Sì ai cani in spiaggia, Bertorello: il Tar della Calabria ha sancito un sacrosanto diritto anche la Liguria vada in questo senso

Il Tar della Calabria-Catanzaro (sentenza n.1430/2022), ha annullato un’ordinanza  che vietava di condurre sugli arenili “cani o altri animali, anche se muniti di museruola e/o guinzaglio”, durante la stagione balneare.

La  scelta di interdire sempre l’ingresso dei cani o di altri animali  domestici sulle spiagge destinate alla libera balneazione è illogica.

La pubblica amministrazione ha il dovere di dare ai cittadini la  possibilità di frequentare le spiagge libere con i propri animali  domestici, dando delle regole che garantiscano la pulizia e il decoro  degli spazi pubblici, e anche l’incolumità, ma senza giungere  all’estremizzazione di un divieto assoluto di frequentazione degli
arenili.

Il Tar della Calabria ha sancito un sacrosanto diritto per  gli animali e i loro proprietari. Mi attiverò perché anche a Genova e  in Liguria, dove invece le spiagge libere sono interdette ai cani, si  vada in questo senso”. Lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega in Consiglio comunale Federico Bertorello.

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Nel mare di Genova pescato un granchio della specie “Charybdis feriata”, chiamato dagli anglosassoni granchio crocifisso

A fare la scoperta è stato Simone Orecchia, pescatore della Cooperativa Pescatori Boccadasse. Nelle acque antistanti alla Lanterna, simbolo della città di Genova ha trovato  un granchio indiano originario dell’Indo-Pacifico.

Era a circa 50 metri di profondità. Il granchio è finito nel tramaglio per aragoste. Il pescatore ha immediatamente notato la particolarità della cattura e ha avvisato i biologi Fulvio Garibaldi e Luca Lanteri del Laboratorio di Biologia della Pesca Distav dell’Università di Genova, con i quali collabora da molto tempo. Quella pescata è una femmina di Charybdis feriata, chiamata dagli anglosassoni granchio crocifisso per il disegno che porta sulla parte dorsale del carapace.

A differenza però di altri pesci e crostacei arrivati nelle nostre acque da molto lontano, gli esperti non credono che questa femmina di Charybdis feriata sia giunta attraverso il Canale di Suez, poiché la sua presenza non è mai stata accertata nel Mar Rosso. Una cosa è però certa: non è la prima volta che un granchio raggiunge il Mediterraneo e nello specifico l’Italia, il ritrovamento nelle acque liguri è infatti il quarto. Nel 2004 e nel 2017 questa specie è stata avvistata in Spagna, mentre nel 2015 è arrivata anche nelle vicinanze di Livorno.

Il raro incontro con la Tartaruga Liuto a due passi dalla costa

Quando i biologi marini, i ricercatori o i semplici appassionati escono in mare per avvistare i cetacei o altri animali marini hanno sempre, nel profondo, la speranza di incontrare qualche specie rara. Quel brivido, quella fiammella di emozione che resta viva nel cuore ogni volta che si solcano le onde in mare aperto. E questa volta la stretta allo stomaco di agitazione è diventata reale perché il team di ricercatori di Delfini del Ponente ha trovato il suo “diamante grezzo”: la tartaruga liuto!

L’incontro con la tartaruga liuto

La Tartaruga Liuto è proprio quel tipo di avvistamento: raro, inaspettato, sorprendente e che regala un tuffo al cuore. “Ci trovavamo a circa un miglio dalla costa durante una delle nostre solite uscite per il monitoraggio della fauna marina costiera con il progetto di Delfini del Ponente – racconta Elena Fontanesi, biologa e vice-presidente – Quando appena prima del Porto di Aregai, abbiamo notato una macchia nera in mare e ci siamo avvicinati con il gommone convinti fosse un sacchetto di plastica da raccogliere”. E invece no. Mano a mano che il team di ricercatori si avvicinava quella sensazione di aver incontrato la propria “balena bianca” si faceva più forte. Quello non era affatto un sacchetto dell’immondizia: era una tartaruga liuto.

Le caratteristiche della Tartaruga Liuto: conosciamola meglio

La Tartaruga Liuto è la più grande al mondo e può superare i 2 metri di carapace arrivando anche a pesare 700 chili. Quella avvistata al largo di Imperia molto probabilmente misurava circa 1 metro e 30 centimetri, nella norma insomma, ma non per questo meno stupefacente!

Questo animale passa dallo stretto di Gibilterra e arriva nel Mediterrano quasi ed esclusivamente per il foraggiamento. Di cosa va ghiotta la tartaruga liuto? principalmente organismi planctonici gelatinosi come meduse e tunicati e, per trovarli, spesso si spinge anche in mari piuttosto freddi, fino a latitudini subpolari.

La Liuto è una specie a rischio “vulnerabile”: i pericoli in mare sono tantissimi

Il Mediterraneo è ricco di cibo, ma è anche purtroppo molto pericoloso: tanti avvistamenti di tartaruga liuto riguardano infatti esemplari morti per colpa dei traumi riportati dopo le collisioni con i natanti, oppure con grandi quantità di plastiche ingerite o morte perché impigliate in attrezzature da pesca.

Proprio per questo motivo, per tanti anni la Liuto è stata considerata a rischio di estinzione, ma dal 2013 il suo stato da critico è stato modificato in vulnerabile nella Red List dell’IUCN: “Molto probabilmente l’attenzione nei confronti delle specie marine, tartarughe comprese, è aumentata significativamente negli ultimi anni. Per questo motivo non solo noi ricercatori, ma anche le persone che normalmente si trovano in mare hanno imparato a rallentare la velocità di navigazione in certe aree, a fare attenzione agli incontri con gli animali marini rispettando la fauna e soprattutto a riportare avvistamenti inusuali, fornendo importanti informazioni alla comunità scientifica” spiega Elena Fontanesi.

Ma non basta, la Liuto è comunque a rischio e la popolazione globale in diminuzione perché il numero di nidi in alcune aree del mondo si è drasticamente ridotto, il successo di schiusa delle sue uova è molto basso, anche a causa dei cambiamenti climatici in corso a cui la specie è molto suscettibile, e i piccoli che riescono ad entrare in mare e che sopravvivono sono pochissimi per nidiata. È evidente quindi che è necessario sempre di più che vengano messe in atto delle misure di salvaguardia per la conservazione della specie.

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DELFINI DEL PONENTE APS – CHI SIAMO
Delfini del Ponente APS riunisce persone di competenze, formazione ed età differenti; siamo
però tutti accomunati da uno scopo condiviso: individuare, mediante l’attività di ricerca
scientifica, aree di importanza naturalistica e favorire la loro protezione.
Contemporaneamente ci impegniamo a condividere queste tematiche per far conoscere
l’incredibile biodiversità del Ponente Ligure e l’importanza di preservarla!

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Avvistamenti record di cetacei grazie ai traghetti della Corsica Ferries

 

Sulle tratte Savona/Ile Rousse e Ile Rousse/Nizza, i ricercatori di Fondazione CIMA, a bordo della M/N Mega Regina, hanno registrato numeri da record. Avvistati decine di delfini, uno zifio, una tartaruga e due balenottere. Nel viaggio di ritorno avvistate 60 balenottere avvistate. «La tratta Nizza/Ile Rousse/Nizza è tra quelle dove la presenza di balenottera è più costante ma i numeri registrati nel monitoraggio del 23 luglio sono da considerarsi eccezionali: più di 30 avvistamenti di balenottera comune, molti dei quali di gruppi di 2-4 animali insieme, per un totale di oltre 60 individui. L’area più ‘affollata’ è la parte centrale della tratta, con fondali di oltre duemila metri. Questa particolare aggregazione è sicuramente dovuta a condizioni ambientali favorevoli, che garantiscono la presenza di cibo (il krill) per questi animali», commenta emozionata Paola Tepsich – Ricercatrice di Fondazione CIMA. Grazie al monitoraggio effettuato in collaborazione con Corsica Sardinia Ferries dal 2007, Fondazione CIMA ha potuto descrivere i trend di presenza della specie nel Santuario Pelagos, evidenziando proprio gli anni eccezionali, come è stato il 2013.

Inoltre – nell’ambito del progetto SICOMAR PLUS – i dati sono stati e saranno utilizzati per definire le aree a maggior presenza della specie lungo i corridoi di traffico, per identificare le aree a rischio collisione. La Compagnia ha aderito per prima al progetto, facendo partecipare più di 100 Ufficiali ad un corso di formazione specifico per l’avvistamento e il riconoscimento dei cetacei in mare.

«A bordo delle navi è inoltre possibile trovare poster divulgativi, con QR code che rimanda ad un video didattico, attraverso il quale i passeggeri possono apprendere alcune nozioni interessanti sulla presenza, il comportamento e l’aspetto dei cetacei che potrebbero incontrare durante la loro traversata», commenta Cristina Pizzutti – Responsabile Comunicazione e Marketing di Corsica Sardinia Ferries.  «Gli equipaggi si sono dimostrati ancora una volta attenti e preparati, monitorando insieme ai ricercatori la presenza delle balenottere e compiendo una traversata in tutta sicurezza», conclude Paola Tepsich – ricercatrice di Fondazione CIMA.

 

 

A Villanova d’Albenga rilasciate 15 tartarughe Emys Orbicularis Ingauna

Questa mattina, presso la Zona Speciale di Conservazione (subsito di Valloni) di Villanova Albenga, sono stati rilasciati in natura di 13 giovani testuggini palustri, la cosiddetta “Emys” orbicularis, sottospecie ingauna.
L’evento è stato organizzato in occasione della Giornata dedicata alle Oasi WWF del 5 giugno.
A partire dal 2019 nel sito di Valloni, individuato anche come Area Protetta Provinciale, è stata inaugurata l’Oasi WWF, l’unica presente sul territorio Ligure.

Presenti sul sito il Consigliere Provinciale Luana Isella, il Sindaco Pietro Balestra del Comune di Villanova d’Albenga, il Vice Sindaco Alessandro Navone del Comune di Garlenda, l’Assessore all’Ambiente Giovanni Polio e il Consigliere Comunale Claudia Ramò del Comune di Albenga, l’Appuntato Iannone dei Carabinieri, il prof. Sebastiano Salvidio dell’Università degli Studi di Genova-DISTAV, Dario Ottonello di Arpal Osservatorio della Biodiversità, Guido Gnone di Costa Edutainment spa, Riccardo Jesu e Laura Castellano dell’Acquario di Genova, i volontari del WWF che gestiscono l’Oasi, Vincenzo Gareri, Flavio Pomogranato e Anna Tedesco del Settore Gestione viabilità, edilizia ed ambiente della Provincia di Savona.

La giornata di oggi, che solitamente viene condivisa anche con gli studenti delle scuole, ha purtroppo subito le limitazioni dovute alle disposizioni relative all’emergenza epidemiologica: ma in rappresentanza simbolica di tutti gli studenti – che ci si augura possano partecipare ai prossimi rilasci – e in rappresentanza della classe 5^ della Scuola Primaria di Borgio Verezzi facente parte dell’Istituto Comprensivo Pietra Ligure, ha partecipato Marco che, nell’ambito del Programma Eco-Schools che ha coinvolto la sua Scuola (programma internazionale della Foundation For Environmental Education FEE dedicato alle scuole e focalizzato sull’educazione ambientale) ha realizzato uno specifico progetto sulle tematiche ambientali e ha fatto le liberazioni delle Emys anche a nome dei suoi compagni.

La Provincia di Savona ha tra le proprie funzioni la tutela delle biodiversità e svolge il ruolo di gestore di Siti Natura 2000, garantendo il mantenimento o il ripristino dello stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie che in essi vivono.
Con questo obiettivo risulta particolarmente importante l’attività di conservazione della specie Natura 2000 Emys orbicularis che si svolge presso il Centro Emys di Leca di Albenga, la cui gestione operativa e organizzativa – anche dell’attività didattica e di educazione ambientale – è stata affidata all’Associazione “Emys Liguria” odv. Nel Centro si concentrano le attività di riproduzione ed allevamento degli esemplari destinati al ripopolamento in natura.

Questa mattina Provincia di Savona e i Partner che sostengono il progetto Emys e partecipano al Comitato Tecnico per la Protezione della testuggine palustre – Pro Natura Genova, WWF Savona, Università di Genova, Carabinieri Forestali, Fondazione Acquario di Genova e Costa Edutainment spa – si sono dati appuntamento presso il Centro Emys di Albenga per poi avviarsi all’Area Protetta Provinciale e Oasi WWF “Valloni” in cui è stato effettuato il rilascio in natura delle testuggini.

Gli esemplari liberati in natura nascono al Centro dopo un periodo di incubazione delle uova in un ambiente con vasche a cielo aperto in condizioni simili a quelle naturali. Successivamente vengono trasferiti all’Acquario di Genova in un ambiente controllato e supervisionato: i veterinari si occupano di loro per i primi 2-3 anni di vita. A questa età tornano al Centro di Albenga per poter ritornare nel loro ambiente naturale.
Ogni anno gli esemplari di Emys vengono rilasciati permettendo così il ripristino della loro presenza nell’albenganese e scongiurando il rischio di estinzione.
Tale iniziativa che quest’anno assume un forte valore simbolico rappresenta un’occasione per rammentare la responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente in cui vive.
La Testuggine infatti è originaria del territorio ingauno ma è stata ritenuta estinta fino ai primi anni 90, in occasione del rinvenimento di un maschio raccolto nel fiume Centa da un pescatore nel maggio 1994 e quasi due anni dopo quello di una femmina a Ceriale. A seguito di monitoraggi e ricerche successive nelle aree maggiormente indicate alla vita di queste specie, furono fatti altri ritrovamenti e recuperi autorizzati dal Ministero dell’Ambiente e dal 2000 in poi vennero attivate le prime attività di conservazione e protezione che proseguono ancora oggi.

In particolare Progetto Emys è stato formalizzato nel 2001 con un Protocollo d’intesa che sarà rinnovato e ampliato a nuovi soggetti nel corso dei prossimi mesi, e nel corso degli anni è stato sostenuto anche con il finanziamento di un progetto denominato LIFEEMYS.
Per il sito Natura 2000 di Valloni, come gli altri siti Natura 2000 provinciali è in corso di elaborazione il Piano di Gestione, strumento attraverso il quale sarà favorita una gestione chiara e trasparente dei Siti, in collaborazione con le parti interessate locali.

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Progetto Life Wolps Eu, concluso il monitoraggio della presenza del lupo

Nei giorni scorsi si è conclusa la raccolta sistematica dei segni di presenza del lupo sul campo, la “fase uno” del primo monitoraggio nazionale delle specie lanciato nell’autunno 2020 dal Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero per la Transizione Ecologica).

Cosa vuol dire raccolta sistematica? Che la ricerca dei campioni si svolge sulla base di protocolli condivisi e standardizzati e viene svolta durante un arco temporale definito, con scadenze fisse, spesso in date concordate, da operatori formati e su percorsi prestabiliti, che si chiamano transetti. Il progetto LIFE WolfAlps EU ha svolto il coordinamento del monitoraggio su tutte le regioni alpine, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, e sull’Appennino Ligure-Piemontese. In quest’area sono stati impegnati circa 1000 operatori, che hanno percorso circa 1250 transetti, ripetendoli periodicamente da ottobre a marzo fino a coprire una distanza di oltre 8000 chilometri. Del network lupo alpino fanno parte Regioni, Parchi Nazionali e regionali, carabinieri forestali, tecnici dei comprensori di caccia e quaranta associazioni tra cui Wwf, Cai, Legambiente, Lipu, Aigae. Un ringraziamento speciale va ai volontari, che a loro spese e nel tempo libero hanno dato un contributo fondamentale, e ai cofinanziatori del progetto LIFE, e – in particolare – a Fondazione Capellino che riveste un ruolo di primo piano.

Il lavoro di campo ha richiesto uno sforzo enorme, ma necessario. Infatti non è possibile fare una conta diretta ed esaustiva dei lupi presenti sul territorio, perché si tratta di una specie elusiva che occupa territori di grande estensione. La vera novità del 2020-2021 è che per la prima volta è stato usato un metodo rigoroso e sistematico di raccolta dei segni di presenza su scala nazionale.

Fino a oggi, dal punto di vista del monitoraggio del lupo, la Penisola era divisa in due: sulle Alpi i dati erano più precisi perché, a partire dal ritorno dei primi branchi negli anni ‘90, sono stati raccolti in coordinato, seppure con qualche discontinuità (mancano, per esempio di dati dal 2012 al 2014 e quelli dal 2019 al 2020). Nel periodo 2017-2018 erano stati stimati almeno 293 esemplari (un dato ormai obsoleto). Invece nel resto d’Italia, i monitoraggi non erano svolti in modo coordinato su tutto il territorio, ma erano a cura dei singoli Enti e amministrazioni (quindi con modalità e tempistiche non uniformi). Mettendo insieme i parametri raccolti, si era ipotizzata per l’Italia peninsulare la presenza di un numero di lupi compreso tra 1000 e 2500. Quest’anno, per la prima volta, per fare di più e meglio, le istituzioni e le associazioni hanno unito le forze a scala nazionale per stimare la distribuzione e la consistenza del lupo dalle Alpi alla Calabria e alla Puglia.

Con il mese di aprile inizia la “fase due” del monitoraggio: tutti i dati raccolti sono validati e archiviati e i campioni biologici vengono inviati ai vari laboratori di genetica di riferimento. Una volta terminate le analisi genetiche, i risultati ottenuti, saranno integrati con le informazioni ricavate da video e fototrappolaggi, osservazioni dirette verificate, piste di impronte e wolf-howling (ululati indotti per documentare la presenza di cucciolate). La fase finale vedrà l’elaborazione dei dati raccolti, con l’applicazione di modelli statistici e grazie al supporto di un gruppo di ricercatori per ottenere la stima di distribuzione e abbondanza della popolazione del lupo in Italia.

Alla fine del 2021 potremo quindi disporre della prima stima a livello nazionale. Un dato importante, finalmente a disposizione delle istituzioni, che sono tenute a comunicare periodicamente alla Commissione Europea i dati relativi allo status di conservazione del lupo (essendo la specie inserita nell’allegato D della direttiva Habitat come “specie prioritaria, di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa”) e a prendere decisioni che, con l’espansione della popolazione in zone nuove, alcune a bassa quota, pongono di fronte a scelte inedite. Il primo passo verso qualsiasi tipo di ipotesi per la gestione della specie lupo è la conoscenza scientifica dello status della popolazione – per questo i dati del monitoraggio sono fondamentali.

Informazioni: info@lifewolfalps.eu

Il Centro Uomini e Lupi di Entracque, è aperto per le vacanze di Carnevale

Il Centro Uomini e Lupi di Entracque, è aperto (su prenotazione) per le vacanze di Carnevale: venerdì 12, lunedì 15, martedì 16 e mercoledì 17 febbraio. Resta, invece, chiuso sabato 13 e domenica 14 come previsto dal DCPM per la prevenzione della diffusione del Covid19.

Oltre ai tradizionali percorsi di visita attraverso le scenografie dei locali museali e della salita sulla torretta che svetta sull’area faunistica c’è la possibilità di prenotare Attenti al lupo! Si tratta di un accompagnamento per chi vuole approfondire la conoscenza della biologia ed etologia del lupo, conoscere come viene gestito il Centro, cosa mangiano gli animali, come si comportano in cattività, da dove provengono i predatori ospiti dell’area faunistica… Le visite si svolgono tutti i giorni da venerdì 12 a mercoledì 17 febbraio e sono a cura delle guide parco della cooperativa Montagne del Mare cui è affidata la gestione del Centro Uomini e Lupi.

Prenotazioni e informazioni: tel. 0171978616 – 0171976850 – centrovisita@centrouominielupi.it

Foto: Lupo del Centro faunistico di Entracque | A. Rivelli.

La megattera dei Caraibi fa capolino a Savona

Una grande viaggiatrice degli oceani ha scelto di fermarsi momentaneamente nel Mar Ligure: venerdì 13 novembre i ricercatori di Menkab: il respiro del mare e i filmmaker di Artescienza sono di rientro da una delle frequenti uscite in mare che periodicamente svolgono per monitoraggio scientifico e per effettuare riprese audiovisive nell’ambito del progetto di docu-film Bartleby, la balena. Al tramonto, a meno di 3 miglia dal porto di Savona, avvistano una megattera (Megaptera novaeangliae): tramite l’osservazione diretta e l’utilizzo di immagini subacquee e aeree, è stato possibile notare l’eccessiva magrezza dell’animale e uno stato di salute compromesso.

Biagio Violi di Menkab ci racconta qualcosa in più su di loro. “Mega ptéron vuol dire in greco grande ala, perché la megattera ha enormi pinne pettorali. Sono animali acrobatici capaci di grandi salti, ma sono anche i più grandi migratori dell’oceano; in primavera ed estate cacciano alle alte latitudini, in autunno e inverno si spostano alle basse latitudini per l’accoppiamento e il parto: i maschi, per conquistare le femmine, cantano per molte ore. In questi lunghi viaggi raramente decidono di esplorare il Mediterraneo, dove probabilmente non trovano sufficiente cibo”.

L’avvistamento, di per sé straordinario, non finisce di riservare sorprese: “tramite un processo di matching – spiega Giulia Calogero di Menkab – possiamo fotoidentificare un animale comparando due o più fotografie scattate in momenti diversi: se ricorrono alcune caratteristiche (dette marks), come il profilo delle pinne o la depigmentazione, possiamo affermare si tratti dello stesso esemplare. Il matching in questo caso conferma che ieri ci siamo imbattuti nello stesso esemplare avvistato a Genova lo scorso 26 agosto da Liguria Whale Watching: si tratta di una megattera riconosciuta e identificata grazie a una rete internazionale di ricercatori che abbiamo contattato e che ci ha permesso di scoprire che l’animale era stato fotografato nel 1986 a Santo Domingo, in acque atlantiche”. L’esemplare è stato avvistato da solo, mentre ad agosto si accompagnava ad un cucciolo; impossibile sapere cosa ne è stato del più giovane.

Fondamentale, ricorda Calogero, l’apporto dei filmmakers: “C’è una stretta connessione tra la documentazione visiva e la ricerca. In questo caso ad esempio le riprese aeree di Gabriele Principato di Artescienza ci hanno permesso di studiare il comportamento dell’animale e acquisire informazioni che altrimenti avremmo perso”.

Samuele Wurtz, filmmaker di Artescienza, non nasconde l’entusiasmo: “lavorare a un progetto come Bartleby, la balena, film in cui finzione e documentario si intrecciano in maniera indissolubile, è un’esperienza unica sia come regista che come appassionato di mare e natura. A volte si deve mettere da parte l’idea controllare tutto, come avviene nella regia di un film di fiction, e bisogna solo seguire l’istinto, lasciarsi trasportare soltanto dalla forza degli eventi; è sempre una grande emozione poter osservare dal vivo e poi attraverso le immagini con il drone questi esemplari, che fanno apparire l’essere umano ancora più piccolo al loro cospetto”.

Il progetto di monitoraggio dei tursiopi continua anche d’inverno

“Oggi vi auguriamo buon weekend con alcuni scatti degli scorsi giorni: un gruppo di tursiopi proprio davanti ad Imperia”. L’associazione Delfini del Ponente prosegue nel suo lavoro di monitoraggio lungo le coste della Riviera di Ponente.

“Il nostro progetto di ricerca prosegue anche in autunno e inverno con lo scopo di monitorare i tursiopi durante tutto l’anno – conferma Elena Fontanesi che parte del team di studiosi – Solo così è possibile comprendere gli spostamenti di questi animali nel Ponente Ligure e trovare le strategie per salvaguardarli”.

E’ possibile aiutare i ricercatori nelle loro uscite in mare e quindi sostenere la ricerca sui delfini del Ponente Ligure. Chiunque anche con una piccola donazione può aiutare in questa straordinaria iniziativa.

Si può effettuare una donazione tramite bonifico bancario a:
Delfini del Ponente APS
Iban: IT85U0311110500000000001296
Banca: UBI Banca, Viale Giacomo Matteotti 13, Imperia,18100
Causale: Donazione per progetto delfini

Con il lockdown boom di adozioni di cani e gatti

Adozioni sono in crescita con l’emergenza pandemia. Secondo quanto decritto da un articolo del Corriere della Sera a fronte di un Nord dove il fenomeno del randagismo e degli abbandoni è piuttosto limitato e dove le adozioni sono in crescita, c’è un Sud in cui i cittadini e ancor di più i primi cittadini, ovvero i sindaci, pensano che quello dei cani senza casa non sia più di tanto un loro problema.

Gli animali domestici non sono accessori, sono parte integrante dei nostri nuclei famigliari. Per questo sarebbe importante approvare la mia legge per l’inserimento di cani e gatti nello stato di famiglia dell’anagrafe comunale, già incardinata ma al momento bloccata in commissione». I rifugi hanno lavorato anche durante le settimane di confinamento, ma le richieste sono schizzate non appena è stata riaperta la mobilità tra le regioni e sono ripartite anche le staffette dal Sud. Dove le adozioni vengono fatte ma in percentuale troppo bassa rispetto al numero dei trovatelli.

Inoltre è stato appena rilanciato il numero di emergenza 02.94.35.12.44 per gestire gli interventi dei volontari Leidaa che assistono le persone che per quarantene o ricoveri dovuti al Covid si ritrovano impossibilitate ad accudire i propri animali di casa

I tursiopi regalano grandi emozioni nel Ponente Ligure

Si susseguono gli avvistamenti di cetacei nel Ponente. Un monitoraggio continuo svolto dai biologi ed esperti dell’associazione Delfini del Ponente che come sempre regala forti emozioni.

In questo caso l’incontro ha interessato i tursiopi. «Le stenelle striate si tratta di animali famosi per approcciare le imbarcazioni sia sul davanti, a prua, che sulle onde di poppa. Capita spesso anche a noi che vengano sotto la prua del nostro gommone a fare bow-riding – spiegano gli esperti dell’associazione Delfini del Ponente – Più raramente invece osserviamo questo comportamento nei tursiopi, anche se nel nostro ultimo avvistamento, questi delfini erano decisamente socievoli e curiosi ed hanno interagito con noi per tantissimo tempo».

Una cuccia per cani in vetroresina? Si può fare con Gees Recycling

Una cuccia per cani in vetroresina riciclata. Un’idea decisamente innovativa frutto del lavoro e dello studio di Gees Recycling.

Si tratta di una nuova applicazione per Recomplax, il pannello in vetroresina e termoindurenti riciclati. Un materiale #ecologico e stabile creato per resistere alle intemperie. Questa speciale cuccia è verniciata con resine acriliche contenenti un biocida ad ampio spettro che preserva le superfici dalla crescita di microrganismi.

La cuccia è stata pensata per ospitare i cani nei villaggi turistici e nei campeggi perché è a bassa ritenzione di sporco, facile da pulire anche con getto d’acqua, prodotti detergenti e igienizzanti. Un simbolo di ospitalità delle strutture ricettive per i turisti che viaggiano con i propri animali domestici.