Idee, proposte e confronti per guardare al futuro del Club alpino italiano

Idee, proposte e confronti per guardare al futuro del Club alpino italiano, un’associazione nazionale che intende diventare sempre più attrattiva per i giovani, rispondendo ai loro interessi e alle loro aspirazioni.
Dal 29 ottobre al primo novembre si è svolto a Minazzana (LU) il Camp Giovane Cai Apuane 2022, prima edizione di un evento che ha visto la partecipazione di 97 giovani soci dai 16 ai 40 anni, impegnati attivamente nella vita di 43 Sezioni di 13 regioni italiane, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Tra loro presidenti di Sezione, Accompagnatori, Istruttori e semplici soci desiderosi di rendere il Club finalmente a misura di giovane.

Elementi da tenere ed elementi da cambiare

I partecipanti si sono confrontati tra loro in primo luogo sulle buone e sulle cattive pratiche in essere. Tra gli elementi da tenere, la socializzazione e lo stare insieme proprio dell’attività associativa, insieme alla condivisione di esperienze, conoscenze e allo spirito di gruppo. Come elementi da cambiare, i partecipanti hanno purtroppo citato i pregiudizi, le gelosie e le ipocrisie che talvolta persistono nei confronti dei più giovani, insieme all’eccessiva burocrazia che ad oggi ancora affligge le Sezioni.
I giovani soci si sono riuniti in otto tavoli specifici dedicati ad ambiente, attività indoor e outdoor, vita di Sezione, comunicazione, cultura, rapporto con le scuole e le università, informatizzazione e socializzazione.

Ambiente

Tra le idee e le proposte uscite dai gruppi, troviamo un maggior coinvolgimento dei giovani soci nelle commissioni del Cai che si occupano di tutela dell’ambiente, vista la crescente sensibilità delle nuove generazioni su questo tema; l’incentivazione all’utilizzo dei mezzi pubblici e alla condivisione delle auto per raggiungere i punti di partenza delle escursioni, per un minor impatto ambientale delle attività del Cai ma anche per facilitare la partecipazione dei ragazzi, che non sempre dispongono di un auto propria; non è mancata la richiesta di organizzare un numero crescente di escursioni in luoghi caratterizzati da criticità ed emergenze di carattere ambientale.

Vita e attività delle Sezioni

Per rendere più appetibili le attività indoor e outdoor delle Sezioni, i partecipanti hanno consigliato innanzitutto uno snellimento burocratico e una diminuzione dei costi dei corsi per accompagnatori di escursionismo e cicloescursionismo e istruttori di alpinismo e di scialpinismo, per facilitare la partecipazione dei giovani e per permettere loro di organizzare in prima persona attività e iniziative. In secondo luogo i corsi di avvicinamento alla montagna rivolti a bambini e agli adolescenti dovrebbero avere una connotazione più alpinistica dell’attuale, anche grazie al coinvolgimento delle Guide alpine, garantendo poi un seguito formativo anche dopo i 18 anni, per permettere una crescita e una formazione continua ai giovani alpinisti. In questo senso, è consigliata anche la creazione di gruppi di allenamento all’interno delle Sezioni, oltre all’istituzione di specifiche commissioni giovanili territoriali e di “quote giovanili” all’interno dei consigli direttivi, in modo da permettere la realizzazione di progetti ideati da under 30, che rispondano ai loro interessi.
Piacerebbe molto, poi, l’ideazione di un grande festival nazionale che proponga attività avventurose suddivise per discipline e di open day locali per far conoscere le proposte delle Sezioni alle diverse comunità.

Comunicazione

La comunicazione dovrebbe, sia a livello nazionale che sezionale, puntare su social network come Instagram, con linee guide e modus operandi il più possibile stardardizzati. Importante anche il consiglio di realizzare dei podcast e dei contenuti video con interviste e storie per farsi conoscere e intrattenere. Sarebbe graditissimo, inoltre, che ogni Sezione avesse una propria bacheca online con uno spazio per i giovani curato dai giovani e che, tra i propri corsi, ne organizzasse qualcuno sull’attività di videomaking in ambiente. Non manca la proposta di tenere aperte le sedi delle Sezioni per far studiare i ragazzi, sul modello delle biblioteche.

Scuola, università e socializzazione

Per quanto riguarda il rapporto con il mondo della scuola e dell’università, la richiesta è quella di accrescere la presenza del Cai negli istituti, mirando però non agli insegnanti ma direttamente agli allievi con progetti che permettano anche ai soci giovani di parlare agli alunni con un linguaggio più accattivante per questi ultimi. Di fondamentale importanza le università, con tirocini e collaborazioni continuative che permettano ai giovani soci di mettere le proprie competenze professionali al servizio del sodalizio. Per una miglior socializzazione, il consiglio è quello di mettere in rete i gruppi di soci under 25 e under 30 (chiamati Juniores), in modo da facilitare le relazioni tra loro e l’organizzazione di iniziative congiunte: viene chiesta una mappatura regionale diffusa quanto prima.

È sentita infine la necessità di diffondere l’utilizzo di format online per l’iscrizione, i rinnovi e la partecipazione alle escursioni, per rendere l’associazione più smart dal punto di vista burocratico, insieme alla creazione, nel sito ufficiale del Cai, di uno spazio riservato agli annunci di lavoro da parte dei rifugisti e alle richieste di volontari per la manutenzione dei sentieri da parte delle varie Sezioni.

Una Youth Commission all’interno del Cai

In ultimo i giovani insieme alla presidenza si propongono di portare all’attenzione del Consiglio direttivo la richiesta di istituire una Youth Commission all’interno del Cai che mantenga attivi i tavoli di lavoro e permetta ai giovani di progettare in autogestione soluzioni innovative.

«Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla serietà, dall’impegno e dalla motivazione con i quali questi ragazzi si sono approcciati alle diverse tematiche oggetto di discussione. Ho visto un grande attaccamento alla nostra associazione e una voglia di fare, di mettersi in gioco per migliorarla sempre di più e renderla più appetibile per le generazioni più giovani», ha commentato il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «A questo evento ne seguiranno altri, a partire già dal prossimo inverno, per ascoltare queste voci e per cercare di concretizzare i loro suggerimenti e le loro proposte».

Oltre ai confronti, alle proposte e allo scambio di idee non sono mancate le attività in ambiente, con escursioni sulle Apuane, per vedere da vicino l’impatto ambientale dell’attività estrattive, e arrampicate in falesia.
Il Camp Giovane Cai Apuane 2022 è stato organizzato dal Cai centrale e dal Gruppo regionale Toscana, con il supporto della Sezione di Pisa, del comune di Seravezza e dalla Pubblica assistenza di Minazzana.

Un enorme patrimonio filmico e archivistico dedicato all’alpinismo nel libro di Massena

Il patrimonio filmico della Cineteca delinea la storia dell’alpinismo e della sua trasformazione”, scrive nella prefazione del volume l’autore, Antonio Massena, giornalista e critico cinematografico. “La memoria della luce” è un’opera di 362 pagine che approfondisce il passato, il presente e il futuro del Centro di Cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano. Il libro è edito dal CAI.

Un enorme patrimonio filmico e archivistico
La storia della Cineteca si delinea attraverso il materiale contenuto negli archivi del Centro di Cinematografia, nato nel 1946 come Commissione Cinematografica Centrale a Torino e poi trasferita nel 1951 a Milano: verbali, documenti vari, immagini di film e fotografie selezionate da Pamela Lainati che ha curato l’apparato archivistico e fotografico del volume. Nel tempo la Cineteca ha iniziato a custodire un patrimonio storico composto da film, documenti e materiali di produzione a partire dalle cineprese che sono gli strumenti fondamentali del cinema ad alta quota e rappresentano la principale chiave di lettura per poter comprendere l’evoluzione del cinema di montagna. Nel volume hanno un ruolo di primo piano anche alpinisti e autori del calibro di Fosco Maraini, Gianni Rusconi, Riccardo Cassin e Reinhold Messner. Scritti e materiali personali sono stati selezionati e raccolti nel lavoro di documentazione alla base dell’opera.

L’obiettivo è quello di mettere in relazione il materiale d’archivio con le grandi imprese alpinistiche. “Volevo che questo doppio filo fosse compreso e apprezzato anche da chi non è un addetto ai lavori”, continua Massena.

Appare chiaro come il Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI abbia costruito intorno a sé un patrimonio che, ora più che mai, è necessario valorizzare e far conoscere, testimone di cambiamenti epocali, non solo per quanto riguarda le tecniche di produzione cinematografica, ma anche nel modo di guardare alla montanità in tutte le sue espressioni”, scrive nella prefazione il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti.

Il volume è disponibile in libreria e sul CAI Store al prezzo di 35 euro, 31 euro per i soci e 27 euro per le Sezioni. Venerdì 6 maggio, il libro verrà presentato in occasione della 70esima edizione del Trento Film Festival. Saranno presenti, oltre all’autore, il Presidente generale Torti, il Presidente del Centro di Cinematografia e Cineteca Angelo Schena, la regista Lia Giovanazzi e la curatrice del volume Pamela Lainati. Modera il direttore di Montagne360 Luca Calzolari.

Nasce la Fondazione di partecipazione per la gestione del polo culturale della montagna di Torino

È stato siglato il documento di intesa tra il Club alpino italiano il Cai – Sezione di Torino finalizzato alla costituzione di una Fondazione di partecipazione per la gestione del polo culturale della montagna di Torino.
L’obiettivo è costituire un soggetto giuridico per lo svolgimento delle funzioni in capo al Museo nazionale della montagna “Duca degli Abruzzi”, alla Biblioteca nazionale Cai, al Cisdae – Centro italiano studio e documentazione alpinismo extraeuropeo nella sede al Monte dei Cappuccini.

I Soci Fondatori conferiranno in uso alla Fondazione i beni di tali strutture affinché ne svolga le funzioni di gestione e coordinamento nell’ambito delle specifiche missioni e ne promuova le attività garantendo le condizioni necessarie al processo di rinnovamento in corso e allo sviluppo in prospettiva nazionale e internazionale, nella continuità delle partnership con gli enti pubblici e privati del territorio e con l’individuazione di ulteriori forme di sinergia adeguate al nuovo ordinamento.

È prevista per il futuro la possibilità di accogliere in nuovi spazi della medesima sede anche la Cineteca centrale Cai, per una organica integrazione con la Cineteca storica e Videoteca del Museomontagna.

La firma del documento da parte del Presidente generale Cai, Vincenzo Torti, e del Presidente del Cai TorinoMarco Battain, si è tenuta presso la sede del Club alpino italiano, a Milano, alla presenza del Comitato direttivo centrale – con i Vicepresidenti generali Francesco CarrerLorella FranceschiniAntonio Montani e il componente Giampaolo Boscariol – del Presidente del Collegio dei revisori dei conti CaiAlberto Cerruti, del Direttore e del Vicedirettore Cai, Andreina Maggiore e Cristina Reposi, del Direttore del MuseomontagnaDaniela Berta, e dei Vicepresidenti Cai TorinoClaudio Fornaca e Bruno Roberti.

Ortles, la vera prima salita di Joseph Pichler

«Dopo più di due secoli il mistero della prima ascensione dell’Ortles potrebbe essere stato finalmente risolto. Quella di cui stiamo parlando è una cronaca affascinante. A sedurre e incantare sono la collocazione storica, i personaggi e le testimonianze di ieri e di oggi»Luca Calzolari, direttore della rivista del Cai Montagne360, presenta così il focus del numero di marzo, dedicato alla scoperta della vera via di salita che Joseph Pilcher percorse nel 1804 per arrivare per la prima volta sulla vetta più alta dell’Alto Adige e dell’allora impero austro-ungarico. Un’ascensione avvenuta in un contesto dove quello che oggi definiamo “alpinismo” ancora non esisteva.

I contributi ripercorrono le ricerche di Davide Chiesa Alfio Capraro condotte su mappe, documenti storici e sul campo, che si sono basate anche sulle intuizioni di Reinhold Messner. Ricerche che hanno portato alla ragionevole certezza che Pilcher, partito per misurare l’altezza dell’Ortles, abbia percorso un canale denominato “Couloir inviolato” e non, come si credeva in precedenza,la Cengia Pichler.

Sostenibilità, educazione e tutela dell’ambiente

L’editoriale di questo numero, firmato dal Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, si focalizza sul recente incontro tra il ministro del Turismo Massimo Garavaglia e il Club alpino italiano nella Sede centrale del Sodalizio. Garavaglia ha espresso, scrive Torti «una fiducia che premia e che impegna il Cai tutto». In un momento storico che ha visto l’inserimento della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione, continua Torti, «al volontariato del Cai si offre la concreta possibilità di confermare le capacità mostrate nel tempo, con la disponibilità a fornire un importante contributo alla ripresa del Paese in linea con i principi di rispetto e attenzione che ne hanno contraddistinto l’operato».

Il direttore Luca Calzolari, nel suo Peak&Tip, sottolinea, attraverso diversi esempi, che la prova della vita in montagna può tradursi in una vera scelta di vita se ci sono opportunità e progetti sostenibili. «In Italia abbiamo l’occasione di realizzare queste nuove progettualità, grazie al Piano nazionale ripresa resilienza».

La sostenibilità è il tema trainante anche dell’articolo sul position paper Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Il documento, curato dal rappresentante del Cai in ASviS Erminio Quartiani parte dall’assunto che «l’ambiente montano non è un castello dei sogni di plastica da consumare e buttare a proprio piacimento» e suggerisce accorgimenti per una governance che assicuri un futuro alle Terre alte. «Dobbiamo costruire un nuovo patto tra la montagna e le città, non solo per ridurre le disuguaglianze ma anche per preservare la biodiversità delle aree interne, condizione fondamentale per garantire l’esistenza dei servizi ecosistemici, alla base del nostro benessere», afferma Quartiani.

Gli altri contributi di questo numero
Non mancano, come di consueto, l’alpinismo e l’esplorazione, declinati nel resoconto dei 4500 km percorsi da Elio Bonfanti e Gloria Bernardi in Norvegia, alla ricerca di cascate di ghiaccio da scalare e in due interviste: Antonella Giacomini, all’indomani dell’uscita del suo primo libro Volevo vedere la Tundra, racconta che cosa la spinge a partire e ad affrontare l’avventura e se stessa. Gianni Rusconi, autore di sette prime invernali, sette film, quattro spedizioni e due libri, approfondisce il suo alpinismo intrepido e curioso, basato sul talento individuale e sulla forza del gruppo.
Le proposte escursionistiche accompagnano il lettore in Alto Adige, alla scoperta di due itinerari da percorrere con le ciaspole in Val Passiria. La prima ci porta nella Valle di Plan e l’altra tra Stulles e la Malga Egger Grub.
Sicurezza, scienza e geodiversità completano i contenuti della rivista. Vengono raccontati il corso del Cai Vicenza per formare escursionisti in grado di intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco di un compagno, gli studi del Comitato scientifico del Cai reggiano alla Pietra del Lulseto (probabilmente un antico luogo di culto legato alla venerazione delle rocce) e la storia geologica e geomorfologica del territorio testimoniata dalle cascate del Friuli Venezia Giulia.

Il portfolio fotografico raccoglie una selezione degli scatti di Angelo Corna dei sentieri e delle valli nei dintorni di Bergamo, percorsi per ricalcare le orme di chi ha tracciato per primo questi itinerari.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di marzo, che, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile online a questo indirizzo.

 

Dal 28 febbraio arriva nelle sale “Sul Sentiero Blu”

Dal 28 febbraio arriva nelle sale con Wanted Cinema, in collaborazione con il Club Alpino Italiano“Sul Sentiero Blu”, un emozionante documentario sul viaggio di un gruppo di giovani autistici sull’antica via Francigena. Il film vi aspetta in sala per una serie di proiezioni evento in tutta Italia. In alcune di esse parteciperanno anche i gruppi di montagnaterapia delle diverse sezioni del Cai, che si soffermeranno sulla valenza terapeutico-riabilitativa dell’esperienza nelle Terre alte. In particolare, sarà proiettato il video sul primo raduno nazionale di escursionismo adattato che si è tenuto gli scorsi 11 e 12 settembre 2021 a Schia, nell’Appennino parmense. Presentando la tessera, i soci Cai avranno diritto all’ingresso a prezzo scontato.
Un viaggio di più di 200 chilometri
Il documentario, per la regia di Gabriele Vacis e la produzione di Michele Fornasero per Indyca, tratta con estrema delicatezza temi sociali e relazionali rispetto all’autismoI protagonisti, insieme ai loro medici ed educatori, hanno percorso più di 200 km a piedi in 9 giorni. Un cammino di crescita, tra fatica e divertimento, in cui affrontano ed imparano a gestire emozioni e difficoltà grazie a specifici programmi abilitativi per sviluppare le competenze sociali. Oltre che scientifica, si è trattata quindi di un’esperienza profondamente umana volta a migliorare le relazioni delle persone autistiche. I partecipanti devono infatti adattarsi al nuovo ambiente e cercare un modo per convivere, alla scoperta della loro indipendenza. Il viaggio si è concluso a Roma, dove hanno incontrato anche Papa Francesco.

La troupe ha seguito il gruppo dalla partenza fino all’arrivo nella Città del Vaticano, cercando di riportare integralmente l’intensità di questa esperienza, raccontando il formarsi di nuove amicizie e di sentimenti e, soprattutto, di catturare i particolari più significativi di questi eccezionali ragazzi. Un’immersione nel mondo dell’autismo per abbattere pregiudizi e preconcetti che spesso circondano queste persone, valorizzare le loro competenze e sensibilizzare lo spettatore di fronte a queste importanti tematiche.
Il racconto di un progetto
Il documentario, prodotto da Indyca con il sostegno di MIC e Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, racconta il progetto “Con-tatto”iniziativa lanciata lo scorso 2021 dal Rotary International Distretto 2031 (che ha collaborato anche alla parte organizzativa del film) e realizzata grazie al contributo scientifico del Dottor Roberto Keller, Direttore del Centro Regionale per i Disturbi dello spettro dell’Autismo in età adulta della ASL Città di Torino. Keller ha accompagnato i ragazzi sul percorso, dando il suo contributo sull’aspetto terapeutico dell’iniziativa. Il progetto “Con-tatto” è a cura di ASL Città di Torino – Centro Regionale Per I Disturbi Dello Spettro Autistico in Età Adulta.

Gabriele Vacis
Regista teatrale, drammaturgo, docente, documentarista e sceneggiatore italiano. Vacis ha scritto e curato la regia di numerosi spettacoli teatrali. È autore con Marco Paolini degli spettacoli Adriatico (1987), Liberi tutti (1991) e Il racconto del Vajont (1994, Premio UBU 1995 per il teatro civile), divenuti dei classici della drammaturgia italiana contemporanea.Ha diretto il corso attori e il corso di regia alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano. Insegna Istituzioni di Regia all’Università Cattolica di Milano. Dal 2002 al 2006 è regista stabile al Teatro Stabile di Torino per cui ha ideato Torino Spiritualità. Dal 2013 al 2017 è direttore artistico della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. Nel 2017 ha fondato l’Istituto di pratiche teatrali per la cura della persona. Dal 2018 al 2021, è stato direttore della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino. Gli ultimi suoi spettacoli sono, “Risveglio di primavera”, dal testo di Frank Wedekind con i neo diplomati alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino andato in scena a giugno 2021, e “Intelletto d’amore” con Lella Costa andato in scena a luglio 2021.

A questo link è possibile scaricare il presskit con il trailer, le foto, la locandina, il comunicato e alcune clip del documentario.

“Campania, Puglia, Basilicata e Molise, da Senerchia a Isernia” , nuova guida del Cai

53 tappe per 892 chilometri da percorrere. Edito da Idea Montagna in collaborazione con il Club alpino italiano“Campania, Puglia, Basilicata e Molise, da Senerchia a Isernia” esce sullo store Cai.it e in libreria. Allo stesso tempo, tutti coloro che acquisteranno direttamente dal negozio online questa e le altre guide, riceveranno il taccuino del Sentiero Italia CAI: vere e proprie  credenziali che saranno timbrate nei diversi punti tappa del sentiero.

Il volume numero 4 delle guide ufficiali del Sentiero Italia CAI porta i camminatori del percorso escursionistico più lungo d’Europa nei territori interni della Campania, della Puglia, della Basilicata e del Molise. Da Senerchia a Isernia, per esplorare il Sud Italia meno conosciuto e frequentato.

Percorso dagli autori Corrado Palumbo, Vito Paticchia, Francesco Raffaele e Michele Renna, il Sentiero Italia CAI si inerpica sui monti del salernitano per poi entrare in Molise, Puglia e Basilicata. In Campania, il cammino coincide in buona parte con l’Alta Via dei Monti Lattari, che offre i paesaggi più spettacolari di questo tratto di Sentiero Italia. Siamo a picco sul mare, sullo spartiacque tra la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana. Le ultime tappe nella regione permettono di ripercorrere gli antichi accessi montani e di esplorare l’ambiente tipico della montagna appenninica, per poi entrare in Molise lambendo la nuda e imponente cupola del Monte Miletto.

In Puglia, il cammino passa dai tratti montuosi del Gargano e del Subappennino Dauno, fino ai territori pianeggianti del Tavoliere delle Puglie, l’altopiano della Murgia, le gravine del Tarantino e i rilievi del Salento, per poi lambire la Basilicata. Infine, il Sentiero Italia rientra nel Molise meridionale per finire il suo viaggio a Isernia.

Gli autori

Corrado Palumbo nasce a Bari il 18 maggio 1962. Dal 1985 è agente di assicurazioni ed è, inoltre, Guida Escursionistica Assoguide. Da oltre 40 anni si avventura su sentieri di montagna.

Vito Paticchia è salentino di nascita, emiliano di adozione, socio Cai e Guida Ambientale Escursionistica. Ha ideato e progettato cammini di lunga percorrenza: dalla Linea Gotica alla Via della Lana e della Seta, scrivendo e curando le rispettive guide e cartografie.

Michele Renna classe 1979, è accompagnatore di Escursionismo e membro della commissione regionale CAI-TAM, oltre che istruttore nella Scuola Regionale di Escursionismo Campania. “Vive” ormai da 10 anni per 150 giorni l’anno in montagna, con la stessa professionalità di un lavoro, compiendo escursioni anche esplorative in tutto l’Appennino.

Francesco Raffaele ha studiato l’Egitto Pre- e Protodinastico, pubblicando articoli, tenendo conferenze in Italia e all’estero e curando l’edizione degli atti del Primo Congresso Egittologico Napoletano. Esplora e fotografa da vent’anni le montagne, la natura e i paesaggi dell’Appennino Meridionale e Centrale.

Il ministro del Turismo Garavaglia: «L’attività del Cai è strategica per il rilancio del turismo montano»

ll ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha incontrato oggi il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti. Al centro del colloquio, le attività e le iniziative che il Cai metterà in campo a fronte delle nuove importanti risorse, 5 milioni di euro, messe a disposizione dal ministero. È stata la prima volta che un ministro della Repubblica ha visitato la Sede centrale del Club alpino italiano.
Nell’incontro il ministro Garavaglia ha sottolineato al Presidente Torti “l’apprezzamento per l’attività del Cai ritenuta strategica per il rilancio del turismo montano, sia escursionistico che alpinistico”. Ha inoltre sottolineato “la comune attenzione per la montagna quale patrimonio da difendere anche in termini di sostenibilità, con interventi non sporadici ma strutturali, e con una visione di lungo periodo”. Ha inoltre riconosciuto “il grande valore del Sentiero Italia CAI, che con i suoi 7200 chilometri attraversa le montagne italiane, da Santa Teresa Gallura in Sardegna a Muggia, in provincia di Trieste, e che sarà inserito nel nuovo portale nazionale del turismo”. In conclusione ha lodato “l’impegno e l’opera volontaria dei soci e delle socie del Sodalizio per la sentieristica e la formazione”.
Fra i temi dell’incontro, anche le attività messe in campo dal Club alpino italiano che sono funzionali al rilancio del turismo montano e in linea con la riforma costituzionale che ha visto l’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Costituzione (modifiche dell’art. 9 e dell’art. 41). Un’altra dimensione degli interventi del Sodalizio è quella dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità nelle scuole, con i corsi di formazione per gli insegnanti, guardando alle nuove generazioni e ai giovani da avviare alla montagna. Sono stati inoltre forniti i dati dell’attività 2021 del Cai che, ancora in piena pandemia e nel rispetto delle normative anti-Covid, ha organizzato 11.127 iniziative (tra escursioni a piedi e in mountain bike, arrampicate, salite alpinistiche e scialpinistiche, ciaspolate, uscite speleologiche e di torrentismo) e 485 corsi di formazione per accompagnatori e degli Istruttori che, a titolo volontario, conducono escursioni e salite.

“Nel ringraziare il ministro Garavaglia per questo incontro, il primo di un ministro della Repubblica alla Sede centrale del Club alpino italiano nei suoi 159 anni di storia”, ha affermato il Presidente generale Torti “vorrei anche sottolineare la comunanza di intenti nell’impiego delle risorse messe a disposizione dal MITUR, un impegno economico-finanziario importante che utilizzeremo, in coerenza con la nostra visione di montanità e in particolare per le attività relative alla sicurezza in montagna, con l’attivazione gratuita per tutti i frequentatori delle Terre alte dell’app GeoResQ, realizzata dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del Cai”. Fra gli altri ambiti di intervento del Sodalizio – ha proseguito Torti – vi è quello della montagnaterapia, l’impegno sui rifugi come vere e proprie sentinelle del clima e dell’ambiente su cui il Cai ha un progetto, in collaborazione con il Cnr, che coinvolge 19 rifugi che saranno dotati di stazioni di rilevazione meteorologica. Un esempio di vero e proprio osservatorio scientifico sugli effetti dei cambiamenti climatici è il rifugio Capanna Margherita, il più alto d’Europa, in cima al Monte Rosa. Altro tema è quello della  cura e promozione della rete sentieristica (Catasto nazionale dei sentieri e Sentiero Italia CAI) e dei percorsi alpinistici (a partire dalla Via italiana dei Rochers al Monte Bianco).

All’incontro con la stampa erano presenti i vicepresidenti generali Lorella Franceschini e Francesco Carrer, oltre ad Alessandro Molinu, vicepresidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del Cai e Martino Peterlongo, presidente del Collegio nazionale guide alpine italiane. A fare gli onori di casa, il direttore del Cai, Andreina Maggiore, che ha ringraziato il ministro anche a nome di tutti i dipendenti della Sede centrale.

“La coesistenza millenaria tra uomo e grandi carnivori nell’Appennino centro-meridionale”, convegno nazionale Cai ad Alvito

Quali sono le conseguenze del ritorno dei grandi predatori selvatici nelle montagne italiane? Come conciliare, attraverso un percorso condiviso, le attività tradizionali di montagna (pastorizia, allevamento e apicoltura) con le esigenze della natura che chiede i suoi spazi?

Conoscere, riflettere e cogliere la grande valenza della convivenza millenaria e mai interrotta con i grandi carnivori nei territori appenninici del centro e del sud Italia è l’obiettivo del convegno “La coesistenza millenaria tra uomo e grandi carnivori nell’Appennino centro-meridionale”. Una giornata nazionale di studio dedicata ai Soci Cai che il Gruppo Grandi Carnivori del Club alpino italiano organizza sabato 16 ottobre ad Alvito (FR), presso il Teatro Ducale (inizio dei lavori alle 8.30).

Dopo i saluti del Vicepresidente generale del Cai Francesco Carrer e del componente del Comitato direttivo centrale Gian Paolo Boscariol, interverranno il referente nazionale del Gruppo Grandi Carnivori Davide Berton e i rappresentanti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dell’Unione operativa semplice dipartimentale Fauna Selvatica e Monitoraggio Ambientale dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL1 Abruzzo). Porteranno inoltre la propria testimonianza i guardiaparco impegnati sul campo nella tutela dei grandi predatori, i rappresentanti dei pastori e dell’Associazione Salviamo l’Orso.

«Intendiamo favorire il dialogo e il confronto fra interessi potenzialmente conflittuali, quelli dell’uomo e della fauna selvatica, senza contrapporre in maniera aprioristica scelte e visioni di parte», afferma Davide Berton. «Il tutto evitando di enfatizzare singoli episodi che, in nome dell’amore per questi animali, spesso hanno come conseguenza scelte, visioni e reazioni antitetiche tra alcune zone delle Alpi e quelle degli Appennini».

Il convegno si propone dunque di arrivare all’essenza di come l’uomo – pur con difficoltà, rinunce e una cultura radicata di contatto diretto e ininterrotto con animali selvatici importanti e impattanti – riesca ancor oggi a vivere in un equilibrio che permette una millenaria coesistenza.
«Informazioni ed esperienze fondamentali per poter capire quale strada percorrere nelle zone dove tutt’ora il conflitto è ancora aspro ed acceso», conclude Berton.

L’iniziativa è realizzata con il patrocinio di Cai Cassino, Comitato scientifico centrale Cai, Commissione centrale tutela ambiente montano Cai, Gruppi regionali Cai di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Marche e Umbria, Regione Lazio, Comune di Alvito, Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Associazione Salviamo l’Orso.

Partecipazione gratuita riservata ai Soci Cai, previa iscrizione online entro il 14 ottobre (posti disponibili limitati a 50 per le disposizioni anticontagio).

“Sbulliamoci. Smontiamo i bulli e le bulle”, l’iniziativa del Club Alpino Italiano

Supportare i docenti che vogliono attivare, insieme ai propri alunni, percorsi di riflessione e di contrasto al fenomeno del bullismo. È questa la finalità del concorso nazionale del Club alpino italiano “Sbulliamoci. Smontiamo i bulli e le bulle”, rivolto, in apertura del nuovo anno scolastico, agli istituti di tutta Italia.

L’iniziativa, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, giunge alla sua seconda edizione, dopo un primo concorso che ha visto, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, la partecipazione di 186 elaborati prodotti dagli alunni delle scuole di tutta Italia.

Le classi o i gruppi di alunni che parteciperanno dovranno produrre un elaborato (letterario, grafico o multimediale), basandosi sulla seguente traccia:
Smontiamo i bulli e le bulle percorrendo strategie efficaci per contrastare il radicamento di atteggiamenti prevaricatori ma, prima di accusare gli altri proviamo a guardare dentro di noi per capire: “Devo cambiare io per far cambiare l’altro?”. Iniziamo un percorso per comprendere quali comportamenti (sbagliati) stanno alla base del fenomeno, individuiamo le rappresentazioni interiori, individuali o di gruppo, che generano i ruoli di bulli, vittime, complici e costruiamo comportamenti efficaci per ridurre i contrasti e favorire le relazioni.
I lavori dei ragazzi potranno così sviluppare le dinamiche dei ruoli, identificando i comportamenti del bullo, i sentimenti della vittima e la gravità delle forme di complicità.

Novità di quest’anno è la partecipazione aperta anche alle classi quarte e quinte della scuola primaria, oltreché, come l’anno scorso, a quelle della scuola secondaria di primo grado e del biennio delle superiori.

Con questo progetto il Club alpino italiano intende contribuire allo sforzo di contenimento del fenomeno operato dalle istituzioni, con un’efficace sensibilizzazione sulla gravità del problema. «Vogliamo aiutare i docenti più sensibili e le figure strumentali ad avviare percorsi di riflessione, stimolando gli studenti alla percezione oggettiva del fenomeno, all’immedesimazione negli stati d’animo di una vittima, al riconoscimento di sé quale attore, gregario o spettatore remissivo delle forme di bullismo», afferma il Vicepresidente generale del Cai Francesco Carrer, che coordina il Gruppo di lavoro Cai-Scuola. «Intendiamo poi favorire lo sviluppo di procedure e comportamenti efficaci per gestire il fenomeno all’interno del gruppo classe».

Il nuovo concorso prevede quindici premi con somme di denaro che variano dai 300 ai 1000 euro, utilizzabili esclusivamente per finalità didattiche, ma tutti i partecipanti riceveranno in omaggio delle pubblicazioni scelte tra l’editoria Cai e link per accedere a video e film forniti dalla Cineteca del Sodalizio.
Le classi hanno tempo fino al 31 dicembre 2021 per iscriversi, mentre la scadenza per la consegna dei lavori è fissata al 30 aprile 2022.

Il bando del concorso è disponibile nella sezione “Cai Scuola” del sito cai.it

Libri/ “Quintino Sella, lo statista con gli scarponi. L’invenzione del Cai”

La lettera del Monviso di Quintino Sella, ovvero il resoconto della scalata che ha portato alla fondazione del Club alpino italiano nel 1863, è uno titolo storico molto citato e celebrato. Ma il fondatore del Cai ha prodotto molti altri scritti sulla montagna.

Testi rari e perfino inediti, messi a disposizione dalla Fondazione Sella, che sono stati raccolti per la prima volta nel nuovo libro Quintino Sella, lo statista con gli scarponi. L’invenzione del Cai, a cura di Pietro Crivellaro.

Il volume, edito dal Club alpino italiano per la collana “Personaggi”, oltre a contenere la famosa lettera inviata all’amico Gastaldi, intende fare luce su aspetti poco conosciuti e sorprendenti della vita di Quintino Sella. Per tre volte ministro delle Finanze del Regno d’Italia, Sella fu un politico, uno scienziato e un alpinista.

Tre anni prima che nascesse l’Alpine Club, l'”inglese di Biella”, come lo chiamava l’abbé Gorret, fu tra i primi a scalare il Breithorn. Nel 1864 sognò persino di salire il Cervino insieme a Carrel per issarvi il tricolore. Ci riuscì solo alcuni anni dopo, quando raggiunse anche la cima del Monte Bianco e diede testimonianza delle sue imprese e della sua passione per le vette nei convegni del Cai da lui presieduti.

Tra i suoi scritti possiamo leggere: «Io non so se un quadro di grande artista, lo scritto di un sapiente, il discorso di eloquente oratore possa produrre nell’animo umano impressioni così profonde e così elevate quanto lo spettacolo della natura sulle vette alpine. Si direbbe che il fatidico “excelsior” ci sia di guida nelle escursioni così nel campo intellettuale e morale come nel fisico».

E ancora: «La parola “Excelsior”, che abbiamo posto sulla bandiera del Club alpino, non ha solo un significato materiale, non mira a vincere solo le difficoltà materiali del salire montagne di grande altezza o di difficile accesso; essa è sopratutto un emblema morale, imperocché senza un movente morale neppure le montagne si ascenderebbero».

 

Pagina dopo pagina, dai taccuini, dai bollettini Cai, dalle lettere e dai discorsi alpini, emerge in tutta la sua complessità il profilo inconsueto del marito affettuoso, del padre amorevole, dell’amico attento, dell’abile statista, ma soprattutto dell’alpinista instancabile e appassionato che scalava le montagne della patria con l’anelito di “rendere uomini” e di “fare gli italiani”.

«Era tempo che il “suo” Club alpino, quello stesso che volle ben presto “italiano” e che, ancora oggi, nell’incipit del proprio Statuto, si riconosce “fondato a Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella”, gli dedicasse ben più di un pur costante e riconoscente pensiero, ricordandone l’elevatissimo spessore umano, politico e culturale di protagonista indiscusso della storia del nostro Paese e della scoperta delle nostre montagne», scrive il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti nella prefazione. «I documenti esaminati da Pietro Crivellaro, corredati da note puntuali e da cronologie differenziate tra VitaMontagna e Storia d’Italia, danno conto del personaggio Quintino Sella in una dimensione assai ampia e inedita, tale da farne conoscere e apprezzare ancor più l’eccezionale levatura in tutti gli ambiti in cui si è cimentato. Non solo: le pagine del libro riservano la sorpresa, quanto mai gradita, di farci entrare a fondo nelle pieghe dell’umanità più vera di Quintino Sella, quella degli affetti familiari e, in particolare, del sentimento di amore profondo verso la moglie Clotilde».

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente del Centro operativo editoriale del Cai Alessandro Pastore: «l’immagine più autentica e convincente che esce dalle pagine selezionate con intelligenza e sensibilità da Pietro Crivellaro è quella di un uomo immerso nel suo tempo e capace di agire con concretezza su più versanti che si innestano nel tessuto vivo della vita scientifica, culturale e politica dell’Italia unita».

Quintino Sella, lo statista con gli scarponi. L’invenzione del Cai è acquistabile nelle librerie specializzate e su store.cai.it al prezzo di 26 euro. Sullo store del Cai i Soci possono acquistarlo al prezzo scontato di 21,50 euro.

Il curatore del libro
Pietro Crivellaro, per anni responsabile del Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, è alpinista e membro del Club Alpino Accademico Italiano. Giornalista e storico dell’alpinismo, da più di vent’anni è collaboratore del supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore. Per Vivalda ha curato diverse riedizioni di classici alpini. Per Tararà ha pubblicato uno studio sull’ascensione di Quintino Sella al Monviso e la successiva fondazione del Club Alpino Italiano (Una salita al Monviso, 1998). Inoltre, per Laterza, ha ricostruito le vicende e gli inediti retroscena della travagliata conquista del Cervino (La battaglia del Cervino. La vera storia della conquista, 2016).

“Un’estate in rifugio” di Sofia Gallo, il nuovo libro in collaborazione con il Cai

Un’appassionante storia di montagna, amicizia, amore e coraggio, che mostra come un’estate sulle Terre alte possa cambiare la vita, in particolare quando si hanno tredici anni. Il 29 aprile esce in libreria Un’estate in rifugio di Sofia Gallo, pubblicato da Salani Editore con la collaborazione del Club alpino italiano per la collana di narrativa per ragazzi “I caprioli”.

Il protagonista della storia è Giorgio, tredicenne torinese che deve trascorrere i mesi estivi in un rifugio vicino a La Thuile, in Valle d’Aosta, lontano dalle comodità di casa. Il padre infatti ha deciso di abbandonare il lavoro in banca per dedicarsi alla gestione del rifugio, mentre la madre se ne andrà a insegnare in una scuola francese. Giorgio non la prende bene, non capisce l’improvvisa voglia dei suoi genitori di cambiare vita. Ma soprattutto non sa come farà a trascorrere tre lunghi mesi senza amici e senza la fidanzatina Margherita. In montagna però lo attendono nuovi compagni e avventure emozionanti. E poi c’è Katina, misteriosa ragazza dai ricci color rame e dai dolci sorrisi, che farà crollare ogni sua certezza.

Un’estate in rifugio è un romanzo delicato e profondo, uno spaccato di vita che intende guidare i giovani lettori attraverso i primi moti del cuore adolescenziali. Giovani lettori che vengono accompagnati in alta montagna per comprendere la sfida con se stessi necessaria a superare la paura di affrontare nuove esperienze.

«Questo libro di Sofia Gallo, apprezzata scrittrice per ragazze e ragazzi, ci fa scoprire le risorse e le opportunità che un’esperienza di vita in un rifugio ad alta quota può offrire agli adolescenti», afferma il presidente del Centro operativo editoriale del Cai Alessandro Pastore. «Percezione dell’ambiente naturale e senso dell’avventura, emozioni e primi amori si intrecciano in un racconto coinvolgente immerso nel mondo alpino. Un nuovo, efficace frutto della collaborazione da tempo avviata fra la casa editrice Salani e il Cai».

Sofia Gallo è nata, vive e lavora a Torino. Insegnante e consulente editoriale, da più di quindici anni si occupa di letteratura per ragazzi e ha pubblicato numerosi racconti e romanzi, ricevendo riconoscimenti e premi. Da sempre fa escursioni in montagna, che conosce e ama appassionatamente. È socia del Club alpino italiano dall’età di tredici anni.

Un’estate in rifugio sarà presentato per la prima volta al Trento Film Festival domenica 2 maggio. L’appuntamento si terrà alle 11.30 in diretta su Radio Dolomiti (anche online su www.radiodolomiti.com e sulla pagina Facebook dell’emittente radiofonica).

Il libro (180 pagine, formato 14×21,8 cm) è acquistabile in libreria a un prezzo di 13,90 euro. I Soci del Cai potranno acquistarlo a prezzo scontato su store.cai.it

Nuovo numero di “Montagne360” dedicato alla neve e alla voglia di ripartenza

Libertà, fiducia nel futuro e purezza sono i principali significati del bianco, il colore dominante della copertina del numero di gennaio 2021 di Montagne360. La tonalità che tutti noi associamo alla neve è presente anche nelle pagine interne, nelle narrazioni e nelle proposte.
La rivista infatti suggerisce itinerari nella montagna imbiancata da affrontare a piedi, con i ramponi o con le ciaspole, che permettono di esplorare luoghi e spazi naturali di assoluta bellezza. Dalla Valle di Longiarù (Alto Adige) al Monte Grappa, dalle Alpi Giulie alla Carnia, fino ad arrivare alla Vetta Occidentale del Gran Sasso.

Questo numero è il centesimo numero della rivista del Cai che, oltre a raggiungere le case dei Soci, è acquistabile in edicola. Una ricorrenza salutata dal direttore Luca Calzolari nel suo Peak&Tip. «Negli anni abbiamo descritto itinerari, esplorazioni ed escursioni in Italia e all’estero. Ma oltre a fornire una narrazione delle nostre montagne abbiamo trovato lo spazio (e la forza) di raccontare il presente. La storia, i borghi dimenticati, gli effetti della crisi climatica, la diffusione del virus e molto altro ancora. Siamo stati testimoni del nostro presente, che nel tempo diventerà memoria».
Restando agli anniversari, in questo numero spazio ai 150 anni del Cai Napoli (settima Sezione italiana e prima a nascere nell’Italia meridionale) e ai 90 anni del Comitato scientifico centrale del Sodalizio.

Di presente e di futuro parla il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti nell’editoriale: «Non basta cambiare calendario perché ogni criticità venga messa alle spalle. Ma, come del resto accade nella quotidianità di ciascuno, c’è modo e modo di affrontare problemi e contrarietà. Eccoci dunque al Campo base di questo 2021, che presenta pagine da scrivere insieme, raccolti attorno alla nostra Associazione che costituisce un punto fermo di umanità e progettualità, di rispetto e attenzione. Lo sguardo fuori dalla tenda mostra ancora nuvole, c’è vento, ma siamo attrezzati e preparati. Le difficoltà non ci spaventano, anzi, ci spronano maggiormente».

Dopo il bianco della neve, un secondo filo conduttore del numero di gennaio sono le interviste: interessanti, verticali, inedite. Da una parte c’è la narrazione storica (e non solo) di Pietro Crivellaro, che presenta il libro Quintino Sella – Il Monviso e altri scritti (di straordinario fascino le foto d’archivio), dall’altra il dialogo intimo e personale con Andrea Gobetti (il pretesto è l’uscita del libro Dal fondo del pozzo ho guardato le stelle – Memorie di un esploratore ottimista e ribelle). E infine c’è un’intervista immaginaria, con protagonista una giovane Montagna.

Non mancano le storie, come quella della libreria che ha restituito un futuro a un borgo destinato all’oblìo (Lucignana, in provincia di Lucca) e gli approfondimenti: la possibilità di lavorare in montagna grazie allo smart working, il repertorio di dati, idee e iconografia rappresentato dal Laboratorio sotterraneo della Grotta di Bossea e la necessità, confermata da uno studio, di puntare sul turismo dolce per rilanciare l’area appenninica del Corno alle Scale, in provincia di Bologna.

Il portfolio fotografico è dedicato a “AlpiMagia”, progetto di Stefano Torrione che racconta per immagini le tradizioni delle genti di montagna.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di gennaio, che anche questo mese, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile on line a questo indirizzo.