Bob Dylan racconta Domenico Modugno. Ed è subito meraviglia

Bob Dylan, cantautore sommo e premio Nobel per la letteratura, ha scritto centinaia di canzoni e anche qualche libro. Mi viene in mente “Tarantula”, che confesso di non aver mai letto, e poi l’autobiografico e bellissimo “Chronicles. Volume 1” del 2004 (del quale stiamo aspettando il 2 e il 3) e, ancora, nelle librerie da pochi giorni, il sontuoso “Filosofia della canzone moderna”, in Italia edito da Feltrinelli.

Il libro è magnifico. Un viaggio nella canzone come forma d’arte autonoma e compiuta, ricco di immagini, ricordi personali dell’autore, curiosità. Leggerlo, capitolo per capitolo, ascoltando (o riascoltando) le canzoni proposte, è un’avventura culturale e spirituale.

Tra la settantina di canzoni raccontate c’è anche “Volare (Nel blu dipinto di blu)” di Domenico Modugno e Franco Migliacci. La canzone che, nel 1958, cambiò la storia della musica pop italiana ed anche, dopo l’esibizione al Festival di Sanremo, il modo di porsi dell’artista davanti al pubblico.

Dylan racconta il pezzo quasi fosse un viaggio psichedelico: «Questa è una canzone che si avvicina, sfreccia, continua per la sua strada, procede a piena velocità, si schianta nel sole, rimbalza sulle stelle, esala in una nuvola di fumo come un sogno impossibile e va a esplodere dritta nel Paese delle meraviglie. È singolare e sta sospesa a mezz’aria»

Per Dylan la canzone non è altri che Utopia, un luogo ideale ma necessariamente immaginario, un dipinto ad olio, una mutazione genetica dell’uomo.

La prosa del cantante di Duluth, Minnesota, è formidabile. A tratti ricorda Greil Marcus, ma Greil Marcus è più ragionevole e concreto. Dylan, in fin dei conti, scrive da poeta. E aggiunge, su “Volare”: «Magari questa è stata una delle prime canzoni allucinogene, di almeno dieci anni in anticipo su “White rabbit” dei Jefferson Airplane».

L’omaggio di Dylan a Modugno, nelle pagine a lui dedicate nel libro, è meraviglioso. La canzone, negli Stati Uniti, era stata interpretata anche, e con grande successo, dall’italo-americano Bobby Rydell. Tuttavia, scrive Dylan: «In origine, “Volare” era eseguita da un cantante italiano di nome Domenico Modugno, e già il suono del suo nome crea la sua propria canzone. Una canzone che vi può sorprendere in ogni momento, giorno e notte. È sempre la stessa. State sempre volando più in alto del sole».

Le pagine dedicate da Dylan a Modugno valgono l’acquisto del libro. Senza dimenticare che poi c’è tutto il resto.

 

Ferdinando Molteni

 

La canzone da sentire: https://www.youtube.com/watch?v=nD8BryVB9d0