Niente visto e l’arrivo in Cina dopo una pedalata lunga sette mesi è finita per colpa della burocrazia. E’ la storia di tre
amici, di cui uno non vedente, partiti da Roma lo scorso marzo con un tandem e una bicicletta per arrivare a Pechino
proprio nel mese di ottobre, si sono purtroppo dovuti fermare prima dell’ultimo confine.
E’ l’avventura di Davide Valacchi, che ha perso la vista all’età di nove anni, Michele Giuliano e Samuele Spriano. I primi due sono partiti da Roma venerdì 1 marzo 2019: Davide e Michele hanno percorso l’Italia, l’Europa dell’est e la Turchia, per arrivare a Teheran. Lì Samuele ha dato il cambio a Michele alla guida del tandem, pedalando con Davide attraverso l’Asia centrale e tutta la Cina. L’arrivo arrivo a Pechino era previsto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. E invece il viaggio si è fermato al confine.
Tra gli obiettivi del progetto “I to eye” , si possono annoverare la cultura della bicicletta e la possibilità per i non vedenti di praticare uno sport come il ciclismo.
I tre amici hanno pedalato per sette mesi, percorso oltre mille chilometri, incontrato associazioni di persone disabili, altri ciclisti e gente comune, attraversando l’Europa, il Medio Oriente e parte dell’Asia. «Abbiamo quindi deciso di
donare il nostro tandem al Comitato paralimpico del Tagikistan che, nonostante le grandi difficoltà economiche, sta cercando di promuovere lo sport e l’integrazione sociale anche per la disabilità visiva», si legge sulla pagina Facebook di “I to eye”.
“Un tandem – spiega Davide – può cambiare la vita di un non vedente e noi abbiamo voluto dimostrarlo. È l’unico mezzo di trasporto che permette di avere un ruolo attivo nel movimento su lunghe distanze e di godere delle infinite sfumature sensoriali di un viaggio. Per questo può essere un potente fattore di inclusione sociale per chi ha problemi alla vista, contribuendo ad abbattere una parte delle barriere imposte dalla disabilità”.