Lo ha raccontato sabato scorso in un lunga intervista al Corriere della Sera. Vincenzo Mollica, 66 anni volto noto del giornalismo italiano, pilastro del Tg1, è quasi cieco, ha il morbo di Parkinson e il diabete. Prima scriveva, leggeva e disegnava. “Ignoro che cosa sia la depressione. Mi sostengono la famiglia e il lavoro”, racconta di sé stesso. E di andare in pensione non ci pensa minimamente. Ogni giorno la moglie lo accompagna in ufficio alla Rai la mattina e lo va a riprendere la sera e così continuerà fino a gennaio del 2020. Come vive la giornata? “Cerco solo il lato migliore delle persone. Non da pirata, con la benda sull’ultimo occhio che mi rimane. Da cronista. Evito di avvicinare chi non mi piace”.
Da sempre di occupa soprattutto di spettacolo, non hai perso l’entusiasmo, né tanto meno la voglia di svolgere il lavoro che ama: il giornalista. Ma ha problemi di salute: un glaucoma gli ha mangiato il 95% del nervo ottico dell’occhio destro, mentre dal sinistro non ci ha mai visto a causa di un’uveite che lo ha colpito da piccolo, seguita da un’iridociclite plastica. Quando aveva 7 anni i genitori lo portarono dall’oculista e lui, origliando da dietro la porta, ascoltò il dottore mentre diceva che sarebbe diventato cieco. “Da quel momento adottai una tecnica – ha raccontato al Corriere – imparare a memoria tutto quello che mi circondava, in modo da ricordarmene quando sarebbero calate le tenebre”. Poi sono arrivati altri problemi: “Le mani che tremano? – ha continuato – quello è il morbo di Parkinson”.