Molti, in questi giorni, hanno evocato la meravigliosa estate del 1982, quella che portò la Nazionale di Paolo Rossi sul tetto del mondo. Tanti hanno condiviso sui social i loro ricordi, come se quell’esperienza collettiva avesse segnato non solo le loro vite ma anche tutta una generazioni. Cioè quelli che erano giovani nell’estate del Mundial.
Facendo un strappo alla regola, che vuole questa rubrica dedicata alle vecchie classifiche legata alla settimana corrente, facendo uno strappo, dicevamo, proviamo a raccontare che cosa si ascoltava nel luglio 1982.
O, almeno, quello che era finito in classifica.
Nella lista, pubblicata sui giornali esattamente il giorno prima della finalissima con la Germania, al primo posto c’era una canzoncina di poco conto, cantata dalla ormai dimenticata Phoebe Cates, ma dal titolo davvero beneaugurante: “Paradise”. Quel paradiso che per l’Italia del calcio sarebbe arrivato di lì a poche ore.
A scorrere la lista s’incontra qualche artista caratteristico di quella stagione come Rettore, magnifica in “Lamette”, gli Imagination con la bellissima “Just an illusion”, l’ormai popolarissimo Riccardo Cocciante con “Celeste nostalgia” e gli Human League di “Don’t you want me”.
Nel mazzo c’è anche una delle tante perle di Alice, “Messaggio” e una delle belle cose del Paul McCartney “minore”, se così si può dire: “Ebony and Ivory”.
Ma il pezzo-simbolo di quell’estate indimenticabile è un altro. Si chiama “Bravi ragazzi” e lo canta Miguel Bosè. Parla di una generazione in bilico tra meraviglia e perdizione. Un po’ come la Nazionale.
«Bravi ragazzi siamo, amici miei / tutti poeti noi del ’56».
Come Paolo Rossi.
Ferdinando Molteni