Club alpino italiano, all’interno del quale sono nati prima i gruppi di Alpinismo giovanile e poi i gruppi “Family Cai”.

Proprio a questi ultimi sono dedicati due contributi: l’intervista al responsabile del Family Cai Parma Fabrizio Russo e la testimonianza diretta di una coppia di genitori. Genitori che si sono avvicinati al Cai proprio grazie alle belle esperienze vissute in montagna con il gruppo Family delle Sezioni di Macherio e di Vedano al Lambro (MB). Completano il focus un contributo della Commissione centrale medica del Cai, che approfondisce l’importanza del contatto con la natura per la crescita equilibrata dei bambini, e una panoramica sulle dotazioni necessarie per andare in montagna con i più piccoli: dai passeggini agli zaini, dai capi di abbigliamento agli scarponcini.

Con un salto generazionale, M360 intervista Maria Reggio, che ha trascorso buona parte dei sui cento anni sui monti. Originaria di Savona, vive a Pollone, nel Biellese, e porta nel cuore il Rifugio Coda. Un’altra storia meritevole di essere raccontata è quella di Guido Trevisan, le cui vicende si intrecciano con quelle dei Rifugio Pian dei Facconi (che ha gestito per vent’anni) e dell’antica cestovia Fedaia. Il rifugio è stato distrutto da una valanga lo scorso dicembre e proprio Trevisan è ora impegnato in una raccolta fondi per ricostruirlo.

Restando alle interviste, spazio alla conversazione con Enrico Rosso, alpinista biellese che festeggia a giugno i 35 anni della “prima” alla parete Nord-Est dello Shivling, in Himalaya.

Per quanto riguarda la scienza, viene presentato un progetto di Club alpino italiano e Comitato glaciologico italiano per la valorizzazione dei segnali di misura alla fronte dei ghiacciai e viene dedicato un approfondimento ai geositi, luoghi caratterizzati da un patrimonio geologico in grado di raccontare la storia del nostro pianeta. Un altro approfondimento è dedicato al tema valanghe, con un’incursione sul versante Nord della Marmolada, area montana con una predisposizione ai grandi eventi valanghivi.

Su questo numero, inoltre, uno spazio è dedicato al quaderno con le memorie del Rifugio delle Selle di Carnino, sul Marguareis, e alla presentazione di Dolomiti cuore d’Europa, ricca antologia di scritti dolomitici di Giovanni Cenacchi. Le proposte escursionistiche accompagnano il lettore tra i bivacchi dell’alta Val di Susa e lungo un itinerario cicloescursionistico nella Piana fiorentina, frequentato da stormi di fenicotteri rosa.

Il portfolio fotografico, intitolato “Un battito d’ali”, raccoglie infine una selezione di scatti, realizzati da Luciano Cremascoli, dedicati ad alcune specie di farfalle diurne della Luingiana con i loro colori.
Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di maggio, che, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile on line a questo indirizzo.

Montagne senza turisti, incassi in meno per 9,7 miliardi di euro

Con le stazioni sciistiche chiuse verranno generati mancati incassi per per il comparto pari a oltre 9,7 miliardi di euro. E’ quando emerge da una nota di Demoskopika relativa al periodo dicembre 2020-marzo 2021. Dunque sono a rischio immediato almeno 9 mila lavoratori stagionali. Secondo le previsioni sono 12,4 milioni i turisti che non raggiungeranno la montagna.

Una situazione che rischia di incidere pesantemente sul turismo invernale rappresentato da 6.170 chilometri di piste con circa 1.800 impianti di risalita al servizio dei comprensori sciistici che producono lavoro per ben 14 mila persone oltre all’indotto. La spesa media pro capite stimata per sostenere la settimana bianca, è pari a 785 euro per persona.

Cinque  le destinazioni turistiche invernali che risultano maggiormente penalizzate: Trentino-Alto Adige, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Veneto.

Le storie di montagna, tra avventura, cura e arte

Sono le storie di montagna, tra avventura, cura e arte, il tema trainante della numero di dicembre della rivista del Club alpino italiano Montagne360. Storie di montagna che, come scrive il direttore Luca Calzolari, sono «storie di vita, di passioni, storie realizzate e di speranze. Storie di artisti, di giovani avventurosi, di ragazzi desiderosi di crescere in un mondo migliore, di persone che nutrono la legittima ambizione di non veder scomparire la vita in montagna».

Nello speciale i lettori troveranno l’intervista al pittore Angelo Bellobono, originario di Nettuno (RM), che ha trasformato l’esperienza escursionistica in arte disegnando quadri con la terra raccolta sulle vette appenniniche. Altri due articoli hanno come protagonisti i giovani: il sedicenne Francesco Bruschi racconta le 40 vette, i 160 km e i 12mila metri di dislivello complessivi percorsi in 11 giorni sulle Alpi Apuane, in compagnia del ventenne Francesco Tomé. Con la viva voce dei ragazzi protagonisti, poi, viene presentato il progetto “Un bosco per il pianeta” del gruppo giovanile del Cai Parma, che ha visto la piantumazione di 250 piantine di abete bianco autoctono sulle montagne “di casa”. Restando sull’Appennino emiliano, infine, due professionisti bolognesi raccontano il proprio impegno per convincere le comunità di migranti stagionali a rimanere sul territorio, facendo così rinascere borghi spopolati come Chiapporato.

Nell’editoriale e nel Peak&Tip il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti e Luca Calzolari, augurando un buon Natale ai lettori, guardano al nuovo anno richiamando l’importanza della solidarietà, del rispetto dell’ambiente e della responsabilità. Valori con i quali la pandemia può trasformarsi un’opportunità per valorizzare le montagne.

Tanta neve nelle proposte escursionistiche che portano il lettore sulle Dolomiti e in Val d’Ossola, con sei itinerari di tutte le difficoltà da effettuare con le ciaspole ai piedi (qualcuna adatta anche ai più piccoli).
Anche l’alpinismo ci porta tra i panorami dolomitici, con un giro itinerante dell’Agnèr e della Croda Granda, da effettuare nella bella stagione. Si scende poi in Appennino, sul Gran Sasso, con una nuova frontiera per gli scalatori: le Torri Nascoste del Monte Corvo, luogo a misura d’uomo e ancora vergine.

Spazio in questo numero anche a testimonianze e memorie di eventi e protagonisti del passato: si inizia con il racconto di un’esperienza tra “montagne in fiamme” da parte di due escursionisti impegnati nella traversata delle Pale di San Lucano che, nell’ottobre 2018, si trovarono al centro di un incendio. Si continua con il ricordo della slavina della Chiusetta che, trent’anni fa, travolse nove speleologi nel Massiccio del Marguareis sulle Alpi Marittime. Si chiude con un ritratto di Franco Miotto, grande alpinista e accademico del Cai, morto a 88 anni lo scorso 7 ottobre.

La storia dei gruppi corali del Cai, con autorevoli contributi sul canto popolare, è la protagonista del libro targato Cai Cordate vocali, che trova spazio su M360 insieme al racconto degli incontri fatti sulle tappe piemontesi del Sentiero Italia CAI da parte di Franco Faggiani, uno degli autori delle guide ufficiali che usciranno nel 2021.

Presenti infine approfondimenti sul concetto di paesaggio, conseguenza della relazione tra natura e attività umana, e sui Soci Cai della terza età, in continua crescita.

Il portfolio fotografico ci mostra immagini uniche della mostra Rock the mountain!del Museo della Montagna di Torino, che racconta la presenza dell’immagine delle vette nella musica internazionale.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di dicembre, che anche questo mese, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile on line a questo indirizzo.

Frabolibri 2020, riflettori sui libri di montagna

#laculturanonsiferma. Se il Coronavrus lo ha costretto, di fatto, a rinviare l’edizione 2020 del Salone del Libro di Frabosa Sottana –l’annuale rassegna che in piena estate, nel corso degli ultimi sette anni, ha portato all’attenzione decine di autori locali e non ed ha tenuto accesi, con convegni ed incontri che si svolgono parallelamente all’evento, i riflettori sulle varie problematiche ambientali, sociali, turistiche ed economiche del Monregalese– Gianni Dulbecco non si è arreso.

Il funambolico presidente dell’Associazione Culturale Valle Maudagna, si è inventato un’iniziativa nuova di zecca nel tentativo di animare il suo amato territorio d’adozione.

Ed ecco quindi FRABOLIBRI 2020 “Incontri di mezza Estate con autori della Provincia Granda”

«Non è mia abitudine rimanere con le mani in mano e non ho inteso quindi fermarmi anche di fonte ad un problema grande come il Covid 19 che ha fatto migliaia di vittime ed ha messo in ginocchio mezzo Mondo, costringendo organizzatori di eventi, come il sottoscritto, a riporre nel cassetto iniziative già belle che pronte a svolgersi –ha commentato Gianni Dulbecco– accantonata giocoforza l’edizione 2020 del Salone del libro di Frabosa che avremmo voluto celebrare quest’anno con una serie di partecipazioni qualificate ed importanti, ho comunque voluto dare un segnale della nostra presenza sul territorio mettendo insieme, nel rispetto delle ordinanze che regolano questo tipo di eventi, una manifestazione che spero riesca a suscitare il giusto interesse».

FRABOLIBRI 2020 sarà l’occasione di incontro, distanziati l’uno dall’altro di circa una settimana (sabato 1 agosto, sabato 8 agosto e venerdì 14 le date) di tre autori locali.

Sede della rassegna sarà la sala Convegni dell’Albergo Italia (g.c.).

Ad aprire la serie di incontri, sabato 1 agosto, alle ore 18 sarà la ricercatrice ed antropologa Lidia Dutto che presenterà la sua ultima opera: Con in mezzo un lumino.

Sabato 8 agosto, alle ore 18 sarà la volta dell’affermata scrittrice frabosana Sarah Cogni col suo “Quando saremo liberi”.

Concluderà la miniserie di presentazioni, venerdì 14 agosto, alle ore 18, il noto giallista Bruno Vallepiano col suo recente noir “Trappola per lupi”.

La manifestazione ha un sito web: www.frabolibri.blogspot.com e una pagina facebook: FraboLibri Frabosa Sottana

L’evento si svolgerà nel più rigido rispetto delle normative AntiCovid.

La celebre spedizione italiana del 1954 sul K2 rivive con “La montagna resta a casa”

La celebre spedizione italiana del 1954 sul K2, organizzata dal Club alpino italiano, è la protagonista della nuova settimana di programmazione della rassegna cinematografica “La montagna a casa”, curata dal Cai in collaborazione con Sondrio Festival, Museo nazionale della montagna e Parco dello Stelvio.

Il prossimo fine settimana sul canale Youtube del Club alpino andranno infatti in onda Italia K2 ( il film ufficiale della spedizione, uscito nel 1955), del regista Marcello Baldi, e Chogori. La grande montagna, di Roberto Condotta (realizzato nel 2004 per il cinquantesimo anniversario della salita).

Nella seconda metà degli anni ’50, Italia K2 riscosse un enorme successo sia in Italia sia all’estero. Le riprese delle varie fasi della scalata si devono dalla cinepresa del bolognese Mario Fantin, cineasta rigoroso e attento documentatore dell’alpinismo, che accompagnò gli alpinisti fino a 7000 metri di altitudine. Oltre quella quota, Fantin cedette la cinepresa ai compagni e, nella parte conclusiva dell’ascensione, ad Achille Compagnoni e a Lino Lacedelli che, adeguatamente istruiti, immortalarono le immagini della vetta. Sequenze cui spetta un primato importante: furono infatti le prime sequenze della storia del cinema girate fino a quel momento sulla cima di un “ottomila”.
Al rientro della spedizione, poiché il progetto prevedeva di far uscire Italia K2 nel normale circuito commerciale delle sale cinematografiche, il girato venne affidato al regista Marcello Baldi, classe 1923, un trentino da diversi anni residente a Roma e che in precedenza era stato aiuto regista di Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica. L’incarico di Baldi era quello di realizzare un prodotto destinato al grande pubblico, che non necessariamente conosceva la montagne e l’alpinismo. Il regista scelse perciò di narrare la vicenda in modo comprensibile a tutti, scegliendo la strategia dei colpi di scena e alternando, all’inizio della pellicola, alcune sequenze girate in Italia.
Italia K2 venne proiettato in prima mondiale a Roma, al cinema Barberini, il 25 marzo 1955. Tra gli spettatori c’erano anche il capo dello Stato, Luigi Einaudi, e le massime autorità civili e militari. Cinque giorni più tardi cominciarono le proiezioni in tutta Italia. Alla fine dello sfruttamento, il film incassò più di 360 milioni di vecchie lire. Il lungometraggio venne tradotto anche in diverse lingue straniere, cosa che gli consentì di fare davvero il giro del mondo.

Chogori. La grande montagna, di Roberto Condotta, analizza, a distanza di cinquant’anni dalla spedizione nazionale italiana, gli eventi salienti della vicenda del 1954, ripercorrendo con precisione lo svolgimento dell’esperienza pakistana, compresi i fatti accaduti nelle ore che precedettero l’arrivo in vetta e che per decenni hanno costituito argomento di discussione e di polemiche. Accanto a sequenze d’epoca e a immagini più recenti, il documentario allinea una lunga serie di interviste con i protagonisti della spedizione ancora in vita nel 2004 (Achille Compagnoni, Lino Lacedelli, Erich Abram, Pino Gallotti e Ugo Angelino), alternandole con il commento dello storico Roberto Mantovani. Dopo averlo visto con attenzione, Reinhold Messner diede un giudizio lusinghiero sul lungometraggio, giudicandolo il miglior documentario sulla spedizione del 1954.

 

La programmazione completa di questa settimana prevede le proiezioni di Guardiano di stelle (martedì 12 maggio), Masino primo amore (mercoledì 13 maggio), Un quattromila con lode (giovedì 14 maggio), oltre ai già citati Italia K2 (venerdì 15 maggio, link primo tempo ore 21link secondo tempo ore 22) e Chogori. La grande montagna (sabato 16 maggio). Infine, per domenica 17 maggio, è in programma il lungometraggio Drømmeland.

 

Due dei documentari in elenco (Masino primo amore e Un quattromila con lode) sono dell’alpinista e cineasta lombardo Adalberto Frigerio: il primo, vincitore della Genziana d’Oro al Trento Film Festival nel 1976, racconta il ritorno dell’alpinista Angelo Pizzoccolo (“Bufera”) nel regno del granito, la Val Masino, per far rivivere agli spettatori l’atmosfera delle sue prime arrampicate. Il secondo, girato nel 1967, accompagna gli spettatori in un viaggio alle radici dello scialpinismo moderno e alla passione per le gite con le pelli di foca ad alta quota, in tempi in cui la pratica dello scialpinismo era ancora un’attività di nicchia, riservata a un ristretto numero di appassionati duri e puri. Protagonisti sono gli istruttori della Scuola di Scialpinismo “Mario Righini” del Cai Milano.

 

Guardiano di stelle, del regista lecchese Pino Brambilla, già presidente della Commissione Cinematografica del Cai, vede come protagonista Oreste Forno, alpinista con diversi ottomila all’attivo che oggi è un “guardiano di dighe”, lavoro che definisce “il più bello del mondo”.
Un sessantenne norvegese di nome Nils Leidal è infine il protagonista di Drømmeland (terra dei sogni), del regista olandese Joost van der Wiel: in polemica con la società, abbandona Oslo e la civiltà per ritirarsi in una baita in montagna con il suo cavallo, ma tenendo con sé il suo smartphone. 

Tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film. Il giorno successivo saranno disponibili in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione. Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it sarà ricordato il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.

“La montagna a casa”, alpinismo, natura e storie con il Cai

Appuntamento a domani sera alle ore 21.00 con la terza settimana (14-19 aprile) de “La Montagna a casa”, la rassegna online di cinema di montagna del Club alpino Italiano.
Da questa settimana l’iniziativa si arricchisce della collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che si aggiunge a quella di Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e Parco Nazionale dello Stelvio.

L’aritmetica del lupo è il primo titolo in programma, in prima visione, domani sera alle ore 21.00 sul canale Youtube del Cai. Un film dedicato al ritorno naturale del lupo nelle Alpi e realizzato nell’ambito del progetto Life Wolfalps. Tre professioniste femminili sono le protagoniste del documentario per tre diversi punti di vista: quello della ricercatrice e biologa Francesca Marucco, quello dell’antropologa Irene Borgna e della naturalista e fotografa Raffaella Zerbetto.

Il giorno seguente, 15 aprile, seguirà STEPS – Giovani alpinisti su antichi Sentieri, per la regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin. Un approccio eclettico tra letteratura, tecnologia e mondo outdoor alla scoperta delle montagne.
Giovedì 16 aprile sarà la volta di La Favolosa storia del GipetoUna pellicola francese dalle immagini mozzafiato per la regia di Anne e Erik Lapied.
Mentre Prima il dovere di Nicoletta Favaron sarà visibile, sempre in prima visione, venerdì 17 aprile. Una storia avvincente attraverso le interviste, tra gli altri, di personaggi come Luigino Airoldi, Dario Spreafico e Bruno Lombardini, per tracciare insieme il futuro dell’alpinismo moderno.

Sabato 18 sarà la volta di Still alive, documentario di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber. E’ la storia vera di due alpinisti austriaci ambientata negli anni ‘70, che vede come attori protagonisti Hansjörg Auer insieme a David Lama. Scomparsi il 16 aprile dello scorso anno, dopo essere stati travolti da una valanga insieme allo statunitense Jess Roskelley durante una cordata sullo Howse Peak in Canada.

Si proseguirà infine domenica 19 con Sulle tracce della salamadra di Pino Brambilla. Un documentario che narra la storia di minatori e delle loro famiglie impiegati nell’estrazione e nella filatura dell’amianto in Valmalenco, valle laterale della Valtellina, in Lombardia.

Tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film, e il giorno successivo in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione.

Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it ricorderemo il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.

Di seguito la programmazione in dettaglio:

Martedì 14 aprile ore 21.00: L’ARITMETICA DEL LUPO
Italia, 2018, 37 minuti
Regia di Alessandro Ingaria
Replica mercoledì 15 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ky8s9WmY9F0
“Nessuno conosce cos’è un lupo, puoi solo immaginarlo. È noi che vuole, la nostra coscienza. Non è una favola. Non ha morale. È l’aritmetica di un animale”. Un racconto al femminile della presenza del lupo nelle Alpi: la storia del suo ritorno naturale nelle montagne, il racconto dei motivi dell’atavica paura del lupo, l’emozionante incontro di chi lo segue con passione da anni.

Mercoledì 15 aprile ore 21.00: STEPS – Giovani alpinisti su antichi sentieri
Italia, 2019, 49 minuti
Regia di Alberto Dal Maso e Sara Segantin
Replica giovedì 16 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=Ub6JtiM-tGE
Steps è reale: non ci sono attori, non c’è un copione e le riprese sono realizzate dai protagonisti. L’inizio è da barzelletta: un alpinista-ingegnere, una scrittrice-esploratrice, un olandese guida di canyoning, una slovena appassionata di fiori e uno speleologo-sciatore partono per Yosemite. Vogliono rintracciare i passi di John Muir, padre dell’ambientalismo americano, e portare il suo messaggio di eco-compatibilità sulle Dolomiti, attraverso letteratura, arrampicata, canyoning, trekking, stampa 3D.
Non si tratta di spedizioni impossibili o sfide ai limiti dell’umano, ma di ‘sonterellare’, dal famoso sauntering di Muir: vivere la Natura con meraviglia e consapevolezza, competenza ed entusiasmo. Eppure, i protagonisti si accorgeranno che non è facile come sembra. Un cane apprendista scalatore, neve alta, inondazioni e, soprattutto, ritmi e modi diversi di vivere la montagna, mettono a dura prova non soltanto la buona riuscita dell’impresa, ma anche la loro amicizia. Più diversi non si può, ma a trasformare questa ricetta esplosiva nella più vincente delle combinazioni è proprio la volontà condivisa di ‘far felici le montagne ed essere felici con loro’.

Giovedì 16 aprile ore 21.00: LA FAVOLOSA STORIA DEL GIPETO
Francia, 2018, 52 minuti
Regia di Anne e Erik Lapied
Replica venerdì 17 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=1iWjA6y4NJk
Con il suo volto singolare, il suo sguardo diabolico e la sua imponenza, il gipeto sembra uscito da una leggenda. Le immagini mozzafiato e la meravigliosa colonna sonora di questo documentario dipingono un ritratto di questo rapace straordinario, che fu sterminato all’inizio del XX secolo ma che ora è tornato a sorvolare le Alpi.
Due biologi, uno francese e l’altra svizzera, ci raccontano la storia favolosa di questo insolito rapace, la cui preservazione è una sfida che coinvolge esperti a livello mondiale e dimostra che, quando vuole, l’uomo è in grado di cambiare le cose.

Venerdì 17 aprile ore 21.00: PRIMA IL DOVERE
Italia, 2016, 50 minuti
Regia di Nicoletta Favaron
Replica sabato 18 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=yIoJUKTw0ik
Lecco, luglio 1961. L’alpinismo e la montagna occupano le pagine principali dei quotidiani, con quello che è stato definito il “soccorso” più drammatico delle Alpi: sette scalatori, due cordate guidate da Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, sono travolte da una bufera sul Pilone centrale del Freney, nel massiccio del Monte Bianco. Per una settimana le squadre di soccorso tentano di raggiungerli, ma sopravvivono solo in tre: Bonatti, Mazeaud e Roberto Gallieni. Pochi sanno che a Lecco, un uomo conosceva la via di fuga che avevano pianificato Bonatti e compagni. Avvertito dal padre di Gallieni, partì con una squadra di Lecco verso Courmayeur, per raggiungerli, dare una mano ai soccorsi, ma non fu ascoltato. Arrivò al bivacco Gamba che Bonatti e Gallieni raggiunsero sfiniti nel cuore della notte, prima che ripartisse la squadra di soccorso locale. E fu lui a recuperare, purtroppo ormai privo di vita, il corpo di Andrea Oggioni.
Quell’uomo è Dino Piazza: alpinista, Ragno della Grignetta, precursore del soccorso alpino e imprenditore. Classe 1932, grande energia e spirito innovatore, come alpinista fu autore di vie nuove (come la Direttissima alla Torre Cecilia del 1959 aperta con Tizzoni e Colombo) e salite celebri come la nord-ovest del Civetta lungo la famosa via Solleder e la ripetizione della via Bonatti al Petit Dru sul massiccio del Monte Bianco. Piazza racconta, con un filo di costruttiva provocazione, la sua visione sul contrastato mondo dell’alpinismo lecchese, sempre preso fra polemiche e battibecchi, e riflette sulla direzione che sta prendendo l’alpinismo moderno.

Sabato 18 aprile ore 21.00: STILL ALIVE
Austria, 2017, 88 minuti
Regia di Reinhold Messner e Hans-Peter Stauber
Replica domenica 19 aprile ore 17.30
NB IN LINGUA ORIGINALE (TEDESCO) SOTTOTITOLATO IN ITALIANO
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=6P09r0Ro__8
Gert e Oswald sono compagni di studi all’Università di Innsbruck e decidono di partire per il Kenya in compagnia di Ruth, futura moglie di Oswald. Mentre Ruth si trova a Mombasa, i due amici si dedicano alla scalata del Monte Kenya. Ma al momento di tornare indietro vengono sorpresi da una perturbazione e Gert precipita rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie più avvincenti di salvataggio in alta quota, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.

Domenica 19 aprile ore 21.00: SULLE TRACCE DELLA SALAMANDRA
Italia, 2009, 54 minuti
Regia di Pino Brambilla
Replica lunedì 20 aprile ore 17.30
LINK: https://www.youtube.com/watch?v=z1ZF_98p_IU
Il film racconta la storia dei minatori e delle donne che, fin da giovanissimi, erano impiegati nell’attività mineraria in Valmalenco, per quasi un secolo rivolta principalmente all’estrazione dell’amianto, minerale conosciuto nel Medioevo con il nome di “lana di Salamandra”. Un ex cavatore della Valle ripercorre gli antichi sentieri che portavano alle miniere, persino nel cuore della montagna, alla riscoperta dei giacimenti amiantiferi e dell’antica tecnica della filatura dell’amianto.

“La Montagna a casa”, appuntamento con il cinema di montagna

Una sala cinematografica virtuale per vedere una selezione di film di montagna. Con “La montagna a casa” il Club alpino italiano porta l’alpinismo, la natura e molto altro nelle case di tutti gli italiani.

L’iniziativa – che si aggiunge alle altre già messe in campo dal Cai per mettere a disposizione gratuitamente contenuti di qualità per affrontare questa lunga emergenza – è realizzata in collaborazione con Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e con il Parco Nazionale dello Stelvio.
Lungometraggi, cortometraggi e documentari della rassegna fanno parte del catalogo della Cineteca del CAI e di quelli dei partner. Un ringraziamento va a registi, produttori e distributori che hanno messo a disposizione gratuitamente film per questa iniziativa.

I film saranno a disposizione settimanalmente sul canale Youtube “CAI Club alpino italiano” (http://www.youtube.com/c/CAIClubAlpinoItaliano) per un’unica proiezione serale alle ore 21, e per una successiva replica il giorno dopo alle 16.
Il Cai annuncerà ogni settimana i film in cartellone e i giorni di proiezione tramite i suoi canali ufficiali: gli interessati sono invitati quindi a seguire il sito cai.it, il notiziario on line loscarpone.cai.it e i profili Cai sui principali social network. La programmazione inizierà il 3 aprile e cesserà il 30 giugno, salvo eventuali proroghe.

Il primo titolo, “Solo in volo” di Luca Maspes (Italia, 2018, durata 31 minuti), messo in programma grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Bombardieri, sarà visibile venerdì 3 aprile alle ore 21 a questo link https://www.youtube.com/watch?v=IlxgnHTKWt8 e resterà poi eccezionalmente a disposizione di tutti sul canale Youtube del CAI.

Il film è il ritratto di Luigi Bombardieri: nato a Milano nel 1900, visse la sua vita a Sondrio, dove lavorava come direttore di banca. Trascorreva tutto il tempo libero fra i monti e la Sezione del Club alpino della sua città, a cui era a tal punto legato da lasciarle in eredità tutti i suoi beni. A lui si deve l’intuizione che solo l’utilizzo degli elicotteri avrebbe potuto fare la differenza fra la vita e la morte nei soccorsi in montagna. Grazie alle ardite imprese nel massiccio del Bernina con le Guide alpine e all’esperienza diretta, elaborava idee innovative per l’alpinismo e la frequentazione dell’alta quota. Morì nel 1957, proprio nel tentativo di sperimentare la sua idea, precipitando sotto il “suo” Rifugio Marinelli.
Mezzo secolo dopo, Maurizio Folini, Guida alpina e pilota di elicotteri, ha traghettato la stessa idea di Bombardieri dal gruppo del Bernina al Nepal, sulle montagne più alte del mondo, riuscendo a soccorrere alpinisti a quote record e aiutando la popolazione civile dopo il terremoto del 2015. I successi ottenuti spingono Folini a proseguire ancora oggi la sua opera di insegnamento delle tecniche di elisoccorso ai futuri piloti che opereranno in Himalaya, credendo fortemente nei valori di Bombardieri, da trasmettere ai giovani, e della montagna come scuola di carattere, di onestà, di solidarietà umana e di amore per la natura.

LINK
Il trailer di “Solo in volo”: https://vimeo.com/263366720
Il sito del Sondrio Festival: http://www.sondriofestival.it/
Il sito del Parco Nazionale dello Stelvio: http://www.stelviopark.it/

La crescita delle nuove economie di montagna

“Nonostante la crisi economica diffusa e lo spopolamento dei piccoli borghi e delle comunità montane, da qualche anno continuiamo ad assistere a un’inversione di tendenza: chi ha abbandonato i campi e i monti per andare alla ricerca di lavoro a valle o nelle città, ora torna nei luoghi che gli sono sempre appartenuti. Lo fa per ritrovare un’identità perduta e per offrire nuove opportunità a se stesso e al paese“. Scrive così Luca Calzolari, direttore della rivista del Club alpino italiano “Montagne360“, sul numero di gennaio, in questi giorni in edicola.

Un numero che si incentra proprio sulle nuove economie di montagna, che sempre più spesso investono sul turismo lento ed esperienziale, sui servizi alla persona, sull’allevamento e sulla produzione enogastronomica. Il tutto sposando modernità e antichi saperi, innovazione, tecnologia e solidarietà. Gli studiosi si stanno interrogando su questo lento ma continuo ripopolamento delle Terre alte, una migrazione qualitativa che porta a instaurare un rapporto più stretto con l’ambiente.

Sono diversi gli esempi raccontati nelle pagine della rivista: la storia di Weng (insediamento montano d’alta quota alla base del Monte Rosa, in Valsesia), recentemente ripopolata sia da discendenti delle popolazioni walser sia da “walser di adozione” provenienti da diversi Paesi del mondo. Tutti impegnati nella pastorizia, nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’arte tradizionale e nell’ecoturismo.
Poi la Valle Soana (TO), teatro di uno studio dell’Università di Torino sulle filiere agricole e turistiche per valutarne la loro integrazione. Un’iniziativa che sta avendo come conseguenza la nascita di azioni in condivisione con gli attori locali, per valorizzare il territorio a partire dal patrimonio naturale e tradizionale.

Spazio poi alle nuove cooperative che stanno nascendo da nord a sud (con diversi esempi, soprattutto da Veneto e Abruzzo), la cui nascita sta avendo come conseguenza l’emanazione di leggi ad hoc in molte regioni (dalla Lombardia alla Basilicata): su questo tema focus sullaToscana, che ha stanziato quasi due milioni per le suddette cooperative di comunità, facendo così germogliare i semi della nuova economia, tra cibo, territorio, storia e inclusione.

L’editoriale del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti torna sulla nomina dell’alpinismo a Patrimonio culturale immateriale Unesco, che ha visto un importante impegno del Club alpino nel processo di candidatura. Una nomina che sarà occasione del “rafforzamento della prevenzione rispetto ai rischi legati alla banalizzazione delle attività e dei luoghi in cui si svolge la pratica alpinistica e il rafforzamento preventivo nell’attenzione all’ambiente”.

M360 propone poi tre percorsi escursionistici per chi vuole ciaspolare con i bambini in Alto Adige (caratterizzati dalla comodità di accesso e dal basso grado di difficoltà tecnica e atletica), il racconto della scalata alla Torre Trieste (forse la cima più conosciuta del Gruppo della Civetta) lungo la via “Donnafugata”e l’intervista a Edo Bernascone, tornato da un viaggio in bicicletta durato un anno intero: 12mila chilometri attraversando l’Asia, dalla Mongolia al Libano, fino al ritorno in Italia passando per la Grecia.
Gli altri articoli hanno come tema la prima spedizione scientifica italiana in Antartide di cinquant’anni fa, i 120 anni di collaborazione scientifica tra CAI e Comitato glaciologico italiano per lo studio dei ghiacciai e una querelle giornalistica dei tempi della Prima Repubblica tra Palmiro Togliatti e l’allora direttore del Parco nazionale del Gran Paradiso Renzo Videssot sull’esistenza o meno delrifugio del Money. Per concludere, la traccia di un colloquio con il Past President del CAI Roberto De Martin, che svaria dalla storia degli Scoiattoli di Cortina ai giorni del quarantennale della spedizione italiana al K2, e un contributo sulle Dolomiti Bellunesi, tra alpinismo ed escursionismo lontano dalla celebrità e dai riflettori dei media.

Il portfolio fotografico di questo numero, intitolato “Tree Time”, è un racconto a più voci che sottolinea il ruolo centrale degli alberi nel contrasto al riscaldamento globale e che ribadisce l’importanza di un radicale ripensamento delle politiche di tutela e di rimboschimento.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo CAI completano come sempre il numero di gennaio, in tutte le edicole a 3,90 euro.