Pavia. Troppi furti agli oleodotti, a rischio ambientale l’area del Parco del Ticino per il continuo sversamento di idrocarburi nel terreno. A lanciare l’allarme è lo stesso Parco del Ticino, i cui vertici chiedono ora un incontro urgente ai ministri dell’Ambiente e degli Interni, oltre che alla Regione Lombardia e alla prefettura perchè venga messa in campo un task-force in grado di prevenire questo fenomeno o di intervenire celermente nel caso in cui sia necessario.
Ma una soluzione già ci sarebbe. Il controllo aereo delle linee degli oleodotti Eni, Sarpom e Sogim che attraversano il territorio del Parco del Ticino con aeromobili a pilotaggio remoto. A lanciare l’idea è il pavese Andrea Losi, responsabile e pilota di “Nowlanding” che ha la propria sede operativa all’aeroporto di Villanova d’Albenga. “Con gli aeromobili Apr – spiega Losi – si possono effettuare controlli minuziosi e rapidi lungo le condotte. Ricerche tecniche e “caccia ai ladri” dal cielo impiegando mezzi sofisticati e altamente professionali pilotati dal nostro team.
La “Nowlanding” ha investito in risorse umane e in strumenti tecnici che con precisione riescono a svolgere controlli mirati e quindi di tipo preventivo sul territorio e in questo caso nel Parco del Ticino”.
La Nowlanding, dunque, mette a disposizione delle aziende “colpite” dall’emergenza furti le proprie risorse professionali per iniziare un’attività di controllo mirata anche con l’impiego di termocamere e visori notturni per effettuare verifiche capillari su tutte le linee prese di mira dai ladri. Tutto questo anche per evitare che gli idrocarburi possano impattare, oltre i terreni agricoli, anche le acque sotterranee e, attraverso il sistema dei fontanili, i corsi d’acqua del reticolo idrogeografico afferente i Sic (Siti di importanza comunitaria).
Giò Barbera