Nuovi orari per la visita di “Sguardi sulle Alpi Marittime”

Nuovi orari per la visita di “Sguardi sulle Alpi Marittime. Immagini ed emozioni dal regno della biodiversità” mostra con fotografie e testi di 23 autori per celebrare il 40° anniversario del Parco delle Alpi Marittime.
L’esposizione rimarrà allestita fino a domenica 27 settembre nei locali dell’Ufficio turistico e Centro visita delle Aree protette Alpi Marittime a Vernante dal venerdì al mercoledì con orario 10-12 e 16-18.
Hanno partecipato al progetto artistico fotografi che collaborano con l’Ente contribuendo con le loro immagini a documentare la biodiversità del territorio, a valorizzare, a comunicare il patrimonio naturale e culturale dell’area protetta. Ognuno è stato invitato a presentare tre scatti significativi della loro esperienza nelle Marittime, un testo e le didascalie per raccontarle. Gli autori hanno restituito ciascuno uno sguardo diverso e il proprio modo di rapportarsi alla realtà naturale presentando alcune delle infinite maniere possibili di guardare le Marittime e di “porre sullo stesso asse – come diceva Henry Cartier Bresson – occhi, mente e cuore”.
Le fotografie sono stampate su carta di alta qualità Fineart da Imprimere di Boves.
Espongono fotografi amatori e professionisti italiani e stranieri: Maurizio Biancarelli, Giorgio Bernardi, Paolo Bolla, Iris Kürschner, Luca Gino, Michelangelo Giordano, Max Lucotti, Roberto Malacrida, Paolo Masteghin, Marco Milani, Simone Mondino, Francesco Panuello, Marziano Pascale, Roberto Pockaj, Federico Ravassard, Massimo Sommariva, Roberto Tibaldi, Francesco Tomasinelli, Marco Vicino, Paolo Viglione, Nanni Villani, Fabio Vivalda, Maurizio Zarpellon.

Info pratiche
Dove? Ufficio turistico e Centro visita delle Aree Protette Alpi Marittime.
Vernante, Strada Statale 20 del Colle di Tenda, 12.
Ingresso: libero.
Apertura: dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 18, chiuso il giovedì.
Per saperne di più: tel. 0171 920550.

The Alps from end to end – Le Alpi da cima a fondo

The Alps from end to end – Le Alpi da cima a fondo di William Martin Conway

5 giugno 1894
…In un’ora e un quarto svoltammo nel secondo sentiero di caccia reale, zigzagando a nord su per la montagna. I fiori erano deliziosi e di numerosa varietà, tutti freschi e giovani, non uno appassito tra loro. A pochi passi dai tornanti intravedemmo il magnifico antico bacino del lago, piatto e verde, dove era costruita la casa di caccia del re: un quadrato di edifici posti come un serai orientale. Una cascata risplendeva alla fine del pianoro e un bell’anfiteatro di montagne circondava questo affascinante rifugio. Da quel momento in poi ci dirigemmo verso l’alto, fino a raggiungere un bivio del percorso, che però non appariva sulla mappa. Fin dai tempi del Peccato originale, tutti si sbagliano in queste occasioni; andammo a sinistra invece che a destra, e così raggiungemmo, dopo aver affrontato con fatica diversi nevai, uno dei quali era slavinato e a rischio valanghe, un colle aguzzo (il Colle di Val Miana). La bussola indicava il nord inaspettatamente lontano a destra, e il lago che cercavamo non era in vista. Tuttavia, essendo, la mappa così imprecisa in molti punti, questo non ci turbò.

Controllando le provviste, scoprimmo che gli uomini avevano divorato tutta la carne fresca a colazione e che per tutto il giorno quindi avremmo dovuto mangiare solo pane e burro. Fitzgerald ed io rubammo l’ultimo pezzo di salsiccia per vendetta. Nascondemmo facilmente la cosa, ma il fatto che fossimo costretti a mangiarlo furtivamente trasformò il suo possesso in una dubbia benedizione. La vista dal nostro punto d’osservazione era piuttosto buona, come devono essere tutte le viste analoghe, ma nessuna delle grandi cime si trovava sotto i nostri occhi, Viso e Argentera erano nascosti, ma verso ovest guardavamo su una serie di bianche onde montuose, che si muovevano verso sud, con la neve invernale come schiuma che scivolava lungo il loro dorso.

Scendendo i primi 1000 piedi di un ripido pendio innevato, superammo una valanga che ci nascondeva il sentiero che conduceva al livello del pianoro alla testa della valle. La accerchiammo sulla sinistra, e davanti a noi si aprì l’imboccatura della valle. Dopo un attimo riconoscemmo sulle montagne circostanti i nostri amici del mattino. Stavamo andando veloci verso Valdieri, un’altra volta, e la valle laterale in cui ci trovavamo era la Val di Valrossa. Infatti, avevamo sormontato una valle laterale, attraversato una costa intermedia, e stavamo scendendo una altra valle laterale. Era troppo tardi per tornare sui nostri passi. Non c’era altro da fare che tornare alle Terme e trascorrere una seconda notte lì. Pensai di essere seccato fino a quando, dopo un momento di riflessione, mi resi conto della bellezza della giornata; e che questa escursione era buona quanto un’altra. Solo, ormai, non c’era possibilità di essere arrestati: che peccato!

Arrivati a un pianoro erboso, ci fermammo per lodare ogni cosa. L’aria era limpida, i fiori ci salutavano da ogni fessura di roccia; il sole mite brillava su tutto, e ovunque l’acqua sgorgava e scendeva rapidamente limpida come cristallo sopra l’erba e le rocce, mentre i corsi d’acqua erano insolitamente traboccanti. Raggiungendo la valle, trovammo il fiume ampio e colmo, di un intenso colore indaco nella bassa luce solare del pomeriggio che stava terminando. Nel punto in cui l’acqua si piegava, all’inizio di una cascata, il sole la colpiva e la illuminava dall’interno con una luce verde scintillante, simile a quella che ricorda chi ha visto le cascate del Niagara. Le Terme furono raggiunte entro sera e la nostra tenda sistemata nella sua vecchia posizione. Il vento si levò fino a diventare una tempesta e ululò per tutta la notte tra gli alberi; ma la tenda rimase ferma e dormimmo fino all’alba del giorno successivo.

William Martin Conway, docente di storia dell’arte e alpinista con il suo The Alps from the end, pubblicato in Inghilterra nel 1894, è considerato l’autore del primo trekking compiuto sulle Alpi. I primi tre capitoli del libro sono stati tradotti dalla III H Esabac del Liceo Scientifico Peano di Cuneo e sono pubblicati a puntate sul settimanale cuneese La Guida da cui abbiamo estratto il brano. Conway, presidente dell’Alpine Club Inglese, per la sua impresa da Cuneo a Vienna portò con sé l’americano E. A. Fritzgerald e si fece accompagnare da due soldati nepalesi da addestrare alla montagna e dalle guide valdostane J.B. Aymonod, Louis Carrel e Matthias Zurbrigghen.

Sguardi dall’alto, il piacere dell’ascesa

È lo sguardo che l’alpinista si regala dalla cima di una montagna appena salita. Ma, ahimé, si tratta spesso un sguardo appropriativo, che passa in rassegna
e cataloga i luoghi sottostanti. Talvolta comporta stupore e ammirazione,
ma raramente è capace di generare visioni e trasfigurare ciò che si imprime sulla retina dell’osservatore. Sembra invece che tutta la poesia visionaria nasca da uno sguardo orizzontale, che interagisce alla pari con ciò che vede

Per millenni, fino all’invenzione della mongolfiera, una visione dall’alto è stata possibile solo dalla cima di un monte, o da un’altura. Fra tutti questi “sguardi dall’alto”, uno dei più noti, nell’antichità, fu quello vantato da un re di Macedonia (siamo nel II sec. a.C.): dalla cima dell’Emo, un monte della Tessaglia, il re sarebbe riuscito a vedere, a ovest il mare Adriatico, a est il Mar Nero.

Sedici secoli dopo, il 26 aprile 1336, un grande poeta, Francesco Petrarca, salì il Monte Ventoux (1912 m), a poca distanza da Avignone. Anche se è poco più di una bella camminata, questa salita è entrata nella storia dell’alpinismo – non, evidentemente, per ragioni tecniche, ma perché le motivazioni dell’ascesa, anziché essere economiche o militari, erano semplicemente il piacere dell’ascesa, e l’aspettativa della vista che di lassù si sarebbe goduta.

Petrarca conosceva la storia del re Macedone, e dalla cima del Ventoux, pur segnalando lo «spettacolo grandioso», sembra sia stato soprattutto attento a fin dove arrivava la vista. A est, vide (con viva nostalgia per l’Italia) le Alpi «gelide e innevate»; a sud, il mare di Marsiglia e di Aigues Mortes; a ovest, non riuscì a vedere, come invece si aspettava, i Pirenei, ma attribuì questo insuccesso alla debolezza della vista. Vide anche, sotto di sé, il nastro lucente del Rodano, e lo colpì «la vista delle nubi sotto i nostri piedi».

Fonte: rivista Camminare in edicola

Alla scoperta delle Alpi Marittime con guide alpine esperte

In cima a mete insolite e sulle vette più prestigiose delle Alpi Marittime con le guide alpine di Global Mountain.
L’associazione Ecoturismo in Marittime in occasione delle inedite condizioni dell’estate 2020, ormai alle porte, lancia un’iniziativa originale per promuovere l’alpinismo e i soggiorni nel territorio del Parco delle Alpi Marittime dove operano i soci.
Gli imprenditori turistici del sodalizio in collaborazione con le guide hanno programmato un calendario di tredici ascensioni di escursionismo impegnativo o alpinistiche il cui costo di accompagnamentosarà pagato per metà da Ecoturismo a chi pernotterà almeno una notte in una struttura ricettiva associata.


Organizzazione ed accompagnamento: Adriano Ferrero/ Guide Alpine Globalmountain; informazioni e tutti i dettagli al 3356663082 o adriano@globalmountain.it.


GLI ANGOLI SEGRETI DEL PARCO

Sabato 27 giugno
PUNTA STELLA 2567 m
Gruppo 4 persone. Quota di partecipazione individuale: euro 75,00

Sabato 4 Luglio
ASTA SOTTANA 2903 m
Gruppo 2 persone. Quota di partecipazione individuale euro 175,00

Sabato 11 Luglio
COLLE DEL FILO DI FERRO 2800 m E CIMA CENTRALE DI VALROSSA 2894 m
Gruppo 2 persone. Quota di partecipazione individuale euro 150,00

Sabato 18 Luglio
CIMA DELLA MADRE DI DIO 2800 m
Gruppo 2 persone. Quota di partecipazione individuale euro 180,00

Sabato 25 Luglio
LA CRESTA DI PAGARì DE SALESE
Gruppo 2 persone; quota di partecipazione individuale euro 165,00

Domenica 12 luglio
TRAVERSATA DEL PASSAGGIO DEI GHIACCIAI
Gruppo 4 persone; quota di partecipazione individuale euro 95,00


LE GRANDI CLASSICHE DELLE MARITTIME

Sabato 1 agosto
CIMA ARGENTERA 3297 m
Gruppo 3 persone; quota di partecipazione individuale euro 150,00

Sabato 8 Agosto
ARGENTERA: traversata CIMA NORD 3286 m – CIMA SUD 3297 m 
Gruppo 2 persone; quota di partecipazione individuale euro 220,00

Lunedì 10 Agosto e mercoledi 12 Agosto
GELAS 3143 m

  • La Via Normale, (Lunedi 10 Agosto) che si snoda a partire dal Rif. Ellena Soria lungo nevai e canaletti per sbucare in vetta superando tratti di facile arrampicata su roccia. Gruppo: 3 persone; quota di partecipazione individuale euro 180,00
  • La “traversata degli Italiani” (mercoledi 12 Agosto) parte dal Rif. Pagarì ed unisce in un’unica infilata di bellissime creste la Cima della Maledia, la Punta Borello, Il Chafrion, ed infine Cima Balcone e Gelas. Difficoltà contenute nel II/III grado, numerosi tratti nevosi e panorama incredibile sul mare fanno di questa traversata un’esperienza unica! Gruppo 2 persone; quota di partecipazione individuale euro 300,00

Sabato 22 Agosto
CORNO STELLA 3051 m Gruppo: essendo questa una ascensione che prevede la progressione in cordata lungo l’itinerario ed in conseguenza delle restrizioni previste a causa del Covid, proponiamo qui solamente la formula “guida + 1 cliente”. Diversamente può essere realizzata anche con l’accompagnamento di 2 persone. Quota di partecipazione: euro 350,00

Sabato 22 Agosto
MONTE MATTO 3088 m
Gruppo 5 persone; quota di partecipazione individuale euro 100,00

Sabato 29 Agosto
CIMA DI NASTA 3108 m e BROCAN 3054 m
Gruppo 3 persone; quota di partecipazione individuale euro 100,00

La promozione del 50% della tariffa indicata sarà applicato esclusivamente dietro almeno un pernottamento con prima colazione (ove possibile) in una delle strutture di Ecoturismo in Marittime elencate:

VALDIERI
– Rifugio Livio Bianco 0171 97328 – 335 5461677
– Rifugio Valasco 0171 1935229 – 347 0531456
– Rifugio Questa 0171 97338 – 391 1721708
– Rifugio Remondino 0171 97327 – 328 5440495
– Rifugio Genova 340 4614189
– Rifugio Pagarì 380 7108075
– Rifugio Ellena Soria 340 2240558
– Rifugio Ecursionistico Casa Savoia 327 0116545
– Hotel Terme di Valdieri 0171 97106
– Locanda Alpina Balma Meris Sant’Anna di Valdieri 371 3565914
– LaCasaregina Sant’Anna di Valdieri 333 3600575
– LaCasaalpina Sant’Anna di Valdieri 333 2666450
– Biomagia nelle Marittime 348 7966407
– Agriturismo Lu Garun Rus Andonno 346 3613934

ENTRACQUE
– Hotel Trois Etoiles Entracque 0171 978283
– Campeggio Valle Gesso 0171 9782247
– Hotel Miramonti 0171 978222
– Casa dello Speziale 339 4712726
– Aktiv Hotel 335 593 1749
– Locanda del Sorriso 0171 978388
– Rifugio Escursionistico Baita Monte Gelas San Giacomo d’Entracque 0171 978704
– Campeggio sotto il faggio San Giacomo d’Entracque 349 7305438

VALLE VERMENAGNA
Chalet Arrucador Limonetto 348 2902263
Albergo Nazionale di Vernante 0171 920181

Sua maestà il bollito piemontese, Alassio accende i riflettori sulla cultura del cibo al di là delle Alpi

Era tra i piatti preferiti di grandi personaggi come Camillo Benso Conte di Cavour e Re Vittorio Emanuele II di Savoia, noto buongustaio e ottimo bevitore, oltre che superbo cacciatore. Vero però che il Bollito misto piemontese ha una storia ancora più antica, fatta di rituali e precetti codificati e di una preparazione semplice ma lenta e paziente. Indubbio comunque che il bollito rappresenta realmente un pezzo di cultura piemontese.

Noto come Gran Bollito Misto piemontese, il piatto un tempo veniva chiamato Grande Bollito Storico Risorgimentale proprio per sottolinearne il legame con quel periodo storico. E’ una pietanza a base di vari tagli di carni di manzo bolliti e serviti in tavola con altrettanti ammennicoli o ornamenti che vengono bolliti in una pentola separata. Il tutto accompagnato da sette salse e, generalmente, quattro contorni. Tradizione vuole che ad identificare il bollito siano sempre gli stessi tagli di carne, gli stessi tipi di ammennicoli, le stesse salse e gli stessi contorni.

Non è un caso, infatti, che sia nata una vera e propria Confraternita, con tanto di membri togati esperti della ricetta tradizionale, che si occupa della sua promozione e della sua salvaguardia. Tanto la sua preparazione quanto il suo consumo sono caratterizzati da veri e propri rituali a cui i cultori della ricetta tradizionale. Per imparare a conoscere i segreti del bollito il ristorante Frontemare Movida sulla passeggiata Grollero di Alassio ha deciso di promuovere serate gastronomiche all’insegna della cultura del cibo piemontese. La seconda è in programma domenica 15 dicembre con un doppio appuntamento a pranzo e a cena.

Questo il menù:

Agnolotti freschi in brodo, bollito misto alla piemontese, dolcigno acqua e caffè (35 euro)

Importante però prenotare a pranzo o a cena al numero 0182 640470

Cappotto nell’armadio, dal 30 marzo più caldo in Italia

Roma. Voglia di primavera, voglia di sole e caldo, ma arriveranno? Forse si. Secondo gli esperti del sito il meteo.it, dopo il passaggio di una debole perturbazione tra Pasqua e Pasquetta, la pressione tenderà a salire gradualmente e lo farà portando aria via via più mite su tutti i nostri settori.

L’arrivo dell’alta pressione e l’aria più mite dai quadranti meridionali non potranno far altro che far aumentare le temperature su gran parte delle nostre regioni. Avremo ancora qualche occasione per delle piogge al Nord, specie in Piemonte e sulle Alpi, e tra l’1 e il 3 aprile al Sud, a causa di una debole depressione atlantica, ma le temperature inizieranno ad aumentare inesorabilmente: gli esperti prevedono il raggiungimento dei 20/21° o poco meno sulle regioni settentrionali, valori massimi fino a 24° sulle regioni centrali, e addirittura 25/27° al Sud. In buona sostanza, la primavera dovrebbe spiccare il volo a partire dal 30 marzo. “Non mancheranno delle piogge – sottolineano gli esperti – ma il sole sarà per gran parte d’Italia prevalente e le temperature in graduale aumento”.

Il lupo torna sulle Alpi, ma non arriva in elicottero

Bergamo. Tra le leggende metropolitane che circolano sulla fauna selvatica, quella che vede le vipere lanciate dall’elicottero per effettuare ripopolamenti è senz’altro una delle più diffuse. Sulla stessa linea c’è ora pure chi immagina che i lupi stiano ritornando sulle nostre montagne grazie a lanci dall’elicottero effettuati da enti parco o chissà quali altre associazioni. E questa divertente storiella non ha attecchito solo dalle nostre parti, ma si può ascoltare anche tra le montagne della Turchia.

A raccontarlo sono stati Davide Righetti e Filippo Zibordi, gli zoologi che sabato 12 marzo 2016, in una gremitissima sala del Palamonti di Bergamo, hanno illustrato ai quasi 150 presenti alla giornata di studio intitolata “Incontro con il lupo. Opportunità per il futuro o minaccia dal passato? ”, che cos’è, come vive e cosa fa per vivere il lupo e quali problemi la nostra specie deve affrontare per potere convivere con esso.

L’incontro, il primo realizzato in Lombardia a seguito dell’adesione del CAI al progetto Life Wolfalps, e il primo di livello nazionale per soci ed aderenti al Gruppo Grandi Carnivori,[nbsp] ha fatto il punto sulla situazione del lupo sulle Alpi in generali e in Lombardia in particolare.

Elisabetta Rossi ed Elena Tironi, della Direzione Ambiente della Regione Lombardia, hanno raccontato come ci si stia preparando al ritorno del carnivoro, già presente con branchi significativi in Piemonte (pure nella fortemente infrastrutturata Val di Susa) e in Veneto. I presenti hanno capito i problemi posti da questa specie agli allevatori, abituatisi ormai da oltre un secolo, dopo la scomparsa di tutti i predatori, a lasciare libere le mandrie al pascolo. Esistono delle soluzioni, cani pastore e recinzioni prima di tutto, ma tutte comportano ovviamente dei costi che è ben difficile sopportare. E i costi indotti dalla convivenza con il lupo non sono solo economici, ma possono essere anche sociali e psicologici.

Che ricadute potrà avere questo ritorno sui frequentatori della montagna? Praticamente quasi nessuna, come possono insegnare gli escursionisti dell’Appennino Centrale dove il lupo non è mai scomparso. Il lupo è un animale estremamente schivo, cacciato per secoli, che ha imparato a temere soprattutto la specie umana ed a tenersi ben lontano dalle zone da questa frequentate (ciò non toglie, come risaputo e ben documentato, che se non trova ostacoli che lo frenino, possa ritenere preferibile, in zone con presenza di animali domestici allo stato brado, procurarsi lì il cibo piuttosto che tentare una faticosa e pericolosa caccia a cinghiali o cervi).

Le possibilità di un incontro sono molto ridotte; il lupo sarà sempre il primo a scappare, appena si sarà accorto della presenza di escursionisti, e non penserà certo di aggredirli. Viceversa esistono numerose specie di cani dall’aspetto estremamente simile ad un lupo: la maggior parte degli avvistamenti di cui scrivono anche i giornali sono in realtà relativi a cani; essendo nati ed allevati in cattività, questi sono ben più confidenti dei lupi, si avvicinano facilmente e possono in determinate situazioni diventare aggressivi.

Il ritorno del lupo porta con sé pure il ritorno di un particolare cane, che con il suo colore bianco candido può ricordare una docile pecora, ma che invece gli escursionisti dovranno imparare a rispettare molto più del temuto carnivoro che popola fiabe e leggende: il cane pastore. Il suo compito è difendere il gregge: e lo farà bene, ringhiando ed usando anche atteggiamenti aggressivi; pertanto a meno che sia presente il pastore, gli escursinisti si devono tenere ben lontani da mandrie e greggi.

Ma il ritorno del lupo ha anche un grande significato ecologico: gli ungulati (cervi, caprioli e cinghiali) sono in forte incremento, ormai addirittura in sovrannumero in alcuni territori, la presenza di un predatore è fondamentale per contenerne le popolazioni. Ce lo insegna anche un filmato girato a Yellowstone, che tutti possono trovare su Youtube: “Come i lupi cambiano i fiumi”.