Roma. Il mondo digitale diventa un luogo sempre meno sicuro: nel 2015 il numero di attacchi informatici è aumentato rispetto allo scorso anno sia verso le aziende che verso i singoli utenti, addirittura del 125% per quelli che sfruttano software per i quali non esistono ancora contromisure. E’ quanto emerge dall'(ISTR), lo studio appena pubblicato da Symantec.
“Quest’anno sono stati rilevati 54 nuovi zero-day, attacchi che sfruttano software non ancora noti e per i quali non esistono ancora delle soluzioni, con un aumento del 125% rispetto all’anno precedente”, spiega Antonio Forzieri, esperto di sicurezza Norton e Symantec. “Questo e’ sicuramente il dato che ci ha lasciati più stupiti. Speravamo in un miglioramento rispetto ai due anni precedenti”. “Sei di questi nuovi zero-day sono stati rilevati in Italia”, ha sottolineato. Il rapporto evidenzia inoltre che nell’ultimo anno sono state individuate nove ‘mega-violazioni’ che hanno causato la perdita di 500 milioni di dati personali. L’Italia, a livello globale, si posiziona al tredicesimo posto per il numero di minacce e sale di una posizione rispetto al 2014.
Ad allarmare sono soprattutto i 336mila casi attacchi di ransware, i malware che restringono l’accesso al dispositivo infetto che collocano l’Italia in sesta posizione sul piano globale. Nel 2015 nel mondo si é sviluppato anche un tipo più aggressivo di software ‘cattivi’, i crypto-ransomware che rappresentano il 35% degli attacchi. Si tratta di un attacco che crittografa tutti i contenuti digitali di una vittima e li tiene in ostaggio finché non viene pagato un riscatto.
Quest’anno il ransomware si é diffuso dai PC agli smartphone, ai Mac e ai sistemi Linux. “Ci siamo resi conto – racconta Antonio Forzieri – che gli attacchi informatici riguardano i singoli utenti ma anche le grandi aziende e che è in netto aumento il fenomeno dei ransomware e il successivo pagamento delle somme richieste. Noi sconsigliamo questo comportamento perché non fa altro che consolidare la cybercriminalità”.