Da Fiaip Savona un vademecum per evitare sorprese nell’acquisto, nella vendita e negli affitti

«Chi non si affida ad un’agenzia immobiliare per vendere, acquistare o semplicemente per affittare case incorre più facilmente nel rischio di truffa». Nasce da qui l’idea di Fiaip di diffondere un vademecum per evitare sorprese e soprattutto per difendersi dai truffatori che spesso ricorrono a metodologie mettendo a segno operazioni che purtroppo si rivelano poi essere dei raggiri. «Le vittime più comuni – spiega il presidente provinciale Fiaip Fabio Becchi – sono persone che non hanno esperienza di compravendite immobiliari e, non conoscendone le insidie, pensano di poter gestire in autonomia la compravendita. L’unico modo per difendersi dalle truffe immobiliari è affidarsi a professionisti certificati. Un agente immobiliare esperto lavora solo con clienti verificati ed è in grado di fornire consulenza e assistenza in ogni fase della trattativa fino alla vendita».

Ecco allora che Fiaip e Whuis hanno deciso di avviare una campagna per mettere in guardia le persone per evitare raggiri.

LE TRUFFE IMMOBILIARI PIU’ FREQUENTI

1. Case bellissime a un prezzo molto basso

Una delle truffe immobiliari più comuni si serve del classico trucco dell’annuncio con foto molto belle unite a un prezzo allettante. Se si contatta l’inserzionista la risposta è sempre che la casa non è più disponibile, che ne hanno altre simili da proporre, e che è possibile fermare le trattative tramite il  pagamento di una caparra. Una volta fatto il versamento, i truffatori spariscono. L’unico modo per sfuggire a questa truffa è non fidarsi di chiunque, ma affidarsi solo ad agenti immobiliari certificati.

2. Vendita di case altrui 

Sembra incredibile, ma accade. I truffatori di questo tipo sono organizzati come una banda criminale, ognuno con un compito preciso da portare a termine. Dopo aver preso in affitto un immobile, ne falsificano i documenti e lo vendono ad un altro componente della banda. Così facendo la banda riesce ad entrare in possesso dell’immobile e può utilizzarlo come garanzia per richiedere un prestito in banca o rivenderlo ad un ignaro compratore. Il controllo dei documenti di una casa è una parte importantissima di una compravendita e solo un professionista è in grado di controllarne la veridicità, ecco perché è consigliabile affidarsi ad un’agenzia immobiliare.

3. Lista a pagamento

Esistono truffatori che si spacciano per agenti immobiliari e offrono liste a pagamento di case e appartamenti, vendendole come informazioni più aggiornate, affidabili ed esclusive rispetto a quelle che si trovano su internet o sui giornali. Peccato che se si desidera visitare gli immobili, gli annunci risultano inesistenti oppure non disponibili alla vendita o all’affitto. Nessun agente immobiliare chiederebbe mai denaro per fornire liste di immobili, quindi attenzione ad affidarsi solo a professionisti certificati.

4. Il falso agente immobiliare

I casi di truffe di questo tipo sono tutti accomunati dalla stessa tecnica: la richiesta del pagamento di una caparra cospicua per aggiudicarsi una casa in vendita o in affitto a un prezzo particolarmente vantaggioso.

In molti casi la casa può essere anche fatta visitare all’insaputa del proprietario e della vera agenzia immobiliare a cui è stata affidata la trattativa. In genere si tratta di truffatori seriali che operano in modo trasversale, spostandosi di comune in comune e facendo perdere le proprie tracce. La regola per difendersi da questo tipo di truffe è quella di assicurarsi sempre dell’identità dell’intermediario e affidarsi solo a professionisti certificati e referenziati.

5. Rip Deal, ovvero operazioni di cambio fraudolento

I truffatori contattano le potenziali vittime attraverso gli annunci immobiliari pubblicati da privati e si presentano come investitori internazionali con grande disponibilità economica.

Al primo incontro, in luoghi esclusivi, portano subito il discorso su un’operazione di cambio o su una transazione in contanti, non dimostrando alcun interesse rispetto all’immobile, ma proponendo facili guadagni grazie a un’operazione di cambio vantaggiosa.

Offrono Euro in cambio di Franchi Svizzeri o viceversa (in rari casi dollari americani) con una commissione che può arrivare fino al 20%. La truffa avviene con la consegna di denaro contante che si rivelerà falso o composto da banconote annerite (anch’esse false) riutilizzabili, a detta dei truffatori, dopo un trattamento con prodotti chimici particolari.

6. Pagamento dell’affitto anticipato

Il truffatore contatta il proprietario di una casa che è stata messa in affitto e si presenta come il parente della persona che vorrebbe prenderla il prima possibile (spesso un figlio che deve andare a studiare o lavorare in quella città). Si offre quindi di pagare anticipatamente la cauzione e i primi mesi di affitto e manda via fax la ricevuta contraffatta dell’avvenuto pagamento. La somma sulla ricevuta però riporta una cifra notevolmente maggiore e il truffatore chiede di restituirgli con urgenza la differenza. L’unico modo per affittare casa solo a persone verificate è affidarsi ad un’agenzia immobiliare.

7. Il compratore milionario

Il proprietario di una casa in vendita viene contattato da una persona che afferma di essere un soldato americano che ha guadagnato diversi milioni di dollari per operazioni pericolose in Iran, oppure una principessa del Burkina Faso in esilio con un capitale da investire o altri personaggi simili. Qualunque identità decida di assumere, il truffatore si dichiara  intenzionato a comprare casa in Italia. Per sbloccare le questioni burocratiche chiede un piccolo anticipo per le prime incombenze, mentre si occupa del trasferimento internazionale della somma totale dell’immobile.

Naturalmente dopo il ricevimento della somma richiesta, non ci sarà più modo di contattare il fantomatico acquirente. Come per gli altri casi, l’unico modo per non farsi truffare da personaggi come questi è affidarsi ad un professionista del mondo immobiliare in grado di verificare l’identità e l’affidabilità del compratore.

8. Cessione della proprietà e del mutuo

Le vittime di questa truffa sono preferibilmente persone in difficoltà con il mutuo. Il truffatore, spacciandosi per agente immobiliare,  si offre per comprare la casa lasciando gli attuali proprietari a vivere in affitto. Le vittime firmano la cessione della proprietà e del mutuo. In questo passaggio però esiste una clausola che specifica che il passaggio avverrà solo se la banca lo approva.

Se la banca non approva le vittime, non solo perdono la loro casa, ma conservano la pendenza del mutuo. Nessun agente immobiliare proporrà mai ad un cliente la cessione del mutuo, quindi meglio chiedere consulenza ad un vero professionista prima di accettare proposte di questo tipo.

9. Pagamento con baratto

Una truffa che forse è un po’ in crisi negli ultimi anni, ma è stata molto in voga durante gli anni del boom delle costruzioni. Le vittime sono i proprietari di terreni su cui era prevista la costruzione di palazzi residenziali che, in cambio della vendita del terreno edificabile, accettavano alcuni alcuni appartamenti.

Purtroppo molti proprietari sono rimasti senza il loro terreno e senza gli appartamenti perché i lavori non sono stati conclusi o sono rimasti di proprietà delle banche, a causa del fallimento delle ditte costruttrici.

10. Le chiavi di casa inviate tramite corriere

La tipica truffa che può colpire chi sta cercando una casa in affitto urgentemente o per un breve periodo, ad esempio in caso di trasferimento per studio o lavoro. I truffatori pubblicano annunci di case inesistenti corredandoli di belle foto e una descrizione dettagliata. Si tratta di annunci civetta in cui il prezzo pubblicato è generalmente molto conveniente e il proprietario dichiara di aver fretta di affittare perché si sta trasferendo (o altri motivi credibili) e chiede una caparra per assicurarsi la casa, promettendo di invitare le chiavi e il contratto tramite corriere.

Ovviamente sia le chiavi che il contratto sono altrettanto fasulli. L’unico modo per prendere una casa in affitto senza rischiare brutte sorprese è affidarsi ad un’agenzia immobiliare.

“No all’accorpamento delle redazioni di Secolo XIX e La Stampa”, votato un odg in consiglio regionale

È stato approvato dall’Assemblea del Consiglio Regionale Ligure un ordine del giorno a prima firma di Angelo Vaccarezza, sottoscritto da tutti i Gruppi Consiliari, avente ad oggetto il processo che porterà all’unificazione dell’edizione ponentina di due delle testate giornalistiche più conosciute della Liguria, La Stampa e Il Secolo XIX.

Nel documento viene fatta richiesta alla Giunta Toti di fare il possibile affinchè i vertici aziendali GEDI (proprietari delle testate) invertano la rotta per quello che riguarda l’unificazione.

“Una decisione che ci lascia perplessi, ma pronti a fare tutto il possibile affinché la situazione non cambi – ha dichiarato Vaccarezza –

Secolo e Stampa sono la memoria storica della nostra provincia, la loro esistenza garantisce pluralità di informazione, maggior approfondimento su temi fondamentali del territorio e garantisce occupazione a persone, professionisti, famiglie.

Impensabile non combattere per questa battaglia”. 

#AvantiLiguria 

#lamialiguria

Elena Ballerini si qualifica prima delle donne a “Tale e quale show”

Quarto posto nella classica generale e prima nella classica delle donne per la loanese Elena Ballerini nel fortunato format di Carlo Conti “Tale e Quale Show”, che venerdì sera raggiunge il 28,1% di share interessando 4.454.000 spettatori nella serata finale di questa dodicesima edizione. 
Semaforo verde, quindi, per la conduttrice ligure, che accede al torneo dei campioni che andrà in onda venerdì 18 novembre su Rai 1. Un risultato che le consentirà anche di ritornare sul palco di “Tale e Quale Show” nel 2023, nella futura edizione del torneo. Ogni anno, infatti, i campioni dell’anno prima tornano a sfidare i qualificati dell’edizione in corso. 
Elena Ballerini si è cimentata con imitazioni difficilissime (fra le quali quella di Barbra Streisand, Celine Dion, Antonella Ruggiero, Christina Aguilera) ottenendo sempre la standing ovation del pubblico in studio per le sue apprezzate abilità canore, raggiungendo il massimo consenso con una magistrale interpretazione di Maria Callas. 
Il prossimo appuntamento sarà quindi venerdì 18 novembre, in attesa di seguirla nei prossimi appuntamenti televisivi.

Maurizio Calà (Cgil): “La Liguria può uscire dalla crisi con lavoro di qualità”

Si è svolto oggi presso il Teatro Verdi in piazza Oriani a Sestri Ponente Genova il convegno Cgil “La Liguria al lavoro. Salari, diritti, sviluppo sostenibile, lotta alla precarietà”.

La discussione su problemi e prospettive della realtà socio economica ligure è stata introdotta dalla relazione del Segretario Generale Cgil Liguria Maurizio Calà e a seguire gli interventi di delegate e delegati dei luoghi di lavoro e dal territorio, i contributi del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, la sociologa Chiara Saraceno, il già Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Ha moderato i lavori Igor Magni Segretario Generale Cgil Genova, mentre le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale Cgil Maurizio Landini.

Nella relazione introduttiva, il Segretario Generale Cgil Liguria Maurizio Calà, ha posto l’accento sulle principali emergenze “Il Governo deve venire incontro alle necessità delle famiglie intervenendo subito sul caro bollette e sui redditi di lavoratori e pensionati. Anche Regione ed enti locali possono fare la loro parte abbassando le tasse” In Liguria la tassazione Irpef è mediamente più alta rispetto ad altre realtà regionali come Lombardia, Marche e Toscana con l’1,7 per cento medio contro il dato ligure del 2,31 “Alla Regione chiediamo di ridurre l’Irpef per i redditi sino a 55 mila euro che di fatto comprendono gran parte dei lavoratori e dei pensionati”.

Per quanto riguarda lo sviluppo Calà si è soffermato sulle risorse a disposizione della Regione a partire da quelle derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di circa 7 miliardi di euro. La sfida è quella di spendere queste risorse presto e bene nei tanti capitoli come lavoro, sviluppo, cultura, sanità ecc. Non sempre ci si riesce come nel caso della scuola dove la Liguria è riuscita ad impegnare un risicato 18 per cento sui capitoli che riguardano gli asili nido, le scuole dell’infanzia, il tempo pieno, le mense scolastiche e la costruzione di nuove scuole (solo 3 di cui nessuna a Genova), 

La Cgil è favorevole alle nuove infrastrutture e opere pubbliche dalla logistica alla sanità a patto che si realizzino due condizioni, quella di produrre nuovo lavoro stabile, di qualità e sicuro e di migliorare i  servizi pubblici per cittadini e imprese “E’ evidente – sottolinea ancora Calà – che per arrivare a questi obiettivi occorre ragionare sulla programmazione e sulle assunzioni pubbliche perchè i servizi hanno bisogno di risorse e personale dedicato”.

E affrontando il tema del lavoro, se è vero che i dati rilevano un aumento significativo dell’occupazione (+5,1% sul 2021), non si può non sottolineare come solo il 12 per cento dei nuovi assunti sia a tempo indeterminato, il 5 per cento in apprendistato mentre l’83 sia precario. 

Rispetto al lavoro la Liguria ha tre tristi primati: l’irregolarità, il lavoro sommerso e gli infortuni. Per quanto riguarda il lavoro sommerso abbiamo una percentuale dell’11,8 (in salita), superiore a quella delle altre regioni del Nord Ovest che mediamente sono al 10,2  (in discesa), e che raggiunge il suo apice nelle costruzioni dove su 36 mila addetti si stimano 5.500 lavoratori irregolari.

Per quanto riguarda le denunce di infortunio sul lavoro, le elaborazioni dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria rilevano come tra il 1° gennaio ed il 30 settembre 2022 siano state 21.862 in aumento di 8.302 unità pari al +61,2% rispetto al corrispondente periodo del 2021; le 21.862 denunce del 2022 corrispondono ad oltre 80 denunce di infortunio sul lavoro per ogni singolo giorno del 2022.  Questi dati si sposano tristemente con quelli delle ispezioni: a fronte di 136.469 imprese liguri attive nel 2021 sono state solo 2.190 le ispezioni effettuate per un indice di irregolarità del 67,8% che pone la nostra regione sopra tutte le regioni del Nord ed addirittura sopra la media nazionale (62,3%). 

Una fotografia del lavoro quindi in bianco e nero alla quale si aggiungono anche altre preoccupazioni “Nella nostra regione abbiamo situazioni di incertezza in troppe aziende strategiche per il Paese – è il commento di Calà – aziende di qualità come ArcelorMittal o Ansaldo Energia che agiscono su energia e siderurgia sono senza liquidità e soprattutto senza commesse. Accanto a queste ve ne sono altre come Oto Melara e Piaggio che le commesse le hanno, ma che la proprietà pubblica vuole alienare. E’ una situazione esplosiva su cui chiediamo da tempo che intervenga il governo nazionale”.

Infine il tema della povertà. Secondo l’Ufficio Economico Cgil in Liguria ci sono situazioni ormai al limite con circa 331 mila persone a rischio povertà e, di queste, circa 161 mila  vivono in una condizione di bassa intensità lavorativa, cioè lavorano – prevalentemente nei settori dei servizi e del turismo – ma con redditi bassi e quindi, pur essendo occupati, sono a rischio povertà. A questo contesto si aggiunge un altro dato altamente allarmante: 1 minore su 4 in Liguria è a rischio povertà. Dal 2019 al 2020 il rischio di povertà o esclusione sociale per i minori (fonte Eurostat) in Liguria è schizzato dal 20,3 al 26,9. “Questi dati confermano come uno strumento di sostegno al reddito non solo serva, ma sia indispensabile e che da solo non basti – aggiunge Calà – è necessaria l’attivazione di servizi pubblici per tutelare maggiormente tutte le persone che si trovano in questo ambito – e conclude – l’orientamento delle politiche di sviluppo quindi non è neutro: occorre orientare le risorse laddove maggiormente servono qualificando il lavoro, sostenendo i redditi da lavoro e da pensione e contrastando precarietà e povertà. Solo in questo modo si potrà uscire dalla lunga crisi economica e pandemica alla quale oggi si è aggiunta la tragedia della guerra”.

Caro energia, CIA Savona: al via le domande per il sostegno ai mille floricoltori della Piana di Albenga

CIA Savona ha diffuso una nota informativa alle aziende della filiera floricola e ai produttori del settore florovivaistico dopo il via libera al decreto che prevede uno stanziamento complessivo di 25 mln di euro con il “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”.

Il provvedimento, che si unisce e amplia il decreto Aiuti-Ter, punta a contrastare gli effetti del rincaro dei prezzi energetici, derivanti dall’attuale crisi economica generata dal quadro di instabilità per la guerra tra Ucraina e Russia.

Gli uffici CIA Savona, con le procedure finalmente attive per fruire dei crediti e dei ristori, sono pronti a sostenere le imprese e gli operatori del comparto floricolo in merito ai contributi previsti. Nella provincia savonese sono quasi mille le aziende florovivaistiche che potranno usufruire delle misure per arginare il caro-energia e dare fiato ad un settore che nella sola piana albenganese occupa oltre 5mila gli addetti.

L’obiettivo è salvaguardare la competitività del settore ed evitare chiusure o arresto della produzione per assenza di liquidità delle imprese florovivaistiche, che hanno esigenze di utilizzo dell’energia sia per il raffrescamento delle strutture serricole che per il loro riscaldamento, oltre al generale impatto su tutti i mezzi di produzione (fertilizzanti, prodotti fitosanitari, imballaggi, trasporti, materiale di propagazione), con sensibili impatti sulla stessa occupazione.

Il contributo concedibile,anche nel rispetto di quanto previsto dal Quadro temporaneo europeo di riferimento, è pari al 30% dei maggiori costi sostenuti nel periodo marzo-agosto 2022 rispetto a quelli sostenuti nello stesso periodo dello scorso anno, per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra, per l’acquisto di energia elettrica, gas metano, Gpl, gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda.

È prevista la possibilità di erogazione di un acconto pari al 90% del contributo spettante.

DECRETO AIUTI TER –DECRETO FLOROVIVAISMO

Credito imposta energia elettrica

Cia informa del credito di imposta del 30% spettante anche alle imprese agricole e calcolato sull’incremento tra le bollette di dettaglio (fattura di cortesia ) del 3° trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2022 . Le aziende che hanno un contratto superiore ai 4,5 Kw devono segnalare a Cia, entro il 18 novembre , il proprio interesse al conteggio del credito e consegnare le fatture di cortesia , in modo da utilizzarlo entro il 31 marzo 2023 come la norma prevede. Le aziende con la contabilità fuori da Cia devono rivolgersi al proprio consulente.

Credito imposta gasolio

Cia informa della proroga del credito di imposta sull’acquisto di gasolio agricolo al 4° trimestre 2022 nella misura del 20% ( già previsto per 1° , 2° e 3° trimestre) e della estensione anche al riscaldamento delle serre e delle strutture agricole oltre all’utilizzo per trazione mezzi agricoli già previsto. Le aziende con contabilità in Cia devono segnalare a Cia , entro il 18 novembre, il proprio interesse al conteggio del credito in modo da utilizzarlo entro il 31 marzo 2023 come la norma prevede .

Contributo Decreto Fondo Filiere Agricole – Florovivaismo

Cia informa di un contributo spettante alle aziende florovivaistiche del 30% sui maggiori costi sostenuti per energia elettrica, gas metano, GPL, gasolio e biomasse per riscaldamento da determinare confrontando le fatture del periodo marzo-agosto 2022 con lo stesso periodo dall’anno precedente. Il contributo sarà erogato a domanda dei floricoltori. Cia predisporrà  le domande per i soci che comunicheranno il proprio interesse a presentarla non appena disponibili i provvedimenti attuativi .

Bonus € 150,00 + € 200,00

Cia informa gli agricoltori che non avessero ancora invitato i dati ed il mandatoper la richiesta dei bonus che devono farlo al più presto.

I sindaci e fusione redazioni La Stampa e Secolo XIX. Con giornale fotocopia si cancellano storia e identità

da Trucioli.it

Una mobilitazione in difesa delle edizioni di Savona e Imperia-Sanremo del Secolo XIX e de La Stampa. Sono i sindaci del ponente savonese i primi, aderendo all’appello di Trucioli.it, a scendere in campo per dire un “no” forte e chiaro al masochistico progetto che Gedi, ovvero l’editore John Elkan, intende portare avanti.

Con l’ulteriore omogeneizzazione del prodotto e la conseguente decapitazione delle redazioni con pesanti tagli al corpo giornalistico e dei collaboratori. Ma soprattutto all’informazione locale e provinciale.
Cronaca di un destino annunciato. I segnali di un progressivo disimpegno si erano avvertiti distintamente e, purtroppo, sottovalutati, qualche anno fa con la fusione anche fisica delle redazioni, di fatto offrendo giornali fotocopia ai lettori del ponente da Varazze a Ventimiglia. Una scelta suicida che all’iniziale sconcerto ha fatto seguito la fuga dei lettori e il drastico calo delle vendite. Fenomeno che Gedi si trova ad affrontare in un crescendo di difficoltà anche con la crisi di Repubblica e la rivolta dei giornalisti contro il direttore Molinari, in odore di trasferimento negli amati Stati Uniti, per aver rivelato in un’intervista extra moenia il suo piano editoriale senza averlo mai sottoposto e concordato con la redazione. Storie già viste anche da queste parti.
Per quanto riguarda la fusione Secolo XIX-Stampa, era evidente che, per quanto riguarda il glorioso Decimonono, la scelta dell’editore Carlo Perrone di vendere, perché di questo si è trattato, al Gruppo Gedi, avrebbe di fatto cancellato identità, prestigio e autorevolezza del giornale, un tempo  cane da guardia del potere, difensore e portavoce dei lettori.
Nessun alibi deve essere concesso a chi ha deciso di spegnere di fatto voci autorevoli e rivalità storiche fin dal 1969, quando Piero Ottone lanciò la “campagna delle Province” aprendo la redazione di Savona in piazza Mameli, a guida Bruno Bini, e La Stampa, fin lì priva delle cronache locali, fu costretta con l’indimenticato Vittorio Preve, già inviato di Stampa Sera, a creare dal nulla una redazione a Savona per frenare l’emorragia di copie.

Si può pensare che i lettori possano riconoscersi in un giornale fotocopia, in una sola voce e quindi più povero e meno credibile? La risposta è scontata. Il territorio ha bisogno di giornali che lo rappresentino con puntualità e impegno, e lo sappiano difendere, anche da punti di osservazione diversi. C’è una storia di giornali e di giornalisti che va difesa nell’interesse dei lettori e dell’intera comunità del ponente ligure. Le scelte di Gedi umiliano la dignità professionale e l’impegno profuso da chi, nei due quotidiani, ha lavorato con dedizione e senso di appartenenza, e di chi, quei pochi rimasti, soffre da mesi l’aggravarsi dei carichi di lavoro e la povertà delle risorse in un costante assottigliarsi delle vendite (impietosi, se non drammatici, i confronti con le stagioni d’oro dei due quotidiani). La difesa delle redazioni del Decimonono e della Stampa e la loro autonomia va sostenuta con forza e determinazione da tutti quelli che credono ancora nella libera e corretta informazione.

Sconcerta e allarma riscoprire che tra il 1995 e il 2000 Il Secolo XIX poteva vantare tirature tra 150 mila e 200mila copie e che la sola edizione di Savona arrivò ad una vendita di oltre 20mila copie, poco meno di quanto venda oggi in edicola da Sarzana a Ventimiglia. Chi ha contribuito al progressivo ed esiziale smantellamento di un grande giornale, dovrebbe farsene carico, certo non i giornalisti.

Tra i commenti c’è chi teme vi sia poco da fare e da scrivere. La situazione è da tempo compromessa ? Neppure scioperi  e mobilitazione otterrebbero risultati. Il sindacato e i Cdr sono troppo deboli. C’era una volta in Liguria il Secolo XIX e La Stampa che si davano battaglia. Un editore puro (Perrone-Brivio Sforza) che aveva di fronte big dell’industria (gli Agnelli). E la partita la giocavano direttori, redattori, corrispondenti, redazioni centrali e periferiche. Lo staff della ‘diffusione’. E ora si commenta: “ma questo non è più il mio giornale”.

Leggi Dagospia del 20 ottobre 2022.http://m.dagospia.com/giannini-al-posto-di-molinari-la-sostituzione-e-data-per-imminente-e-a-la-stampa-feltri-o-monga-330157

IL SINDACO DI BORGHETTO S. SPIRITO GIANCARLO CANEPA (Lega)

Borghetto S.Spirito, 29/10/2022- COMUNICATO STAMPA-
Mi preoccupano fortemente le notizie circolanti relative a una drastica riduzione degli organici delle
testate giornalistiche del Secolo XIX e della Stampa entrambe facenti parte del gruppo editoriale
GEDI e il conseguente ridimensionamento che porterà ad un’unica redazione locale.
Il panorama dell’informazione locale, a mio avviso, subirebbe uno svilimento non meritato a
discapito di una pluralità di informazione quanto mai necessaria.
Capisco perfettamente che il periodo attuale imponga sacrifici, economie di scala e spending review
ma immaginare versioni fotocopia, analogamente a quanto già avviene per la cronaca nazionale,
anche per le edizioni locali di entrambi i quotidiani porterà inevitabilmente ad un’ulteriore
contrazione nella vendita di quotidiani cartacei o abbonamenti on line.
A mio avviso andrebbero riviste le politiche aziendali che hanno portato, in questi anni, alla crisi del settore diventato sempre meno appetibile sia per gli sponsor pubblicitari che per i lettori. La rincorsa ai media on line è stata, secondo me, una delle cause di questa crisi. Impossibile, per un quotidiano cartaceo stare al passo con i quotidiani on line che divulgano nell’immediatezza migliaia di notizie raggiungendo direttamente tutti i potenziali lettori tramite smartphone e altri device digitali. I quotidiani cartacei avrebbero dovuto investire maggiormente sulle professionalità che potevano garantire settori in cui quelli on line non sono propriamente a loro agio come ad esempio il giornalismo d’inchiesta.
Con l’unificazione delle testate locali avremmo un ulteriore appiattimento dei contenuti e una mancata valorizzazione dei giornalisti senza contratto, pagati un tot ad articolo, alcuni dei quali professionisti che in questi anni hanno garantito pluralità di informazione e varietà di contenuti. Concludendo non posso che esprimere la massima solidarietà e vicinanza ai giornalisti delle due testate sperando che vi possa essere un ripensamento da parte dei vertici societari che vada verso un miglioramento qualitativo dell’offerta e non verso un suo declassamento.
Il Sindaco, Giancarlo CANEPA

DAL SINDACO DI ALBENGA RICCARDO TOMATIS (PD)

La notizia di una probabile prossima unificazione delle edizioni locali del Secolo XIX e della Stampa mi preoccupa sia come sindaco che in questi anni ha sempre avuto un ottimo rapporto di stima reciproca con i corrispondenti locali, sia come cittadino che si è sempre informato attraverso la carta stampata, sinonimo di professionalità, correttezza dell’informazione, valutazione delle fonti e spirito critico e di approfondimento delle notizie.

Caratteristiche che sono frutto anche della sana competizione tra diverse testate per contendersi “fette di mercato”, ossia lettori, la cui mancanza rappresenterebbe un duro colpo alla pluralità dell’informazione e con ogni probabilità alla sua stessa qualità. Un’informazione libera, di qualità, ma anche e soprattutto plurale, è uno dei fondamenti della Democrazia, come richiamato dalla nostra stessa Costituzione. Per questo ritengo che l’unificazione dell’informazione sia sempre una scelta sbagliata che, nel caso specifico porterebbe alla grave perdita di quel pluralismo di idee e opinioni che trovano voce attraverso le due testate che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere sensibilità diverse.

Mi rendo conto del difficile momento vissuto da tutti i settori economici e sociali e dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi anni quello dell’informazione, anche con l’avvento di nuove tecnologie e forme di comunicazione, così come mi rendo conto del fatto che questa direzione era già stata presa tempo fa quando Secolo e Stampa sono state accorpate sotto il gruppo Gedi, ma l’aver mantenuto le due edizioni locali ha garantito, fino ad oggi, quei valori che non potrebbero ritrovarsi se si avessero due edizioni fotocopia.

Vi è poi la non trascurabile partita legata ai corrispondenti e collaboratori che in questa situazione rischiano di non venire adeguatamente tutelati. Magari non si parla di licenziamenti o interruzione dei rapporti, ma di fatto ridurre drasticamente gli spazi, creando un’unica edizione, significa non permettere ai giornalisti che lavorano pagati ad articolo di ottenere adeguato sostentamento dalla propria attività lavorativa.

Parliamo di posti di lavoro, di persone che hanno delle famiglie. Spesso sui giornali troviamo ampi articoli sulle giuste vertenze sindacali legate ad aziende del territorio, in diverse occasioni questa visibilità data dai giornali ha portato a sbloccare situazioni anche difficili. Temo che domani non leggeremo nulla però su questa situazione che riguarda, oltre al diritto all’informazione, anche lavoratori, giornalisti professionisti e tutto l’indotto.

Con queste poche righe voglio manifestare tutta la mia vicinanza alla categoria (valuteremo l’opportunità di portare un ordine del giorno durante il prossimo consiglio comunale per prendere posizione unanime su questo argomento) sperando che possa esservi un ripensamento da parte dei vertici su questa che ritengo essere una scelta sbagliata da ogni punto di vista.

Il Sindaco Riccardo Tomatis

Accorpamento La Stampa-Il SecoloXIX: Melgrati  (Forza Italia) scrive a Gedi

Le edizioni locali, al momento con contenuti differenti, sono importanti per avere una importante pluralità di informazione. Ribadiamo la nostra vicinanza ai giornalisti delle due testate e ai collaboratori nonché la nostra contrarietà al progetto di fusione perché non si tratta solo di numeri ma di persone e di famiglie che, con questa manovra, subiranno pesanti conseguenze

Partirà lunedì mattina (31 ottobre ndt) all’indirizzo di Gedi SpA, la lettera firmata dal Sindaco di Alassio, Marco Melgrati. Gedi, il Gruppo Editoriale ha infatti annunciato per la prossima metà di novembre l’accorpamento delle edizioni del ponente ligure de La Stampa e del Secolo XIX. Una manovra che avrà come prima causa la riduzione complessiva del 42% delle forze giornalistiche attualmente impegnate professionalmente nelle rispettive redazioni.

“Abbiamo appreso che Gedi, proprietaria del Secolo XIX e della Stampa, hanno intenzione di riorganizzare il lavoro delle sedi di Savona e di Imperia riducendo il personale in servizio da 24 a 14 unità probabilmente destinandolo alla redazione di inserti ed altre iniziative editoriali dello stesso gruppo Gedi – si legge sulla lettera del primo cittadino di Alassio – A farne le spese di quella che possiamo definire una discutibile “rivoluzione” nel sistema giornalistico della Riviera a rimetterci non saranno solo i redattori assunti a tempo pieno, ma anche e soprattutto i collaboratori che lavorano senza contratto e che ogni mese vengono pagati ad articolo e cercano di portare a casa soldi per le famiglie. Alcuni di loro sono anche professionisti (iscritti a quell’elenco professionale dell’Ordine dei Giornalisti). Lavorano a tempo pieno scrivendo articoli da remoto e quindi a spese loro e senza alcun contratto di assunzione.

L’accorpamento di Secolo XIX e Stampa con la futura diffusione di un unico giornale, scelta motivata dalle difficoltà relative alla vendita dei quotidiani superati dai media on line, è una decisione inaccettabile. Sfogliare uno o più giornali al mattino è una abitudine alla quale non vogliamo rinunciare. Tra l’altro proprie le edizioni locali, al momento con contenuti differenti, sono importanti per avere una importante pluralità di informazione. Chi legge Il Secolo XIX, deve essere chiaro, non compra La Stampa e viceversa. L’accorpamento delle pagine quindi potrebbe rappresentare un boomerang per la stessa Gedi. Vero che si tratta di un’azienda privata e non pubblica, ma nessun ente pubblico e nessun amministratore è stato coinvolto in un’operazione che, abbiamo appreso, avverrà in tempi brevi”.

“Ribadendo la nostra vicinanza ai giornalisti delle due testate e ai collaboratori ribadiamo la nostra contrarietà al progetto di fusione perché non si tratta solo di numeri ma di persone e di famiglie che, con questa manovra, subiranno pesanti conseguenze”.​

Il sindaco, Marco Melgrati

ROBERTO TOMATIS CAPOGRUPPO CONSILIARE (FRATELLI D’ITALIA) AD ALBENGA –

«La rivoluzione dei giornali? Storia già vista con la sanità»

«Non bastava la rivoluzione della sanità con tagli spaventosi che hanno dimezzato l’assistenza ad esempio ad Albenga che è senza pronto soccorso e senza punto di primo intervento. Scelta operata dalla Regione. Ora tocca ai giornali per una manovra decisa dal gruppo Gedi che ha deciso di unire le redazioni di Savona del Secolo XIX e de La Stampa. Decisione scellerata perché riduce la «voce» storica e autorevole dell’informazione». Lo dice in una nota stampa Roberto Tomatis, capogruppo in consiglio comunale ad Albenga di Fratelli d’Italia.

«Ciò che Gedi sta attuando è un provvedimento ingiusto e inaccettabile che si basa sui numeri e non sulle persone molte delle quali vivono e sopravvivono solamente con soldi pagati ad articolo. Una misura che penalizza tutti i redattori assunti e quindi i collaboratori precari. Evidentemente più che guardare alla realtà si è deciso di guardare al portafogli. Ma la conseguenza, come è successo nella sanità, è di impoverire ulteriormente il territorio».

Roberto Tomatis


La rara falena di origine africana spunta ad Alassio

“Per la serie il cambiamento climatico non esiste”. Inizia così il racconto scritto su un post sui social di Giacomo Nattero, ex consigliere comunale e alassino doc residente a Solva.

“Nei giorni scorsi nel mio parco dei divertimenti ossia la mia amata campagna, mentre raccoglievo le olive, mi sono accorto di lui. L’ho fotografato e trasmesso al amico Gigi Nario della Cia di Albenga, per sapere cosa potesse essere”, scrive Giacomo Nattero e le sorprese non sono mancate. “Mi ha risposto che si tratta di una tipologia di una falena molto rara che da origine ad una meravigliosa farfalla. Si tratta di una falena tipica delle zone africana. Per chi vuole curiosare https://www.coltivazionebiologica.it/sfinge-testa-di-morto-acherontia-atropos/ Preciso che non le ho fatto nulla ed è libera come una farfalla”.

La sfinge testa di morto

La sfinge testa di morto, nome scientifico Acherontia atropos, è una splendida falena che vive tra l’Africa e l’Europa. È una farfalla notturna facilmente riconoscibile per le notevoli dimensioni e, soprattutto, per il caratteristico disegno che ricorda un teschio, che si trova sul dorso del torace dell’insetto. Molto appariscenti sono anche i bruchi della sfinge, grandi, con colori sgargianti e striature psichedeliche.

Un insetto da film

Le particolari caratteristiche estetiche hanno reso questo insetto leggendario, al punto da incontrarlo spesso in romanzi e film, come ad esempio ne Il silenzio degli innocenti, che narra le vicende di Hannibal Lecter, “Buffalo Bill” e Clarice Starling. Purtroppo alle nostre latitudini questa falena si vede sempre meno, probabilmente a causa dell’uso massiccio di pesticidi che distruggono la biodiversità. Non è comunque da considerare un parassita, anche se può causare problemi in apicoltura, visto che è ghiotta di miele.

Ancora troppi infortuni sul lavoro in Liguria

Ancora troppi infortuni sul lavoro in Liguria

Le denunce per infortunio sul lavoro in Liguria nel periodo dall’1 gennaio al 30 settembre sono aumentate del 61,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. A scattare la fotografia è l’ufficio economico della Cgil Genova e Liguria che ha elaborato i dati messi a disposizione dall’Inail.

Le denunce sono state 21862

Le denunce sono state 21862, in aumento di 8302 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per la Liguria si tratta di un triste primato rispetto alle altre regioni del Nord Ovest: Val d’Aosta +39,3%, Piemonte +42,3% e Lombardia +38,6% come rispetto alla media nazionale +35,2%.

Dai dati si evince che i settori più interessati sono quelli dell’Industria e Servizi con 19.588 denunce, +62,7%, seguiti da quelli per conto dello Stato, 1.950 +67,1%, ma in forte aumento anche quei settori nei quali l’attività e l’intensità lavorativa è stata maggiore rispetto all’anno scorso : commercio +138%, alloggio e ristorazione +67,3%, trasporti e logistica +35,4%. In calo invece da 21 a 11 -47,6% i casi di denunce di infortunio con esito mortale.

Senza risorse dedicate alla salute

“Senza risorse dedicate alla salute e alla sicurezza sul lavoro i dati continueranno a crescere, è necessario che lo Stato potenzi gli strumenti di vigilanza e quelli della prevenzione a partire dalla formazione che deve entrare già nei programmi scolastici per far capire il valore e il rispetto della vita umana” commenta il segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà. “E’ indispensabile anche il rafforzamento dei controlli da parte di Inl, Asl, Inail e Inps e su questo flagello è necessario un cambio di passo”, conclude Calà

La fusione Secolo XIX-Stampa preoccupa i sindaci della Riviera

Mi preoccupano fortemente le notizie circolanti relative a una drastica riduzione degli organici delle testate giornalistiche del Secolo XIX e della Stampa entrambe facenti parte del gruppo editoriale GEDI e il conseguente ridimensionamento che porterà ad un’unica redazione locale. Il panorama dell’informazione locale, a mio avviso, subirebbe uno svilimento non meritato a discapito di una pluralità di informazione quanto mai necessaria.

Capisco perfettamente che il periodo attuale imponga sacrifici, economie di scala e spending review ma immaginare versioni fotocopia, analogamente a quanto già avviene per la cronaca nazionale, anche per le edizioni locali di entrambi i quotidiani porterà inevitabilmente ad un’ulteriore contrazione nella vendita di quotidiani cartacei o abbonamenti on line. A mio avviso andrebbero riviste le politiche aziendali che hanno portato, in questi anni, alla crisi del settore diventato sempre meno appetibile sia per gli sponsor pubblicitari che per i lettori. La rincorsa ai media on line è stata, secondo me, una delle cause di questa crisi. Impossibile, per un quotidiano cartaceo stare al passo con i quotidiani on line che divulgano nell’immediatezza migliaia di notizie raggiungendo direttamente tutti i potenziali lettori tramite smartphone e altri device digitali.

I quotidiani cartacei avrebbero dovuto investire maggiormente sulle professionalità che potevano garantire settori in cui quelli on line non sono propriamente a loro agio come ad esempio il giornalismo d’inchiesta.
Con l’unificazione delle testate locali avremmo un ulteriore appiattimento dei contenuti e una mancata valorizzazione dei giornalisti senza contratto, pagati un tot ad articolo, alcuni dei quali professionisti che in questi anni hanno garantito pluralità di informazione e varietà di contenuti.
Concludendo non posso che esprimere la massima solidarietà e vicinanza ai giornalisti delle due testate sperando che vi possa essere un ripensamento da parte dei vertici societari che vada verso un miglioramento qualitativo dell’offerta e non verso un suo declassamento.

Giancarlo. Canepa, sindaco di Borghetto Santo Spirito

Sinergia tra Collegio Fiaip Savona & e l’Ente Futura di Confartigianato  per la formazione professionale

Un corso per formare nuovi agenti, si rafforza l’intesa tra il Collegio Fiaip di Savona e l’Ente Futura di Confartigianato

«L’obiettivo è fornire conoscenze e competenze in un corso articolato in 120 ore  per studiare  le discipline  tecniche e  giuridiche, quali la legislazione sulla professione dell’agente immobiliare, il diritto civile e tributario e gli elementi di estimo, catasto ed urbanistica. Per partecipare al corso è necessario possedere il diploma di scuola secondaria oppure un titolo equipollente conseguito all’estero con traduzione giurata dello stesso. Al termine del corso l’utente sarà abilitato a sostenere l’esame presso la  Camera di Commercio che, in caso di esito positivo, rilascerà l’attestato di qualifica di Agente Immobiliare e Mandatario a titolo oneroso», spiega Fabio Becchi, presidente provinciale del Collegio Fiaip Savona. «Altri obiettivi di questo corso – aggiunge Fabio Becchi –  sono preparare gli aspiranti agenti immobiliari alla professione e creare un filo diretto con Fiaip sempre al servizio della categoria».

Laura Tiloca, agente immobiliare e docente di deontologia aggiunge: «Il corso che proponiamo sarà integrato con ulteriori  lezioni di supporto allo studio nell’ottica di fornire agli aspiranti Agenti tutti gli strumenti per superare l’esame».

I corsisti avranno l’opportunità di interagire con giovani agenti immobiliari, il progetto denominato «Fiaip Junior» avrà la sua referente in Klara Piacenza, ex corsista la quale dichiara: «L’immobiliare è un mondo affascinante e complesso, per questo è necessaria l’interazione tra giovani agenti e agenti senior che mettano a disposizione la loro esperienza».

Per ulteriori informazioni è possibile mandare una mail a collegiofiaipsavona@libero.it

 

Roberto Tomatis (Fdi) «Striscioni e manifesti contro i leader di Fratelli d’Italia, in un Paese democratico schieriamoci contro gli estremismi. Albenga e la Garbatella unite contro il clima d’odio»

«Pochi giorni dopo le elezioni politiche manifesti vergognosi e inqualificabili sono comparsi ad Albenga. Iniziativa che avevamo condannato sperando che le forze dell’ordine possano scoprire e denunciare i responsabili. L’onda dell’estremismo ora avanza anche nella Capitale. In un Paese democratico come il nostro tutti insieme dovremmo schierarci per difendere le istituzioni». Lo dice in una nota Roberto Tomatis, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale ad Albenga.
«Ad Albenga ignoti avevano tappezzato i muri del centro storico con una locandina che ritraeva il volto di Giorgia Meloni con la svastica sulla fronte e la bocca tappata. Ora a Roma – afferma Tomatis – sono comparse scritte e striscioni contro l’elezione del nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa. A poche ore dal voto del Parlamento c’è chi attacca la seconda carica dello Stato. E così nella sede del quartiere Garbatella di Azione Giovani, movimento giovanile legato a Fratelli d’Italia, compare la scritta «Ignazio La Russa, Garbatella ti schifa», accompagnata da una stella a cinque punte. Al Colosseo poi è stato affisso uno striscione con su scritto «Benvenuto presidente La Russa. La resistenza continua», con il cognome del senatore capovolto. C’è chi non ha accettato il voto democratico. Di fatto ad Albenga, come la Garbatella a Roma, Fratelli d’Italia è stata attaccata da estremisti con scritte e azioni offensive. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo tra guerre e crisi energetiche il clima d’odio danneggia tutti e soprattutto le istituzioni impegnate a risollevare il Paese. Come ha sottolineato Giorgia Meloni  il nostro impegno sarà quello di unire la nazione, non per dividerla come sta tentando di fare qualcuno. Spero che il senso di responsabilità della politica prevalga sull’odio ideologico», conclude Tomatis.

L’ecommerce naviga a gonfie vele, acquisti on line per quasi 50 miliardi di euro

Con acquisti online per oltre 48,1 miliardi di euro, pari a un +59% rispetto al 2021 l’ ecommerce naviga a gonfie vele. Questo grazie soprattutto alle transazioni nel segmento dei servizi – con il turismo in testa – che hanno raggiunto i 14,9 miliardi.

Si tratta dei primi dati indicativi di un anno all’insegna della ripartenza dei consumi; un quadro molto nitido delineato dagli studi dell’Osservatorio ecommerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano, presentato durante un convegno organizzato con Netcomm.

Infatti è proprio nel comparto dei servizi che gli analisti hanno riscontrato performance sopra la media, che hanno riguardato tutte le tipologie, a partire dai viaggi e le vacanze: in particolare il tasso di crescita tra il 2021 e il 2022 per il turismo è stato del 74% (totalizzando fino ad ora 11,8 miliardi di euro), e a seguire si registrano forti incrementi in percentuale anche nel settore dei trasporti e in quello degli eventi che hanno ripreso a marciare ai livelli pre-pandemia.

Di certo l’ecommerce di servizi presenta dati più performanti di quello di prodotto, che dopo un significativo incremento nel 2020 (con +8,3 miliardi di euro di spese) quest’anno ha fatto segnare un +2,3 miliardi di spese rispetto al 2021.

A conti fatti il tasso di penetrazione dell’online sui consumi totali nel 2022 continua a salire grazie proprio all’impennata di acquisti per viaggi e vacanze, e ora si attesta sul 14%. C’è da verificare se il forte rincaro dei costi energetici e l’elevato livello inflattivo potranno incidere sugli acquisti online dell’ultimo trimestre dell’anno, con una frenata almeno fino alle festività, proverbialmente periodo di importanti incassi per l’ecommerce.