Dallo Yemen la leggenda storica sul caffé

Roma. Portare alla bocca una tazza di caffè fumante è un gesto comune soprattutto in Italia, ma pochi forse conosceranno l’origine e la sua storia.
Una curiosa leggenda narra, secondo la quale un monaco del Monastero Chehodet nello Yemen avendo saputo da un pastore di nome Kaldi che le sue capre ed i suoi cammelli si mantenevano “vivaci” anche di notte se mangiavano certe bacche, preparò con queste una bevanda nell’intento di restare sveglio per poter pregare più a lungo.

Quali sono le proprietà nutritive del caffè? Quali le controindicazioni al suo consumo? E perché il caffè è tanto celebrato e amato, soprattutto in alcuni paesi tra i quali l’Italia?
Studi scientifici e ricerche sul caffé si sono susseguiti sempre con maggiore frequenza, fino a raggiungere risultati atti a dimostrare le multiple reazioni che il caffè provoca sull’organismo umano. Dal punto di vista nutritivo il caffè non è un alimento indispensabile per il nostro organismo. Tuttavia, alcune sostanze in esso contenute provocano effetti benefici negli organi.

Naturalmente, come per ogni alimento, è necessario non farne abuso e non consumarne una quantità smoderata, se non si vogliono ottenere inconvenienti dovuti all’abuso.
Una tazzina di caffè contiene circa 5 cg. di caffeina e la sua azione eccitante, che si protrae da una a due ore dopo averla bevuta, agendo sul sistema nervoso cerebro-spinale, provoca un risveglio delle facoltà mentali, allontana la sonnolenza, la noia, la stanchezza, anche quella psichica, gli stati depressivi, potenzia le capacita’ della memoria, dell’apprendimento, dell’intuizione e della concentrazione, facilita la percezione degli stimoli sensoriali, attenua le cefalee e le emicranie in genere.

E il cappuccino?
Analizzando gli ingredienti base, possiamo quindi affermare che un cappuccino non zuccherato fornisce circa 80 calorie all’organismo. Naturalmente, l’apporto energetico di un cappuccino dolcificato, aumenta rispetto alla controparte amara. L’associazione tra latte e caffè forma sostanze che necessitano di molto tempo per essere digerite. La schiuma di latte potenzia questa caratteristica rendendo il cappuccino meno digeribile rispetto a un semplice caffelatte dal momento che è una bevanda che stimola una ipersecrezione dello stomaco, sopratutto a digiuno. Il cappuccino, quindi ha la proprietà di bloccare l’appetito in modo non fisiologico e corretto perché l’acido tannico del caffè a elevata temperatura si combina con la caseina, proteina del latte,dando origine al tannato di caseina,composto chimico difficile da digerire. La migliore soluzione? Prendere in modo separato latte leggermente riscaldato e una tazzina di caffè.