Un flash mob virtuale con tanto di manifesto #salvateilturismo e un accorato appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del Turismo e a tutti i parlamentari del territorio perché possano trovare le risorse necessarie per sostenere il settore.
Le associazioni di categoria savonesi di Federalberghi, Upa, Faita e Sib si uniscono in prossimità dell’inizio della «Fase 2». «Se le iniziative allo studio del governo non vengono affrontate con strumenti e misure idonee, si rischia di mettere a repentaglio la sorte di migliaia di lavoratori e di piccole e medie imprese». Per albergatori, balneari e imprese collegate al turismo non è possibile ipotizzare una ripresa senza una compartecipazione dello Stato facendo fronte anche alle perdite ingenti subite in questi mesi e che probabilmente subiranno nel corso del 2020.
Per far sentire ancora più forte il loro grido d’allarme le categorie turistiche del Savonese hanno deciso di promuove una sorta di flash mob in rete. A partire dalle 11 di ieri, tutte le strutture ricettive e gli stabilimenti balneari della provincia, hanno pubblicato sui loro profili social il manifesto #salvateilturismo per non lasciare in balia delle onde un comparto che vale il 13% del Pil e circa 3,5 milioni di posti di lavoro. «Salvate i lavoratori e le imprese del turismo, #salvateilturismo italiano!».
L’analisi di Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione provinciale albergatori, offre altri spunti di riflessione: «Quella alle porte sarà una stagione molto complessa: dobbiamo ovviamente dimenticarci gli stranieri, possiamo ipoteticamente guardare al nostro mercato più tradizionale, quello di Lombardia e Piemonte. A tutt’oggi nessuno ha ancora parlato di fine lockdown per quelle due regioni che da sempre rappresentano il bacino di utenti della nostra provincia. L’altro aspetto da valutare è capire che cosa potranno fare i turisti una volta che raggiungeranno le mete delle loro vacanze: potranno passeggiare liberamente sul lungomare, andare in spiaggia? Sono tutte incognite. Siamo in attesa di risposte chiare e trasparenti. Non è immaginabile che tra qualche mese da Milano o da Torino non ci si possa muovere verso la Liguria. Senza indicazioni precise – conclude Berlangieri – sarebbe un azzardo aprire le nostre strutture: avrebbero costi insostenibili di gestione che inciderebbero ulteriormente sul bilancio già gravemente compromesso delle imprese».