L’album è uscito da un po’, ma come tutti i dischi di autori laterali, è necessario andarli a scovare. E ascoltare.
È il caso di “Storia di Tich”, il lavoro che Andrea Tich ha licenziato qualche tempo fa.
Riassumere la vicenda umana e artistica di Tich in poche righe non è possibile. Basti dire che debutta nel 1978 con un album della Cramps intitolato “Masturbati”, prodotto da Claudio Rocchi e che oggi è una specie di oggetto di culto. Un capolavoro acerbo e nascosto, che un numero sempre maggiore di ascoltatori negli anni hanno amato e rispettato.
Tra “Masturbati” e “Storia di Tich” c’è un mondo, una vita, tanti dischi, una carriera perseguita con tenacia e convinzione. Ma soprattutto un talento straordinario, alieno, fuori dal tempo e dai luoghi.
L’ultimo album – di cristallina bellezza – è pieno di suggestioni e grandi canzoni. C’è dentro la storica canzone di fine anni Settanta, ci sono Lolli e, ovviamente, Rocchi, c’è il progressive, il gusto magniloquente per le orchestrazioni della Magister Espresso Orchestra (scritte dal geniale Alessandro Sbrogiò, barocchista tra i maggiori in Italia), le parole recitate, le percussioni (dovute al sodale di una vita, Claudio Panarello), l’elettronica vintage, il pop come lo si intendeva un tempo.
Le canzoni di Tich sono (sembrano) semplici. Arrivano diritte al cuore. La sua voce, ancora limpidissima nonostante i decenni, accompagna l’ascoltatore in un mondo concluso che è quello di Tich. Unicamente quello di Tich.
Non riesco a scegliere un pezzo sugli altri. Non riesco a fare classifiche. Il disco è – come recita la copertina – una pop-suite. Però “Il mio acquario” è irresistibile. E poi “La finestra”, una cosa che poteva cantare Battiato. E ancora “Racconto in treno”, e la meravigliosa “Meduse in amore” e tutte le altre.
Poi, c’è “Megavita megamore”. Tre accordi, ripetitivi e ipnotici, l’orchestra che arriva e li sublima e il racconto di una vita che sembra raccontare Tich. O forse no.
In ogni caso, una meraviglia che si appiccica alle orecchie.
Andrea Tich è tornato.
Ferdinando Molteni
Da sentire: https://www.youtube.com/watch?v=kBD0cl9OlSU