Tre autori per libri su Pigna, il giornalista scrittore Angelo Verrando

Angelo Verrando li ha scritti, il cartoonist Roby Ciarlo ha illustrato “Altre Vite” con i suoi disegni, e il fotografo Mirko Saturno ha eseguito il foto-racconto di “Giallo Nervia”. Assieme si presenteranno al pubblico dell’Antica Fornace “Alba Docilia” in via Stefano Grosso ad Albissola Marina per raccontare la loro esperienza, presentando i due racconti.

L’appuntamento è per venerdì 10 gennaio dalle ore 18. Le storie di Verrando raccontano della campagna ligure a Pigna, nell’entroterra di Ventimiglia. “Altre Vite” narra della vicenda vera di una famiglia di contadini del paese, tra povertà e grandi sofferenze, ma anche di spiragli di speranza, visione del futuro, forza morale impensabili. Le illustrazioni di Ciarlo rendono in modo commovente il senso narrativo.

“Giallo Nervia” è una storia-fantasy nella quale protagonista è la ricchezza. Improvvisa, insperata, facile e immediata. Nella piccola realtà rurale, viene introdotta come una sorta di virus nel racconto dell’autore. Tra grandi sconvolgimenti e profondi mutamenti anche nell’animo profondo dei paesani. Ma, come tutte le cose, anche la ricchezza presenta il conto. Salato. Si potrà
“guarire” dal virus del benessere? Il lettore sarà sorpreso di scoprire in chi lo scrittore cercherà i necessari anticorpi, anche se ciascuno sarà lasciato libero di trarre una personale conclusione. Il foto-racconto di Saturno traduce con immagini
di grande efficacia un tema così spinoso e attualissimo.

Le vignette di Ciarlo per sorridere su temi seri saranno distribuite ai bambini di Varazze e Pigna

Due disegni creati dall’agile matita di Roby Ciarlo per illustrare con simpatia le storie
“Altre vite” e “Giallo Nervia” firmate dal giornalista-scrittore Angelo Verrando che le
ha presentate a Pigna e a Varazze. Messaggi simpatici e accattivanti destinati
soprattutto ai bambini delle scuole e, più in generale, ai giovanissimi.

E’ l’obiettivo che si prefigge l’autore il quale ha più volte sottolineato l’importanza dell’incontro tra generazioni per far emergere, come nel racconto di “Altre vite”, le storie famigliari di ciascuno con tutte le vicissitudini e i momenti felici che ne hanno caratterizzato l’esistenza.

Lo slogan proposto da Verrando nei diversi dialoghi con i lettori è “I giovani di oggi parlino con i giovani di ieri per favorire l’incontro – e non lo scontro – tra generazioni diverse”.

Per “Giallo Nervia” il tema è altrettanto serio, anche se di fantasia: viene introdotto il tema della ricchezza immediata, inattesa e improvvisa in una piccola comunità di campagna, come una sorta di virus che tutto travolge e stravolge. Si troveranno gli anticorpi per guarire da tutto questo luccichìo
effimero? Bisognerà cercare la cura anche nel piccolo cinese della vignetta di Ciarlo?

“Altre vite” e “Giallo Nervia”, i racconti del giornalista scrittore Angelo Verrando

“Altre Vite”. E’ la storia minima – e reale – di una famiglia di contadini che negli Anni ’50 vive a Pigna nell’entroterra ligure. Tra terra avara e lavori stagionali sulla costa. Stenti affrontati con dignità ma soprattutto con forza dalla protagonista donna, che ha già mostrato tutta la propria determinazione nel periodo precedente, quello della Seconda guerra mondiale. In una continua lotta per la sopravvivenza, ma anche su precise scelte di campo. Nel racconto viene svelato, tra l’altro, come assieme al parroco del paese fu nascosto nel fienile il Polittico del Canavesio per sottrarlo alle razzìe naziste. E ancora, dello stesso periodo bellico, si narra di antifascisti ed ebrei in cerca di guide per espatriare nella vicina Francia. E su tutto, per la donna, a differenza del marito, non c’è mai la disperazione e la rassegnazione. Lei non smette mai di sognare e di pensare al futuro per i propri figli. E alla fine vorrà inseguire l’onda migratoria che alla fine degli Anni ’50 si sviluppa proprio in quel territorio.

 “Giallo Nervia”. Il virus dell’improvvisa ricchezza – come la vincita di una lotteria – viene introdotto artificialmente in una piccola comunità rurale ligure. E tutto improvvisamente cambia, tra benessere generale, benefit tecnologici e un clima da paese del bengodi. Il giallo è il colore dell’oro apparso d’incanto nel torrente che scorre a fondovalle. Ma quanto durerà? Quante situazioni si è lasciata dietro questa vita impensabile e dalle grandi trasformazioni mai viste così? E se tutto ciò venisse a mancare così come è apparso, si troveranno gli anticorpi per continuare dignitosamente anche senza quel fiume di denaro generato dal metallo prezioso? Un romanzo di costume che tira in ballo la cattiva coscienza di ciascuno, ma anche il luccichìo effimero di qualcosa che va a stravolgere la vita lenta ma accettabile di un intero paese. E a richiamare a un riscatto sociale sembra arrivare – a sorpresa – proprio dagli ultimi.