Frequentazione responsabile dell’ambiente montano innevato, il convegno nazionale a Trento

“Come Cai vogliamo parlare in maniera costruttiva di una frequentazione dell’ambiente montano innevato che sia sostenibile e soprattutto responsabile”, spiega Raffaele Marini, Presidente della Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Cai. Il tutto alla luce della recente approvazione da parte degli Organi Centrali del documento di posizionamento del Sodalizio: “Cambiamenti climatici, neve, industria dello sci – analisi del contesto, prospettive e proposte”.

L’obiettivo del convegno nazionale “Frequentazione Responsabile dell’ambiente montano innevato” che si terrà a Trento, presso la sala congressi della Federazione trentina delle Cooperative, il prossimo sabato 2 ottobre alle 9,30, è proprio quello di “ragionare sulle modalità con cui iniziare a gestire la frequentazione, a partire dalla distribuzione dei flussi e dalla responsabilizzazione degli utenti”, continua Marini. Un momento di riflessione e analisi, in un periodo di grande attenzione verso le Terre alte. A causa della pandemia da Covid-19, le località sciistiche hanno puntato su attività alternative come lo scialpinismo, lo sci di fondo, l’escursionismo e le ciaspole, determinando una maggiore frequentazione di luoghi finora poco noti, minacciando i loro delicati equilibri ed esponendo la fauna, già in condizioni limite per la sopravvivenza, a stress ulteriori e potenzialmente fatali.

Organizzato dal Club alpino italiano e dalla Società alpinisti tridentini, e parte del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il convegno vede la presenza di relatori e partecipanti alla tavola rotonda appartenenti ad organismi di livello sovranazionale (Convenzione delle Alpi, Club Arc Alpin, CIPRA e Università di Trento, ad esempio). Al convegno sarà presente anche il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, che terrà un intervento di chiusura e di prospettiva.

“Questo importante appuntamento, nasce dalla volontà comune di Cai e Sat di impegnarsi a sensibilizzare i frequentatori della montagna, a partire dalle proprie sezioni e soci, attraverso un convergere di azioni di comunicazione e formazione, per una fruizione della montagna più consapevole, educata e responsabile. Tutti noi che viviamo le Alpi, e a maggior ragione i club alpinistici, siamo chiamati a dare il buon esempio e adoperarci per trasmettere i valori di responsabilità, sostenibilità e tutela dell’ambiente montano, propri del nostro statuto”, afferma Elena Guella, Vicepresidente della Sat.

Si comincia con il biologo e faunista Luca Rotelli. Si continua con le esperienze di chi ha provato a mettere in pratica una gestione ragionata dei flussi: dall’esperienza del parco tedesco Naturpark Nagelfluhkette – Immenstadt, illustrata da Jennifer Klemm, al racconto del progetto Resicets, delineato da Daniele Piazza, direttore Ente di Gestione Aree Protette dell’Ossola. Infine, i partecipanti potranno ascoltare l’intervento di Massimo Bocca, direttore del Parco naturale del Mont Avic.

Insomma, una visione d’insieme che non si ferma alla frequentazione invernale, ma continua con la stagione estiva. Infatti, il Club alpino italiano si impegnerà nel 2022, a organizzare un ulteriore approfondimento sul tema della frequentazione responsabile in estate.

Sui sentieri della Basilicata la 22esima Settimana Nazionale dell’Escursionismo del Cai

Trentadue escursioni a piedi in programma dal 25 settembre al 3 ottobre sui sentieri montani della Basilicata, per scoprire a passo lento le bellezze naturali e culturali di un territorio ricchissimo di storia. Questo prevede la 22esima Settimana Nazionale dell’Escursionismo del Club alpino italiano, che torna dopo l’edizione 2019 organizzata in Val Grande e l’annullamento causato dalla pandemia lo scorso anno.

La manifestazione toccherà tutte le aree montane della regione, dal Parco Nazionale del Pollino al Parco Regionale della Murgia Materana, fino ad arrivare al Parco Nazionale Appennino Lucano e al Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

Le escursioni, alle quali parteciperanno oltre 200 appassionati provenienti da tutta Italia, si svolgeranno dunque in scenari diversi, con l’intento di “raccontare” la bellissima terra lucana, scrigno di tesori noti al mondo come Matera e i suoi Sassi, ma anche di meraviglie inaspettate: dalle spettacolari morfologie delle Dolomiti Lucane alle inquietanti Ghost Town, passando per calanchi lunari e borghi incantevoli.
Ci sarà spazio anche per gli appassionati di mountain bike, con ulteriori tredici uscite comprese nel programma del 13esimo Raduno Nazionale Cicloescursionismo del Cai, organizzato nell’ambito della Settimana escursionistica.

Particolare rilevanza avranno le tappe lucane del Sentiero Italia CAI, lungo le quali si svolgeranno molte delle escursioni. Durante la Settimana nazionale Soci Cai di diverse Sezioni italiane si occuperanno inoltre della segnatura della nuova variante che raggiunge la Puglia passando per il Vulture Melfese e per Matera.

La manifestazione, come le passate edizioni, sarà un contenitore di eventi aperti a tutto il mondo escursionistico Cai e agli interessati. Il pomeriggio di venerdì primo ottobre e la mattina di sabato 2 ottobre a Matera si terrà il Meeting sulla sentieristica organizzato dalla Struttura operativa sentieri e cartografia del Cai.
Seguirà, nel pomeriggio (Auditorium Gervasio, ore 15), il convegno incentrato sulla mobilità e sul turismo sostenibili organizzato dalla Commissione centrale escursionismo. Interverranno i Vicepresidenti generali del Cai Francesco Carrer e Antonio Montani, insieme ai rappresentanti del Parco Regionale della Murgia Materana e dei Parchi Nazionali del Pollino, dell’Appennino Lucano e dell’Alta Murgia. Con quest’ultimo il Cai nazionale firmerà un protocollo d’intesa.
Non mancheranno iniziative di montagnaterapia, per avvicinare alla frequentazione della montagna le persone con disabilità o fragilità.

All’inaugurazione di sabato 25 settembre a Matera, presso la sede della Sezione locale, interverrà il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti che, il giorno successivo, percorrerà un tratto della variante materana del Sentiero Italia CAI.
«Sarà non solo l’occasione per condividere, con i Soci lucani e tutti gli altri che convergeranno su Matera, una parte della variante fortemente voluta perché un itinerario improntato sulla conoscenza e sulla bellezza potesse incontrare quella meraviglia che è la città di Matera», afferma Torti. «Ma anche per dare il benvenuto, a nome di tutto il Sodalizio, alla neonata Sezione di Matera, espressione di entusiasmo e di capacità di accoglienza».

La 22esima Settimana Nazionale dell’Escursionismo è inserita nel programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da AsviS. A questo proposito il Vicepresidente generale del Cai Francesco Carrer afferma: «l‘escursionismo e il cicloescursionismo sono tra le attività motorie più compatibili e meno impattanti per l’ambiente, ma muoversi attraverso un territorio vuol dire anche stabilire rapporti empatici, armonie interiori e acquisire conoscenze nuove grazie all’incontro con i segni culturali lasciati nei secoli dall’uomo. Abbiamo ritenuto dunque che la Settimana Nazionale dell’Escursionismo potesse rientrare a pieno titolo nel Festival dello Sviluppo Sostenibile. Il ruolo del Cai può risultare ancor più strategico per contribuire alla diffusione di nuovi comportamenti sociali di attenzione all’ambiente, per fare in modo che concetti e definizioni come “transizione ecologica” non rimangano meri enunciati».

Soddisfatto Pasqualino Minadeo, Presidente del Cai Basilicata, che organizza l’evento con le Sezioni lucane di Lagonegro, Matera, Melfi e Potenza. «Dopo un lungo periodo di fermo è tornata forte la voglia di camminare e pedalare insieme», afferma Minadeo. «A questa edizione della Settimana escursionistica fa da sfondo il bellissimo paesaggio lucano, con i suoi Parchi nazionali e regionali ricchi di tesori. Escursionisti e cicloescursionisti conosceranno città fantasma e borghi, fino ad arrivare a Matera con i suoi Sassi circondati dal Parco della Murgia Materana. Le escursioni sulle tappe lucane del Sentiero Italia CAI, condotte dai Soci delle quattro Sezioni della nostra regione, accompagneranno i partecipanti in un viaggio lento alla scoperta di bellezza, fascino e tradizioni dei nostri territori interni».

Per maggiori informazioni: settimanaescursionismo.cai.it/home

Tre Cime di Lavaredo: Cordoglio del CAI per la scomparsa di Sergio Francese

“Il Club alpino italiano si stringe intorno alla famiglia di Sergio Francese, che ha perso la vita in uno dei tanti momenti di verifica che costellano l’esistenza di ogni soccorritore in montagna”. Così il presidente generale del Cai Vincenzo Torti esprime il cordoglio a nome di tutto il Club Alpino per la tragedia accaduta ieri mattina alle Tre Cime di Lavaredo, dove l’appuntato scelto qualifica speciale della Guardia di Finanza, Sergio Francese, è morto in un incidente avvenuto durante un’esercitazione congiunta tra il Corpo nazionale del Soccorso alpino e il Sagf della Guardia di Finanza.

“Nell’associarmi al cordoglio di tutti gli operatori di soccorso in montagna, va sottolineata ancora una volta – continua Torti – l’importanza della generosità di queste persone, che sia nelle fasi di esercitazione, sia quando sono impegnate nelle operazioni di soccorso, non esitano a mettere a repentaglio la propria vita per quella degli altri. In particolare per quelle persone, come ci ha confermato purtroppo anche la stagione estiva che sta per concludersi, che spesso si mettono in situazioni di pericolo per incoscienza, o perché non rispettano le norme per un’attenta e consapevole frequentazione della montagna”.

Dall’Himalaya sulla Terra al Thaumasia su Marte spiegate dalla rivista del Cai

Dall’Himalaya sulla Terra al Thaumasia su Marte, pianeti diversi, uguale bellezza. Sono dedicati alle montagne spaziali copertina e approfondimento del numero di settembreMontagne360. La rivista del Club alpino italiano prende spunto, riprendendo le parole del direttore Luca Calzolari, dal fatto che «in mezzo secolo la scienza sta facendo passi da gigante, così come la conoscenza del nostro Sistema Solare. E così la nostra curiosità ci ha spinto a indagare ciò che più ci sta a cuore, ovvero le montagne. Non solo quelle della Terra viste dall’alto, ma anche quelle dei pianeti alieni».
Oltre al suggestivo racconto dell’astronauta Luca Parmitano, che ha ammirato e fotografato le montagne terrestri dallo spazio, la rivista ospita un’accurata analisi di quelle di altri pianeti, dai vulcani di Marte alle vette di Venere, tra somiglianze e divergenze.

Il direttore Calzolari riflette anche sulla frequentazione dei rifugi in questa estate caratterizzata dal coronavirus, commentando i primi dati disponibili che mostrano un calo dei pernottamenti e una generale imprevedibilità dei flussi, anche per quanto riguarda i pasti. Nonostante la montagna “località” sembri avere avuto un aumento di presenze, «l’impressione generale è che i rifugi siano quasi un luogo dove non fermarsi tropo a lungo, non più meta dove sostare con calma prima del rientro, né tappa di un trekking. Aspettando i dati definitivi, proviamo a pensare se non sarebbe il caso di acquistare il cibo nei negozi di montagna o di fermarci a mangiare e a dormire nei rifugi, tutti gesti a beneficio delle Terre alte».

Nelle pagine che seguono, da leggere l’articolo sui lavori in vista delle Olimpiadi e dei Mondiali di Cortina, che «stanno modificando il paesaggio in modo irreversibile». L’articolo descrive l’invasività dei cantieri presenti in più punti del comprensorio ampezzano, dando spazio alla posizione del Cai che, naturalmente, si schiera dalla parte della sostenibilità ambientale.
Una sostenibilità che è anche al centro dell’articolo sull’impegno del Club alpino in Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). Un impegno che nel breve periodo si declinerà nell’organizzazione o nella partecipazione a diversi appuntamenti nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile 2020: dalla presentazione ad Amatrice del Sentiero Italia CAI ai progetti “Climbing for climate”, “Villaggi degli alpinisti” e “Contratto di fiume”.

Le proposte escursionistiche riguardano due anelli di difficoltà medio-alta nelle Dolomiti ladine, da affrontare il mountain bike, e l’Archeotrekking, una nuova occasione, proposta dalla Sezione Cai di Sarzana, di frequentare le Terre alte vicino casa, riscoprendo come i nostri antenati hanno gestito il territorio.

Spazio poi alla cascata del Mattenbach (in Svizzera), i cui mille metri di dislivello sono stati recentemente attrezzati per la pratica del torrentismo, ai giardini botanici ospitati presso i rifugi del Cai, al racconto della conquista del Dhaulagiri nel 1960 da parte di Kurt Diemberger (dalla viva voce del protagonista) e al contributo di Anna Sustersic, una degli autori in cammino sul Sentiero Italia CAI per la realizzazione delle guide ufficiali.

Il numero si chiude con due articoli sul collezionismo, con domande e risposte che ruotano intorno alle raccolta sistematica delle montagne e un approfondimento sui distintivi risalenti alla prima metà del XX secolo che raffigurano le Terre alte.

Il portfolio fotografico, intitolato “Qui c’è un mondo fantastico”, raccoglie una selezione di scatti dell’omonima mostra dedicata agli archivi del Museo della Montagna di Torino, riscoperti con sguardi contemporanei, visitabile fino all’8 novembre.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di settembre, che anche questo mese, oltre ad arrivare nelle case dei Soci ed essere acquistabile in edicola a 3,90 euro, è consultabile on line.

Leroy Merlin, l’insegna del fai da te, annuncia una partnership con la sezione di Torino del Cai

Leroy Merlin, l’insegna del fai da te, annuncia una partnership con la sezione di Torino del Cai, il Club Alpino Italiano, per rendere i rifugi di montagna di Piemonte e Valle d’Aosta più sicuri per i turisti, nel rispetto delle norme anti Covid-19, e per generare nuovo valore economico e ambientale sul territorio.

Leroy Merlin ha esteso il raggio d’azione del progetto di business sociale “La Casa Ideale” a 16 rifugi di Piemonte e Valle d’Aosta gestiti dal Caidi Torino, storica prima sezione dell’associazione di volontariato dedita all’alpinismo e alla difesa dell’ambiente montano.

Rinunciando al proprio profitto, l’azienda consente ai gestori dei rifugi Cai di acquistare nei propri punti vendita prodotti e materiali utili alle necessarie attività di manutenzione straordinaria per rispettare le misure di contenimento del contagio.

L’iniziativa, avviata in fase sperimentale in queste due regioni con l’obiettivo di estenderla a tutto il territorio nazionale, vede protagonisti alcune storiche strutture come il Rifugio Quintino Sella ai Rochers del Monte Bianco, il Rifugio Mezzalama nella Valle d’Ayas e il Rifugio Geat Val Gravio in Val Susa. 

I rifugi, come le altre realtà turistiche italiane, sono oggi chiamati alla messa in sicurezza delle proprie strutture, garantendo il distanziamento interpersonale di almeno un metro, l’assoluto divieto di assembramenti, il rifornimento di dispositivi di protezione individuali e la sanificazione degli ambienti.

Come le case, i rifugi sono un presidio a difesa del territorio e con questa iniziativa Leroy Merlin si impegna a sostenere la loro ripartenza, nell’ottica di generare valore condiviso a livello economico e ambientale.  

«Senza rifugi la montagna non vive: a risentirne non è solo il turismo, ma anche le attività economiche, sociali e ambientali che beneficiano del presidio di queste strutture di accoglienza», ha dichiarato Fabrizio Leopardi, direttore risorse umane di Leroy Merlin Italia.

Gianluigi Montresor, presidente del Cai Torino, aggiunge: «Cai Torino, Leroy Merlin e tutti i gestori dei rifugi sono impegnati con intelligenza e flessibilità ad affrontare le sfide e a risolvere i gravi problemi che la pandemia ha posto a tutti noi: siamo certi che insieme ce la faremo».

Tamara Lunger e Ettore Castiglioni protagonisti de “La Montagna a casa” del Cai

Una grande alpinista del presente, Tamara Lunger, e una indimenticabile figura del passato, Ettore Castiglioni, saranno i protagonisti della nuova settimana de “La montagna a casa“, la rassegna cinematografica del Club alpino italiano, organizzata sul proprio canale Youtube, in collaborazione con Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi, Parco Nazionale dello Stelvio e Museo Nazionale della Montagna di Torino.

Le due pellicole saranno in programma rispettivamente venerdì e sabato sera alle 21:00.Tamara Lunger – facing the limitdi Nora Ganthaler e Markus Frings presenta la figura della giovane alpinista bolzanina, la seconda donna italiana che a soli 23 anni, nel 2014, raggiunse la cima del K2. Successivamente, nel 2016, Lunger intraprese la storica ascesa invernale verso il Nanga Parbat, rinunciando a un centinaio di metri dalla vetta, per non mettere a rischio la sua vita e quella dei compagni di cordata, permettendo loro di concludere con successo l’impresa. Oltre il Confine. La storia di Ettore Castiglionidi Andrea Azzetti e Federico Massa approfondisce invece una delle più amate figure storiche del Cai nel Novecento, riconosciuto “Giusto tra le nazioni” per il suo impegno di antifascista. L’alpinista infatti aiutò moltissimi ebrei e dissidenti a scappare in Svizzera attraverso le montagne.

La settimana comincerà martedì 5 maggio alle 21.00 con Il valore della biodiversità – Perù. Il documentario di Axel Gomille ci porterà nell’affascinante Parco Nazionale di Manu, uno dei più imponenti parchi naturali del mondo, dichiarato dall’Unesco Riserva della biosfera e Patrimonio dell’umanità.

Mercoledì sera invece ci terrà compagnia per la prima volta il cinema di animazione con Viacruxisdi Ignasi López insieme a Storia di una goccia di Nicoletta Favaron. Giovedì la serata sarà invece dedicata agli anni Settanta con Patabang, una storia degli anni ‘70 di Andrea Frigerio, una pellicola che racconta il gruppo di giovani che rivoluzionò l’alpinismo italiano in quel decennio, con “l’invenzione” della Val di Mello e del sassismo. Chiude la programmazione domenica 10 maggio Quelli che stanno al Nord di Maurizio Panseri e Alberto Valtellina: nel 1978 un gruppo di alpinisti di Colere aprì una difficile via sulla parete Nord della Presolana, in Val di Scalve, trent’anni dopo Yuri Parimbelli e Robi Piantoni, ritorneranno su quella stessa via.

Infine una curiosità, il Club alpino italiano ha deciso, come recentemente anticipato dal Presidente Torti durante la diretta Instagram con l’alpinista Hervé Barmasse, che, dopo oltre settant’anni, a campeggiare sulla tessera del Cai non sarà più una frase di Guido Rey. Al suo posto ve ne sarà una di Luigi Bombardieri:“La montagna è scuola di carattere, di onestà, di solidarietà e di amore per la natura”. Per conoscere meglio la figura di Bombardieri ricordiamo che è ancora disponibile online il film Solo in volo di Luca Maspes, sulla figura dell’alpinista valtellinese.

Ricordiamo che tutti i titoli in programma saranno disponibili sul canale Youtube del Cai in prima visione, a partire dalle ore 21.00 del giorno indicato e fino a trenta minuti dopo la fine del film. Il giorno successivo saranno disponibili in replica a partire dalle ore 17:30, fino a trenta minuti dopo la conclusione. Ogni giorno alle ore 12.30 sui canali social del Cai e su loscarpone.cai.it ricorderemo il film in programmazione alle ore 21.00 e quello in replica.

“Le montagne hanno bisogno di noi”, l’appello del presidente del Cai al governo

Il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti ha inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per richiedere dei chiarimenti urgenti per una corretta applicazione del DPCM presentato il 26 aprile scorso e che darà inizio tra pochi giorni alla cosiddetta Fase 2.

«Sin dalla adozione dei primi ed urgenti provvedimenti per fronteggiare la pandemia, il Cai e tutti i suoi Soci si sono astenuti doverosamente da qualsiasi attività in montagna, appellandosi a un senso di responsabilità personale e sociale con il motto “Le Montagne sanno aspettare”», scrive nella lettera il presidente del Cai, che sottolinea anche come, a distanza di oltre due mesi, si siano create aspettative sulla ripresa della frequentazione delle terre alte, seppur adottando le norme di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione, al rispetto dei divieti di assembramento e della territorialità.

Continua Torti nella lettera: «Vogliamo tornare a prenderci cura dei rifugi e dei sentieri di montagna, perché ora “Le Montagne hanno bisogno di noi”, così come noi loro».

Infatti, pur nella consapevolezza delle difficoltà di armonizzare l’esigenza primaria di tutela della salute pubblica, arginando la diffusione del Covid-19, con la ripresa graduale delle attività economiche e sociali per non vanificare i sacrifici fatti finora, il Cai vuole fare chiarezza a nome dei suoi 327.143 Soci e di tutti coloro che amano e frequentano le montagne.

Così, per evitare interpretazioni territorialmente difformi, con quanto ne deriverebbe, anche in termini sanzionatori, sono stati chiesti i seguenti chiarimenti:

1. Preso atto che “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma è consentito svolgere individualmente “attività sportiva o attività motoria” con l’unica prescrizione di una differenziata distanza di sicurezza interpersonale, si chiede se alpinismo ed escursionismo siano da considerare attività ludico/ricreative o sportivo/motorie e, in questo secondo caso, se i connessi trasferimenti in ambito regionale possano ritenersi, a tal fine, consentiti.

2. Posto che i rifugi alpini costituiscono strutture di accoglienza e presidi culturali e di soccorso in tutte le nostre montagne e prestano anche attività di ristorazione, si chiede se, in base a quanto previsto alla lettera aa), possano annoverarsi tra le attività cui è consentita la ristorazione con asporto, fermo il divieto di consumare i prodotti all’interno o di sostare nelle vicinanze, e se, in un’ottica di riapertura, possono essere raggiunti dal gestore/custode o dal delegato sezionale per effettuare i lavori di manutenzione.

3. La manutenzione di migliaia di chilometri di sentieri, oltre a consentirne la percorrenza in sicurezza da parte di milioni di utenti, svolge la duplice funzione di tutela e vigilanza da rischi idrogeologici e di assicurare una linea tagliafuoco in caso di incendi boschivi: si tratta di una attività che migliaia di volontari del Cai devono svolgere in modo continuativo, pena gli inevitabili smottamenti e l’invasione dovuta alla progressiva espansione degli habitat naturali. Si chiede se, stante la sua manifesta utilità sociale, si tratti di attività che dall’entrata in vigore del DPCM in oggetto sarà consentita. Qualora non lo fosse, si confida che la S. V. vorrà tenerne debitamente conto nel già previsto aggiornamento successivo.

4. Il precedente divieto di “spostarsi in un comune diverso” è stato rimosso e, sempre alla lettera a), è stato sostituito con il divieto di “spostarsi in una regione diversa”: si chiede se, sempre per i soli spostamenti consentiti, ciò possa avvenire nell’ambito dell’intero territorio regionale, così superandosi il limite comunale rimosso; in tale caso, si chiede, altresì, se il generico accesso a parchi, ville e giardini, fermi distanziamenti e divieti di assembramento, sia riferibile all’intero territorio regionale o se sussistano limiti più contenuti dei quali, però, non vi è indicazione nel DPCM.

«Si tratta di indicazioni fondamentali per il mondo di quanti hanno a cuore la montanità, che significa anche attenzione verso le popolazioni che nelle montagne fisiche vivono e devono essere invogliate a restare». Per questo, conclude il presidente Torti, il Cai si pone in modo costruttivo e fiducioso per le scelte che verranno operate da parte del Governo, «auspicando la più sollecita ripresa di attività che, per le oggettive condizioni in cui si svolgono, sono tali da assicurare possibilità elevatissime di distanziamento e possono garantire sia la ripartenza economica di aree fragili, sia la tutela del benessere psicofisico di milioni di frequentatori».

“Io Sofia e l’amore per la natura”, la ragazza “Alfiere della Repubblica”

C’è anche la giovane scout quasi diciottenne dell’Agesci Sofia Ferrarese tra i 25 giovani che hanno ricevuto gli Attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica” conferiti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’onorificenza viene assegnata a ragazze e ragazzi che si sono distinti come costruttori di comunità, attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali. Sono giovani che rappresentano modelli positivi di cittadinanza e che sono esempio dei tanti ragazzi meritevoli del nostro Paese.

La giovanissima Sofia, appartenente al gruppo Agesci Brugine 1, ha ricevuto l’Attestato per aver preso parte l’estate scorsa, insieme ad altri 600 ragazzi, al progetto di Club alpino italiano e Agesci “Sentieri per domani” per il recupero dei sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia. Gli scout hanno trascorso cinque settimane (20 luglio – 24 agosto 2019) in dieci località sulle montagne del Bellunese e del Vicentino, occupandosi di pulizia dei tratti sentieristici, sistemazione di muretti a secco, scalini, parapetti e riparazione della segnaletica verticale e orizzontale. In tutte le operazioni , svolte in sicurezza, i ragazzi sono stati accompagnati dai volontari del Cai che si occupano di manutenzione dei sentieri.

Come recita la motivazione, Sofia Ferrarese è stata premiata «per aver promosso la conoscenza della montagna e il rispetto della natura, per la passione e l’impegno con cui lavora al ripristino dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018. Sofia è una ragazza scout dell’Agesci, che si è distinta per la passione e per l’impegno nelle attività di ripristino e di ricostruzione dei sentieri montani danneggiati dalla tempesta Vaia. In questa azione costante, ha dato prova di amore verso la natura, di grande senso di responsabilità, di disponibilità al servizio dell’intera collettività. L’attività svolta da Sofia è parte di un progetto più ampio – Sentieri per domani – che ha visto fianco a fianco l’Agesci e il Cai, da sempre impegnati nella realizzazione di iniziative che hanno lo scopo di far conoscere meglio le montagne e di sviluppare nella comunità il rispetto dell’ambiente».

«Man mano che muovevamo i nostri passi lungo quei percorsi devastati, la voglia di rendersi utili prendeva il posto della fatica e la soddisfazione, una volta visto il lavoro finito, ha ampiamente ripagato ogni sforzo», racconta Sofia. «Quest’esperienza mi ha fatto toccare con mano la responsabilità che ognuno di noi ha di prendersi cura di ciò che ci è stato donato e di custodirlo, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato».

Grande soddisfazione è stata espressa, oltre che dal papà Andrea e dalla mamma Annamaria, dai vertici del Club alpino italiano, a partire dal presidente generale Vincenzo Torti e dal vicepresidente Erminio Quartiani.

«Ritengo che il riconoscimento attribuito a Sofia Ferrarese confermi l’attenzione e la sensibilità del Presidente Mattarella, ampiamente emerse nelle occasioni di incontro, verso chi abbia a cuore l’ambiente e la sua frequentazione rispettosa», ha affermato il presidente Torti. «Plaudo alla lungimiranza del Cai Veneto che ha saputo trasformare il dramma di Vaia in una occasione di collaborazione con Agesci, dalla quale sono emersi esempi come quello di Sofia, il cui impegno e dedizione dicono di una gioventù cui poter consegnare con fiducia il testimone».
Il vicepresidente Quartiani con delega all’ambiente e alle relazioni istituzionali ha aggiunto: «Per la prima volta la più alta carica dello Stato, con l’attestato di Alfiere della Repubblica alla più giovane partecipante al progetto Sentieri per domani, ha riconosciuto l’alto valore sociale della lunga collaborazione tra Club alpino italiano e l’associazionismo scoutistico. Sofia Ferrarese rappresenta l’esempio coerente delle giovani generazioni per condividere e sviluppare la risposta agli effetti dei cambiamenti climatici nell’ambiente montano e per stabilire un nuovo equilibrio tra attività umane e montagna».
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Carrer, responsabile del gruppo di lavoro Cai-Scuola (che tiene i rapporti con il Miur) e past president del Cai Veneto: «Siamo molto felici e commossi: questo è un riconoscimento individuale e allo stesso tempo collettivo, che va a tutti i gruppi e alle oltre 30 squadre dell’Agesci che nell’estate scorsa hanno partecipato al progetto e a noi del Cai Veneto, che lo abbiamo sostenuto e reso possibile. Un progetto che ha avuto ricadute positive su tutta la regione e sulla montagna veneta, diventando una grande opportunità di formazione per i 600 giovani protagonisti».

 

“La Montagna a casa”, appuntamento con il cinema di montagna

Una sala cinematografica virtuale per vedere una selezione di film di montagna. Con “La montagna a casa” il Club alpino italiano porta l’alpinismo, la natura e molto altro nelle case di tutti gli italiani.

L’iniziativa – che si aggiunge alle altre già messe in campo dal Cai per mettere a disposizione gratuitamente contenuti di qualità per affrontare questa lunga emergenza – è realizzata in collaborazione con Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e con il Parco Nazionale dello Stelvio.
Lungometraggi, cortometraggi e documentari della rassegna fanno parte del catalogo della Cineteca del CAI e di quelli dei partner. Un ringraziamento va a registi, produttori e distributori che hanno messo a disposizione gratuitamente film per questa iniziativa.

I film saranno a disposizione settimanalmente sul canale Youtube “CAI Club alpino italiano” (http://www.youtube.com/c/CAIClubAlpinoItaliano) per un’unica proiezione serale alle ore 21, e per una successiva replica il giorno dopo alle 16.
Il Cai annuncerà ogni settimana i film in cartellone e i giorni di proiezione tramite i suoi canali ufficiali: gli interessati sono invitati quindi a seguire il sito cai.it, il notiziario on line loscarpone.cai.it e i profili Cai sui principali social network. La programmazione inizierà il 3 aprile e cesserà il 30 giugno, salvo eventuali proroghe.

Il primo titolo, “Solo in volo” di Luca Maspes (Italia, 2018, durata 31 minuti), messo in programma grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Bombardieri, sarà visibile venerdì 3 aprile alle ore 21 a questo link https://www.youtube.com/watch?v=IlxgnHTKWt8 e resterà poi eccezionalmente a disposizione di tutti sul canale Youtube del CAI.

Il film è il ritratto di Luigi Bombardieri: nato a Milano nel 1900, visse la sua vita a Sondrio, dove lavorava come direttore di banca. Trascorreva tutto il tempo libero fra i monti e la Sezione del Club alpino della sua città, a cui era a tal punto legato da lasciarle in eredità tutti i suoi beni. A lui si deve l’intuizione che solo l’utilizzo degli elicotteri avrebbe potuto fare la differenza fra la vita e la morte nei soccorsi in montagna. Grazie alle ardite imprese nel massiccio del Bernina con le Guide alpine e all’esperienza diretta, elaborava idee innovative per l’alpinismo e la frequentazione dell’alta quota. Morì nel 1957, proprio nel tentativo di sperimentare la sua idea, precipitando sotto il “suo” Rifugio Marinelli.
Mezzo secolo dopo, Maurizio Folini, Guida alpina e pilota di elicotteri, ha traghettato la stessa idea di Bombardieri dal gruppo del Bernina al Nepal, sulle montagne più alte del mondo, riuscendo a soccorrere alpinisti a quote record e aiutando la popolazione civile dopo il terremoto del 2015. I successi ottenuti spingono Folini a proseguire ancora oggi la sua opera di insegnamento delle tecniche di elisoccorso ai futuri piloti che opereranno in Himalaya, credendo fortemente nei valori di Bombardieri, da trasmettere ai giovani, e della montagna come scuola di carattere, di onestà, di solidarietà umana e di amore per la natura.

LINK
Il trailer di “Solo in volo”: https://vimeo.com/263366720
Il sito del Sondrio Festival: http://www.sondriofestival.it/
Il sito del Parco Nazionale dello Stelvio: http://www.stelviopark.it/

La rivista di aprile di “Montagne 360” del Cai on line gratuitamente

Per la prima volta il numero di aprile della rivista del Club alpino italiano è interamente sfogliabile e scaricabile on line, dunque a disposizione di tutti (il link è disponibile sul sito www.cai.it). La decisione è una diretta conseguenza dell’emergenza che tutto il nostro Paese sta vivendo a causa della pandemia Covid-19. Ad annunciarlo, con una lettera aperta ai Soci pubblicata sempre su www.cai.it, il Presidente generale Vincenzo Torti, che ha spiegato la decisione con “l’impossibilità segnalataci di provvedere in tempi brevi a gran parte della distribuzione postale”.

Proprio sul Covid-19 sono incentrati, su questo numero, gli editoriali dello stesso Presidente generale e del Direttore della rivista Luca Calzolari. Vincenzo Torti riporta il messaggio ricevuto dal Presidente della Sezione Cai di Codogno Paolo Cavallanti nei giorni in cui il comune lodigiano era zona rossa, citandolo come esempio di comportamento per tutte le componenti dell’associazione: “per rimediare a questo isolamento, con il Direttivo di Sezione abbiamo organizzato una serie di iniziative volte a garantire la continuità dei servizi essenziali per i Soci. Per esempio, abbiamo avuto il primo Consiglio virtuale (via web) nella nostra storia. Ovviamente, in linea con le direttive del Ministero della Salute e del Cai nazionale, abbiamo annullato tutte le attività programmate fino a data da destinarsi“. Attraverso il web, inoltre, “stiamo cercando di fornire informazioni ai Soci in merito a tematiche di montagna oltre alle problematiche relative alla diffusione del virus invisibile”.

Il Direttore Luca Calzolari si incentra invece sull‘impatto causato sul turismo in montagna dal diffondersi del virus, con “una prima polaroid che abbiamo voluto scattare contattando alcuni operatori della montagna a circa due settimane dallo scoppio dell’epidemia“. Scrive Calzolari: “Asat, l’associazione albergatori del Trentino, stima che nei mesi di marzo e aprile il rendiconto del calo delle presenze sarà di oltre un milione, pari a circa il 60% in meno rispetto al 2019. Il danno economico? Circa 140 milioni di euro. Nella montagna friulana non va meglio: nei primi dieci giorni la rinuncia alla vacanza nelle Terre alte ha raggiunto l’80%“. Previsioni simili anche per il bellunese, la Valle D’Aosta e l’Appennino: “nel modenese si registra un meno 70%, nel reggiano le disdette da parte di singoli sono attorno al 40%, mentre quelle dei gruppi organizzati toccano il 90%. Secondo Federalberghi Calabria, infine, ci sarà un dimezzamento delle presenze per la stagione estiva in Sila”.

La rivista si concentra poi, sulla “montagna da salvare”, approfondendo quattro casi di zone montane e parchi ricchi di monumenti naturali, di paesaggi geologici unici e di straordinari patrimoni floro-faunistici. Ecosistemi tanto belli quanto fragili, da preservare e difendere. Accade in Veneto, nel Parco regionale della Lessinia, che resiste agli attacchi della burocrazia grazie anche al sostegno popolare. E accade sull’Appennino, sia quello marchigiano sia quello tosco-emiliano, con progetti di nuovi impianti sciistici sul monte Acuto e sul Corno alle Scale – Doganaccia, che vedono una strenua opposizione da parte del Cai e di altre associazioni. Ma accade anche sulle Apuane, stravolte e consumate a poco a poco dall’attività estrattiva.

La strada da percorrere, come ribadisce ancora una volta il Presidente della Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Cai Raffaele Marini, è quella della coesione sociale e territoriale che, se si pensa a chi verrà dopo di noi, non contrappone ambientalismo e sviluppo economico.

Un tema particolarmente affascinante è l’allenamento degli astronauti in grotta, che M360 torna a riprendere: l’articolo spiega come la NASA abbia recentemente annunciato il programma Artemis, che si prefigge di portare nuovamente l’uomo sulla Luna entro il 2024 e da lì continuare il viaggio verso Marte. L’Agenzia spaziale europea ha ormai da molti anni sviluppato dei corsi di addestramento per preparare gli astronauti a operare in condizioni estreme. Tra gli ambienti scelti per questi corsi ci sono anche le grotte, la cui importanza acquista valore considerato che le immagini satellitari del Pianeta rosso hanno mostrato ingressi di cavità che possono dare accesso al sottosuolo.

Gli altri contributi accompagnano il lettore alla scoperta del Tufo Trail di Saturnia (da percorrere pedalando) e del progetto, targato Cai e Mountain Wilderness, di un’esplorazione nello Swat (nord del Pakistan), per individuare e descrivere possibili itinerari di trekking, verificando le potenzialità alpinistiche di una zona bellissima e inesplorata. E ancora: la Via di Francesco nell’Italia centrale, per molti “il vero Cammino di Santiago in Italia”, grazie a paesaggi, stratificazione della storia e collaborazione di pubblico, privato e associazioni (Cai compreso).

Il numero si completa con il ritratto di Aurelio ‘Lelo’ Pavanello (tra i fondatori del Soccorso speleologico) e un piccolo “giallo” del mondo alpinistico: una pergamena testimonierebbe la presenza di un quarto uomo nella prima salita del Dito di Dio alla parete Nord, una pietra miliare dell’alpinismo degli anni Trenta.

Il portfolio di questo numero è dedicato alle fotografie delle montagne in primavera, scattate in occasione delle escursioni del Cai.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo Cai completano come sempre il numero di aprile.

La crescita delle nuove economie di montagna

“Nonostante la crisi economica diffusa e lo spopolamento dei piccoli borghi e delle comunità montane, da qualche anno continuiamo ad assistere a un’inversione di tendenza: chi ha abbandonato i campi e i monti per andare alla ricerca di lavoro a valle o nelle città, ora torna nei luoghi che gli sono sempre appartenuti. Lo fa per ritrovare un’identità perduta e per offrire nuove opportunità a se stesso e al paese“. Scrive così Luca Calzolari, direttore della rivista del Club alpino italiano “Montagne360“, sul numero di gennaio, in questi giorni in edicola.

Un numero che si incentra proprio sulle nuove economie di montagna, che sempre più spesso investono sul turismo lento ed esperienziale, sui servizi alla persona, sull’allevamento e sulla produzione enogastronomica. Il tutto sposando modernità e antichi saperi, innovazione, tecnologia e solidarietà. Gli studiosi si stanno interrogando su questo lento ma continuo ripopolamento delle Terre alte, una migrazione qualitativa che porta a instaurare un rapporto più stretto con l’ambiente.

Sono diversi gli esempi raccontati nelle pagine della rivista: la storia di Weng (insediamento montano d’alta quota alla base del Monte Rosa, in Valsesia), recentemente ripopolata sia da discendenti delle popolazioni walser sia da “walser di adozione” provenienti da diversi Paesi del mondo. Tutti impegnati nella pastorizia, nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’arte tradizionale e nell’ecoturismo.
Poi la Valle Soana (TO), teatro di uno studio dell’Università di Torino sulle filiere agricole e turistiche per valutarne la loro integrazione. Un’iniziativa che sta avendo come conseguenza la nascita di azioni in condivisione con gli attori locali, per valorizzare il territorio a partire dal patrimonio naturale e tradizionale.

Spazio poi alle nuove cooperative che stanno nascendo da nord a sud (con diversi esempi, soprattutto da Veneto e Abruzzo), la cui nascita sta avendo come conseguenza l’emanazione di leggi ad hoc in molte regioni (dalla Lombardia alla Basilicata): su questo tema focus sullaToscana, che ha stanziato quasi due milioni per le suddette cooperative di comunità, facendo così germogliare i semi della nuova economia, tra cibo, territorio, storia e inclusione.

L’editoriale del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti torna sulla nomina dell’alpinismo a Patrimonio culturale immateriale Unesco, che ha visto un importante impegno del Club alpino nel processo di candidatura. Una nomina che sarà occasione del “rafforzamento della prevenzione rispetto ai rischi legati alla banalizzazione delle attività e dei luoghi in cui si svolge la pratica alpinistica e il rafforzamento preventivo nell’attenzione all’ambiente”.

M360 propone poi tre percorsi escursionistici per chi vuole ciaspolare con i bambini in Alto Adige (caratterizzati dalla comodità di accesso e dal basso grado di difficoltà tecnica e atletica), il racconto della scalata alla Torre Trieste (forse la cima più conosciuta del Gruppo della Civetta) lungo la via “Donnafugata”e l’intervista a Edo Bernascone, tornato da un viaggio in bicicletta durato un anno intero: 12mila chilometri attraversando l’Asia, dalla Mongolia al Libano, fino al ritorno in Italia passando per la Grecia.
Gli altri articoli hanno come tema la prima spedizione scientifica italiana in Antartide di cinquant’anni fa, i 120 anni di collaborazione scientifica tra CAI e Comitato glaciologico italiano per lo studio dei ghiacciai e una querelle giornalistica dei tempi della Prima Repubblica tra Palmiro Togliatti e l’allora direttore del Parco nazionale del Gran Paradiso Renzo Videssot sull’esistenza o meno delrifugio del Money. Per concludere, la traccia di un colloquio con il Past President del CAI Roberto De Martin, che svaria dalla storia degli Scoiattoli di Cortina ai giorni del quarantennale della spedizione italiana al K2, e un contributo sulle Dolomiti Bellunesi, tra alpinismo ed escursionismo lontano dalla celebrità e dai riflettori dei media.

Il portfolio fotografico di questo numero, intitolato “Tree Time”, è un racconto a più voci che sottolinea il ruolo centrale degli alberi nel contrasto al riscaldamento globale e che ribadisce l’importanza di un radicale ripensamento delle politiche di tutela e di rimboschimento.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo CAI completano come sempre il numero di gennaio, in tutte le edicole a 3,90 euro.

Sentiero Italia Cai: un progetto in continua evoluzione

Abbiamo la piena consapevolezza di essere solo all’inizio, nella fase in cui il sogno prende forma ma è ben lungi dall’essere realizzato: iniziativa in continuativa evoluzione, infatti, il Sentiero Italia CAI è destinato alla mutevolezza e all’aggiornamento continuo”.

Scrive così il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti sulla rivista Montagne360 di dicembre. Un numero che contiene uno speciale proprio sul Sentiero Italia CAI, dopo un anno, il 2019, durante il quale i circa 7200 km del percorso dalla Sardegna al Friuli Venezia Giulia sono stati tracciati e le tappe individuate, con il posizionamento della segnaletica e l’organizzazione delle prime escursioni.

Per il 2020 il primo obiettivo del Club alpino sarà la creazione di una rete capillare di “Punti di Accoglienza”: “strutture di natura diversa (sia di proprietà Cai, sia private), capaci però di offrire servizi e di rappresentare un punto di riferimento all’inizio e alla fine di ogni tappa. Strutture adatte per accogliere gli escursionisti, in grado di fornire non solo vitto e alloggio, ma anche informazioni sul cammino”, scrive il Vicepresidente generale del CAI Antonio Montani, sempre sul numero di questo mese di Montagne360. “Queste strutture saranno convenzionate e riconosciute con un’apposita targa”.

Per stimolare la fruizione del cammino da parte delle Sezioni del Club di tutta Italia, è stato lanciato poi il progetto “Cammina Italia CAI 2020 – Le Sezioni in cammino”, curato dalla Commissione Centrale Escursionismo: l’obiettivo è comporre un lungo calendario di escursioni e di trekking che si snodi attraverso l’Italia, in grado di valorizzare il sentiero. Le iniziative saranno inserite in un elenco che sarà disponibile sul sito www.sentieroitalia.cai.it, in modo da facilitare la partecipazione di tutti gli interessati.

Con il Ministero della Pubblica Istruzione, inoltre, è in fase di definizione un progetto rivolto a studenti e insegnanti, che consenta loro di camminare lungo il percorso e li coinvolga in un concorso per promuovere una fruizione consapevole e responsabile della montagna.

Come spiega il Presidente Torti, infine “nel corso del 2020 saranno realizzate le prime Guide ufficiali di tutto il Sentiero Italia CAI, strutturate in modo da fornire ogni più opportuna indicazione su percorsi, distanze, punti d’appoggio, luoghi e riferimenti storici e culturali, segnalazioni sull’ambiente e curiosità sulle realtà di ciascun territorio”.

“Il Cai, che ha sempre avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo del turismo montano (dalla genesi delle guide alpine ai rifugi), è ben consapevole che investire sulla promozione del territorio e del trekking in certe aree (come ad esempio quelle del sud, bellissime e frequentabili anche in inverno) significherebbe invertire il paradigma e creare nuovi motivi d’attrazione anche in stagioni comunemente poco appetibili“, conclude il Vicepresidente Montani.

Per maggiori informazioni: www.sentieroitaliacai.it