Emanuele Dabbono torna con una canzone di struggente bellezza: “Cerezo” è un capolavoro e una straziante confessione  

Che cosa è una canzone? O, per meglio dire, cosa è una grande canzone? È un miracoloso insieme di accordi, melodia e parole. Ma soprattutto parole, che raccontano una storia.

Io ascolto tutto quello che esce. È il mio mestiere. Sono un pescatore che butta la canna e spera di pescare un tesoro. E qualche giorno fa è successo di nuovo. Ho davvero pescato un tesoro.

Emanuele Dabbono, un artista e cantautore che amo e seguo da anni, ha scritto uno dei pezzi più belli e struggenti che abbia ascoltato da qualche anno in qua.

S’intitola “Cerezo”, come il campione brasiliano della Sampdoria. È una ballata piena di suoni contemporanei, una cosa che potrebbe finire in rotazione su qualsiasi radio e piacere alle ragazze e ai ragazzi delle superiori. Quelli che si nutrono di Tik Tok.

Potrebbe diventare una di quelle canzoni che i ragazzi cantano senza sapere che Cerezo era un calciatore e nemmeno intuire la storia che la canzone racconta.

In ogni caso Emanuele Dabbono, che ha scritto le cose più belle cantante da Tiziano Ferro negli ultimi tempi, racconta una storia vera.

La sua.

La storia di un ragazzino che ricorda la grande Samp di Vialli e Mancini (e Cerezo) che vinceva il campionato e arrivava alla finale di Coppa del Campioni. La storia di un ragazzino che forse quelle cose lì neanche le capiva bene, o forse non gliene fregava niente, ma sapeva che suo padre lo avrebbe abbracciato solo quando Cerezo avrebbe segnato un gol.

Piango raramente ascoltano una canzone. Sono vecchio e ne ho ascoltate a migliaia. Mi capita sempre quando De Gregori canta: “E firmai, col mio nome firmai, e il mio nome era Bufalo Bill”.

Ma sono episodi rari.

Rarissimi.

Mi è capitato di nuovo con “Cerezo” di Emanuele Dabbono.

 Ferdinando Molteni

 La canzone da sentire: https://www.youtube.com/watch?v=aj2kZjr9qTU