Ormai anche in Italia il medium videoludico sembra essersi lasciato alle spalle le resistenze che l’hanno sempre accompagnato: da passatempo di poco valore, la sua evoluzione a mezzo d’espressione in senso pieno può finalmente dirsi compiuta. Questo anche grazie a eccellenze tutte tricolori: basti pensare a Valerio Gallo, sim driver vincitore dell’evento dedicato a Gran Turismo 7 tenutosi nell’ambito dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, o a LKA, software house fiorentina autrice di titoli apprezzati a livello internazionale come The Town of Light e Martha is Dead. Lo scenario videoludico italiano, in tutti i parametri, è pienamente in linea con la generale crescita internazionale del settore: secondo un report IIDEA, associazione di categoria italiana che rappresenta l’industria videoludica e ne monitora i numeri, nel corso del 2021 sono stati generati oltre due miliardi di Euro, con una crescita annuale del 2.9%. Un dato che, insieme a molti altri, restituisce l’idea di un Paese a dimensione di videogiocatore.
Limitandosi ai numeri, emerge come gli ultimi rilevamenti parlino di circa 14 milioni di videogiocatori in Italia: compresi tra un’età di 6 e 64 anni, l’età media si attesta sui 29.8 anni. Per quanto riguarda il tempo di gioco, si misura una media di circa 7.50 ore a settimana trascorse in attività videoludiche. Dati considerati estremamente positivi nonostante siano tutti in leggera flessione rispetto alla misurazione dell’anno precedente: in quell’occasione i videogiocatori erano stati quantificati in 15 milioni e mezzo, e anche le ore di gioco si attestavano su un livello superiore con una media di 8.7 a settimana. Le misurazioni più recenti sono comunque considerate positivamente perché la diminuzione era stata ampiamente preventivata: i numeri precedenti erano stati gonfiati dalla complicata situazione globale di quei mesi, e di conseguenza un loro ritorno alla normalità era del tutto atteso.
Per quanto riguarda le piattaforme, si conferma la netta predilezione per il gaming mobile: ben il 69.7% dichiara di dedicarsi al videogaming su smartphone, con console e computer che si mantengono comunque su ottime percentuali di utilizzo. È interessante notare come la vendita dell’hardware di ultima generazione abbia subito una contrazione, misurata in una perdita del 7.7% rispetto all’anno precedente: la responsabilità è da imputare alle difficoltà di approvvigionamento che hanno colpito il settore, con conseguente scarsità di chip anche per tessere magnetiche e mercato automobilistico. Una flessione compensata dal successo che ancora riscuote la precedente generazione di console, con Play Station 4 e Xbox One a garantire ancora ore di gioco agli appassionati.

Anche in Italia i nomi dei videogiochi più apprezzati riflettono quelli che dominano le classifiche globali: si va dall’apparentemente inscalfibile GTA V ai classici appuntamenti annuali come FIFA 23, che sarà l’ultimo della storica serie EA prima del rebrand. Tra i più giocati compaiono ovviamente i titoli globalmente più apprezzati del 2022: compaiono quindi Elden Ring, God of War Ragnarök, Call of Duty Modern Warfare 2 e Stray. Naturalmente grande successo riscuotono i casual game, visto il protagonismo del mobile gaming, e tra questi non possono mancare le slot machine: la loro presenza online, grazie a operatori che mettono in evidenza i numerosi titoli tramite jackpot ed esclusive, le rende infatti uno dei giochi casual più immediati ai quali dedicarsi nei ritagli di tempo. Anche Candy Crush Saga, che nel quarto trimestre 2022 contava oltre 233 milioni di utenti mensili attivi globalmente, continua a essere particolarmente amato: d’altra parte, alle sue origini si trova proprio un italiano.
Tra altre curiosità, emerge che il numero di videogiocatori è sbilanciato a favore degli uomini: le videogiocatrici in Italia infatti si attestano sul 42% del totale. Un dato che comunque non è univoco e cambia da regione a regione: Lazio e Sicilia, per esempio, vantano la maggior distribuzione di videogiocatrici, e in Lazio ed Emilia Romagna videogiocatori e videogiocatrici sono in situazione di sostanziale parità. Tra le regioni più attive spicca poi la Liguria: diverse le aziende attive sul territorio, con il comune di Andora che ha consegnato le chiavi della città al pro gamer Alessandro Avallone nel 2021 e titoli “autoctoni” come Campus Invaders, sviluppato dal game designer di Imperia Marco Vallarino. Dando uno sguardo alla crescita dell’industria italiana, infine, emergono altri dati interessanti: per esempio, il 40% delle aziende videoludiche è oggi passato da start up a piccola/media impresa, mentre solo un anno prima era il 30%. Sono anche raddoppiati i lavoratori del settore, passando dai 1600 del 2021 ai 2400 del 2022, e le imprese che mediamente impiegano tra 10 e 20 unità sono passate dal 15% al 20%: insomma, il futuro dell’industria videoludica italiana sembra decisamente promettente.