8 marzo, il 90 % della produzione italiana di mimosa è ligure

Qualità riconosciuta a livello nazionale e internazionale: la mimosa ligure, con i suoi fiori piumosi e profumati si conferma il simbolo dell’8 marzo. Una festa però, che quest’anno non può che essere dedicata alle donne ucraine, che in questi giorni stanno attraversando dolorosi momenti a causa del conflitto con la Russia. Secondo un’indagine Coldiretti, il tradizionale rametto giallo sarà donato a una donna su due (50%), mentre l’8% degli italiani opterà per altri fiori e numerose sono le varietà pronte nelle serre liguri: dalle ginestre ai ranuncoli, dai papaveri agli anemoni, fino alle margherite in vaso, tutte scelte che permettono di portare a casa prodotti 100% locali sostenendo la floricoltura del territorio. Ma c’è anche un 7% di italiani che ha scelto di fare un regalo diverso, a partire da dolci e cioccolatini.

La produzione ligure di mimosa si concentra principalmente nella zona dell’imperiese, dove si trovano circa 1500 aziende che la coltivano in modo ecocompatibile sui tipici terrazzamenti; quest’anno, dopo una partenza di stagione positiva, la produzione ha dovuto affrontare alcune difficoltà a causa del caldo eccessivo che ha portato a una fioritura improvvisa ed eccessiva costringendo i produttori a raccogliere in meno di una settimana il prodotto previsto per una raccolta di 10-12 giorni. I fiori raccolti vengono venduti in cartoni da 3Kg ciascuno, a un prezzo che oscilla tra i 26€ e i 31€, ma si stanno già riscontrando molte difficoltà nelle esportazioni a causa dei blocchi imposti dal conflitto russo-ucraino: il rischio è che i produttori restino con cartoni invenduti mentre c’è già chi, pur essendo riuscito a consegnare la merce, non ha ancora ricevuto il pagamento per le difficoltà nelle transazioni.

 “La mimosa è il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, e quest’anno celebra anche la forza e il ruolo del mondo femminile nella società in un periodo duramente segnato dalla guerra e dalla pandemia. –affermano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- In Liguria questo fiore contribuisce a creare scenari mozzafiato tingendo la riviera di giallo ma ha anche un importante ruolo nella preservazione del territorio, evitando degrado e abbandono. Per l’8 marzo consigliamo di acquistare i fiori da donare direttamente dai produttori locali per avere prodotti di eccellenza, freschi e profumati, ben diversi dai fiori importati che arrivano in Italia già sciupati dal lungo viaggio. Questo è anche un modo per sostenere la floricoltura made in Liguria che sta subendo i continui rincari energetici che influiscono sui costi di produzione e delle materie prime e che adesso rischia di subire un’ulteriore mazzata a causa dei blocchi delle esportazioni legati al conflitto”.

San Valentino, la Liguria si riempie di cuori

Il 14 febbraio è per ricorrenza la festa degli innamorati, una giornata in cui le coppie festeggiano la loro unione tra bigliettini a forma di cuore, fiori e cene romantiche. La leggenda più accreditata racconta che questa usanza fosse celebrata fin dall’antica Roma, quando papa Gelasio I decise di istituire una giornata in onore dell’amore associandola alla protezione di San Valentino, vescovo martire primo a celebrare l’unione tra un legionario pagano e una donna cristiana.

E anche la Liguria si è riempita di cuori per accogliere le coppie di innamorati. Tante le iniziative a tema organizzate in tutta la regione: dagli agriturismi pronti a preparare deliziosi menu speciali per cenette romantiche, alle aziende floricole che, come ogni anno, saranno meta privilegiata per acquistare il dono perfetto per la dolce metà. E nonostante si sia soliti associare la festa di San Valentino a un classico mazzo di rose rosse, in realtà la tendenza registrata negli ultimi anni è quella di regalare una piantina fiorita, un dono più duraturo nel tempo e a cui si possono dedicare maggiori cure. E la scelta in Liguria è davvero vastissima e adatta a qualsiasi cliente: si va dalla primula venduta a 1,50euro, all’orchidea con vasetto che si aggira sui 30euro, fino ad arrivare alle piante più grandi che possono superare anche i 100euro.

“San Valentino è una ricorrenza che continua ad essere molto sentita in Liguria: il regalo predominante sono sempre i fiori che diventano anche un mezzo per veicolare messaggi specifici in base al prodotto e al colore che si scelgono; –affermano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- Sicuramente nella nostra regione i fiori da regalare non mancano e invitiamo i consumatori a comprare sempre prodotti locali per avere un fiore fresco e di qualità, e per sostenere un settore che sta scontando le difficoltà legate alla pandemia e ai rincari energetici. Anche i nostri agriturismi hanno in programma diverse iniziative per questo fine settimana, alcuni hanno abbellito le camere con decorazioni a tema, altri hanno preparato menu e ricette speciali per portare l’amore anche nei piatti: alla pagina www.campagnamica.it si possono trovare tutte le aziende che hanno aderito al weekend di Campagna Amica dedicato a San Valentino e la lista degli eventi da non perdere”.

Stelle di Natale, la pianta che ravviva le case degli italiani

Abeti addobbati e vischio sopra le porte: tanto verde che richiama subito alla mente l’atmosfera natalizia, ma nelle case degli italiani non può mancare la Stella di Natale, il fiore diventato simbolo delle feste grazie al caratteristico colore rosso intenso. Con gli anni gli ibridatori si sono sbizzarriti creando nuovi incroci, e così in Liguria, dove la produzione si concentra soprattutto nella Piana d’Albenga savonese (con circa 300mila Poinsettie all’anno), si coltivano Stelle per ogni dimensione e varietà: dalla Princettia dai colori accesi e forma simile a quella di una piccola stella alpina, alla Glitter con striature particolari; dalla Ice-punch con foglie su cui sembra essersi posata la neve, alla Christmas Mouse creata soprattutto per divertire i più piccini grazie alle caratteristiche foglie che ricordano le orecchie di Topolino; dai Tricolor, nati dall’unione di più varietà, fino ad arrivare a veri e propri alberelli di Stelle di Natale.

 In realtà il segreto di questa pianta sono i fiori che, al contrario di quanto si è soliti pensare, sono quelli di colore giallo all’interno, mentre le parti di colore rosso non sono altro che foglie che assumono tale colorazione in particolari periodi dell’anno. Si tratta di piante pregiate che una volta arrivate nelle abitazioni non necessitano di particolari attenzioni in quanto già curate e portate alla giusta dimensione e fioritura nelle serre liguri: l’importante è non dare troppa acqua alla pianta o lasciare liquido stagnante nel sottovaso onde evitare quella viene definita “asfissia radicale“; inoltre, è bene tenere la Stella in un luogo lontano da fonti eccessive di calore e controllare che non si verifichi la caduta di foglie, sintomo di stress della pianta. Seguendo questi piccoli trucchi la Stella di Natale può durare addirittura fino alla primavera, periodo oltre al quale la pianta può comunque rifiorire: infatti, quando rimane “nuda” è possibile mantenerla all’ombra, lontana dalla luce artificiale per facilitare la crescita di nuovi rami e foglie e poi ripiantarla prediligendo concimazioni a base di potassio e fosforo.

 “L’acquisto delle tradizionali piante natalizie affermano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale– ha un significato particolarmente importante sia per portare serenità nelle case, sia perché rappresenta un aiuto importante al settore del florovivaismo ligure, in ripresa dopo i rallentamenti legati alla pandemia. Le Stelle di Natale sono un prodotto agricolo stagionale deperibile, che necessita di mesi di coltivazione e grandi investimenti e, ora più che mai, è importante sostenere i nostri imprenditori scegliendo di acquistare piante liguri, per essere sicuri di avere un prodotto sempre di altissima qualità e supportare l’economia del territorio salvaguardando un comparto chiave dell’economia ligure”.

Natale in famiglia e export fanno volare l’alimentare made in Italy

La prospettiva di un Natale più prudente, con diverse regioni in zona gialla e molti italiani che si preparano a pranzi e cenoni in casa, fa aumentare la spesa dei prodotti alimentari che sale a 113 euro a famiglia. Ma l’agroalimentare italiano fa segnare una crescita del 12,1% anche grazie all’aumento della domanda estera, con il record storico per il Made in Italy sulle tavole di Natale e Capodanno di tutto il mondo. Tra i prodotti più amati all’estero si registrano lo spumante (+29%) e i panettoni (+25%), ma anche vini, grappa e liquori, fino ad arrivare a formaggi (+12%) e salumi (+12%). Risultati eccezionali, inoltre, per il caviale tricolore che solo per il periodo di Natale raggiunge i 4,4 miliardi di euro, in aumento dell’11%, e fa registrare un boom sui mercati internazionali con un +146%.

L’agroalimentare è la prima filiera estesa dell’Italia, con un fatturato di 575 miliardi di euro, e con regali enogastronomici, pranzi e cenoni si conferma la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno. Una consolazione anche per chi ha dovuto rinunciare alle vacanze programmate, soprattutto all’estero, dal momento che l’avanzare dei contagi e i limiti alle frontiere decisi da molti Paesi ha rovinato le ferie di almeno 2,1 milioni di italiani che prima della pandemia avevano varcato i confini nazionali per le festività di Natale e Capodanno.

“Quest’anno, data la situazione relativa al Covid, molte famiglie passeranno le festività a casa, probabilmente solo con parenti e amici stretti, per cui il cibo, che è sempre stato un punto cardine delle nostre tradizioni natalizie, rappresenta un importante momento di raccolta e di evasione dalla situazione che stiamo vivendo -affermano Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- L’agroalimentare è la prima filiera estesa dell’Italia e, ora più che mai, è essenziale sostenere il Made in Italy portando in tavola prodotti di qualità: in Liguria non mancheranno sicuramente pietanze a base di pesto, cima alla genovese, croxetti impastati a mano come da tradizione, e pandolce genovese, fino ad arrivare al cappon magro capace di unire i prodotti della terra con quelli del mar ligure; per non parlare dei vini che accompagneranno le nostre festività, con una scelta tra 8 DOC e 4 IGT liguri. Ma i risultati positivi ottenuti sul piano industriale devono trasferirsi anche alle imprese agricole con un’adeguata remunerazione dei prodotti che, in molti casi, si trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione, spesso “strozzate” anche dalle offerte sottocosto”.

Dalla tavola a Halloween, vince la zucca made in Liguria

Torna la regina dell’autunno: che sia in tavola o intagliata, a ottobre non si può fare a meno della zucca. In Liguria la fa da protagonista la trombetta di Albenga, dalla particolare forma a manico d’ombrello che può arrivare a superare anche il metro di lunghezza; la tradizione narra che fu introdotta in Liguria dai marinai che, di ritorno dai loro lunghi viaggi, erano soliti portare nuovi prodotti dai paesi esplorati.

Grazie alla sua versatilità è un prodotto che può essere utilizzato sia per preparazioni salate che dolci, ripercorrendo antiche ricette custodite nei piccoli borghi della nostra regione: dai minestroni che si colorano di arancione, ai barbagiuai dell’entroterra di Ventimiglia, dai ravioli di zucca alla ligure fino alla farinata di zucca genovese. Ma non solo di ricette si può parlare quando c’è di mezzo questo ortaggio: per aiutare grandi e piccini a trascorrere la paurosa notte delle streghe in maniera comunque divertente, si può ricorrere alla tradizione oltreoceano della festa di Halloween che insegna che la zucca scavata e intagliata, può diventare una vera e propria opera d’arte. Occorre una bella zucca dal peso compreso tra i cinque e i dieci chili, rotonda e senza imperfezioni perché, più liscia è la superficie, più facile è intagliarla.

Sia che si scelga da gustare a tavola sia come prodotto da intaglio, è essenziale però puntare a un prodotto di qualità made in Liguria. “La zucca è un prodotto ricco di vitamine e dalle innumerevoli proprietà, – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che anche in Liguria non manca nella stagione invernale. Il modo migliore per essere sicuri della genuinità del prodotto acquistato, è rivolgersi ai produttori locali, direttamente in azienda o presso i mercati di Campagna Amica Liguria. In questo modo è possibile avere conferma della tracciabilità del prodotto e garanzia di qualità, onde evitare il rischio di portare a tavola zucche provenienti da paesi dove non vigono le stesse regole e controlli, come nel caso dell’Egitto e della Tunisia, tra i principali esportatori in Italia assieme al Portogallo. Quando questo non è possibile, consigliamo di fare attenzione ad alcuni dettagli: se si compra la zucca a pezzi, occorre verificare che le fette siano state tagliate da poco (la polpa deve essere un po’ umida e i semi scivolosi) perché la vitamina A è sensibile alla luce e tende a distruggersi man mano che passa il tempo. Va controllata anche la buccia: deve essere integra, senza segni di muffe e ammaccature”.

Coldiretti ed Helpcode Italia a sostegno della campagna di educazione alimentare “Sf_amarsi”

Parte venerdì 1 ottobre 2021 la collaborazione tra Coldiretti ed Helpcode Italia a sostegno della campagna di educazione alimentare “Sf_amarsi” per la tutela del diritto dei bambini a una sana e corretta alimentazione.

Il 2021 è stato dichiarato dall’ONU Anno internazionale della frutta e della verdura: il consumo di questi alimenti è fondamentale per prevenire malattie non trasmissibili come l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari e il cancro, e lo è ancora di più se è introdotto precocemente nella dieta.

Per tutto il mese di ottobre 2021, nei mercati Campagna Amica di Coldiretti Liguria sarà presente uno stand di Helpcode in cui si potrà acquistare un sacchetto contenente 500 g di verdure fresche di stagione utili per la preparazione di un minestrone “solidale”, il cui ricavato (offerta minima 5 euro) andrà a sostegno della campagna “Sf_amarsi” e delle attività di educazione alimentare nelle scuole di Helpcode. Il primo appuntamento sarà venerdì 1 ottobre in zona Darsena a Genova (via Gramsci), per poi proseguire sabato 2 ottobre a Bordighera in Via I Maggio e giovedì 7 ottobre in Piazza Matteotti a Genova. Sul sito www.helpcode.org verranno comunicate tutte le date e i luoghi dei mercatini.

 

“Una collaborazione che va nell’ottica di impegnarci su un doppio fronte: da un lato sensibilizzare i cittadini al consumo di verdura di stagione, fresca e proveniente dalle nostre aziende agricole e dall’altro unire al tema della solidarietà quello della formazione dei più piccoli che saranno i consumatori di domani. Argomenti su cui Coldiretti con Campagna Amica e Donne Impresa lavora da tempo con progetti specifici nelle scuole, laboratori didattici nei mercati e presso le fattorie didattiche – spiegano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -. Un motivo ulteriore, quindi, per visitare i nostri mercati di Campagna Amica Liguria nel mese di ottobre, acquistare il minestrone solidale e conoscerne la ricetta e la tracciabilità”.

 

Dal 2018, Helpcode è impegnata nella campagna “Sf_amarsi”, che ha l’obiettivo di promuovere attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione infantile, accompagnando minori, famiglie e scuole in percorsi dedicati. «Secondo il Ministero della Salute, in Italia i bambini in sovrappeso sono il 20,4% e gli obesi il 9,4% – spiega Alessandro Grassini, Segretario Generale di Helpcode – Questo significa che un bambino su tre nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso: sono numeri che ci collocano al primo posto in Europa, al fianco di Cipro, Grecia e Spagna per livelli di obesità infantile. Questo fenomeno è collegato alle abitudini alimentari dei bambini, come lo scarso consumo di frutta e verdura o della prima colazione, e, spesso, anche alla povertà economica ed educativa delle famiglie. Educare bambini e genitori a corretti stili di vita alimentari, sostenibili per sé e per il Pianeta, è per noi di fondamentale importanza».

Tra le principali iniziative della campagna “Sf_amarsi”, Helpcode ha lanciato il “Breakfast Club”, un progetto con l’obiettivo di migliorare l’alimentazione di bambini e bambine offrendo loro una colazione varia ed equilibrata al momento dell’arrivo a scuola. Realizzato in collaborazione con la Clinica Pediatrica IRCCS Gaslini – Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche e la Facoltà di Pedagogia dell’Università di Genova, offre un menu variato e bilanciato. Ad oggi, il Breakfast Club ha già portato circa 15 mila colazioni nelle scuole di Genova.

Maggiori informazioni sulla campagna “Sf_amarsi” e sui mercati Coldiretti: www.helpcode.org

Coldiretti: «Il Green Pass evita il crack della filiera alimentare»

L’obbligo del Green pass è importante anche per evitare il rischio di un nuovo lockdown che alla filiera agroalimentare Made in Italy è costato 30 miliardi nel 2020 con un effetto valanga sulla produzione agricola e sull’occupazione. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’ultimo decreto anti-Covid approvato in Consiglio dei Ministri nel sottolineare l’importanza di garantire una flessibilità per evitare l’interruzione della catena di approvvigionamento alimentare, con l’ipotesi di poter sostituire con contratti a termine il lavoratore senza certificato verde nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Coldiretti ha stimato che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali, costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili.

“La ristorazione è stata tra i settori più colpiti dalla pandemia – ricordano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno perso complessivamente il 48% del fatturato che non è stato compensato dall’aumento dei consumi casalinghi, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Ismea. La nostra regione già quest’estate ha riscosso un forte interesse da parte dei turisti, sapendo offrire dalla vacanza balneare, sulle coste di ponente e levante con meravigliose spiagge, a quella escursionistica-sportiva fino all’enogastronomica. Gli oltre 600 agriturismi ed ittiturismi liguri hanno dimostrato di essere i posti ideali dove trascorrere dei giorni di relax, spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola ed ampi spazi nel verde. Per questo ora è necessario, grazie al Green pass, evitare nuovamente il blocco della filiera alimentare per poter far sì che ci sia una concreta ripresa della nostra economia”.

Coldiretti: “Cresce la spesa green”

Il carrello della spesa green sale al valore record di 10 miliardi per effetto dell’aumento del 7,6% degli acquisti con gli italiani che scelgono sempre più spesso prodotti che fanno riferimento all’ambiente dal “sostenibile” al “riciclabile”, dal “biologico” al “100% naturale”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio Immagino relativi al 2020 diffusa in occasione dell’apertura del Sana di Bologna, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale. Una svolta spinta dall’emergenza Covid con più di un abitante del Belpaese su quattro (27%) che nel tempo della pandemia acquista più prodotti ecofriendly rispetto a prima.

In Liguria oltre 4mila sono gli ettari coltivati con metodo biologico, con il numero di operatori che ha superato i 500 di cui più della metà sono produttori, in crescita del 4,6% nel 2019.

 

“Acquistare prodotti a chilometri zero è un sostegno all’economia e all’occupazione locale ma anche un segnale di attenzione al proprio territorio e alla tutela del paesaggio e dell’ambiente, con un impatto anche sulla riduzione dello spreco alimentare perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -. In un Paese come l’Italia, che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico, occorre approvare subito la legge nazionale che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale.  Il provvedimento sostiene, tra l’altro, anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. Un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici del nostro territorio dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio con le produzioni che, a livello regionale, vanno da quelle derivanti dall’attività zootecnica (latte, formaggi miele, carne), dall’olivicoltura, orticoltura e produzione di aromatiche, tutte molto apprezzate dai consumatori. Per essere sicuri sempre del prodotto acquistato, certificato bio e non, consigliamo di rivolgersi alle imprese del territorio direttamente in azienda o presso i mercati contadini di Campagna Amica Liguria, dove trasparenza e qualità sono sempre garantite”.

Coldiretti: “Sarà una vendemmia di ottima qualità”

Partita la vendemmia in Liguria delle uve da spumante e a seguire le restanti tipologie con solo qualche giorno di ritardo per il meteo, in particolare la siccità si è fatta sentire sulle viti più giovani. La conclusione sarà tra metà e fine settembre e le prospettive sono di un’ottima qualità.

A livello nazionale si prevede un quantitativo compreso tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. Nonostante il calo a livello nazionale, l’Italia quest’anno è il primo produttore mondiale di vino mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna che hanno subito un contenimento dei raccolti, anche se più marcato per i cugini d’Oltralpe.

“Con la vendemmia – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – si attiva un motore economico importante per la nostra regione, che non dipende solo dalla vendita del vino ma anche dalle opportunità di lavoro che questo settore genera lungo tutto la filiera, con un notevole numero di persone impegnate sia direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. La coltivazione della vite nella nostra regione viene condotta grazie ai tipici terrazzamenti su circa 2.000 ettari di terreno nei quali si producono vini  che vantano il fregio di ben 8 DOC (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e 4 IGT ( Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese). L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – concludono Boeri e Rivarossa – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing ed il rapporto sempre più direttore con i consumatori. Sul lato consumi, ci sono buone prospettive di ripresa con le riaperture delle attività ristorative e dell’export  così gli eccellenti vini della Liguria potranno continuare ad essere apprezzati sul mercato nazionale ed estero,  sia dalla ristorazione sia dai singoli consumatori”.

Coldiretti, bene la copertura assicurativa per incentivare il turismo straniero

Con oltre 2 milioni di arrivi l’anno (6 milioni di presenze), la Liguria è una regione molto apprezzata dai viaggiatori stranieri, soprattutto tedeschi, francesi, svizzeri e americani, un turismo che, di fatto, è stato azzerato in anno di pandemia: per superare la crisi, e riportare il territorio su un percorso di crescita stabile e duraturo, è necessario sostenere la prossima stagione turistica con un’adeguata promozione, e disposizioni che possano fare davvero la differenza all’estero nella scelta della destinazione di viaggio.

È quanto afferma Coldiretti Liguria nel commentare positivamente l’annuncio della Regione di offrire una polizza di copertura sanitaria ai turisti che soggiorneranno in Liguria dal 1 giugno al 31 dicembre di quest’anno, per i danni di un eventuale contagio da Covid. La copertura sarà applicata automaticamente a tutti i turisti non residenti in Italia che sceglieranno una struttura alberghiera o extra alberghiera classificata da Regione Liguria; la tutela si estende anche agli albergatori, per i costi di eventuali periodi di quarantena e di conseguente chiusura della struttura o di una sua parte.

“Dopo le perdite subite in anno di pandemia, – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – la stagione in arrivo è fondamentale per il nostro territorio e le strutture legate al turismo, tra cui i nostri agriturismi sparsi su tutto l’arco regionale, in contesti di ‘naturale’ sicurezza dove è garantito il necessario distanziamento sociale per evitare i contagi. Molti dei nostri operatori hanno visto crescere negli anni i rapporti con una clientela principalmente estera, e su di essi è pesata enormemente la riduzione di quasi il 70%, con punte fino al 99% nei periodi di lockdown, degli arrivi stranieri in Liguria per l’intero 2020. È fondamentale quindi promuovere la nostra regione all’estero ed incentivare il ritorno del turismo garantendo, sia tutte le misure di sicurezza atte ad arginare il contagio sia rassicurando in caso di imprevisti legati alla pandemia. I turisti soprattutto stranieri sono molto affezionati alla Liguria dove possono trovare un’offerta variegata che accontenta tutte le esigenze, dalla vacanza balneare a quella escursionistica- sportiva fino all’enogastronomica, quest’ultima sempre più attrattiva per viaggiatori come loro, molto attenti alla qualità dell’alimentazione, per la quale destinano una quota elevata della spesa durante la vacanza. Per tornare, poi, alla tanto attesa normalità e dare la possibilità di ripresa anche all’intero comparto Ho.re.ca, è fondamentale valutare con attenzione il coprifuoco, e stabilirlo per i prossimi mesi sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico. Il superamento del coprifuoco  è importante per tutte le realtà della ristorazione a partire dai 600 ittiturismi e agriturismi liguri, quest’ultimi particolarmente colpiti dai limiti di orario perché situati nelle aree rurali e quindi raggiungibili in tempi più lunghi dagli ospiti provenienti dalle città. Lo stop alle limitazioni dell’orario può favorire infatti le aperture serali a cena che valgono da sole l’80% del fatturato a livello nazionale, con l’arrivo della bella stagione e la ripresa del turismo. Un beneficio che si trasferirebbe a cascata sull’intera filiera agroalimentare Made in Liguria, con cibi e bevande di altissima qualità che trovano appunto nella ristorazione uno dei massimi mercati di sbocco”.

Nuovi stop e divieti: sono giorni difficili per chi in Liguria fa pesca a strascico

Nuovi stop, nuove regole impraticabili e nuovi divieti: sono giorni difficili per chi in Liguria fa pesca a strascico, dopo la pubblicazione del Decreto governativo che aumenta le giornate annuali di fermo biologico, impedisce l’acquisto e/o la vendita di imbarcazioni fuori dalla propria GSA, e stabilisce regole stringenti per l’impiego delle attrezzature. È l’ennesima scure che si abbatte su un settore cardine della Liguria: serve un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie, evitando di portare le aziende sotto la soglia di sostenibilità economica.

È l’allarme lanciato da Coldiretti Liguria a seguito del Decreto Ministeriale che giunge in un momento di grande difficoltà per il settore a causa della flessione del mercato e della chiusura a singhiozzo del canale Ho.Re.Ca. Novità insostenibili del Decreto sono, oltre all’aumento delle giornate annuali di fermo, anche il divieto di vendita/acquisto di imbarcazioni se non provenienti dalla propria zona di pesca, regola che limita molto le scelte di ammodernamento e crescita dei pescatori liguri, e, per coloro che effettuano pesca al gambero di profondità, l’obbligo di dichiarare la “scelta irrevocabile per l’anno 2021 dell’utilizzo esclusivo dell’attrezzo”

“Con queste nuovi disposizioni – afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresapesca Liguria –non si fa che dare la mazzata finale alla pesca a strascico ligure, aprendo ancora di più all’arrivo di pesce straniero sulle tavole. Non aumentare eccessivamente i giorni di stop, rispetto a quanto si temeva è già stato un primo importante risultato, ma si deve intervenire per evitare assurdi limiti e per trovare nuove strategie più rispondenti alle esigenze della nostra flotta come, ad esempio, la gestione delle giornate di pesca in maniera autonoma dalle singole imprese, nonché un sistema di gestione dello sforzo di pesca mediante conteggio di monte ore gestite sempre dall’impresa e non a calendario, visto che le nostre barche non stanno un’intera giornata in mare e che, se non viene portato a terra nulla, la giornata è contata comunque come uscita di pesca. Per quanto riguarda l’obbligo di dichiarare l’attrezzo di pesca per l’intera annualità si ricorda inoltre che, ad esempio, i nostri pescherecci non effettuano esclusivamente pesca al gambero, per la quale è impiegata uno specifica rete non adatta agli altri tipi di pesca: con queste nuove misure si impedisce a tutti gli effetti di diversificare il prelievo ed aiutare realmente gli stock ittici”.

“I nostri pescatori – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – sono favorevoli a una corretta gestione delle risorse ittiche basata però su strategie che abbiano un approccio scientifico, e un risultato positivo, tangibile nella realtà. Aumentare i giorni e mettere delle restrizioni aggiuntive alle imprese non serve a nulla, anzi, rischia solo di costringerle a chiudere creando così un danno enorme alla nostra economia. È fondamentale permettere alle nostre imprese di continuare a lavorare, sostenere i bilanci e l’occupazione, in un settore che non possiede peraltro un sistema di ammortizzatori sociali già operativo in grado di compensare le interruzioni prolungate di produzione nell’arco dell’anno solare.”

Ristoranti, Coldiretti: “L’apertura serale vale l’80% del fatturato delle attività”

La possibilità di apertura serale a cena vale l’80% del fatturato di ristoranti, pizzerie, agriturismi ed ittiturismi, duramente provati dalla chiusure forzate che travolgono inoltre interi settori dell’agroalimentare Made in Italy, con vino, birra e cibi invenduti per un valore stimato, a livello nazionale, in 9,6 miliardi nel 2020. E’ quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia in riferimento a quanto sostento dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, il quale sottolinea che “con il progredire della vaccinazione devono riaprire i ristoranti anche la sera”

Con tale possibilità limitata, ai soli locali di ristorazione con servizio al tavolo che si trovano nelle zone gialle, si coniugherebbero tutela della salute dei cittadini e ripresa dell’attività economica e lavorativa dell’intera filiera agroalimentare italiana, cui sono collegati circa 4 milioni di lavoratori.

“Le riaperture delle attività di ristorazione la sera – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – possono rappresentare un’importante boccata di ossigeno per molte attività liguri, che non riescono, con la sola apertura del pranzo, a coprire i costi di gestione, con la conseguenza che molti scelgono di tenere le saracinesche abbassate. Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione, che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive, si ripercuotono a cascata sull’intera filiera agroalimentare Made in Liguria con disdette per le forniture di prodotti che vanno dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità, eccellenze che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione, ma sarebbe fondamentale consentire, esclusivamente ai ristoranti che si trovano nelle zone gialle, come la Liguria, e che dimostrano di rispettare i rigidi requisiti previsti, l’apertura serale fino all’orario d’inizio coprifuoco, anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottate, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.”